Erasmus+ entra ufficialmente nel vivo. Da gennaio di quest'anno – e per il settennio 2014-2020 – è infatti operativo il programma che rappresenta l'evoluzione del vecchio Erasmus universitario, e che ingloberà in un unico grande calderone tutti i progetti europei di interscambio, come Leonardo e Comenius tanto per citare i più noti.
L'Europa ha già stanziato i fondi, che ammontano a 14,7 miliardi (in aumento del 40% rispetto al passato), di cui 1,8 destinati all'Italia. Di questi, 95 milioni andranno all'Agenzia Nazionale per i Giovani (Ang), l'ente incaricato di attuare il programma per il nostro Paese, anche se solo per il capitolo Youth. Erasmus+ si compone infatti di quattro settori: istruzione, formazione, giovani e sport. La restante parte - escluso lo sport, di cui si occupa la Commissione Ue - è assegnata all'ambito istruzione e formazione, la cui gestione è demandata in Italia all'Isfol e all'Indire.
Per raccontare quali siano in concreto le opportunità per i giovani l'Ang ha appena concluso una due giorni di seminario a Roma, dedicata proprio a informare tutte le associazioni giovanili interessate a ricevere un finanziamento europeo finalizzato a mettere in piedi iniziative di mobilità giovanile inerenti la sezione Gioventù, quindi per ragazzi sotto i 30 anni. «Due terzi dei finanziamenti serviranno a erogare borse di mobilità a più di 4 milioni di persone per consentire loro di studiare, ricevere una formazione, lavorare o fare attività di volontariato all’estero nel periodo 2014-2020 (rispetto ai 2,7 milioni nel periodo 2007-2013)» si legge nel sito di Erasmusplus. È dunque la mobilità in Europa il fulcro dell'iniziativa della Commissione europea - infatti la sezione Gioventù beneficerà solo del 10% dei fondi. Ma per l'Ang si tratta comunque di un salto decisivo: le assegnazioni per il periodo 2007-2013 erano pari a circa la metà, ovvero 56,7 milioni di euro.
A farsi avanti nel 2014 – sul piatto per quest'anno ci sono 12 milioni – possono essere associazioni culturali, ong, enti pubblici, gruppi di giovani (almeno quattro, anche non associati, con un'idea per uno scambio europeo) o youth workers, ovvero chi si occupa del reinserimento giovanile sul piano della formazione. Non sono ammesse invece proposte individuali.
Per la cosiddetta Key Action 1, vale a dire le iniziative pensate per la mobilità degli individui, le scadenze sono tre: 17 marzo, 30 aprile, primo ottobre. Si possono presentare progetti riguardanti sia i giovani (attraverso scambi o servizi di volontariato), sia gli youth workers, con l'obiettivo di potenziarne la formazione e la messa in rete. Nel primo caso saranno coinvolte persone sotto i 30 anni per interscambi con soggetti di Paesi membri della durata anche annuale (nel caso del volontariato), che promuovano tra le altre cose il confronto, la conoscenza di diverse realtà culturali e l'apprendimento non formale, cioè al di fuori dei circuiti istituzionali della scuola o dell'università. I rimborsi a favore dei partecipanti a uno di questi percorso di mobilità sono di massimo 40 euro giornalieri, mentre i volontari potranno percepire fino a 600 euro annuali.
Per gli youth workers invece non esiste limite di età, e i programmi potranno attenere a esperienze come seminari o corsi formativi. Ciascuna giornata qui verrà rimborsata con cifre che si aggirano intorno ai 60 euro. A questa tranche di progetti, che è la principale delle tre, andrà il 66% dei finanziamenti; un 29% sarà invece destinato alla Key Action 2. Per questa - i cui termini di presentazione sono il 30 aprile e il primo ottobre - il tema di riferimento è la cooperazione per l'innovazione e lo scambio di buone prassi. Come spiega l'Ang nelle schede informative, per il filone secondario i progetti dovranno mirare a sviluppare «pratiche innovative nel settore gioventù» o promuovere la «validazione di competenze formali e non formali». In sintesi dovranno preoccuparsi di creare «partenariati strategici».
Le stesse deadline sono poi previste per l'Azione 3, ovvero quella delle «politiche per riformare», a cui è indirizzato solo un fondo residuale pari al 5% del totale. I progetti qui dovranno avere a che fare con «consultazioni tra decision makers delle politiche della gioventù» si legge ancora nella documentazione definita dall'Ang, o ad esempio con meeting di preparazione alla conferenza della gioventù che si terrà durante il semestre europeo di presidenza italiana.
Vedersi approvare e finanziare un progetto comporta una serie di step burocratici non semplicissimi, che l'Ang ha illustrato alla folta rappresentanza delle organizzazioni accorsa a Roma per il seminario (i partecipanti erano più di 300).
In sintesi il percorso prevede – dopo lo studio della guida pubblicata dalla Ue a gennaio, un manuale di 270 pagine non proprio scorrevolissime ma che costituisce la Bibbia di Erasmus+ – la registrazione al portale dei partecipanti (URF, ovvero Unique Registration Facility), consentita solo dopo l'autenticazione in Ecas (ovvero lo European Commission's user Authentication Service). L'iscrizione comporta l'obbligo di allegare tutti i documenti che certificano la legalità delle organizzazioni – atti costitutivi, statuti etc. – e il rilascio di un codice. Solo a questo punto si può elaborare l'E-form, e quindi presentare il progetto e inviarlo all'ente attuatore, nel caso italiano l'Ang. Finalizzata questa fase, entro quattro mesi si conoscerà l'esito della valutazione del progetto. Se convalidato, una prima parte del finanziamento verrà emesso dall'ente attuatore entro 30 giorni. In buona sostanza quindi, per partecipare come candidati a un bando bisognerà attendere almeno la fine dell'estate 2014.
«Erasmus+ darà gambe e sostanza alle idee» dei gruppi che si faranno avanti, ha dichiarato in un comunicato il direttore generale dell’Ang, Giacomo D’Arrigo: «Maggiore sarà la loro possibilità di accedere al programma, maggiore sarà la possibilità di crescita per il Paese». Perché dietro uno stanziamento raddoppiato rispetto al settennio precedente, le intenzioni di Bruxelles sono chiare – anche alla luce delle altre politiche giovanili messe in campo di recente, in primis la Youth Guarantee: combattere con fermezza l'emergenza della disoccupazione giovanile. Viste le circostanze del momento storico, per l'Italia sprecare questa opportunità (e questi soldi) sarebbe davvero imperdonabile.
Ilaria Mariotti
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