Tirocini Unipharma, il salto di Ester dall'università di Bologna a Cambridge passando per Barcellona

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 17 Mar 2013 in Storie

C'è tempo fino al 28 marzo per candidarsi ai tirocini Leonardo Unipharma: 82 borse di studio per uno stage di 24 settimane presso un centro di ricerca europeo. Ester Cannizzaro ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza all'università di Barcellona e poi a quella di Cambridge.

 

Vengo da Avellino e ho 27 anni. Ho frequentato il liceo classico - indirizzo europeo - nella mia città natale, e poi il corso di laurea triennale e poi magistrale in Biotecnologie all'università di Bologna, laureandomi nel 2011. 
La mia esperienza scolastica con le materie scientifiche non è stata delle migliori per cui la scelta universitaria non è stata facile, ma dopo lunghi tentennamenti ho deciso di provare perché ne ero affascinata, pur mantenendo molti dubbi sopratutto sugli sbocchi professionali che l'Italia avrebbe potuto offrire. I miei genitori sono laureati in Legge e in Medicina, e così ho tentato i test a Medicina con l'intento di cimentarmi nell'ambito biomedico. Il test per il numero chiuso in Medicina non è andato bene, mentre quello per biotecnologie sì. Non posso dire di avere avuto l'aspirazione per la ricerca scientifica da subito o che mi provenisse dai miei studi scolastici, ma piuttosto di aver seguito un interesse che è poi maturato col tempo e con gli studi universitari.
Non ho avuto altre esperienze lavorative vere e proprie prima dello stage Uniphama. L'unica piccola esperienza è stata in un laboratorio di Genetica molecolare all'università di Bologna dopo la laurea magistrale, come "laureato frequentatore", per circa 3 mesi. Il laureato frequentatore non è retribuito ma semplicemente impara qualche aspetto pratico del mestiere che ovviamente non è ancora in grado di fare. Nel mio caso, seguivo i progetti di ricerca correnti in laboratorio cercando di imparare le tecniche che venivano usate. Non c'è stato nessun particolare colloquio, ho semplicemente chiesto alla group leader se poteva farmi frequentare il laboratorio. C'era ovviamente la possibilità di partecipare a un concorso di dottorato nell'università, ma per ragioni personali che mi avevano impedito di essere fisicamente presente al concorso, e perché non ero completamente convinta di voler fare il mio dottorato a Bologna, avevo deciso di non iscrivermi. Mentre ero lì mi hanno assegnato la borsa Unipharma e sono partita: era il dicembre del 2011. 
Il bando del concorso Leonardo da Vinci-Unipharma è pubblicizzato dall'università attraverso Alma welcome. Il concorso consiste in una doppia selezione, la prima secondo curriculum e la seconda mediante colloquio in inglese. Sono diversi i centri di ricerca disponibili e i gruppi di ricerca che vi prendono parte possono provenire da aziende, enti di ricerca privati o pubblici e università. Dopo essere stata ripescata sono stata assegnata a un laboratorio dell'Istituto di Biologia molecolare di Barcellona, un centro affiliato dall'università di Barcellona, con una borsa di 4200 euro. Una dottoranda è stata incaricata di seguirmi e mostrarmi l'aspetto pratico del lavoro che avrei dovuto svolgere, il che è molto vantaggioso e non sempre accade. Questo mi ha permesso di imparare, oltre alle tecniche, anche a gestire il mio lavoro autonomamente.
Alla fine dello stage - era maggio dell'anno scorso - mi è stato proposto di rimanere per il dottorato ma il laboratorio non aveva fondi propri con cui pagare la mia posizione e avrei quindi dovuto richiedere borse di studio spagnole: una prospettiva troppo competitiva e in qualche modo sconveniente per studenti stranieri.
Per ragioni personali e anche perché avevo interesse a provare qualcosa di meglio per me, ho cercato lavoro all'università di Cambridge partecipando a varie selezioni. Ho sostenuto diversi colloqui e alla fine, appena terminato il tirocinio Unipharma, ho ottenuto un posto da research assistant con un contratto di due anni, a 1.470 sterline nette al mese [pari a circa 1.700 euro], come impiegato di ricerca dell'università. Grazie a questo posto molto probabilmente comincerò il dottorato di ricerca a Cambridge il prossimo autunno, che rappresenta la mia aspirazione lavorativa nell'immediato futuro - anche se la retribuzione sarà probabilmente più bassa di quella attuale.
Non racconto questa storia per soddisfazione personale - anche se è un buon esempio di quanto certe cose vadano tanto lisce all'estero quanto in Italia non andrebbero mai - ma perché un anno prima dello stage, come neolaureata, avevo fatto domanda per concorsi che bandivano posti di lavoro molto simili, ma non avevo riscosso nessun risultato positivo. Grazie all'esperienza del progetto Leonardo si sono aperte possibilità che restando in Italia non avrei avuto. Il tirocinio Unipharma del progetto Leonardo è una preziosa opportunità di trascorrere un periodo di formazione all'estero entrando in contatto con la realtà lavorativa di un altro Paese che permette di arricchire il proprio curriculum e sopratutto di fare confronti e prendere decisioni in un momento molto delicato come la fase appena dopo la laurea. Nel settore scientifico è particolarmente importante, dal momento che la ricerca è completamente basata su un flusso di informazioni che viaggiano per tutto il pianeta. 
Ho alcuni amici che hanno fatto esperienze di stage in aziende italiane. Nessuno di loro ha avuto una proposta di lavoro alla fine dello stage. Probabile che il periodo storico sia particolarmente infelice, ma uno stage dovrebbe avere proprio la funzione di aprirti le porte di un'azienda e la possibilità di un salto verso un contratto più sicuro.
Se il sistema degli stage in Italia è ancora quello che mi hanno raccontato, che vuol dire approfittare delle prestazioni lavorative di neolaureati sottopagandoli con il pretesto di un contratto da stagista per poi mollarli a fine termine, non riesco a vedere davvero come possa rappresentare un vantaggio per dei "neo-disoccupati" mentre riesco a vedere molto chiaramente il vantaggio dell'azienda.  Le persone che hanno svolto il tirocinio Unipharma in azienda qui a Cambridge sono state assunte con contratti rinnovabili di sei mesi in sei mesi, e in alcuni casi a tempo indeterminato. E immagino questo sia il modo in cui dovrebbe funzionare.

Testo raccolto da Ilaria Mariotti


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