Ritardi nei pagamenti, conguagli non pervenuti e dubbi sulle procedure di lavorazione delle pratiche. Sono alcuni dei nodi di Garanzia Giovani segnalati anche in questi ultimi mesi dai tirocinanti del Lazio, che già quest'estate avevano manifestato sotto la Regione. La Repubblica degli Stagisti ha quindi sottoposto all’assessore al Lavoro della regione Lazio le criticità e le richieste di chiarimento arrivate dai ragazzi.
«Ho iniziato il mio tirocinio a aprile in un’azienda informatica a Roma» racconta ad esempio il 26enne Fabrizio «e nonostante avessi inviato tempestivamente i documenti e i dati per il pagamento, solo a fine agosto ho ricevuto l’indennità del primo bimestre. Mentre per quella del secondo sto ancora aspettando».
«La situazione è caotica» prosegue Fabrizio «perché noi ragazzi non riusciamo a capire quali siano i criteri con cui la Regione inserisce o meno un tirocinante in una certa determina per il pagamento [erogato dall’Inps, ndr]: ci sono persone a cui i rimborsi di un tale bimestre vengono erogati prima, mentre altri ragazzi ancora attendono il pagamento del bimestre precedente e c’è chi non ha ancora ricevuto un euro pur avendo finito il tirocinio. Inoltre, da giugno la Regione ha aumentato i rimborsi, che sulla carta sono passati da 400 a 500 euro. Ma sia chi ha cominciato il tirocinio prima di giugno, sia chi lo ha cominciato dopo, continua a percepire solo 400 euro al mese, 800 a bimestre, e nessuno finora ha saputo dirci quando e con che modalità riceveremo il resto».
Per fare il punto sulla situazione, la Repubblica degli Stagisti ha incontrato l’assessore regionale al Lavoro del Lazio, Lucia Valente [nella foto a sinistra], che a giugno – viste le tantissime segnalazioni di arretrati non pagati – aveva istituito una task force per «velocizzare il più possibile le procedure».
«Effettivamente c’era un grosso problema, dovuto al boom di richieste e attivazioni di tirocini registrato in pochissimi mesi » ammette Valente. Ad oggi quelli partiti dall’inizio del programma sono 13mila: «La procedura è complessa e prevede molti controlli oltre a una precisa rendicontazione, quindi abbiamo creato una task force con dieci persone che si è occupata prima di tutto di ammortizzare i ritardi. Ora questa fase si sta chiudendo e stiamo lavorando sul flusso».
«Ad oggi abbiamo maturato 14mila richieste di pagamenti dall’inizio del programma» prosegue l’assessore: ogni ragazzo nel corso del tirocinio semestrale ne deve infatti inviare tre, una per bimestre: «di queste 14mila, 10 mila erano corrette e complete e ne abbiamo saldate 9mila. Stiamo lavorando a pieno regime: stacchiamo determine per i pagamenti ogni settimana e il flusso su cui lavoriamo è di 3 mila indennità al mese».
Ma quali sono i criteri con cui un ragazzo viene inserito o meno in una certa determina? «Il criterio è cronologico, in funzione dell’arrivo delle richieste di pagamento» assicura alla Repubblica degli Stagisti Silvia Stracqualursi, responsabile della task force per l’assessorato «se alcuni bimestri precedenti risultano non pagati, si vede che la documentazione inviata era errata o incompleta». Proprio questa, secondo Stracqualursi, sarebbe la ragione principale dei ritardi nei pagamenti riscontrati dai tirocinanti: «Molte pratiche nei mesi scorsi ci arrivavano incomplete: con documenti mancanti o errori nella compilazione. Sulle 14mila richieste di pagamento arrivate finora, lo erano ben 4mila».
Molte volte nemmeno per colpa dei ragazzi: «Spesso i datori di lavoro, ad esempio, si dimenticano di inviarci la comunicazione obbligatoria di attivazione del tirocinio, forse perché credono non sia necessaria, in quanto non si tratta di un vero e proprio lavoro» spiega Stracqualursi alla Repubblica degli Stagisti. Anche per questo, considerando la mole e la complessità della documentazione richiesta, da luglio l’assessorato ha chiesto agli enti promotori che siano loro (e non più i tirocinanti) a compilare e inviare i moduli: «Se prima le pratiche incomplete erano circa il 30%, ora sono scese al 4%» spiega Valente.
Si cercherà così di ottimizzare anche la comunicazione, un altro dei problemi segnalati dai ragazzi. Ad esempio, dopo aver terminato il tirocinio in un’azienda di Tarquinia che si occupa di riciclaggio dei materiali, senza aver ricevuto un euro in 6 mesi, il 27enne Raffaele ha scoperto solo pochi giorni fa che le sue pratiche non erano state lavorate «perché ci volevano i documenti originali e non bastavano le scansioni via email. Ma la cosa assurda è che in 6 mesi nessuno mi aveva contattato per segnalarmi il problema. E se non fossi stato io a contattare diverse volte la Regione per avere spiegazioni sui ritardi, probabilmente avrei continuato a aspettare invano».
Per monitorare meglio le pratiche e gli eventuali problemi, e poterli segnalare tempestivamente ai tirocinanti o agli enti erogatori, «da quest’estate abbiamo implementato il nostro sistema informatico “Tirocini online”» spiega Stracqualursi «in modo da avere un elenco aggiornato dell’inevaso e delle eventuali criticità legate a ciascuna pratica».
La Repubblica degli Stagisti ha chiesto all’assessore Valente chiarimenti anche sui tempi e le modalità di pagamento delle indennità “aggiuntive”: i 100 euro mensili in più, previsti da giugno ma non ancora arrivati a nessun tirocinante. «La ragione per cui non abbiamo potuto pagarle subito è che la normativa antiriciclaggio che limita l’uso dei contanti impedisce di ritirare mille o più euro al mese alla Posta in un’unica soluzione». Nel Lazio infatti, secondo quanto prevede il bando Garanzia Giovani, l’indennità è rimborsata al tirocinante tramite l’Inps a mezzo di bonifico domiciliato presso Poste Italiane: «facendo pagamenti bimestrali da 500 euro al mese avremmo raggiunto i mille euro» spiega Valente. La soluzione trovata per i tirocini in corso, «dopo un accordo raggiunto con l’Inps, sarà quella di mantenere la rendicontazione bimestrale, ma di pagare i ragazzi con due distinti bonifici, uno per ciascun mese, che si potranno ritirare a un giorno di distanza» annuncia Valente alla Repubblica degli Stagisti. Già dalle prossime determine – assicura l’assessore – «si userà questo metodo».
Resta però il problema dei ragazzi che hanno già terminato il tirocinio e devono ricevere un conguaglio da 600 euro. «Finora il sistema informatico dell’Inps non accettava l’integrazione dell’indennità, perché risultava che i ragazzi avessero già ricevuto pagamenti per tutti i bimestri di tirocinio effettuati. Ma, come dicevo, abbiamo raggiunto un accordo» conclude Valente «e ora il loro sistema informatico dovrà essere modificato per consentire il pagamento del conguaglio».
Sara Grattoggi
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