Laurea in conservazione dei beni culturali: una truffa!
13 anni, 11 mesi fa di maura (1 persona ha trovato utile questo commento)
La mia esperienza è analoga a molte da voi raccolte.
ciao a tutti!
Sono laureata in Conservazione dei beni culturali, una laurea presa con passione e dopo molti sacrifici. Una laurea da difinire "laurea truffa", poichè ha invogliato molti studenti a percorrere una strada che, sembrava semplice da seguire, abitando nel Paese il cui Patrimonio Culturale costituisce per il 70% il patrimonio culturale mondiale dall'UNESCO.
Conosciamo bene, invece il forte tasso di disoccupazione dei laureati in questa facoltà.
Il mio primo stage arriva dopo quasi un anno dalla mia laurea (da novembre 2008 al marzo 2009), dopo aver cercato stage sia nella mia regione la Calabria, e sia a Firenze, città in cui mi ero trasferita.
Ho cercato stage che garantissero un inserimento, oppure in aziende differenti dagli enti pubblici, invece mi sono ritrovata ad essere chiamata per uno stage presso l’Archivio di Stato di Firenze.
Cercando in tutti modi di far incontrare l'Istituto Suor Orsola
Benincasa di Napoli con un ente pubblico, sulla piattaforma di FIxO, ho almeno avuto 4 mesi di stage retribuito.
L'esperienza nel laboratorio di restauro dell'Archivio, affianco a grandissimi restauratori, è stata soddisfacente avendo approfondito delle tecniche di restauro cartaceo e pergamentaceo, realizzazione di legature d’archivio e/o loro restauro, compilazione schede di restauro.
Finito lo stage, mi sono resa conto che non potevo nè seguire la strada della restauratrice di carta presso altri laboratori privati,(questi in crisi e con dipendenti a rischio di licenziamento) nè tantomeno seguire la strada della restauratrice.
Il secondo stage è avvenuto dopo un anno di ricerche e di lavori saltuari presso alberghi come receptionist.
Da novembre 2009 a maggio 2010 presso la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, ho collaborato alle ricerche storiche artistiche e bibliografiche per una mostra, affiancando la Direttrice
di un museo Firentino anche in altre attività: correzione delle bozze del catalogo; ricerche per la documentazione relativa ai furti avvenuti nel museo tempo addietro, depositando così definitivamente il dossier ai Carabinieri del nucleo di tutela del Patrimonio. Ho svolto, anche, attività di segreteria presso un ufficio in cui, neanche in
due, a volte riuscivamo a organizzare il lavoro. Ovviamente l'assicurazione l'ho pagata io, essendo passati 18 mesi dalla laurea.
Ovviamente l'iter non è stato così lineare.
I sei mesi sono stati intervallati da un periodo in cui ho dovuto mettere in ordine lo studio della direttrice, scrivendo i numeri sulla rubbrica, buttando cartacce, spolverando e spostando mobili, riordinando le riviste. Sono stata ,anche, invitata a casa sua per fare la stessa cosa.
Ovviamente senza alcuna possibilità di collaborazione futura trattandosi di uno stage presso un ente pubblico, e meno che mai, senza un rimborso spese.
Pensavo che questa esperienza potesse in qualche modo potermi aprire altri scenari, poichè chiedono in questi ambienti esperienze, ma sono ancora qui che cerco.
Ultimamente ho contattato un'Agenzia di Assistenza Tecnica che
collabora con il ministero del lavoro, per un tirocinio retribuito, sottolineando la mia intenzione, credevo legittima, di voler delineare, con il tirocinio, un percorso già intrapreso con l'ultimo stage.
Mi rispondono che ciò che possono offrirmi è uno stage presso una libreria, per vendere libri.
Alla mia domanda "Ma perchè vendere i libri in libreria è un percorso formativo, pensavo fosse un lavoro! I soldi del Ministero vengono utilizzati per pagare invece che un percorso formativo, un lavoro dal quale dopo due mesi si viene licenziati? allora tanto vale che lavoro nella liberia sotto casa anzicchè spostarmi per tre mesi in Alta Italia".
A quel punto il responsabile credo si sia alterato, e abbia pensato che mancavo di umiltà, avendo io aspirazioni forse troppo alte secondo lui, cioè quelle di conoscere il mondo delle curatele d'Arte, come se
un giovane non dovesse avere aspirazioni!!!!!! Gli ho proposto di aiutarmi magari a cercare uno stage altrove: una casa editrice, oppure presso un azienda nelle risorse umane così da ampliare le mie conoscenze formative... ma mi ha chiuso il telefono, e non l'ho più sentito!
Sia ben chiaro, forse se fosse stata la mia prima esperienza di stage,l'avrei accettata, ma dopo l'ultima ho capito che non bisogna farsi sfruttare. Adesso si è arrivati ad un punto in cui ormai tutti contano sulla "disperazione" di molti giovani e ci facciano fare stage al posto di veri e propri lavori.
La mia ricerca di lavoro continua, con più bassi che alti.
Continuo a fare lavori part time, o occasionali che non mi portano niente di niente a livello nè remunerativo, nè tanto meno di programmazione e crescita futura.
mi dispiace di essere stata troppo prolissa.
nemmenounostage
8 anni, 4 mesi fa
In risposta a #2391
Anch'io ai laureati in beni culturali e se posso dire la mia ritengo che sia una laurea mal fatta e poco spendibile perfino nel campo. Manca totalmente del lato pratico, non ci sono corsi che insegnino a scrivere testi o comunicati stampa,nessun corso di informatica o di lingua inglese legata ai beni culturali personalmente quando ho avuto la possibilità di un piccolissimo stage nel settore culturale mi sono trovata a non sapere fare niente tutto quello che avevo studiato non mi serviva.
monique11
11 anni, 3 mesi fa
Rispondo a Maura che ha iniziato la discussione. solo ora mi sono iscritta al forum, l'ho trovato in rete mentre cercavo argomenti simili per il settore bbcc. Mi sono iscritta a conservazione presso il Suor Orsola Benincasa nel lontano 1992, e le dispense degli esami fondamentali a volte (e dico a volte) raggiungevano 50-60 pagine. I primi laureati forse sono stati i più fortunati. dopo pochi anni questo corso di laurea (allora quadriennale) ha avuto un successo pazzesco, e da allora anche altri atenei hanno aperto altri corsi di laurea in conservazione in altre città. io non ho terminato questi studi, ma nel 2001 ho fatto il passaggio al nuovo corso di laurea triennale in diagnostica e restauro (L43 ex L41)costatomi non solo impegno per la frequenza obbligatoria ai laboratori, ma anche tanti ma davvero TANTI soldi, circa 18.000,00 euro! siccome c'era stata la riforma avrei dovuto fare poi il biennio di specializzazione, ma io non ci ho creduto ed ho iniziato a lavorare, ed ho avuto le mie prime soddisfazioni per alcuni anni. Purtroppo mi sono dovuta fermare per lutti in famiglia e dall'anno scorso, quando ho voluto riprendere la strada del lavoro sono capitata in un periodo nero per l'economia nazionale. dopo la laurea fatto anche altri corsi, ho preso un'altra qualifica professionale come collaboratore del restauratore a Roma tramite un'ente che fa corsi regionali con attestato riconosciuto sia in italia che all'estero. Ho avuto modo di poter svolgere durante la mia carriera sia universitaria che lavorativa anche ricerche storico-artistiche che compiere schedature per il ministero per i bbcc. Ora se scrivo è per dire che: oggi dopo l'ennesima riforma, per ciò che ho studiato io, restauro, esiste il quinquennio, la scuola a ciclo unico di 5 anni, ed il titolo è riconosciuto dal MIUR. Io dovrei reiscrivermi e pagare nuovamente 5.000,00 e passa euro per gli ultimi 2 anni....per fare poi cosa??????????????????????????????????????????? Nessuno assume in questo momento storico-economico e le sempre verdi poche ditte che lavorano per la soprintendenza si aggiudicano (e non vado oltre)gli appalti. Prendo il titolo pieno, e che me ne faccio?????? Comunque non mi abilita a nulla, serve solo per essere restauratore riconosciuto dal ministero dei bbcc!!! avevo pensato di prendere il biennio in storia dell'arte, dico, almeno ho più sbocchi, posso concorrere come persona qualificata per la didattica museale, come direttore di museo, come storico dell'arte.....ma tutte le richieste di lavoro che trovo nel web richiedono l'"esperienza"..ma come me la faccio questa esperienza se non assumete anche persone che devono fare gavetta?????? allora qualche giorno fa ho ben pensato: farò un master in catalogazione digitale dei bbcc della durata di 1500, mi son detta cavolo, siccome è legato al partenariato dell'ICCD servirà a qualcosa!!!!!!!!!!! ho letto stamane un dispaccio della soprintendenza dei bbcc di caserta che manifestava l'intenzione di compilare un'elenco di professionisti da poter prendere come esterni per fare catalogazione....i requisiti??????? LAUREA MAGISTRALE, ESPERIENZA NEL SETTORE e non ricordo bene ora cos'altro???? ma che bisogna fare per lavorare? andare sulla luna? chi avrà questi requisiti? se li cercano esternamente e non li hanno loro CHI ce li potrebbe avere??? è la roulette russa! esistono master che ti formano per fare catalogazione digitale e la Soprintendenza chiede la laurea magistrale???????? ma che controsenso è questo?
Lea_C
12 anni, 1 mese fa
Salve, ho trovato solo ora questo interessantissimo post. Non posso parlare per diretta esperienza sulla laurea in Beni Culturali ma sull'(in)utilità di alcuni master..
Secoli fa, ne ho frequentato uno al Suor Orsola di Napoli, dove mi ammisero nonostante la laurea di base non proprio attinente (ma tant'è ammettevano anche laureati in Giurisprudenza e Economia..).
Alla fine del corso..avrebbero meritato una denuncia perché dei corsi previsti..almeno tre non c'erano e un quarto fu "abbreviato" (a tre lezioni..) per indisponibilità del docente.
Gli stage..non ne parliamo: praticamente organizzati, al 90%, da noi corsisti...Forse andò bene chi aiutò uno dei prof. nel catalogare dei monumenti (almeno così ebbe il nome incluso nella pubblicazione).
Ovviamente, al momento dell'iscrizione furono ventilate ben altre possibilità..Soprattutto d'inserimento nel mondo dell'organizzazione degli eventi culturali.
Mah
Non aggiungo altri commenti, ma volevo chiedere se, secondo voi, la laurea in tecnico di diagnistica dei B.C. è davvero utile per lavorare in questo settore o se, altrimenti, è un altra laurea simile a quella di Beni Culturali..
Ross
13 anni, 10 mesi fa
Grazie per questi dati Eleonora, sarebbe davvero interessante sapere cosa fanno ora tutti questi laureati (laureate)...
Di me ho già detto, il lavoro che avrei dovuto fare con quella laurea in tasca non lo faccio.
Quando ho lavorato in associazioni o fondazioni che organizzavano eventi legati al mondo dell'arte l'ho fatto gratis.
L'unica cosa inerente a quel percorso che mi ha dato un guadagno è l'aver insegnato arti visive (con molta soddisfazione, ma il mio corso è stato tagliato) e ora lavoro a progetto in una pubblica amministrazione relegando al mio tempo non lavorativo altri lavori più affini ma senza guadagnarci un euro (per ora :)))
Eleonora Voltolina
13 anni, 10 mesi fa
Sempre smucinando nella solita banca dati Miur, viene fuori questo rispetto al numero dei laureati in Beni culturali:
- anno 2000: 1013 laureati (di cui 817 donne)
- anno 2001: 1441 laureati (di cui 1187 donne)
- anno 2002: 2055 laureati (di cui 1630 donne)
- anno 2003: 2424 laureati (di cui 1939 donne)
- anno 2004: dato non disponibile
- anno 2005: 4712 laureati (di cui 3822 donne)
- anno 2006: 4993 laureati (di cui 4033 donne)
- anno 2007: 4856 laureati (di cui 3838 donne)
- anno 2008: 4555 laureati (di cui 3642 donne)
- anno 2009: 4002 laureati (di cui 3139 donne)
Quindi solo negli ultimi 10 anni l'università italiana ha sfornato oltre 30mila laureati (o forse sarebbe più corretto dire laureat-E) in Beni culturali. Con quali prospettive professionali e quali esiti occupazionali? Sarebbe davvero interessante saperlo...
E a questo proposito, non credo sia un caso che dopo il boom del 2005-2007 (persone quindi che si erano iscritte tra la fine degli anni Novanta e l'inizio del nuovo Millennio) ora il numero dei laureati si stia progressivamente riducendo...
Cris1984
13 anni, 10 mesi fa
Tirocinio negli enti pubblici?
Fatevi un giro in Campania e vi renderete conto di quanto questa proposta sia praticamente improponibile!!! Hai una conoscenza? Sei "figlia, nipote" di qualcuno già impiegato nell'ambito? Hai la possibilità di sperare altrimenti cambia mestiere!!!
C'è da fare la valigia e cambiare regione ma da dove partire???
Eleonora Voltolina
13 anni, 10 mesi fa
In effetti il dato suonava strano anche a me, penso che ci siano delle incongruenze nella banca dati statistici del Miur.
Il dato probabilmente è relativo alle FACOLTA' di Conservazione dei beni culturali, e non ai CORSI DI LAUREA omonimi inseriti all'interno di altre facoltà (es. all'Unimi si tratta di un corso di laurea all'interno di Lettere e filosofia).
Modificando la query e inserendo come parole chiave "Beni culturali" la banca dati del Miur infatti rileva 25.794 studenti, di cui:
- 933 in facoltà che si chiamano "CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI"
- 550 in facoltà che si chiamano "BENI CULTURALI"
più:
- 20.618 in corsi di laurea all'interno di facoltà di LETTERE E FILOSOFIA
- 1.636 in corsi di laurea all'interno di facoltà di SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
- 1.485 in INTERFACOLTA'
- 261 in corsi di laurea all'interno di facoltà di ECONOMIA
- 229 in corsi di laurea all'interno di facoltà di ARCHITETTURA
- 68 in corsi di laurea all'interno di facoltà di MUSICOLOGIA
- 14 in corsi di laurea all'interno di facoltà di INGEGNERIA
Ross
13 anni, 10 mesi fa (1 persona ha trovato utile questo commento)
Bisogna considerare anche tutti i laureati negli anni...io ricordo che il corso di laurea è stato istituito a metà anni '90, come dicevo prima, io mi sono scritta a fine anni '90.
Sarebbe interessante sapere quanti di questi laureati oggi hanno un lavoro a tempo indeterminato, in qualsiasi campo. Soprattutto sarebbe interessante sapere quanti sono riusciti a lavorare nell'ambito previsto dal corso di laurea.
leballonrouge
13 anni, 10 mesi fa
scusate, il link corretto è questo http://statistiche.divsi.unimi.it/elabora/studenti/1011/IscrittiPerACeTipoIscr2.pdf
leballonrouge
13 anni, 10 mesi fa
mi sembra un dato un po' strano, solo alla statale di milano gli studenti triennalisti di beni culturali (fuori corso e non) sono... 2.400!!
http://statistiche.divsi.unimi.it/elabora/studenti/1011/IscrittiPerACeTipoIscr2.pdfgli
Eleonora Voltolina
13 anni, 10 mesi fa
Al momento, secondo la banca dati del Ministero dell'università, risultano iscritti alle facoltà di Conservazione dei beni culturali (in tutti gli atenei italiani) 1821 persone.
leballonrouge
13 anni, 10 mesi fa
complice, direi, anche il fatto che beni culturali non è quasi mai a numero chiuso, e in genere conta ovunque centinaia e centinaia di iscritti!
Ross
13 anni, 10 mesi fa
Ciao Eleonora, firmerò senz'altro la proposta.
Ho letto con piacere e apprezzato molto l'intervento di Chiara: anch'io ho un lavoro in ambito economico come lavoro "principale", e non mi dispiace, come ho già scritto.
Nonostante ciò, nel tempo libero porto avanti dei progetti "quasi lavorativi" che riguardano le arti visive: ora come ora non guadagno nulla, anzi sto investendo anche economicamente in questi progetti, ma vanno molto bene e forse un giorno potrebbero diventare lavoro vero...
Consiglio anch'io a chi fatica a trovare lavoro con lauree umanistiche di fare altro nel frattempo, senza però mai smettere di attivarsi per quelli che sono i loro reali desideri.
Vorrei però aggiungere che sì, la colpa è in parte nostra che non abbiamo saputo valutare bene quanto la nostra laurea fosse spendibile fuori dall'università, ma credo anche che sia stato un errore enorme istituire un corso di laurea come quello in conservazione dei beni culturali (quello chiamato in causa nel primo post) che, per quanto so io, è abbastanza nuovo, essendo stato istituito a metà degli anni '90, se poi non si è mai riconosciuta quella dello storico dell'arte o del curatore come figura professionale a tutti gli effetti.
Tutto ciò ha causato uno spreco assurdo di risorse economiche e un'immissione di centinaia di futuri disoccupati nel mondo del lavoro.
Eleonora Voltolina
13 anni, 10 mesi fa
Ragazzi, voi che vi siete laureati in queste materie fate più spesso di altri esperienze di stage in enti pubblici (per esempio Maura ha raccontato i suoi stage all'Archivio di Stato di Firenze e al Polo Museale di Firenze).
Vi segnalo allora una delle iniziative della Repubblica degli Stagisti: la proposta che gli stage negli enti pubblici valgano punti per i concorsi. In questo modo gli ex tirocinanti di un dato ente partirebbero in pole position qualora si aprisse un concorso per assumere personale.
Già oltre 200 persone hanno firmato questa proposta, se volete aggiungere anche il vostro nome potete farlo direttamente da questo Forum cliccando qui: http://www.repubblicadeglistagisti.it/forum/thread/225/
Spero che qualcuno di voi vorrà sostenere questa proposta con la sua firma! Un saluto a tutti,
Eleonora Voltolina
chiara84
13 anni, 11 mesi fa
mi intrufolo di nuovo nella discussione...
io sono una laureata in filosofia, ho lavorato nelle risorse umane.
tornassi indietro....non so se rifarei la mia scelta, forse sì, però devo dire che, pur avendo studiato materie BELLISSIME, ogni giorno mi mangio le mani per le competenze tecniche che non ho e che a fatica sto racimolando (con investimenti, vedi master in gestione d'impresa e con 4 stage non retribuiti o retribuiti poco nulla sul groppone)
Secondo me ragazzi, in parte è colpa nostra, che abbiamo scelto delle facoltà ben sapendo comunque che non erano spendibili...almeno, io ho iniziato nel 2003 e si sapeva che filosofia non era 1 strada che apre molte porte...
la colpa è anche della struttura dei corsi di laurea e della mentalità che c'è in giro..
sul piano didattico di filosofia della mia università sotto 'sbocchi occupazionali' c'erano 1 miriade di cose tra cui giornalismo e pubblicità, ma nessuno ti racconta che senza competenze pratiche è impossibile riciclarsi.
da filosofa con contratto a tempo indeterminato e lavoro in consulenza aziendale io mi sento una miracolata ;) ma riciclarsi è stata dura, nessuno ti spiega come fare e nessuno ti dice che finché non ottieni competenze interessanti per il mercato del lavoro, devi offrire disponibilità al 100% il che comprende anche il lavorare gratis se serve.
Ragazzi, fatevi furbi, i tempi sono neri, se vedete che dopo 3-4 stage non va, agguantatevi un lavoro che vi faccia guadagnare qualcosa.
Poter stare al mondo e essere indipendenti è onorabile facendo qualsiasi mansione piuttosto che stare in stallo perenne.
E nel frattempo, accanto al vostro lavoro 'diurno' cercate di sviluppate competenze forti nel settore che vi interessa realmente: rompete le palle a qualsiasi aggancio abbiate, cercate collaborazioni, lavorate aggratis di notte per i vostri sogni, sbattetevi. Purtroppo la concorrenza in giro è alta e tanta gente meritevole è a piedi. Io vi consiglio di non mollare mai a costruire la professionalità nel campo che sognate, ma tenendo i piedi per terra, guadagnando del denaro per vivere e soprattutto con 1 o 2 idee chiare in testa. Il riciclo funziona se vi sbattete tanto e per sbattervi bene dovete sapere dove vorreste finire...
se avete bisogno di consigli outline84@gmail.com
Galimberti
13 anni, 11 mesi fa (1 persona ha trovato utile questo commento)
Laurea in scienze dei beni culturali una truffa?...una super truffa!!
Dovrebbero chiudere tutti i corsi in modo da salvaguardare il futuro di giovani destinati a cadere in questa trappola!
Condivido pienamente il pensiero di Maura: io ho frequentato la triennale in beni culturali a Milano e già durante il corso di studi soffrivo per l'assenza di un minimo risvolto pratico delle materie (estremamente interessanti per carità) quindi terminati i tre anni ho pensato bene di iscrivermi ad un corso professionale per restauratori... Non vi dico carissime che razza di mondo mi si è spalancato davanti...all'inizio (2006) terminato il corso ho iniziato a lavorare nei cantieri..ero felicissima, certo sempre con contratti a progetto ma almeno guadagnavo qualcosa..poi è arrivata la partita IVA ( se una ditta ti assume a tempo indeterminato considerati miracolata), quindi la crisi economica che ha messo in ginocchio il già poverissimo settore della cultura e infine un fantastico decreto del ministero (lo si attendeva da 10 anni ma non certo cosi..)che nella promessa di "regolamentare" la professione altro non fa che eliminare i giovani, riconoscere "restauratori" solo i diplomati ICR e OPD (per inciso..l'ICR ha riaperto i bandi di concorso dopo sei anni di chiusura)e istituire un fantomatico esame per accedere all'albo (...siamo in attesa da un anno e di questo esame nulla si sa..)
Ah..la mia triennale non viene riconosciuta nella regolamentazione perchè non è "tecnica", il mio corso professionale perchè non è "statale"..nel frattempo mi sono fatta pure un master in diagnostica (universitario) con tanto di pubblicazione e tre mesi di tirocinio all'accademia di Vienna nel dipartimento di tecnologie per l'arte..Oggi quando crolla Pompei sono felice perchè è la fine che merita un Paese incapace di valorizzare e prendersi cura dei propri tesori oltre che svilire le potenzialità di giovani preparati e disposti a lavorare!!
Ross
13 anni, 11 mesi fa
Infatti, in un mio precedente post ho scritto che i laureati in scienze in comunicazione sono messi meglio degli storici dell'arte...ne conosco tanti e tutti lavorano, anche se per la maggior parte a tempo. E' vero: se uno è bravo, sa essere duttile e arricchisce il curriculum con molta pratica può trovare sbocchi molto interessanti, nel privato in primis, ma anche le istituzioni pubbliche ora hanno bisogno di "comunicatori" e giornalisti.
Care Maura e Cris, tre anni fa ho provato a metter su insieme ad altri colleghi una società di servizi come quella che citate voi...vi risparmio i risultati...tutto è bello sulla carta, però queste società, nel momento della loro creazione, hanno bisogno di una buona intelaiatura giuridica e di molte, ma molte, consulenze da parte di un bravo economista!
Questo se si vuole mettere in piedi una società, per un'associazione culturale basta meno, ma ci si campa?
Il nostro progetto è fallito perchè alcuni di noi hanno avuto paura del fallimento. La fase d start up di un'azienda è dura, eravamo troppo deboli.
Ora che sto sperimentando il lavoro dipendente non so se ci riproverei, anche se è un bel sogno da coltivare, chissà...
Per Cris: hai provato a informarti per un dottorato, in Italia o all'estero?
danrur
13 anni, 11 mesi fa
intervenendo sul discorso scienze della comunicazione, direi che ha senso frequentarla se e solo se: 1) si è disposti (se già non ci si vive) a trasferirsi a Milano o Roma (il resto d'Italia nel settore è provincia, e conta come il due di picche) 2) si è disposti ad avere una certa elasticità nella carriera. Inutile pensare di iscriversi a scienze della comunicazione pensando di fare esclusivamente i giornalisti. Come diceva LBR sopra, meglio una laurea "forte" con un master in giornalismo
Ma se si mantiene un interesse a tutto tondo nelle opportunità che può aprire (risorse umane, comunicazione d'impresa, giornalismo, revisione editoriale, commerciale etc.) può non essere una cattiva scelta.
leballonrouge
13 anni, 11 mesi fa
io spezzo una lancia in favore di scienze della comunicazione: sono convintissima che sia comunque una laurea molto, molto più versatile e richiesta di tutte le altre lauree umanistiche, beni culturali in primis (non me ne vogliano i laureati in beni culturali - io vengo da scienze della comunicazione ma avevo moltissimi esami in comune con loro). e inoltre è la più adatta a "riciclarsi" se l'ambito professionale prescelto si rivela sterile... provate mandare un cv in banca da laureati in - chessò - cinema!
certo, dire che ti apre tutte le porte è come dire che non te ne apre nessuna... e infatti secondo me la frequenza a un corso di laurea in scienze della comunicazione andrebbe accompagnata costantemente da esperienze parallele "professionalizzanti" - stage (seppur brevi), corsi etcetc... e se non si trova il modo di incominciare in italia, buttarsi su esperienze del genere all'estero - dove secondo questo pregiudizio diffuso verso i laureati in scienze della comunicazione e più in generale umanistici è meno forte - da rivendere poi qui.
altro luogo comune da sfatare, ma stavolta tra gli studenti delle superiori: che scienze della comunicazione sia la strada migliore per accedere alla professione giornalistica. non è assolutamente vero e anzi, io addirittura lo sconsiglierei! meglio scienze politiche, economia, legge, o anche lauree scientifiche, che abbinate poi a un master in giornalismo permettono di poter offrire una solida base verso cui indirizzarsi (cronaca giudiziaria, giornalismo finanziario, scientifico etcetc).
Cris1984
13 anni, 11 mesi fa
Ross nemmeno io mi pento degli studi che ho fatto anzi mi pentirei del contrario, studiare come dici tu ti dà la possibilità di "guardare oltre", di saper capire meglio diverse situazioni, di saper parlare con maggior sicurezza, ecc...
Solo che io vorrei continuare proprio a fare questo: aggiornarmi, studiare, leggere, conoscere attraverso un lavoro e non più solo attraverso i libri.
Ma l'università non è proprio questo? Un percorso teorico che forma le basi necessarie per poi svolgere un lavoro con precisione ed interesse.
Ma oggi purtroppo siamo costretti, di fronte alla triste realtà, a lasciare un campo tanto amato e a guardare altrove.
Nemmeno io giudico chi è raccomandato ... magari ad avercela una raccomandazione!
Io sono contro quelle che impiegano incompetenti, magari ragazzi/e che hanno frequentanto un professionale e che si ritrovano a catalogare in biblioteca perchè figlio/a di ...!
Sicuramente con gli anni imparano bene il mestiere praticandolo ma... intanto c'è qualcuno che si è iscritto all'Università in Archivistico/Librario e alla fine dopo aver conseguito la laurea aspetta un bando che non uscirà mai perchè quel posto è occupato dal figlio/a di ...!
L'idea di Maura è ottima: riunire tutti i laureati e fare una mega associazione, una società di servizi che gestisca siti archeologici, o residenze private storiche, o progetti museali.. l'unico problema è sempre lo stesso: ci troveremo a fare i conti con istituzioni statali e ... non ho bisogno di continuare.
Grazie per i consigli sul corso di grafica mi aiutano a prendere una scelta migliore in questo momento delicato! Una scelta molto sofferta e non totalmente condivisa dai miei che reputano questa situazione un "buttar via" il percorso intrapreso per fare altro e studiare ancora. (Ma come fare se lavoro non si trova???)
maura
13 anni, 11 mesi fa
Il forum si arricchisce ogni giorno di nuove discussioni. Deduco che tutti noi abbiamo studiato con passione...e passando davanti al salone del parrucchiere tutti noi pensiamo " avrei potuto fare la parrucchiera!!!!!"....poi penso al geometra, all'elettricista (il mio è sempre super impegnato) o l'idraulico (idem!).....Il discorso è sempre quello: il lavoro artigianale, pratico, scientifico, paga rispetto alla cultura.
Sicuramente leggiamo un bando riusciamo a capirlo... ben per noi!..ma cosa cambia?
Allora dovremmo far diventare il nostro studio e la nostra passione un hobby, e trovare altro ( come se questo altro fosse semplice!). Magari farci un bel corso di autocad 3d, uno di grafica web....ma allora perchè no, un corso di catalogatore dei beni culturali o nelle biblioteche????...e da tanto che li cerco ma di solito fanno corso solo all'interno delle soprintendenze.
Penso a volte anche di riunire tutti i laureati e fare una mega associazione, una società di servizi che gestisca siti archeologici, o residenze private storiche, o progetti museali..
Siamo una grande forza insieme!
in bocca al lupo a tutti
Ross
13 anni, 11 mesi fa
Ciao Cris, mi unisco al consiglio di acromegalia: fai il corso di grafica!
Anzi, fai tutti i corsi pratici che puoi: è quello che vogliono le aziende, il "saper fare".
La tua cultura è utilissima e saprai dimostrarla, non ti scoraggiare, ma le cose stanno così e dobbiamo prenderne atto.
Chi lavora nelle istituzioni culturali in Italia?
Per quanto riguarda i grandi enti non saprei dirti, ma nelle piccole organizzazioni, fondazioni, ecc. lavora:
-chi ha solide basi economiche familiari, quindi può permettersi di guadagnare anche solo 300/400 euro al mese o addirittura può lavorare gratis, tanto c'è papà;
-chi abita nella stessa città in cui si trova l'associazione in questione;
-i parenti e gli amici del titolare, o chi è amico dei parenti o degli amici del titolare: a queste persone per lavorare basta una stretta di mano.
Naturalmente non succede sempre così, ma per moltissime i metodi di "reclutamento" sono questi (tutto visto e sentito per esperienza diretta). Non saprei dirti se è totalmente sbagliato: se io conoscessi uno che lavora nel campo, mi farei "accozzare" o no?
Non mi è mai capitato, ma non mi sento di giudicare chi lo fa.
Anche io ho pensato mille volte ai corsi per parrucchiera ed estetista non fatti, ma ripeto per l'ennesima volta: non mi pento di ciò che ho imparato perchè l'aver studiato bene serve sempre: per saper interpretare un bando, per riuscire ad essere flessibili, per applicare le cose imparate anche in ambiti apparentemente distanti.
Cris1984
13 anni, 11 mesi fa
Da questo deduco:
1. Addio passione per l'arte!
2. Dopo 6/7 anni di studio devo rimettermi ad imparare qualcosa e quindi a studiare.
3. Master e stage ormai non sono la strada sicura da intraprendere per un lavoro.
Mi domando:
1. Perchè non ho fatto un corso di parrucchiere 10 anni fa?
2. Ma in Italia i posti di lavoro nell'ambito dell'arte sono occupati da chi? Da raccomandati o da persone competenti che hanno studiato? (Forse qui la risposta risulta ovvia).
3. Ci sarà mai speranza per l'Italia?
acromegalia
13 anni, 11 mesi fa
Ciao a tutti,
io lavoro per l'Electa da quasi 8 anni,ho girato tutti i bookshop di Roma. Dopo tutto questo tempo,sono ancora a progetto e con zero speranze di entrare mai nella casa editrice a lavorare!Per disperazione ho deciso di smetterla con questo lavoro e ,dal 1 Gennaio,cercherò altro,non so cosa,ma sicuramente dirò addio all'arte. Il mio consiglio?fai subito il corso di grafica!un saluto a tutti
Cris1984
13 anni, 11 mesi fa
Ciao a tutti,
mi sono appena iscritta a questo sito essendo una neolaureata e mi ritrovo a leggere questa discussione.
La mia laurea? In Storia e Critica d'Arte scelta con passione e conseguita con tanti sacrifici, conosciamo benissimo le difficoltà che si incontrano quando ti ritrovi professori "incomprensibili" ... e sono stata gentile!
Dopo un mese dalla patita discussione iniziano le mie ricerche per trovare lavoro o uno stage nell'ambito concernente i miei studi e sbatto in faccia ad una triste realtà: non esiste un'area specifica relativa all'allestimento museale, alla catalogazione, all'archiviazione, alla critica d'arte ... a qualsiasi cosa che interessi il mondo della storia dell'arte!!!
Su alcuni siti ho dovuto rinunciare all'iscrizione poichè non sapevo in che area inserirmi.
Quando ho deciso, due anni fa, di iscrivermi alla specialistica, sacrificando altri due anni della mia vita allo studio, l'ho fatto per potermi dare qualche opportunità in più, per completare un percorso iniziato, per poter accedere all'insegnamento e alla domanda per la guida turistica credendo, per la seconda volta, che i sacrifici per passione sarebbero stati poi ricompensati.
Oggi è tutto bloccato sia nelle scuole, sia per le guide: non ci sono concorsi (sono di Salerno - Campania).
Ho notato che ci sono numerosi Master per allestimento musei, per management dei beni culturali, ecc... ma sono molto diffidente. Penso che, disposta al trasferimento al Nord, questi corsi arricchiscono sicuramente il proprio bagaglio culturale e ti permettono di fare uno stage ma probabilmente quest'ultimo è legato all'allestimento di una mostra e poi quando questa finisce? A casa? Alla ricerca di un nuovo stage? Dopo aver buttato altri soldi e altro tempo?
E' davvero sconfortante prendere coscenza del fatto che pur avendo una così grande passione per l'arte non ci può lavorare perchè i posti sono occupati spesso da "raccomandati" e quindi dover per forza cambiare direzione.
Io faccio parte di un'associazione culturale ma per ogni lavoro realizzato non sono stata mai pagata, quei pochi soldi che arrivavano erano sempre per coprire le spese generali della stessa associazione, di conseguenza non si può chiamare un lavoro retribuito.
Cosa mi consigliate di fare? A chi inviare qualche curriculum?
Ultimamente sto pensando, anche se un pochino mi dispiace, di cambiare settore e addentrarmi nell'ambito della grafica.
E' comunque una passione ma non vorrei "sbagliare" di nuovo, se devo continuare nello studio e nel pagamento di tasse questa volta oltre all'arricchimento del proprio bagaglio culturale devo pensare anche a come cercare/creare/inventare un vero lavoro!!!
Un saluto a tutti gli appassionati di Arte!
Ross
13 anni, 11 mesi fa
Caro/a Marquis, partendo dalla mia esperienza ti posso dire che questo poteva essere vero qualche anno fa. Ora la comunicazione, nel pubblico e nel privato, è diventata vitale come l'ossigeno e mi capita sempre più spesso di leggere annunci di lavoro dove viene esplicitamente richiesta questa laurea, meglio se accompagnata dall'iscrizione all'albo dei giornalisti. Naturalmente aspetto di sapere la tua opinione in proposito.
La compassione, il rifiuto, quando non l'esplicita frase "la tua è una laurea inutile" scatta per quelle umanistiche, in primis quelle legate al mondo dell'arte, poi quelle in lettere e via dicendo. Credo che un minimo di rispetto ormai si abbia solo per i laureati in filosofia...
A me frasi del genere non sono mai state dette, per mia fortuna ho sempre incontrato persone intelligenti e illuminate, ma ho una marea di amici e amiche, preparatissimi e serissimi, ma con la disgrazia di essere "umanisti", a cui per poco, in vari colloqui di lavoro, non hanno fatto una pernacchia in faccia.
Bisogna anche dire però, facendo autocritica, che per molto tempo ci hanno fatto credere che fosse possibile fare qualsiasi lavoro e non è così. Come giustamente diceva Chiara in un precedente post, le risorse umane rappresentano un esempio tipico: negli annunci richiedono laureati in materie umanistiche, ma in realtà vogliono gli psicologi! L'annuncio può essere anche poco chiaro, ma sta a noi capire che per gestire le risorse umane ci vogliono competenze diverse da quelle che si acquisicono con un percorso solamente umanistico.
Marquis
13 anni, 11 mesi fa
E vogliamo parlare dell'utilità della laurea in Scienze della Comunicazione? ;)
maura
13 anni, 11 mesi fa
Purtroppo anche io mi pento...ci siamo anche ritrovate a vivere in un periodaccio.
Grazie anche a te, dai che ce la facciamo!
IN BOCCA AL LUPO
un saluto
P.S. direttrice, quindi funzionario della Soprintendenza...ce ne sarebbero mille altri di racconti.........................
Ross
13 anni, 11 mesi fa
P.S.: complimenti vivissimi alla direttrice del museo...
Ross
13 anni, 11 mesi fa
Bene Maura, sono contenta di questa "chiacchierata" virtuale e credo che, prima o poi, ognuno di noi troverà il proprio posto nel mondo (nel mondo, non necessariamente in Italia, per quanto mi riguarda :-)).
Ribadisco il non rimpiangere di essermi formata in ambito umanistico, la cultura serve eccome: se chi di dovere si rendesse conto che investendo sul nostro patrimonio culturale potremmo salvaguardare sia l'economia che la tutela penso che buona parte della disoccupazione tra gli storici dell'arte e figure affini sarebbe pienamente assorbita.
Ho paura però che quando arriverà quel momento (dovrà arrivare!) io sarò troppo vecchia...
Chiudo con un altro mega in bocca al lupo a te e a chi in questo momento ne ha bisogno!
maura
13 anni, 11 mesi fa
Grazie Ross!...crepi il lupo.
la mia voleva essere una testimonianza sugli stage, su quanto si viene sfruttati e la conferma che per noi storici dell'arte neanche gli stage ci aprono le porte. Non ci vogliono da nessuna parte e anche qui si prediligono, come nel mondo del lavoro, le lauree scientifiche.
Almeno nell'ultima occasione di stage rifiutata ( mi hanno proposto di lavorare in libreria) c'era un rimborso spese, vitto alloggio pagato ed era un ottima alternativa per non cedere per fare il master...speravo mi mandassero in una casa editrice.
La Repubblica degli stagisti fa un ottimo lavoro e spero che la mia testimonianza possa essere utile a non far scegliere uno stage in una P.A. a meno che esso non venga retribuito.
Le due eccellenti esperienze di stage, mi hanno arricchito, è indubbio, ma non mi hanno portato niente di buono. Penso davvero che la mia esperienza non mi abbia favorito.
Per quanto riguarda lo stage presso il museo...
Sono stata invitata a casa della Direttrice con una scusa, una chiacchierata...e subdolamente mi ha chiesto di aiutarla a sistemare, poichè in casa c'erano dei lavori di ristrutturazione. Gentilmente me ne sono andata... non sono stata così sciocca! ma ne sono uscita davvero ferita.
Non ho fatto solo stage però, attenzione!!!
Di lavori ne ho fatti molti altri, in settori che non c'entrano niente con l'Arte, saltuari, stagionali, a tempo determinato, nel volontariato...Non volevo elencarli.
Ti ringrazio dei preziosi e graditi consigli, è già quello che sto cercando di fare, da un bel pò!
Sono iscritta al centro dell'impiego ormai da parecchi anni(ho 15 anni di disoccupazione!). Nelle agenzie del lavoro idem. Ogni mese ho calcolato 200 curricula inviati, spediti, consegnati a mano, ovunque, cioè in tutta Italia.
Sono sincera, ho scartato i call centers avendo già fatto questa "gratificante" esperienza.
Non trovando niente sono dovuta tornare in Calabria, tra fitto e spese, non riuscivo più a mantenermi senza lavoro.
Mi sei stata utile comunque...spero venga il mio momento!
un abbraccio e un grande in bocca al lupo
Maura
Ross
13 anni, 11 mesi fa
Cara Maura, leggo sempre molto volentieri i contenuti di questo sito ma non intervengo perchè mi considero ormai fuori età per uno stage...ho superato i 30!
Stavolta però vorrei intervenire, innanzitutto perchè anch'io sono laureata nel tuo stesso ambito, poi perchè, dalle date che citi, dovremmo avere più o meno la stessa età.
Innanzitutto preme anche a me sottolineare il "flop" del corso di laurea in conservazione dei beni culturali, ottimo sulla carta, bellissimo da studiare, una cultura personale che si arricchisce moltissimo (io infatti non rifarei mai una scelta diversa), ma rivelatosi ben altra cosa sul lato pratico...Spesso per lavorare nelle soprintendenze cercano tecnici, persone uscite dagli Istituti per il restauro, oppure, e questa è l'occupazione più diffusa, ci si "butta" nelle agenzie, o enti, o fondazioni, che organizzano eventi, mostre, cose varie, dove si viene sfruttati per uno stipendio da fame o si lavora gratis (e se ti lamenti sei poco umile, hai ragione tu). La stragrande maggioranza degli storici dell'arte, nel Bel Paese con il più vasto patrimonio artistico del pianeta, fa diecimila concorsi per entrare nella pubblica amministrazione, o si affida ad un santo in paradiso per poter fare ricerca...se ce l'ha, se non ce l'ha fa le valigie ed emigra in Paesi che accolgono gli italiani a braccia aperte solo perchè sono italiani e quindi creativi, duttili, intelligenti e con tante altre qualità di cui qui in Italia ormai non si parla più. Io poi ho ceduto anche alla lusinga del master, che meno male non ho pagato di tasca ma con una borsa di studio, per avere un valore aggiunto che non è servito a molto...
Potrei aggiungere tante altre cose, ma vorrei che anche altre persone intervenissero per dire la loro opinione, magari altri storici dell'arte!
Per quanto riguarda me, dopo aver fatto un paio di stage "a gratis" (dove comunque ho imparato molto, ma purtroppo ho l'abitudine di mangiare tutti i giorni quindi li ho fatti contemporaneamente ad altri piccoli lavori retribuiti) ho capito come va il mondo e ho smesso, preferendo magari stringere i denti e aspettare qualcosa di meglio. Fino ad ora il mio mestiere è stato soprattutto quello di insegnante e ora lavoro a progetto per una pubblica amministrazione, aspettando informazioni su un possibile lavoro negli USA che però significherebbe un'emigrazione molto sofferta.
Per quanto riguarda la tua vicenda, vorrei innanzitutto incoraggiarti dicendoti che due stage in enti prestigiosi come l'Archivio di Stato e la Soprintendenza non sono facili da ottenere e fanno un'ottima figura su un curriculum. Devo però anche dirti che mi ha lasciato molto perplessa il lavoro extra, chiamiamolo così, delle pulizie nell'ufficio e a casa della direttrice: non avresti mai e poi mai dovuto prestarti a fare cose simili, anche con il miraggio di un'assunzione. Vorrei anche dirti che secondo me non dovresti cercare altri stage, ma pianificare con più attenzione una strategia per trovare un lavoro nel vero senso della parola, anche a tempo, ma lavoro vero, che magari non è proprio quello che vorresti fare, ma che ti potrebbe permettere di poter puntare alla tua meta avendo anche qualche soldo in tasca. Poi potresti anche scoprire che ti piacciono altri lavori, e dedicarti all'arte come lavoro volontario o fatto per diletto (io ora mi occupo principalmente di economia e non mi dispiace, chi l'avrebbe mai detto?).
Ti consiglio di rivolgerti ai consulenti dei centri dell'impiego della città in cui vivi o dove risiedi, a me hanno saputo dare consigli molto utili, presentandomi nello stesso tempo la realtà lavorativa degli "umanisti" così com'è e senza abbellimenti.
Spero di esserti stata in qualche modo utile, ti mando un grande in bocca al lupo.
maura
13 anni, 11 mesi fa
Ciao Chiara,
quando mi scrissi io all'università (1997), le premesse erano davvero diverse. Si parlava di un albo e della possibilità di avere una professione riconusciata dal Ministero. Detto ciò, la mia passione per la storia e l'Arte mi ha fatto intraprendere questa facoltà che rispondeva alla mia reale inclinazione. Non ho perso questa passione ma in questi tempi credo sia molto chiara la stuazione dei Beni culturali in Italia e rimarcarla cadrei in polemiche. Esiste un Ministero dei beni e delle attività culturali non capisco come non utilizzino ( e intendo il verbo utilizare in tutte le sue accezioni!) noi laureati disposti per passione a sopperire molte mancanze. Ci sarebbe tanto lavoro.....
Per quanto riguarda la mia propensione per altri settori, credo che bisogna essere realistici. Ho le idee molto chiare, per questo cerco un lavoro che mi permetta di mantenermi fuori casa per seguire la mia strada e cresce professionalmente. Ci vuole molto tempo per inserirsi nel settore delle curatele, per due anni sono stata a stretto contatto con questo mondo.
Posso farcela facendo gavetta e sono disposta a farlo, ma per fare questo ce la necessità di cercare qualcosa di più concreto. Uno stage in questi settori potrebbe essere un buon inizio.
In fondo la mia laurea è una laurea umanistica.
L'editoria non sarebbe un ripiego...esistono case editrici ( come ELecta) di catologhi bellisimi d'Arte, di Mostre, o guide turistiche. Il settore delle ricerche nelle case editrici non sarebbe per niente un ripiego.
Un saluto
Maura
chiara84
13 anni, 11 mesi fa
ciao maura!
quello che emerge dal tuo lungo post, oltre al sicuro scoramento per la tua situazione è comunque un'incertezza di fondo riguardo il percorso professionale che vorresti intraprendere.
Parli di curatele d'arte, di case editrici e risorse umane ma sono 3 cose davvero ben differenti.
Poi non puoi dire che la tua laurea è una truffa: dovevi informarti prima di intraprendere questo percorso circa gli sbocchi che avresti potuto avere.
Detto questo, anche se capiamo tutti che la situazione è difficile, bisogna avere le idee chiare sul percorso che si vuole intraprendere.
Cosa vorresti fare? cosa stai cercando concretamente?
Chiara
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