Garanzia Giovani, l'Unione europea rifinanzierà il programma malgrado i risultati deludenti?

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 08 Lug 2016 in Notizie

Disoccupazione Garanzia giovani

Così non va, ma abbandonare sarebbe peggio. Questa, in sintesi, la posizione europea sulla Garanzia Giovani. Il merito di aver rimesso al centro del dibattito la questione dell'iniziativa europea da 6 miliardi avviata tra il 2013 e il 2014 per contrastare la disoccupazione giovanile - attualmente in corso praticamente in tutti gli stati europei - è di uno dei più giovani eurodeputati, l'italiano Brando Benifei, che ha presentato nei giorni scorsi una interrogazione orale sul tema. Risultato: un vivace dibattito e due notizie. La prima è che la Commissione europea sembra intenzionata a rifinanziare la Youth Employment Initiative, anche se ancora non è sicuro, né é chiaro eventualmente con quanti soldi e a quali condizioni. La seconda è che quasi tutti gli europarlamentari raccontano, per il proprio Paese d'origine, la stessa storia: Garanzia Giovani implementata in maniera deludente, ci vorrebbe più coordinamento europeo e un occhio più severo nel controllo dei risultati raggiunti.

stage lavoro brando benifei«Sebbene la relazione comune sull'occupazione per il 2016 sottolinei che la Garanzia per i giovani è divenuta un motore di miglioramento della transizione dall'istruzione al mondo del lavoro e di riduzione della disoccupazione giovanile» scrive Benifei nella sua interrogazione «le percentuali sono ancora molto elevate». L'Ue ne è consapevole: «Il 7 marzo 2016 il Consiglio "Occupazione, politica sociale, salute e consumatori" (EPSCO) ha approvato dei messaggi essenziali sul futuro orientamento della Garanzia per i giovani nel periodo successivo al 2016» ricorda Benifei: «La Commissione intende presentare una relazione di attuazione a ottobre». Fino ad allora, il documento ufficiale di ricognizione sull'andamento della Garanzia Giovani resta quello emesso a marzo 2015 dalla la Corte dei conti europea.

Su queste basi, Benifei ricorda che «gli Stati membri erano tenuti a completare la prima valutazione dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile entro dicembre 2015», chiedendo alla Commissione di «informare il Parlamento circa i principali risultati di tali valutazioni, anche per quanto riguarda la corretta attuazione dei sistemi di Garanzia per i giovani, la qualità delle offerte e la sostenibilità dei risultati». Queste informazioni saranno «indispensabili» quando - tra poco - verrà avviata la «discussione sulla revisione del quadro finanziario pluriennale».

Inoltre l'interrogazione pone esplicitamente alla Commissione il tema di un giudizio sulla «implementazione dei sistemi di Garanzia per i giovani e l'utilizzo dei finanziamenti» e una domanda secca: la Commissione vorrà ri-«finanziare la Garanzia per i giovani, anche attraverso un ampliamento dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile»?

stage lavoro Marianne ThyssenNon altrettanto secca è la risposta di Marianne Thyssen, 61 anni, europarlamentare belga del Partito popolare da un quarto di secolo e oggi Commissaria europea al Lavoro: «Combattere la disoccupazione giovanile resta una priorità assoluta per la Commissione. La Garanzia Giovani è un driver per una vera riforma: è l'elemento centrale nei nostri sforzi per facilitare la transizione dalla scuola al mercato del lavoro, e ha già iniziato a portare risultati. Nel 2014 tutti gli Stati membri hanno presentato i loro piani di attuazione, identificando con precisione le misure da adottare: l'attuazione dei piani nazionali è ora in corso. Gli Stati stanno compiendo notevoli sforzi, rafforzando i loro servizi per l'impiego pubblici per migliorare l'apertura verso le persone più lontane dal mercato del lavoro e costruendo partenariati più stretti con il settore privato per aumentare il numero e migliorare la qualità delle offerte di lavoro e le opportunità di tirocinio».

Ma non è detto che l'UE ci metterà altri soldi: «La prossima relazione sui progressi compiuti nell'attuazione e la revisione intermedia del QFP forniranno l'occasione per riflettere su come ulteriormente fornire un sostegno finanziario». Anche se su questo punto Benifei è moderatamente ottimista: «Dispiace leggere nei documenti preparatori del bilancio 2017 che la Commissione non preveda di includere nuovi stanziamenti per l'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile per i prossimi anni, ma credo che la valutazione di medio periodo sulla Garanzia giovani, insieme alle parole anche dette oggi dalla Commissaria, dimostreranno che questo strumento è essenziale per far funzionare i programmi», anche per «superare la logica emergenziale nella gestione del problema».

Resta ferma «l'intenzione della Commissione di guidare l'Unione europea verso l'equità sociale» assicura comunque la Thyssen: «Questo significa che nessuno deve essere lasciato indietro, in particolare i nostri giovani. L'Europa non può permettersi di lasciare che il capitale umano che i nostri giovani rappresentano vada sprecato».
   
Sprecati, per ora, sembrano però essere molti dei fondi di Garanzia Giovani, finiti a finanziare meccanismi poco efficienti. E infatti è pressoché univoco il rimprovero degli eurodeputati alle modalità poco efficaci di implementazione delle azioni di Garanzia Giovani nei singoli Stati: «La Garanzia Giovani è uno strumento essenziale ma l'effetto è ancora modesto» dice Thomas Händel, 64enne eurodeputato del Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea  e oggi presidente della  Commissione per l'occupazione e gli affari sociali: «L'eliminazione della disoccupazione giovanile è in primo luogo di competenza degli Stati membri. E' chiaro che i livelli europei possono avviare, accompagnare finanziariamente e coordinare: ma sono gli Stati membri a dover reagire: e questa è ovviamente la debolezza. Abbiamo perso un'intera generazione, una generazione che sta perdendo la fiducia nell'Europa». Anche Benifei sostiene la «necessità del coordinamento istituzionale. La Garanzia giovani non può funzionare senza un lavoro efficace che parta dal livello europeo, vada agli Stati membri e arrivi alle autorità locali e regionali».

Varie organizzazioni che operano sul territorio – tra cui il Forum europeo dei giovani, Age Platform, Coface, il Forum europeo delle disabilità, ISPD, Eurocities, la Confederazione europea dei sindacati – sono firmatarie, ricorda Benifei, di una dichiarazione congiunta sulla Garanzia giovani che invoca l'immediata proroga dell'Iniziativa, un continuato impegno finanziario e un deciso passo in avanti nel verificare che le offerte siano di qualità, unico vero percorso per assicurare la sua sostenibilità di lungo periodo, insieme a una riduzione del carico burocratico per le imprese partecipanti.

Tre i temi specifici emersi grazie agli interventi di altrettante eurodeputate. Elisabeth Morin-Chartier, 69enne eurodeputata francese del Partito Popolare, pone «la questione della fascia di età 25-30 anni: che è successo a questi giovani?».
Marian Harkin, 63enne del Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa, è indignata perché nel suo Paese la Garanzia Giovani non è aperta ai disabili: «Ho segnalato alla Commissione che i giovani con disabilità in Irlanda non sono in grado di accedere alla Garanzia Giovani; ma la Commissione ha dato per buona la risposta del governo irlandese, e cioè che i giovani con disabilità abbiano accesso ad altri programmi. Eppure il punto della Garanzia Giovani è che è una garanzia per tutti i giovani: non ci devono essere eccezioni. Dobbiamo agire affinché questa discriminazione sia immediatamente interrotta».
La 38enne grillina Laura Agea, che nell'Europarlamento fa parte del  Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta, è invece convinta che Garanzia Giovani «non è la strada: a fronte dell'impegno economico stanziato per questa misura, i risultati sono estremamente deludenti». E denuncia: «Tanti giovani mi scrivono che, a un anno di ingresso nel percorso Garanzia Giovani, non sono stati ancora pagati e mi chiedono perché e se è normale. No, non è normale!». Certamente non è accettabile che, a causa di intoppi burocratici, a farne le spese siano i giovani beneficiari della misura. (In effetti, la Repubblica degli Stagisti da mesi segue la questione dei ritardi che si stanno verificando in alcune Regioni).

In linea generale però i sostenitori del proseguimento dell'iniziativa sembrano più numerosi dei detrattori. «La disoccupazione giovanile non è un tema che riguarda solo l'Italia meridionale. Anche in un paese abbastanza ricco e integro come la Svezia abbiamo grossi problemi» dice per esempio Marita Ulvskog, 65enne eurodeputata svedese del Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici: «Penso che sia molto importante che si continui a investire su questo tipo di programma».

Terry Reintke, eurodeputata tedesca del Gruppo Verde, 29 anni, cita il caso Brexit ricordando che «i giovani in schiacciante maggioranza hanno votato per rimanere nell'Unione europea. Vogliono dare forma al futuro dell'Europa insieme; vogliono l'Ue per risolvere i problemi politici di oggi e lottare per il loro futuro» ma anche che «purtroppo molti giovani, soprattutto quelli che sono disoccupati, non sono andati a votare: si sentono staccati dai processi politici. Proprio a questi giovani dobbiamo fornire risposte. La Garanzia Giovani è una delle aree concrete in cui dobbiamo impegnarci per creare prospettive per coloro che si sentono lasciati indietro».
   
«In Spagna abbiamo più di un milione di giovani disoccupati e la Garanzia Giovani ne ha raggiunti appena 60mila. Dov'è la garanzia? Si tratta di una promessa che abbiamo fatto e abbiamo disatteso. Da difensori del programma diciamo però che abbiamo bisogno di cambiarlo da cima a fondo, anche obbligando gli Stati membri a rispettare i requisiti minimi delle linee guida sull'occupazione di qualità» tuona Sergio Gutiérrez Prieto, 34enne spagnolo del Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici. E la sua connazionale e collega di partito Clara Eugenia Aguilera García rincara la dose: «Questa iniziativa è importante ma non funziona. La misura scelta dal governo spagnolo - un bonus di 300 euro agli imprenditori per contributo alla sicurezza sociale - è assolutamente inefficace, com'è già dimostrato in altri programmi. Per conto dei giovani disoccupati spagnola noi chiediamo di cambiare questo programma perché esso abbia un futuro».

«Vi sono Stati membri dell'Unione in cui la disoccupazione giovanile è inferiore al 10% e altri Stati in cui è superiore al 30-40%: dovremmo fare di più per migliorare lo scambio di migliori prassi tra gli Stati membri dell'Unione, al fine di dare ai giovani europei l'opportunità di far parte dei migliori programmi che esistono in Europa, nel loro Stato membro o in un altro» suggerisce Siegfried Mureşan, eurodeputato romeno 35enne del Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici-Cristiani): «Ma cosa sta facendo la Commissione al fine di migliorare lo scambio di migliori pratiche tra gli Stati membri dell'Unione?» Altro tema interessante sollevato da Mureşan, e ripreso anche dalla portoghese Sofia Ribeiro, è quello della necessità di una valutazione non solo quantitativa ma anche qualitativa dei risultati: «Verificare quanti posti di lavoro stabili e ben pagati sono stati creati».       

«Nel mese di maggio di quest'anno rispetto a maggio dello scorso anno ci sono stati 503mila meno giovani senza lavoro. Questo è il tasso di disoccupazione più basso per i giovani dal marzo del 2009: penso che sia qualcosa di positivo» commenta la commissaria Thyssen. Rigettando al mittente le critiche sui ritardi nella presentazione dei documenti di monitoraggio: «Siamo nei tempi» chiude: «Gli Stati membri sono stati invitati a consegnare a fine maggio i dati, che sono dunque già stati raccolti o in corso di consegna. Ora verranno elaborati e su questa base prepareremo una relazione, che ci permetterà di capire come sta andando la Garanzia Giovani e se sarà il caso di dedicarvi ancora fondi specifici. Non sono felice, perché c'è ancora il 18% di disoccupazione giovanile. Ma sono soddisfatta che si vada avanti. Vediamo i progressi di mese in mese e il coinvolgimento di un gran numero di giovani che alla fine trovano lavoro».

Tutto rimandato dunque a ottobre, per sapere se l'esperienza di Garanzia Giovani si chiuderà o no.

Eleonora Voltolina

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