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28 POLITICO? NO GRAZIE!

13 anni, 7 mesi fa di lucecco

Salve a tutti. Con questo post vorrei dare una testimonianza e provare a stimolare un dibattito sul modo nel quale noi studenti universitari veniamo giudicati agli esami dai nostri docenti.
La mia storia personale mi ha concesso la fortuna di conoscere in prima persona tre corsi di laurea (e tre facoltà): Fisioterapia, Scienze della Comunicazione (quindi la facoltà di Lettere e Filosofia) e Scienze Politiche. Avendo molti amici che frequentano le più disparate facoltà, da Ingegneria a Medicina, da Economia a Giurisprudenza, posso dire di possedere un’ottima conoscenza dell’intero scibile accademico italiano. Oltre la conoscenza personale, per un giudizio serio e rigoroso dell’università ho bisogno della scienza: ho bisogno di dati. Almalaurea.it è attualmente il sito più attendibile al quale riferirsi per la raccolta e l’analisi di dati riguardanti la maggior parte degli atenei italiani.
In questo post sull’università italiana commenterò un dato agghiacciante, ripeto, agghiacciante: nel 2009 si sono laureati nelle facoltà di Lettere e Filosofia italiane (convenzionate con AlmaLaurea) 6265 studenti con un voto medio di laurea di…110,3/110. Ho letto bene? Sì ho letto bene. Praticamente tutti laureati con il massimo. 6265 piccoli Kant o Pirandello? Italia popolo di geni? Leggo i dati e mi vengono in mente alcuni esami, alcuni corsi presso tale facoltà dell’ateneo perugino, nei quali parlare di esami farsa è più che un eufemismo. 18 politico? Magari. Non ho problemi a parlare di 27 politico, forse anche 28. E che ti lamenti direbbero i miei colleghi poco lungimiranti. Che ti lamenti? Quante volte abbiamo assistito a manifestazioni giovanili di protesta della serie: “ho due lauree con 110 e lode, due master e non trovo lavoro, vanno avanti solo i raccomandati, vergogna!”. La mia risposta è: vergogna, ma ci stavano illudendo e non ce ne siamo resi conto. Questo è il vero tema. Fa male, ma va detto. Stante il fatto che una società dovrebbe far tutto meno che “ingannare” ed illudere i propri studenti, io non posso però sottostimare la facilità con la quale noi studenti ci facciamo illudere.
Se uno si attiene agli esami, al proprio piano di studi, lo sforzo per prendere quel pezzo di carta è un insulto all’intelligenza umana. Prendere un 30? Basta essere normali. Per il 18 lascio immaginare. Fortunatamente in mezzo a tanti esami farsa c’è ancora qualche docente che tenta di mantenere il più alto possibile il tasso di serietà, ma ogni giorno che passa vedo ciò che viene richiesto agli studenti precipitare inesorabilmente. In preda allo sconforto potrei parlare di livello liceale dell’università. A volte mi sembra pure che al liceo si lavorasse di più…
Il mio non è un attacco ai giovani, è un appello. Ragazzi, ci stanno illudendo, rendiamocene conto il prima possibile. Non accontentiamoci del pezzo di carta, non accontentiamoci del 30 facile. Quelle sono solo malvagie illusioni. Stiamo barattando un illusorio applauso oggi per una dolorosissima bastonata domani. Gli applausi lasciamoli agli studi televisivi. Esigiamo serietà, esigiamo conoscenza, esigiamo esami seri. Il governo che taglia ovunque è il primo male, ma il 27 politico, 110,3 su 110 come media voto di laurea, viene subito dopo, forse è anche peggio. Quale meritocrazia con questa omogeneizzazione. Quale. La raccomandazione conta più del merito? E vorrei vedere. Se voi foste un’azienda e aveste davanti 50 laureati tutti con lo stesso voto, ai vostri occhi appariranno tutti uguali. Ergo, chi scegliereste? Forse quello che per qualche motivo conoscete più da vicino? Penso proprio di sì. 28 politico? No grazie!



Phil99

4 anni, 6 mesi fa

In risposta a #23350

Rispondo dopo soltanto 3 anni e 3 mesi, perché mi ero dimenticato di questo post e sono tornato qui per caso.

"Prima di scrivere così tante cavolate, meglio INFORMARSI. Non difendo gli ingegneri, di cui non conosco esattamente il percorso universitario, ma parlo a nome degli studenti di materie scientifiche come la mia (chimica e tecnologie farmaceutiche):"

Innanzitutto non vedo perché tu te la prenda: infatti da ciò che scrivi si desume che sia tu a parlare di ciò che non sai: implicitamente consideri i voti di lettere e filosofia regalati e quindi un paragone con le materie scientifiche ti offende (?).

"Punto primo: i tanto invidiati 12 punti per la tesi sperimentale, lo sapete belli miei a cosa sono dovuti? TESI SPERIMENTALE di 6 mesi. Che cosa significa? Significa che passi 12 ore al giorno in un laboratorio, entri la mattina e ne esci la sera."

Tesi di 6 mesi? Si può lavorare alacremente anche a una tesi umanistica per un anno, non vedo la stranezza. Qui si parla di punteggio finale, che, appunto, può raggiungere fino a 4 volte quello delle triennali umanistiche: 12 punti contro 3. Ciò significa 2,45 (periodico) punti abbondanti su trenta sulla media degli esami. Ora non mi dirai che una media del 26,5 è particolarmente alta nelle facoltà scientifiche? Ebbene, sommando 26,5 e 2,45 si raggiunge grossomodo l'agognata media del 29, che a lett. e fil. è d'obbligo per sperare nel 110L.
Quindi è vero che i voti degli esami a lett. e fil.  sono IN MEDIA più alti che nelle umanistiche, ma il tutto va compensato da pochi punti in sede di discussione della tesi di laurea.

"Punto secondo: anche una mente scientifica può aver passione e capirne di letteratura, filosofia, psicologia! Una mente umanistica se le metti sotto gli occhi reazioni chimiche: scappa a gambe levate!"

Affermazione che ti dimostra prevenuto: vale anche il contrario.

"Punto terzo: in alcune facoltà, ricordatevelo, non esiste nemmeno il 18 politico! Per alcuni, e non pochi, esami vedono la bellezza di 3 promossi su 46. E vi assicuro, che su 46, tolti una 10ina per eccesso, che magari "tentano" l'esame, i restanti 36 si sono fatti il culone."

Guarda, faccio solo un esempio: anche a medicina il 18 esiste praticamente solo in teoria e prenderlo è segno d'umiliazione.

"Non prendetela sul personale, ma, per favore informatevi prima di parlare a vanvera."

Non l'ho presa sul personale, tuttavia cerco di far virare un po' verso l'obiettività questa sorta di ragionamento "populistico".

scheggia04

7 anni, 9 mesi fa

In risposta a #23338


"molti punti disponibili per la tesi (anche più di 10 contro i max 5 delle umanistiche (dove talvolta sono anche solo 3 al max), parlo per esperienza diretta); per cui, lo capisci anche tu, sebbene ad ingegneria, per fare un esempio, la media sia più bassa che nelle facoltà umanistiche, anche solo calcolando che 11 punti di tesi corrispondono a 3 punti sulla media degli esami (fatti i conti), la differenza dei voti si riduce praticamente del tutto."

Prima di scrivere così tante cavolate, meglio INFORMARSI. Non difendo gli ingegneri, di cui non conosco esattamente il percorso universitario, ma parlo a nome degli studenti di materie scientifiche come la mia (chimica e tecnologie farmaceutiche): 

Punto primo: i tanto invidiati 12 punti per la tesi sperimentale, lo sapete belli miei a cosa sono dovuti? TESI SPERIMENTALE di 6 mesi. Che cosa significa? Significa che passi 12 ore al giorno in un laboratorio, entri la mattina e ne esci la sera.

Punto secondo: anche una mente scientifica può aver passione e capirne di letteratura, filosofia, psicologia! Una mente umanistica se le metti sotto gli occhi reazioni chimiche: scappa a gambe levate!

Punto terzo: in alcune facoltà, ricordatevelo, non esiste nemmeno il 18 politico! Per alcuni, e non pochi, esami vedono la bellezza di 3 promossi su 46. E vi assicuro, che su 46, tolti una 10ina per eccesso, che magari "tentano" l'esame, i restanti 36 si sono fatti il culone. 

Non prendetela sul personale, ma, per favore informatevi prima di parlare a vanvera.

Che ognuno segua le sue passioni e inclinazioni.

Phil99

7 anni, 9 mesi fa

In risposta a #3314
Post stravecchio, ma le sciocchezze non finiscono nell'oblio, almeno qui su internet... Con questi tuoi post offendi studenti e docenti delle facoltà umanistiche, per cui mi sento in dovere di risponderti.

Evidentemente non conosci ciò di cui parli (anche se affermi di conoscere praticamente tutto lo scibile universitario) e, in ogni caso, non puoi generalizzare. E' vero che i voti nelle facoltà umanistiche sono più alti delle facoltà scientifiche (esclusa almeno medicina) ma hanno ad es. molti punti disponibili per la tesi (anche più di 10 contro i max 5 delle umanistiche (dove talvolta sono anche solo 3 al max), parlo per esperienza diretta); per cui, lo capisci anche tu, sebbene ad ingegneria, per fare un esempio, la media sia più bassa che nelle facoltà umanistiche, anche solo calcolando che 11 punti di tesi corrispondono a 3 punti sulla media degli esami (fatti i conti), la differenza dei voti si riduce praticamente del tutto.
In secondo luogo, gli studenti delle facoltà umanistiche (specie a filosofia) sono molto motivati perché lo fanno per passione e dunque risultano parecchio preparati agli esami.
Il massimo dell'assurdo lo affermi però citando medicina: i voti lì sono alti tanto quanto quelli di lettere e filosofia (guarda bene), ma tu sei convinto che in quella facoltà non li regalino mentre in questa sì; e quindi, se prendi come discriminante il voto, perché dovrebbero regalarli solo a lettere e filosofia?
In terzo luogo, a medicina, dove le medie in molte università sforano tranquillamente il 28 (dunque, secondo i tuoi parametri, sarebbero voti regalati), gli studenti hanno a disposizione anche 10+ punti per la tesi.

Eleonora Voltolina

13 anni, 5 mesi fa

Cari Khira79, Kalinyxta e Lucecco,

sullo spunto dei contenuti di questa discussione e sulla scorta dei nuovi dati Almalaurea appena usciti, abbiamo dedicato a questo tema un articolo: Tutti geni i neolaureati italiani? Nuovi dati Almalaurea: alla specialistica il voto medio è 108, con punte di 111 per le facoltà letterarie. Lo trovate al link http://repubblicadeglistagisti.it/article/universita-italiana-voti-laurea-troppo-alti-nuovi-dati-almalaurea

Attendiamo vostri commenti e riflessioni!

kalinyxta

13 anni, 7 mesi fa

Beh, io sono laureata in filosofia e quindi nient'altro che la passione può avermi spinto a questa scelta. E non sarei assolutamente pentita, se avessi avuto una preparazione per cui valesse la pena fare una scelta tanto problematica. E' proprio perchè c'è la passione, che fa così male vedere com'è ridotta l'università, specialmente nelle facoltà umanistiche.
Certo all'università si è in parte in grado di provvedersi una sorta di preparazione da soli (mi sono letta le critiche di Kant tutto da sola, per fare un esempio, e vi assicuro che non è una passeggiata), ma questo non può sopperire all'insegnamento dei docenti, altrimenti uno non ci andrebbe all'università.
I due discorsi, quello della preparazione e quello del lassismo, sono paralleli: sono il sintomo che gli stessi docenti non credono più a quello che fanno, che sanno che valore avrà nel mondo quel titolo. E di conseguenza il titolo si svaluta ancora di più.
Comunque ribadisco anche quello che diceva Lucecco: è chiaro che il voto di laurea non sarà l'unico criterio di merito che i datori di lavoro considerano, forse non lo è mai stato, però se adesso non conta più assolutamente nulla forse è anche per questa mancanza di preparazione effettiva, che è cosa risaputa, e per la facilità con cui la laurea viene concessa.

khira79

13 anni, 7 mesi fa

Non so quali università abbiate frequentato voi, ma nella mia (La Sapienza) per quanto se ne dica della mia facoltà (la famosa e bistrattata "Scienze delle merendine" come ormai è uso comune definirla) non è stato regalato nulla...Sono una vecchia quinquennalista, i docenti non sapevano neppure chi fossimo, per loro eravamo "numeri, matricole", e all'esame (a volte anche con 6 testi mattone, per quanto se ne diceva della mia facoltà!) non si scappava!...Certo, essere esaminati dal docente era un po' più duro rispetto ad un assistente, ma mai e dico MAI sono stati regalati voti. Ribadisco, la netta differenza di preparazione tra un quinquennalista e uno studente triennale era nettamente evidente, e sfido chiunque a dire il contrario. Non sto facendo promozione alla mia ex facoltà, anzi...se proprio vogliamo dirla tutta in seduta di laurea il massimo punteggio che si dà per la tesi è di 5 punti, un punto in più se la tesi è di tipo sperimentale!...Quello che auspico è che ci sia una regolamentazione che permetta un'uguaglianza di trattamento (per la serie: perchè in certe università in seduta di laurea si "regalano" anche 15 punti e in altre bisogna sudarsi i massimo 5 punti?!)...Il tutto dipende dall'organizzazione, dall'Ateneo e non ultimo dalla differenza tra università pubbliche e private: un discorso pressoché mai esauritosi.
Ecco perchè penso che lo studio (e parliamo di facoltà "meno impegnative") dev'essere accompagnato soprattutto dalla passione. Poi si sa, uno laureato in Lettere ha più difficoltà a trovare lavoro rispetto ad un Medico, ma è la legge del mercato e lo sappiamo e lo sapevamo anche al momento dell'iscrizione all'università. Allora mi chiedo: cosa ha spinto gli studenti e i laureati nelle materie umanistiche ad iscriversi proprio in quelle facoltà???...E ora datevi una risposta sincera....

lucecco

13 anni, 7 mesi fa

Scusate ma mi viene spontaneo di metterci il carico...Siamo d'accordo: in facoltà come Ingegneria o Medicina (fortunatamente) è molto più difficile vedere professori lassisti che regalano voti e abbassano il livello qualitativo dei corsi da loro tenuti. Un ingegnere che non sa come costruire un ponte o un dottore che non sa curare le persone possono uccidere (nel vero senso della parola), ergo, lì non si scherza. Fin qui ci siamo. Mi spiegate però per quale motivo questo dovrebbe accadere senza problemi, senza che nessuno si scandalizzi, nelle facoltà umanistiche? Tutte le università sono una cosa seria, da Ingegneria fino a Lettere e Filosofia. Su questo spero siamo tutti d'accordo. Uno stato che regala le lauree non è uno stato serio, e le conseguenze di ciò sono (come espresso nel mio post di apertura) attualmente drammatiche: la raccomandazione come unico "rimedio" all'assenza di meritocrazia. Riguardo il tema delle lauree "inutili" in un colloquio di lavoro (@khira79 mi trovo pienamente d'accordo con te per le motivazioni da me espresse nel post d'apertura), mi spiegate per quale motivo alle proclamazioni di laurea si vedono scene del tipo lacrime a fiumi, paesini interi che si spostano per festeggiare e regali di laurea che partono dai 2000 euro? Se quel pezzo di carta non ha nessun valore cosa c'è da festeggiare. E soprattutto, queste scene di giubilo cosa dimostrano, una generazione incapace di valutare, incosciente, illusa o cosa? Non fraintendetemi, festeggiare è una delle cose più belle del mondo. Ma se la situazione (concordo) è quella espressa da khira79 non posso che, almeno, essere molto molto preoccupato.
Faccio anche un mea culpa: non ho mai avuto il coraggio di dire ad un docente: "prof, per piacere, ci faccia lavorare di più, ci stimoli, ci metta in discussione, ci dia un testo in più non uno in meno, non ci segnali la scorciatoia, ci faccia scalare la montagna". Un 10% di colpa me lo assumo. Non di più.
Vorrei tanto dare valore a quel pezzo di carta... conoscendo le università dall'interno non posso e mi tocca dare ragione a Khira: contano inglese, capacità di vendersi e...raccomandazione. A noi questo sistema non sta bene, ergo esigiamo una università più seria. Se poi vogliamo una società con solo medici e ingegneri basta dirlo e chiudiamo tutto il resto...

khira79

13 anni, 7 mesi fa

@Kalinyxta: al di là di possibilità lavorative future più ampie e specifiche, studiare lo si fa in primis per PASSIONE. Se manca quella allora è ovvio porsi la tua domanda "che cosa lo abbiamo fatto a fare"!...Ovviamente esistono facoltà più impegnative ed altre meno, ognuna ha le sue difficoltà e se ne è discusso già in questo forum. Di certo non credo che nelle facoltà cosiddette "impegnative" regalino 30 o i 110 come dite...saremmo allora tutti ingegneri, medici, architetti o chissà cos'altro!...
Posso solo confermare che purtroppo le lauree del nuovo ordinamento sono state svuotate come tu affermi, ma è stato chiaro fin dall'inizio. Ma non pensare che i cari vecchi quinquennalisti (tra i quali io) abbiano vita facile...Il mondo del lavoro è la cartina di tornasole del nostro sistema universitario attuale, ma non solo. Fermarsi solo a considerare il voto di laurea. o la facilità con la quale essa si raggiunge, sarebbe a mio avviso un grave errore. La differenza in un CV sta proprio in questo: se si guardasse il voto di laurea allora sarei d'accordo con voi, ma sinceramente, anche per esperienza personale, non è così. Altrimenti non si spiega perchè si dia importanza ad altre cose in sede di colloquio. Io ho capito una cosa fondamentale: accanto alla laurea è utile nonchè necessario conoscere almeno l'inglese benissimo, una seconda lingua non sarebbe male, e aver avuto anche una minima esperienza lavorativa. Ma a volte anche il "troppo" (tipo master, 110 e lode, inglese perfetto...) vengono ritenuti "elementi troppo qualificanti" e allora si che mi chiederei chi me lo ha fatto fare!

kalinyxta

13 anni, 7 mesi fa

Khira, è ovvio che c'è chi merita i suoi 30 e il suo 110, ci mancherebbe altro!! E che ci sono facoltà più impegnative e selettive di altre. Ma quello che dice Lucecco, e io condivido, è che se i 30 molto spesso vengono dati via come acqua fresca è chiaro che poi il curriculum universitario non conta più nulla! Perchè non indica niente, non è segno di capacità o intelligenza particolari.
Quando si cominciano a rendere le cose troppo facili, è segno che ti stanno scavando un po' di terreno da sotto i piedi.
Poi quello che tu dici, la differenza tra la preparazione degli studenti quinquennali e quelli triennali, è un altro segnale profondamente indicativo di quanto valore ha il nostro pezzo di carta, che non dà più uno straccio di preparazione decente. Che è stato svuotato, svalutato, demolito. E allora è normale che non interessi più a nessuno, datori di lavoro compresi. E inoltre, se cerchi un posto che con i tuoi studi non c'entra nulla, e la maggior parte del lavoro che si può trovare è così, certamente al datore non importerà molto dei tuoi voti.
Quello che tu dici è un dato di fatto, ma è indice di una situazione schizofrenica. Se la laurea non importa a nessuno perchè passare anni e anni sui libri? Mi spieghi perchè l'abbiamo fatto?

khira79

13 anni, 7 mesi fa

Scusa, ma secondo te se non conta un voto di laurea, cosa potrebbe mai cambiare eliminare quello che tu chiami "28 politico"?!...Ci sono persone che strameritano il loro 110, anche con lode!...Ma al di là di questo, fidati che durante i colloqui tutto ti si chiede tranne "vedo che lei ha un ottimo voto di laurea, me ne parli"!....Esperienza, lingue conosciute, personalità proattiva e spiccata, formazione: sono queste le cose che contano oggi e fidati, un 28 o un 110 non cambieranno mai questa situazione.

lucecco

13 anni, 7 mesi fa

Appunto... nel tuo dire "oggi al di là del voto di laurea (non ha mai avuto peso durante i colloqui che ho fatto), contano altre cose e lo sappiamo..." c'è la conferma di quanto ho espresso nel mio post. Forse il voto di laurea/la preparazione universitaria non ha alcun peso proprio perchè c'è un'incapacità di valutare, un 28 politico che non permette una differenziazione guardando i curriculum dei laureati, ma che obbliga il mondo del lavoro a "guardare altre cose"?
Non sarà che sconfiggendo il 28 politico potremmo iniziare a fare un passo in avanti nella direzione della meritocrazia? Attualmente non vedo altre strade per passare dalle "altre cose" al curriculum dei laureati.

khira79

13 anni, 7 mesi fa

Sai quanti staranno pensando "Ma beato te che hai frequentato una facoltà in cui i voti te li regalavano!"?!?!?!....
L'unico appunto che posso fare, per quanto riguarda la mia esperienza personale, è la differenza che notavo io in sede di esame tra preparazione e l'esame vero e proprio tra studenti quinquennali e studenti del nuovo ordinamento.
Per il resto posso solo dire che nella mia facoltà non si regalava nulla a nessuno, avere "fortuna" sulle domande penso sia capitato almeno una volta nella vita a tutti...ma di certo non si può dire che la laurea si stata regalata!
Ciò che io ho notato, ma penso sia oggettivo, quando frequentavo l'università, è la netta differenza tra grandi e piccoli Atenei. Ma questo è normale, a cominciare dall'organizzazione, dal numero di studenti e docenti, dal numero dei corsi,ecc....
Oggi, al di là del voto di laurea (non ha mai avuto peso durante i colloqui che ho fatto), contano altre cose e lo sappiamo....

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