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stage: divario tra laureati vecchio ordinamento e nuovo

13 anni, 7 mesi fa di Francystage

In merito a varie cose che ho letto qui, discussioni con amici e conoscenti di varie età e in base alla mia esperienza di vita, sono giunta a una questione che secondo me è spinosissima e riguarda un modo diverso di intendere la laurea e il dopo-laurea, a seconda della fascia d'età e dell'ordinamento universitario.

Mi spiego meglio: ho potuto constatare che chi è uscito dal vecchio ordinamento,specie nelle materie umanistiche, e fa parte di una classe di età che va dal '77 fino all'81 circa, si trova spesso in mezzo a un limbo senza fine. Perchè? Perchè chi si è laureato o è un laureando fino ai 26/28 anni, ha fatto di sicuro esperienza di stage o tirocinio o formazione grazie a indirizzi suggeriti dall'università o da altri enti collegati (lasciamo stare il discorso delle raccomandazioni). Dall'altro laro, invece, chi ha dai 35 anni in poi ormai è più o meno inserito (poi può essere precario o meno, non è questo l'argomento che vorrei affrontare).
Ora, siccome le aziende o cercano quello di età maggiore (e quindi presumibilmente esperto) o il laureando o il neolaureato del nuovo ordinamento, chi si è fatto anni di studi, senza avere il tempo di lavorare,perchè ogni esame erano montagne di libri e dopo le lezioni si doveva studiare(quindi zero tempo per lavorare, salvo una persona che doveva mantenersi gli studi facendo,ad esempio, il cameriere il sabato o il pr o il volantinaggio ecc) e che non rientra in quelle due fasce di età e di percorsi universitari deve essere lasciato allo sbando? E' forse un reato l'aver fatto il vecchio ordinamento e il non essere stato indirizzato a dei percorsi di studio successivi, salvo master costosi e sbagliati, a differenza dei sistemi universitari attuali, che un minimo di dritte te le danno? Insomma, a nessuno interessa approfondire questo argomento, e non c'è nessuna tutela...
Che ne pensate? Ne ho parlato con diverse persone e mi hanno dato ragione...

Francystage

13 anni, 7 mesi fa

beh,si,immagino non sia tutto rose e fiori anche per voi...
Però non ho scritto questo post per far solo rilevare inesattezze, non dico cose senza senso e non voglio giustificare chi non finisce l'università in tempo.Assolutamente... La mia è un'analisi in base non solo alla mia esperienza,ma anche (soprattutto) in base all'esperienza di altri.

Sintetizzo con questa formula:
4 o 5 anni V.O. = zero esperienza
3 o 4 (non conto la specialistica) = un po' di esperienza

Logico, non è detto che sia così per quelli del nuovo ordinamento, e tu lo hai sottolineato benissimo...però volevo solo far capire che ci sono classi di età che sono capitate in mezzo alla crisi e sono svantaggiate più di altre!

Vorrei che anche altri e soprattutto Eleonora dicano la loro!!!
ciao

danrur

13 anni, 7 mesi fa

io non critico nessuno, sto solo facendo presente alcune inesattezze nel tuo post.

E parlando del nuovo ordinamento (che ben conosco), credi davvero che le università abbiano un ruolo così fondamentale nel collocamento post laurea? Nel mio caso (Statale di Milano, non la Pincopallino di Borgo Tre Case) il loro servizio è stato pari a 0, e non perchè fossi raccomandato da qualcuno e avessi già il posto in caldo.

L'offerta di tirocini va infatti a coprire un 15-20% degli studenti, e nella stragrande maggioranza dei casi sono stage brevissimi e senza alcuna possibilità di sbocco post. Nel mio caso, un mese in RAI Milano come sostituzione ferie del personale in redazione. Certo, hai il nome a CV, ma nulla di più.

PS: io non schematizzo, calcolo le tempistiche esatte con un anno di tolleranza per tesi e imprevisti. Ogni altro anno in più, a meno che non ci sia una convivenza studio-lavoro particolare, è perso, anche se le motivazioni che stanno dietro possono essere le più valide e le più serie. E' come il liceo. Tu puoi metterci anche 7 anni, ma è chiaro che sei penalizzato rispetto a chi ce ne mette 5. E' la meritocrazia di cui tanto lamentiamo la mancanza.

Francystage

13 anni, 7 mesi fa

di che stiamo parlando? le cose non sono schematiche esattamente come dici tu...e poi cmq visto non non entri nel merito...quindi ti chiedo di non intervenire ulteriormente, se possibile...
allora, uno del vecchio ordinamento usciva dalla laurea intorno ai 25 anni (anno più anno meno, era raro laurearsi in 4 anni giusti, non schematizzare, per favore), cercava di fare uno stage e doveva cavarsela da solo a cercare quello giusto o il master, perchè l'università non ti faceva fare lo stage durante gli studi (non si faceva tutto questo), metti che uno ha fatto una marea di esperienze che però non gli hanno dato lavoro e vorrebbe fare un ingresso nel mondo del lavoro, con o senza stage... non ha abbastanza esperienza rispetto a uno più grande di età, già inserito, o rispetto a uno del nuovo ordinamento, che di solito ha fatto una minima esperienza, indirizzato dall'università. Dico solo questo, se poi devi criticare, lasciamo perdere. Io facevo notare questa cosa nel mio precedente intervento...tutto ciò per sintetizzare il fatto che prima le università non indirizzavano da nessuna parte e quindi chi fa fatica a lavorare ed è del nuovo ordinamento, spesso si è trovato spaesato. Ovvio, non parlo di chi ha avuto i calci in quel posto con le raccomandazioni (ossia l'80% di chi trova lavoro!)

danrur

13 anni, 7 mesi fa

non entro nel merito di quanto hai scritto, sono un nuovo ordinamentista e non conosco quale fosse la situazione pre-riforma.

Però. Tu parli di laurea a 26-28 anni SENZA fare esperienze formative. Cioè, considerando che si esce dal liceo a 18/19, dai 7 ai 10 anni di università.

Considerando i quattro canonici + un anno per tesi e imprevisti, fanno 5. Dai 2 ai 5 anni di troppo quindi.

Non credi che le differenze di cui tu parli possano anche essere dovute a questo? Senza considerare che se uno fa il 3+2 in teoria esce un anno/un anno e mezzo più tardi di un quadriennalista. Quindi, di che stiamo parlando?

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