Antonio De Napoli, classe 1984, salirà oggi a Palazzo Giustiniani, convocato dal premier incaricato Mario Monti in rappresentanza dei giovani. De Napoli, laureato alla Luiss di Roma (di cui per due anni è stato anche rappresentante degli studenti nel Consiglio d'amministrazione), si è fatto le ossa nel Movimento Studenti Cattolici, sedendo nell'esecutivo nazionale tra il 2006 e il 2008. Dall'aprile del 2009 è portavoce del FNG, Forum Nazionale dei Giovani - piattaforma riconosciuta nel 2004 che coordina quasi cento organizzazioni giovanili italiane garantendo una rappresentanza a più o meno tre milioni e mezzo di giovani. Porterà anche al capo dell'esecutivo incaricato una copia dell'appello di Eleonora Voltolina e Alessandro Rosina per un governo al 50% non composto da maschi anziani.
La Repubblica degli Stagisti lo ha intercettato prima che incontrasse Monti, per avere qualche anticipazione sui temi che porterà all'attenzione del prossimo presidente del consiglio.
Quali sono i punti che pensi di presentare al prof. Monti?
Gli parleremo delle nostre preoccupazioni e della nostra voglia di cambiamento. Con le proposte che abbiamo elaborato in questi anni. Al centro metteremo il ricambio generazionale. Gli altri temi che toccheremo sono occupazione giovanile e "misurabilità qualitativa" degli stage, accesso al credito, politiche familiari e sostegno allo sviluppo demografico, una agenda sostenibile, una fiscalità di vantaggio per le imprese che assumono, attenzione al Mezzogiorno Italiano, i tagli al servizio civile.
Se ne dovessi scegliere uno solo, quale ritieni in assoluto prioritario?
L'accesso al credito.
Eleonora Voltolina e Alessandro Rosina hanno firmato un appello a Monti per formare un governa di cui almeno 50% non siano maschi anziani. Condividi questo appello? Qual è la tua posizione in merito?
Basti pensare che in Danimarca c'è un ministro di 26 anni. I giovani italiani, nel silenzio dei media, hanno competenze e coraggio da vendere. Stando al totoministri l'età media è altissima: dalla società civile e dal terzo settore possono uscire degli ottimi nomi. Per capire le questioni bisogna viverle sulla propria pelle. Cosa ne sa una persona di 70 anni del sentimento di preoccupazione che abbiamo noi ragazzi di fronte a una non pensione e alla scadenza del suo contratto a progetto?
Quali sono le posizioni del Forum sulle politiche del lavoro per i giovani?
Sosteniamo la vostra battaglia sugli stage. Stiamo portando avanti una riflessione sulla previdenza complementare, strumento che serve poco a chi ha un contratto a progetto. SIamo per una fiscalità di vantaggio per le imprese che assumono giovani garantendo stabilità. Se la flessibilità diventa precariato, in un sistema con pochi ammortizzatori sociali, siamo bloccati. E poi c'è il sistema orientamento e formazione professionale sul quale è urgente essere omogenei fra Nord e Sud.
La Repubblica degli Stagisti porta avanti una riflessione sul salario minimo: cosa ne pensi? sarebbe il caso inserirlo anche in Italia?
Il salario minimo è una strada. Ma la madre di tutte le questioni è l'accesso al credito: per avere diritto a vivere la nostra vita abbiamo bisogno di un nuovo sistema di accesso al credito. Oggi è impensabile che per comprare casa un ragazzo che guadagna più di suo padre necessiti comunque della firma dei genitori per accedere ad un mutuo. Questa è la metafora di una Italia paralizzata. Se non la sblocchiamo noi ora, adesso, non la sblocca più nessuno.
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