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15 anni, 3 mesi fa di moijeprefere

Ciao a tutti.
Sono una fotografa, photo editor, grafica (etc.etc) laureata a pieni voti con la falsa laurea dello Ied che ho frequentato solo perchè ho vinto una borsa di studio (famiglia non ricca).
La mia storia apparentemente sembra piena di colpi di fortuna.
Il primo stage mi viene offerto 4 giorni dopo la fine della scuola, 3 mesi da luglio 2007 in uno studio fotografico di Torino. Prima di leggere un qualsiasi contratto (che poi non ho firmato) ho passato due mesi a lavorare gratis dalle 8 di mattina alle 22 di sera, imparando ben poco. Ogni tanto mi veniva dato un contentino di 30 euro, in nero.
Sono scappata e ho fatto la freelance per qualche periodo, a volte riuscendo a sopravvivere, altre volte mangiando scatolame.
Ad aprile del 2008 vengo chiamata dalla Rizzoli (sempre tramite il job placement dello Ied) che mi offre uno stage di 6 mesi con un rimborso spese di 516 euro mensili. Premetto che io abito a Torino e la Rizzoli è a Milano. Dunque, un rimborso spese che bastava a malapena a coprire abbonamento treno+metro, affitto, sigarette. Ho smesso di fare la spesa perchè mangiavo solo nella mensa aziendale. Lo stage era di tipo formativo, con tutor affiancato e senza obbligo di orario. Dalla prima settimana, dopo aver firmato il contratto, mi viene detto che devo rispettare la settimana di 5 giorni con orario dalle 10 alle 18 (solo perchè vengo da Torino). Partivo la mattina alle 7 e tornavo la sera alle 21, se tutto andava bene, perchè ovviamente dovevo prendere l'interegionale per problemi di costo che puntualmente accumulava ritardi.
In 4 mesi è capitato di entrare più tardi a causa di ritardi ferroviari, ritardi che sono invece stati attribuiti alla mia volontà. Mi è stato fatto un richiamo informale, senza considerare la mia buona volontà nel non fare pausa pranzo 4 giorni su 5 sia per recuperare eventuali ritardi sia per sottolineare la mia disponibilità a lavorare con loro. A fine giugno mi chiedono se voglio andare in ferie e io accetto, senza considerare che poi me l'avrebbero fatta pagare ampiamente.
A luglio il mio tutor prima si prende giorni di malattia e poi va in ferie per 3 settimane. Mi lasciano da sola a lavorare su due computer con diverse responsabilità. Chiedo di essere affiancata (per legge è previsto un tutor) ma non ricevo risposta. Ad un certo punto mi dicono che anche se la mia esperienza e le mie capacità sono ottime non mi possono tenere perchè, testuali parole, -l'editoria è in crisi-.
Smetto ad agosto, un mese prima della fine del contratto.
Fino ad oggi ho accumulato esperienza in solitaria, anni di università senza la laurea, un lungo periodo in Francia a studiare, corsi di specializzazione a pagamento e non, e tante ore come cameriera.
Oggi ho cominciato il terzo stage della mia vita, rivista autoprodotta, 4 persone in redazione, centinaia di collaboratori esterni. Domani forse firmerò un contratto. Dico forse perchè non si è parlato assolutamente di rimborso spese, perchè mi hanno già fatto capire che usano prendere stagisti e poi lasciarli a casa.

Ora, non so più se è meglio essere presi in giro, allettando il periodo di formazione (o sfruttamento) con la possibilità finale di un contratto, oppure sentirsi dire subito che non ci sarà nessuna alternativa che quella di tornare a fare la cameriera quando lo stage è finito.

Sono sposata, mio marito fa un master di giornalismo e tra poco inizierà anche lui uno stage.
Siamo entrambi precari, con tanta esperienza e tanto studio alle spalle, chissà quando e se potremo avere dei figli.



leonardo23

6 anni, 7 mesi fa

In risposta a #164 bisogna svegliarsi, si sa che la possibilità di avere stagisti dipende dal numero di indeterminati  e di stagisti già presenti!Il contratto, che contratto non è, ma è una convenzione e bisogna firmarlo prima!

leonardo23

6 anni, 7 mesi fa

Bisognerebbe essere realisti nella vita e accettare 500 euro per andare fuori fino a Milano, è da pazzi. Mi hanno offerto 700 euro a me, nell' ufficio di un concessionario, come stage di 40 ore, con week-end liberi..
Prima di sposarsi bisognerebbe avere un lavoro stabile o comunque delle entrate certe. Non ci si può improvvisare.

Annina

15 anni, 2 mesi fa

Buongiorno a tutti.
Mi chiamo Anna e ho curiosato un po' su questo interessantissimo sito; in particolare mi ha colpito la storia di Moijeprefere percè, per certi aspetti, è molto simile alla mia.
Premetto, prima di raccontare la mia storia, che non ho un carattere molto diplomatico e neppure servile, cosa che, forse, mi ha risparmiato almeno qulache umiliazione.
Ad aprile 2007 mi sono laureata a Milano in filosofia. Nel corso degli studi e subito dopo la laurea ho fatto lavoretti tipici da studente: call center, scrutatrice, promoter, hostess. Il mio obiettivo era quello di lavorare in una casa editrice che si occupasse di fotografia e arte, mie grandi passioni da quando sono piccola.
A ottobre dello stesso anno inizio a collaborare con 1 rivista on line curata dal dipartimento di filo. e contemporaneamente mi iscrivo a 1 corso di formazione editoriale (corso che - dati certi dettagli - credo prporio sia lo stesso di Moijeprefere). I più bravi vincono alla fine 1 stage, in poche parole; io risulto brava, ma non fra i più bravi, quindi il mio "premietto" si risolve in 1 collaborazione non retribiuta via mail presso 1 agenzia letteraria (in pratica dovevo valutare testi di scrittori esordienti): possibilità di lavoro=0, possibilità di essere segnalati ad altre case editrici o che la cosa faccia curriculum=meno ancora. Abbandono e, grazie a un miscuglio di buona fortuna e faccia tosta, trovo uno stage, sempre non restribuito, nell'ufficio stampa di una famosa casa edi./galleria milanese: "certo non c'è rimborso e nemmeno la prospettiva di restare a fine stage, ma si respira un'atmosfera...", così mi dice la responsabile... forse io non avrò buon fiuto, sta di fatto che in 3 mesi sento solo odore di fotocopie, di inviti alle conferenze e di cataloghi e rassegne da portare avanti e indietro. Contemporaneamente seguo un corso di photoediting serale; il risultato è che - abitando fuori Milano - esco di casa alle 8.30 e ci ritorno a mezzanotte circa. Finito il mio tirocinio comincia un periodo di colloqui presso case editrici e riviste dagli esiti più strambi: dal "ci porti un'idea e vediamo che farne", al "no, non è previsto un rimborso, più che altro è per il prestigio, sa noi siamo molto conosciuti" (senza parole), per passare a "cerchiamo collaboratori che contribuiscano non per i soldi ma per l'idea del progetto" al fatidico e italianissimo "lei andrebbe anche bene, ma ci è stata presentata la cugina di...". Alla fine, passata un'estate di depressione allo stato puro, mi chiamano a fare un colloquio per uno stage come segretaria di redazione e ricercatrice iconografica presso una rivista che fa parte di un gruppo editoriale abbastanza grosso, avevo risposto alla loro inserzione, circa un mese prima. Il collquio va bene e mi propongono appunto 1 stage retribuito, di 6 mesi rinnovabili. Nonostante la posizione fosse scoperta da 1 mese e mezzo e quindi non avrei avuto nessun tipo di affiancamento (anzi dovevo sbrigare tutto il lavoro arretrato) e nonostante dopo 4 giorni il direttore si rivolgesse a me come se fossi lì da 1 anno, devo ammettere che è stato un periodo fantastico, ho conosciuto delle persone splendide con cui è scattata da subito un'incredibile sintonia. Inoltre ho capito che davvero voglio lavorare sulle immagini e sulla fotografia e non riesco a pensare a un futuro lavorativo completamente distante da questo ambito. Comunque, i 6 mesi passano, anzi volano, e, sul finire, tutti mi assicurano, anzi danno per scontato che avrei fatto altri 6 mesi (sempre di stage), non solo perchè soddisfatti, ma anche perchè non c'era nessun altro per quel tipo di ruolo; me ne vado l'ultimo giorno con il direttore che mi dice: "ci vediamo tra qualche giorno". I giorni però passano e diventano settimane, finchè scopro che l'editore - nella sua lungimirante politica aziendale - ha deciso di non rinnovare qualunque tipo di contratto nel momento in cui scade. Come se non bastasse, questo l'ho saputo da un ex-collega gentile e onesto, che non ringrazierò mai abbastanza, e non dall'ufficio del personale, che alle mie ripetute richieste di spiegazioni ha ribattuto "non è nel nostro ruolo sollecitare una risposta"!
Ma la storia continua: grazie a una collaboratrice della rivista, vengo presa in una pseudo rivista, all'inizio per sostituire le centralinista in malattia e poi come assistente. Il rapporto era sancito da un fantastico contratto di collaborazione occasionale con ritenuta del 20%, dal 25-05 al 19-06, con annessa clausola, nel caso di "dimissioni", di dare un preavviso di 15 gg. Sono riuscita a sopravvivere 1 mese: la redazione consisteva in: una ricca (issima) signora che, per sconfiggere la noia, si era comprata una rivista mediocre e sconosciuta, giornalisti free lance a cui allungava soldi in nero e immagini prese dagli uffici stampa. Noi lavoravamo per esaudire i suoi vizi: prenotare voli e crociere per lei e famiglie, chiamare l'istruttore di equitazione della figlia, cercare un mago che intrattenesse i bambini mentre lei era a un party.
Me ne sono andata schifata e delusa, molto delusa, non solo da lei ma da quaesto mondo di furbetti e di piccoli borghesi.
Ora, con un'amica architetto, cerco di promuovere una linea di design da lei creata, ma finchè non riusciremo a venderla non ci saranno profitti per me, al massimo perdite.
E pensare che sognavo di avere una casa tutta mia ed essere totalmente indipendente, ora anche cambiare il computer è un problema...
Spesso mi viene in mente una frase di Hornby che dice: "Lei sapeva cosa vuol dire quando la vita non va secondo i tuoi piani", d'altra parte se uno rinuncia anche ai sogni allora hanno veramente vinto loro!
Grazie per condividere la vostre esperienze, mi fate sentire meno sola!

Eleonora Voltolina

15 anni, 3 mesi fa

Cara Valentina, aiutare gli stagisti è uno sporco lavoro... Ma qualcuno lo deve pur fare ;-) !!
Ora che mi hai raccontato la storia nel dettaglio, credo di aver capito un po' meglio quel che è accaduto. Se ti va, mi farebbe piacere che mi dessi qualche informazione in più, magari in privato tramite email (l'indirizzo email è: direzione [chiocciola] repubblicadeglistagisti.it), per fare una piccola indagine su come vengono gestiti questi corsi e questi stage! Attendo tue notizie!

Eleonora

moijeprefere

15 anni, 3 mesi fa

Ciao Eleonora,
la risposta a qualsiasi quesito a riguardo credo risieda nel fatto che nè l'agenzia letteraria nè la redazione da cui sono passata sanno minimamente qualcosa in relazione alle normative di stage.
Ognuna delle due parti ha avuto diverse esperienze con stagisti, la prima nel "promuovere" solo a voce, ossia appunto "mettendo in contatto" la persona singola con l'azienda (senza occuparsi poi nè di regolare contratti nè di controllare l'andamento del rapporto), la seconda ospitando in stage diversi tirocinanti universitari o che provenivano da scuole private come lo Ied.
Da entrambi le parti, nel momento in cui è subentrato il problema, ho notato una certa recitenza a spiegare effettivamente come gli altri stagisti abbiano potuto ottenere lo stage, sottoscriverlo, e portarlo a termine senza danni nè incidenti.

Ti spiego bene.
Ho finito il corso a metà maggio. Qualche giorno dopo mi è stato chiesto se mi interessava uno stage presso la redazione di una rivista e di un portale di arte contemporanea autoprodotto. Ho risposto di si e mi è stato detto di aspettare una comunicazione da parte della redazione, a cui avrebbero mostrato il mio cv. Sono stata chiamata per un colloquio in cui mi è stato detto che in redazione cercavano appunto una quarta persona da inserire fissa. Mi offrivano un periodo di prova (definito di prova ma con contratto di stage) con possibilità di assunzione alla fine dei 3 mesi. Mi è risultato un po' strano quando mi è stato detto che la redazione ha avuto diversi stagisti tutti provati ma scartati, che ne aveva una proprio in quel momento e che avrebbero dovuto poi scegliere tra me e lei. (al primo colloquio non mi puoi mettere contro i miei colleghi!!!!!!) Non si è parlato assolutamente di retribuzione, abbiamo definito un orario pomeridiano (così posso continuare a fare la cameriera la sera) e la settimana dopo come inizio.

Quando ho postato il primo scritto era il primo giorno di lavoro.
Per stilare un contratto di stage la redazione ha chiesto all'agenzia letteraria la documentazione necessaria. Ho letto la mail di risposta, una carta intestata in cui in 3 righe si affermava che io avevo frequentato con profitto il corso. Il che ovviamente vuol dire "ce ne laviamo le mani, fate vobis".
Da quel momento non sono più andata in redazione. Niente contratto di stage, non si può rischiare, niente più. -grazie, teniamoci in contatto perchè ci interessi molto, a settembre vediamo se l'altra stagista è andata via, non possiamo farti un contratto a progetto perchè non abbiamo soldi, visto che sei veramente brava puoi collaborare con noi da esterna (non pagata, sempre perchè è una rivista autoprodotta)-

Io in preda al nervosismo esistenziale ho chiamato l'agenzia letteraria minacciando velatamente azioni legali se non mi avessero risolto immediatamente la questione.
L'agenzia letteraria ha sottoposto il problema al proprio consulente per il lavoro che gli ha spiegato molto chiaramente che loro come piccola società (che non ha fini formativi ma che organizza corsi) non ha nessun requisito per regolarizzare uno stage.
Il corso in questione, della durata di 50 ore, è alla undicesima edizione. Effettivamente viene da chiedersi come mai questo caso si è presentato solo ora. Mi è stato detto che molti aziende assumono stagisti in nero, altre si organizzano in modo diverso. Qual è questo modo non è dato sapersi.

Il posto alternativo mi hanno detto che lo troveranno. Ma non si ripresenterà lo stesso problema? Se loro non possono sottoscrivere lo stage, come può farlo l'azienda? E' l'azienda che deve parlare con un altro ente promotore come il centro per l'impiego o è l'agenzia letteraria? Gli altri non so che fine abbiano fatto, cercherò di rintracciarli, so solo che una ragazza ovviamente è stata presa in stage esattamente nell'agenzia letteraria dove è stato tenuto il corso.


Grazie davvero per la risposta e l'interesse.
E' un gran bell'impegno quello che ti sei presa, in questa Italia malata.

Valentina

Eleonora Voltolina

15 anni, 3 mesi fa

Cara Moijeprefere, grazie di essere venuta su questo Forum a raccontare la tua esperienza. Quello che racconti è davvero forte, e rappresenta purtroppo la parte "malata" dell'ingresso al mercato del lavoro italiano oggi. La transizione dalla formazione al lavoro è ormai indefinita, e molti su questo ci giocano. Vorrei però approfondire la tua ultima esperienza: se ho capito bene, tu hai fatto un corso a pagamento presso un'agenzia letteraria, al termine del quale era previsto che ottenessi un attestato e forse (se fossi stata tra i più meritevoli) uno stage in una casa editrice. Solo che all'ultimo momento è saltato tutto perchè la casa editrice che avrebbe dovuto ospitarti in stage aveva già uno stagista e si è accorta che non avrebbe potuto prenderne un altro (in effetti la normativa 142/1998 prevede che le aziende con non più di cinque dipendenti a tempo indeterminato possano prendere un solo tirocinante alla volta). Non capisco come mai, a questo punto, l'agenzia letteraria non si sia data da fare per trovare un posto alternativo dove mandarti in stage. Tu dici poi che non ha i requisiti per fare da "ente promotore". Già questo è strano, perchè come mai una struttura che non ha la qualifica per promuovere stage organizza corsi a pagamento promettendo che al termine del corso verrà attivato uno stage? Secondo: perchè non è stata cercata la collaborazione di qualche altro ente promotore, es. il più vicino centro per l'impiego, per l'attivazione degli stage? Gli altri allievi del corso che fine hanno fatto? Sono nella tua stessa situazione? Mi piacerebbe saperne di più di questa storia, perchè mi sembra un po' semplicistico che l'agenzia letteraria, dopo averti spillato oltre 700 euro, si trinceri dietro la scusa che lei "mette solo in contatto".
Attendo tue notizie, in bocca al lupo per tutto,

Eleonora

moijeprefere

15 anni, 3 mesi fa

Ciao a tutti.
Mi ritrovo a scrivere dopo 3 giorni.
L'ennesimo stage si è concluso subito, senza neppure un contratto.
Il motivo? L'agenzia letteraria che mi ha presentato all'azienda non può sottoscrivere un contratto di stage con la stessa.
Dall'altra parte, l'azienda ha pochi dipendenti e molti collaboratori. Attualmente ha già una stagista, il che vuol dire che non ne può avere due contemporaneamente.

Dunque io ho pagato 720€, per un corso non fondamentale per la mia formazione, esclusivamente per avere uno stage al termine. Lo stage mi è stato proposto. Ho lavorato 3 giorni, con grande entusiasmo mio e del mio capo. Stamattina mi è arrivata la telefonata che mi ha confermato quello che temevo. Nessun contratto di stage perchè l'ente promotore non ha i requisiti necessari.

Sono vittima di una falsa pubblicità. Nella presentazione del corso, cito testuali parole, si evince che:

"Attestato e stage: a coloro che avranno partecipato con regolarità alle lezioni,
superando le prove di esame, sarà rilasciato un attestato di frequenza. A coloro
che, sulla base delle esercitazioni pratiche, riveleranno particolari attitudini sarà
offerto un periodo di stage in strutture di Torino, Milano e Roma."

....

Sono totalmente demoralizzata.
L'agenzia letteraria non si occupa di seguire la convenzione di stage, ma mette solo in contatto stagista e azienda. Da qui si arriva immediatamente a pensare che non essendo loro un ente promotore MOLTI degli studenti usciti da questo corso hanno frequentato uno stage in nero.


Bene, andiamo avanti sempre meglio.

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