Rivoluzione in vista per i sussidi dell'Inps alle famiglie con figli minori. A partire dal prossimo gennaio entrerà in vigore la misura universale unica per i figli, prevista dal Family Act della ministra delle Pari opportunità e famiglia Elena Bonetti. Il decreto attuativo è stato approvato lo scorso 18 novembre, e prevede che le domande possano essere presentate a partire da gennaio 2022, con i primi pagamenti in arrivo però da marzo. Nel frattempo è già attiva una misura ponte, il cosiddetto assegno temporaneo figli minori, per cui le domande si sono aperte ufficialmente a luglio scorso e si chiuderanno il 31 dicembre.
«Finalizzata a dare un sostegno immediato alla genitorialità e alla natalità» si legge sul sito Inps, la misura «è stata adottata in attesa dell’attuazione dell’assegno unico e universale che dovrà riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli».
Quello attuale è dunque un assegno previsto in via provvisoria. Beneficiarie saranno quelle fasce di contribuenti che non percepiscono gli assegni familiari (Anf), destinati a essere invece riassorbiti nella nuova riforma. Gli 'Anf', sono stati finora appannaggio esclusivo di chi avesse un contratto di lavoro dipendente, escludendo gli autonomi.
Gli assegni però saranno spazzati via con l'assegno unico, che arriverà a tutti – una volta entrato a regime – senza fare differenze in base alla tipologia di contratto di lavoro. Mentre di quello attuale, appunto "temporaneo" e in vigore fino a dicembre 2021, beneficeranno solo gli autonomi.
«L’assegno temporaneo è incompatibile con l’assegno al nucleo familiare (Anf) previsto dalla legge 153/1988», chiarisce alla Repubblica degli Stagisti l'ufficio stampa Inps. Nello specifico «l’assegno temporaneo spetta a lavoratori autonomi, disoccupati, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, titolari di pensione da lavoro autonomo, e nuclei che non hanno uno o più requisiti per godere dell’Anf» è scritto sul sito.
Qualora insomma uno dei due genitori percepisca un assegno familiare tramite il proprio contratto di lavoro da dipendente, non sarà possibile per l'altro genitore – per esempio titolare di partita Iva – richiedere l'assegno temporaneo. A meno che «non venga meno il rapporto di lavoro dipendente per licenziamento o dimissioni: a quel punto l'altro genitore, se autonomo, potrà fare richiesta per l'assegno unico», spiegano dall'Inps.
Del resto al momento - «pur non essendo possibile dirlo con certezza» avvertono dall'Istituto - uno dei principali motivi di diniego delle domande «è probabilmente il fatto che il minore faccia parte di un nucleo che percepisce l'Anf». Resta invece la compatibilità dell'assegno temporaneo con il reddito di cittadinanza e le altre misure a sostegno della genitorialità.
Non tutte le richieste dunque hanno esito positivo. Le domande di assegno temporaneo pervenute all’Inps a fine ottobre «risultano essere 607.422, relative a un totale di 1.017.543 minori», si legge nel comunicato diramato dall'istituto di previdenza. Di queste ne sono state accolte «580mila, mentre altre 66mila circa sono in attesa di integrazione da parte dei richiedenti perché incomplete o con errori sanabili». Respinte o fatte decadere sono le «domande relative a circa 228mila minori». Le domande «per altri 143mila minori, delle quali circa 104mila pervenute a ottobre, sono in corso di definizione».
L'altro requisito per accedere alla misura è la soglia Isee, che non deve superare i 50mila euro. In base a tale griglia sono anche definiti gli importi: «Fino a un Isee pari a 7mila euro gli importi spettano in misura piena» confermano dall'Inps: «Vale a dire sono pari a 167,5 euro per ciascun figlio», maggiorati di 50 euro in caso di presenza di disabili oppure a partire dal terzo figlio.
Gli assegni variano infatti anche «in base alla numerosità del nucleo familiare». I versamenti relativi a ogni singolo figlio scendono progressivamente man mano che sale la soglia Isee alla quale si appartiene. Si raddoppiano fino a due figli, e prevedono maggiorazioni dal terzo in poi. Se si appartiene a un nucleo con un Isee intorno ai 10mila euro e l'importo per il primo figlio è di 135 euro, l'asegno per la presenza anche di un secondo figlio sarà pari a 270 euro. Ma se i figli fossero tre, allora l'importo stanziato per ogni minore crescerà fino a 180 euro circa, tanto da far percepire alla famiglia circa 540 euro.
«Si tratta di uno strumento che ci avvicina alle realtà europee più virtuose in termini di sostegno economico alle famiglie con figli» è il commento di Alessandro Rosina, ordinario di Demografia all'università Cattolica del Sacro Cuore e autore del libro Crisi Demografica, politiche per un Paese che ha smesso di crescere, edito da Vita e Pensiero. La riforma «è rivoluzionaria per l'Italia perché finalmente supera la frammentarietà passata e aumenta le risorse destinate alle famiglie, tanto più di fronte alle difficoltà e alle incertezze prodotte dalla crisi sanitaria». Prima della pandemia l'Italia «destinava l'1,1 per cento del Pil alla voce famiglia con figli, la metà rispetto alle media Ue eun terzo se si guarda alla Germania». Ma attenzione, la riforma «va considerata non come un punto di arrivo, ma di partenza».
La richiesta può essere fatta tramite Caf oppure direttamente sul sito Inps accedendo con le proprie credenziali Spid. In queste settimane sono già in corso i pagamenti relativi «a luglio e agosto e, in presenza dei requisiti, verranno erogate le mensilità spettanti fino a dicembre» precisano dall'Inps. Più nel dettaglio, stando al comunicato, «risulta pagato quasi il 100 per cento delle rate di luglio, agosto e settembre per le richieste pervenute a luglio e agosto, e oltre l’80 per cento delle rate di luglio, agosto e settembre per le domande pervenute a settembre». Il totale della spesa, prosegue la nota, ammonta a oltre 225 milioni di euro.
Cosa accadrà quando la misura passerà da provvisoria a definitiva? Che fine faranno le altre misure per la famiglia? Dall'Inps specificano che «la legge delega 46/2021 al Governo per l’introduzione dell’assegno unico prevede il graduale superamento o soppressione di misure quali l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, l'assegno di natalità, il premio alla nascita, le detrazioni fiscali, gli assegni per il nucleo familiare».
In particolare andrà a sparire anche il fondo di sostegno alla natalità, «inteso a favorire l'accesso al credito delle famiglie con uno o più figli, nati o adottati a decorrere dal 2017, mediante il rilascio di garanzie dirette, anche fideiussorie, alle banche e agli intermediari finanziari, e che ha una dotazione di 13 milioni di euro per l’anno 2020 e 6 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021». Intanto, per chi avesse fatto domanda dell'assegno temporaneo entro il 31 ottobre saranno riconosciuti anche gli arretrati a partire dal mese di luglio, data di attivazione della misura. Mentre per chi inoltrerà la richiesta da inizio novembre sarà versato solo la mensilità corrente e quelle successive fino a dicembre.
Ilaria Mariotti
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