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stage (gratuito) in tribunale

12 anni, 6 mesi fa di stagistaperforza

Laureata in legge, per poter accedere al concorso per l’abilitazione forense è necessario svolgere due anni (ora 18 mesi) di praticantato. Dopo un anno presso uno studio legale (senza una lira dalla mattina alla sera) è possibile fare uno stage presso il tribunale. Sicuramente bella esperienza: segui le udienze, il giudice ti spiega istituti e quanto necessario…ma anche lo stagista è utile in quanto scrive i verbali al pc, è di collegamento con la cancelleria, se si perdono i fascicoli vai tu alla ricerca, se il testimone ha bisogno del certificato di giustificazione lo accompagni tu…fai ricerche giurisprudenziali…per quanto si possa dire che la vera retribuzione sia imparare, questo discorso mi sta bene per un breve iniziale , ma quando la risorsa diventa utile, perche non darle nemmeno un centesimo di rimborso spese? Dato che anche questa risorsa mangia, si sposta consumando benzina o usando mezzi pubblici. O bisogna continuare a subire l’umiliazione di chiedere soldi a casa (sempre di meno) perché sono ancora in formazione? Non è una vergogna che proprio dal luogo deputato alla garanzia dl diritto per tutto promani un’ingiustizia simile?
Qualcuno di voi ha esperienza simile?..

PPaolaP

12 anni, 5 mesi fa

Oh, bravo. Noi siamo lì solo per imparare. Gli avvocati sono a nostra disposizione e nella vita hanno come unico scopo quello di insegnare a noi. Ecco perchè prendono praticanti, perchè sentono di fare un'opera di bene. Ora che lo so dico al mio avvocato che gli sono molto grata per l'opera che compie, e che mi rendo disponibile a pagare io, per potere avere un quinto della sua onniscienza. Noi e le nostre pretese. Ma siamo matti che vogliamo essere retribuiti per scrivere gli atti per i nostri dominus che verranno a loro volta pagati dai loro clienti per una cosa che NOI abbiamo fatto? Ma che, scherziamo? Io adesso mi offro di pagare anche gli stessi clienti dello studio in cui lavoro. Io scrivo gli atti, pago l'avvocato e pago i clienti perchè (e grazie, il tuo logicissimo ragionamento mi ha fatto capire questo) mi hanno dato l'opportunità di scrivere (e quindi di imparare!)solo venendo a bussare alla porta dello studio! Ora sono una persona più felice, meno arrabbiata,perchè so che in questo mestiere imparare è la cosa più importante. A cosa serve perdere tempo a farsi pagare? E' a questo che è stato inventato il lavoro, a riempirti la vita perchè altrimenti ci si annoia e non si impara nulla!
Grazie, con queste argomentazioni inconfutabili mi ha aperto gli occhi. Ora scusa ma devo andare. Devo tornare alla mia tenuta. Ho una battuta di caccia con il Conte di Frisbee durante la quale discuteremo delle rendite delle mie cave in Argentina.

vince72

12 anni, 5 mesi fa

La vostra rabbia e delusione deriva dal fatto che ancora si pensa all'avvocato come un dipendente di qualcuno che oggi ti deve dare il rimborso e domani lo stipendio.
Chi intende fare l'avvocato deve pensare principalmente a cosa può imparare da un altro avvocato più esperto e quali poi saranno i propri sviluppi personali di autonomia, non la pretesa di un fisso mensile.

vince72

12 anni, 5 mesi fa

La vostra rabbia e delusione deriva dal fatto che ancora si pensa all'avvocato come un dipendente di qualcuno che oggi ti deve dare il rimborso e domani lo stipendio.
Chi intende fare l'avvocato deve pensare principalmente a cosa può imparare da un'altro avvocato più esperto e quali poi saranno i propri sviluppi personali di autonomia, non la pretesa di un fisso mensile.

PPaolaP

12 anni, 5 mesi fa

Vice72 nessuno ha contestato la tua libertà di opinione. Infatti come vedi le cose che hai scritto sono ancora qui. Questo non vuol dire che tutte le opinioni siano valide. Hai detto la tua, ti sei preso la briga di iscriverti al forum della Repubblica degli Stagisti solo per dirci che SI', DOVETE LAVORARE GRATIS! La tua opinione è stata letta, e hai avuto la possibilità di farci cambiare idea, ma chiaramente non è servito a molto. Non capisco il paragone assolutamente fuori luogo con la lettura del Codice Deontologico. Ma probabilmente, date le argomentazioni da te usate, non mi interessa neanche più capirne il nesso. Sembra che getti parole a caso e che queste tentino di comporre frasi compiute a sistegno della tua tesi... ma è chiaramente i posto sbagliato e sei del tutto fuori luogo. Quindi, nonostante esista la libertà di opinione, io al posto tuo andrei a bearmi di queste opinioni con chi la pensa come me (e cioè i colleghi che non possono pagare i collaboratori, quindi è chiaro che schiavizzare serve e come!), perchè tanto abbiamo visto che dati i toni non può esserci un dialogo costruttivo. Non è servito porti delle domande, perchè ovviamente sugli argomenti scottanti eviti di rispondere (o forse non ti conviene leggere le argomentazioni riportate da Riccardo, per dirne una?).
Alecar... è l'esempio tipico di chi vorrebbe, ha le capacità per accedere alla libera professione, ma ha dovuto cambiare strada a causa dei vecchi bacucchi che ci governano e che hanno lasciato invariate le leggi dal dopoguerra. Non è giusto. Non è proprio giusto. E sì, alecar, questa situazione rappresenta lo stato d'animo di TUTTI. Siamo arrabbiati e delusi. Questo non è un posto in cui le persone che hanno la capacità di farsi strada vengono incitate ed aiutate. Questo è un posto per chi ha messo radici tempo fa, e non le smuoverebbe nemmeno con la ruspa. Un po' come fanno i politici con quella benedetta poltrona. Abbaimo i politici che ci meritiamo. Anzi, abbiamo i politici che le generazioni precedenti si sono meritati.

alecar

12 anni, 5 mesi fa

Io vorrei portare la mia esperienza.
Mi sono laureata a dicembre 2010 e ho cominciato la pratica professionale a gennaio 2011, presso lo studio di un avvocato del libero foro. Dopo i primi quattro mesi, maturai un senso di frustrazione e di insoddisfazione totale: allo studio svolgevo pochi compiti, prevalentemente quelli della segretaria. Il mio dominus mi sembrava totalmente assorbito dalla sua attività, poco aperto al confronto "giuridico", tanto che qualche volta, mi sembrava di dover seguire le cosiddette "cause perse". A questa situazione, si aggiungeva la totale assenza di obiettivi a breve termine (il passaggio dalla fase universitaria a quella "adulta" è sempre traumatico, si sa), la pochissima esperienza che si traduceva nell'incapacità di relazionarmi con il dominus in maniera pretensiva e, l'indisponibilità economica.
Al concludersi della settimana mi ritrovavo sempre più triste, priva di stimoli e di interesse.
Così ho pensato che mettermi alla ricerca di un lavoro avrebbe migliorato quello stato di cose.
Adesso, dopo 13 mesi, lavoro in un'impresa, svolgendo mansioni amministrative e contemporaneamente continuo la pratica forense, con mille complicazioni ed ostacoli.
Percepisco uno stipendio mensile che mi fa stare più tranquilla, indubbiamente ho rotto il ghiaccio sul piano lavorativo ma sento che questa non è la mia strada.
Vorrei tornare più attivamente alla professione, in fondo l'ho praticata per pochissimi mesi, l'affronterei con uno spirito nuovo e più costruttivo.
Il lavoro che svolgo non è molto legato alla mia formazione e mi mancano le "scartoffie". Oltretutto sento di aver perduto il mio stoico allenamento sui libri.
Quel che è certo è che vorrei sostenere l'esame di abilitazione non appena avrò compiuto la pratica biennale.
La mia situazione è rappresentativa dello stato d'animo di molti?

vince72

12 anni, 5 mesi fa

Re: PPaolaP:" siccome tu per prima nel tuo post precedente hai scritto:"Che poi devo ancora capire con quale coraggio vieni a scrivere QUI, su di un forum che si occupa dei diritti degli stagisti, questo mucchio di deliri"- ti ho risposto che siccome hai definito le mie argomentazioni "deliri", appunto dovrei piangere ma mi fai ridere.
2) Ancora prosegui contro di me sostenendo cosi: "...P.S.:All'ordine forense le tue argomentazioni spiacerebbero moltissimo. C'è un testo, di cui forse non hai mai sentito parlare, che si chiama Codice Deontologico. Il mio avvocato tiene questo libro bene in vista a sinistra della sua scrivania. Ti consiglio di leggerlo.
-Considerato il tuo consiglio, andrei a leggere anche la norma sulla libertà di opinione, così potresti darmi delle lezioni di cui sarei proprio desideroso imparare.
-Potremmo a questo punto stabilire un calendario-


PPaolaP

12 anni, 5 mesi fa

Per le argomentazioni che utilizza spero vivamente per lui che non faccia l'avvocato. Anche se questo accanimento su chi lavora e vuole esere retribuito è dovuto chiaramente al fatto che lui non vuole o non può scucire un euro per i praticanti. Certo che firma il dominus. Se potessi firmerei io. Ma il lavoro lo faccio io e firma lui. E' chiaro che gli sta bene. Ed è chiaro che per questo deve pagare (il lavoro lo faccio io, lui siglia e basta...io ci metto 2 giorni, lui 2 decimi di secondo). E se per correzione si intende aggiustare le virgole, credo che correzione sia un parolone. Ma se anche così non fosse e correggesse più di una virgola credo proprio che gli andrebbe benissimo lo stesso, considerato il tempo che gli faccio comunque risparmiare in ricerche e non solo. Se anche facessi il facchino per lo studio vorrei essere pagata. Se anche rispondessi solo alle telefonate vorrei essere pagata. Ma comunque credo che a questo punto sia inutile discutere. Perchè per te meritocrazia significa che chi ha la faccia tosta di chiedere a mamma e papà di pagare per fare in modo che possano lavorare, può andare avanti. Per me, e per la gente che è qui, e che cerca disperatamente di capire come andare avanti in un Paese fatto per vecchi e-o per ricconi, fatto per gente con la mentalità rimasta agli anni '40, per gente che cammina con i paraocchi e che vorrebbe lasciare tutto così come è perchè fa comodo, per la stessa gente che ha rovinato l'Italia... ecco, per noi la meritocrazia è un'altra cosa.
Perciò temo proprio che qualsiasi argomentazione tu possa utilizzare, visto che è indissolubilmente legata a quel modo di vedere le cose che ha rovinato il Paese, verranno prese da noi come quello che sono: carta straccia. Quindi puoi ridere e piangere contemporaneamente, se vuoi. Intanto tu rodi perchè un tuo collega ha deciso di pagarmi, perchè riconosce che il lavoro è lavoro... e io mi godo una piccola vittoria. P.S.:All'ordine forense le tue argomentazioni spiacerebbero moltissimo. C'è un testo, di cui forse non hai mai sentito parlare, che si chiama Codice Deontologico. Il mio avvocato tiene questo libro bene in vista a sinistra della sua scrivania. Ti consiglio di leggerlo.

Riccardo

12 anni, 5 mesi fa

Caro Vince, mi dispiace ma certe tue affermazioni non sono corrette. Presumo che siamo qui per fare un discorso con critiche serie, non per far piangere o ridere. Ppaolap, e tanti altri suoi (e miei) colleghi "giuristi", in quanto valgono, pretendono. Chi non pretende e lavora gratis sminuisce sè stesso, la sua professionalità e la qualità del lavoro che fa. Punto. Questa è la mia modesta opinione. Conosco pochissimi praticanti che, dopo qualche settimana di rodaggio non sono produttivi e solitamente alleviano non di poco il lavoro del dominus. Da come parlo presumo che tu sia avvocato. Bene: parliamo nella stessa lingua allora. Mi riesci a spiegare il motivo per cui l'italia è uno dei pochi (se non l'unico) paese al mondo in cui la pratica professionale forense è gratuita? Persino in polonia, ungheria, russia, america, cina, scegli tu.. praticamente dovunque i tirocinanti professionisti sono (giustamente) retribuiti. Sono tutti scemi al mondo tranne gli avvocati italiani? Tu dici, in un tuo precedente post, che se i praticanti fossero retribuiti non tutti riuscirebbero a fare la pratica. Sbagli. ADESSO, con questo sistema non tutti riescono a fare la pratica. Io ne sono un esempio: la mia famiglia non ha potuto permettersi ulteriori due anni di lavoro gratis dopo l'università. Sai cosa succederebbe se vi fosse l'obbligo di retribuire i praticanti? I praticanti SCARSI non troverebbero dove fare la pratica perchè il dominus, in quanto obbligato a pagare, sceglierebbe i migliori. Gli studi farebbero a gara per avere i praticanti più bravi, così come sarebbero migliori le prospettive di carriera in quanto i praticanti si muoverebbero senza problemi da un'avvocato all'altro per migliorare la propria condizione economica. Il cliente, infine, avrebbe un lavoro fatto più professionalmente da gente più motivata. E tu, da avvocato, scegliendo praticanti migliori e pagandoli (se questa fosse la tua volontà) potresti risparmiare molto del tuo tempo nel correggere atti. Hai per caso qualche obiezione a questo regionamento? Riccardo

vince72

12 anni, 5 mesi fa

Produci lavoro che altri correggono e firmano al tuo posto e vuoi anche essere pagata? Ti devo stringere la mano per il coraggio. Aggiungo che le cose che scrivi tu mi fanno piangere ma tu riesci a farmi ridere.

PPaolaP

12 anni, 5 mesi fa

Ah, che poi il tirocinio non sia un lavoro è una scusa ridicola. Finchè produco è lavoro. Altrimenti si facciano le simulazioni, che non producono nulla e servono perimparare. Ah... quante scuse ridicole e banali per mantenere il vostro status. Che poi devo ancora capire con quale coraggio vieni a scrivere QUI, su di un forum che si occupa dei diritti degli stagisti, questo mucchio di deliri.

PPaolaP

12 anni, 5 mesi fa

Ti toglo subito la curiosità di sapere che succede: ho chiesto di pagarmi e l'ho ottenuto. Ed ho colleghi che hanno fatto lo stesso. Le palle ce le abbiamo. E nessuno di noi ha voglia di fare pratica da un avvocatuncolo sfigato che non può permettersi di pagare chi LAVORA con lui. E faccio le udienze che mi pare. E chi non ha le palle, come hai detto tu, di chiedere di essere pagato è frustrato e lavora meno che peggio di chi invece si sente un minimo appagato. Ecco che succede.

vince72

12 anni, 5 mesi fa

Il tirocinio non è un lavoro, ma è un periodo funzionale per l'accesso ad una libera professione e non va retribuito, anche perché se fosse obbligatorio corrispondere un compenso sarebbe difficile garantire a tutti la possibilità di svolgere il tirocinio, dal momento che poi solo alcuni studi in concreto potrebbero permettersi di corrispondere una retribuzione. Sarebbe quindi un sistema fortemente discriminante.
Il numero chiuso a giurisprudenza è fondamentale perché questa professione è diventata satura.
Attualmente con oltre 300 mila avvocati non c'è nessuna possibilità di avere uno spazio autonomo e sono state rovinate intere generazioni che la pensavano come voi. Si che bello sono diventato avvocato ora ho lo studio pieno di clienti........metto la targhetta e trovo la fila sotto il portone.
La politica del libero accesso all'università ha prodotto un alto tasso di pseudo disoccupati che sopravvivono senza però aver trovato una vera professione.
L'università dovrebbe essere a numero chiuso e fortemente selettiva in modo tale che appunto dopo quando ci sono pochi professionisti quelli devono essere pagati e non dare a tutti lauree inutili sapendo che poi soltanto chi ha le spalle coperte va avanti. Poi se avete le palle di dire agli avvocati nei colloqui che volete essere pagati vediamo poi cosa accade, molti di voi vanno negli studi gratis nemmeno pensano di chiedere 1 euro e poi vi lamentate nei forum. Iniziate voi a non andare più negli studi gratis e a pretendere di fare le sole 20 udienze. Vediamo che succede.

PPaolaP

12 anni, 5 mesi fa

"chi pecora si fa, il lupo se lo mangia!" è la cosa più sensata che qualcuno qui abbia scritto.
Vince72 non ha argomentazioni se non "è giusto perchè la lagge dice che è giusto".
Comunque io mi faccio pagare. Non sono pecora, non sono lupo, non sono nulla se non una persona che per vivere ha bisogno di essere retribuita. Altrimenti vado a fare la barbona. Quello che succede in Italia è abbastanza evidente: una casta che vuole proteggersi in tutti i modi tenta di limitare l'accesso alla facoltà di giurisprudenza non utilizzando come discrimen il merito (altrimenti sarebbe una facoltà a numero chiuso, come medicina)o la propensione per una particolare professione, ma il conto in banca e l'attitudine ad abbassare la testa. E che alla fine delle danze ti esaminano senza alcun criterio se non quello di avere meno concorrenti possibili, percioò leggono 1 eleborato su 10, quando va bene. Io non vorrei mai essere difesa da un avvocato che non si è fatto valere durante la pratica facendosi schiavizzare per due anni. Due anni! Non 6 mesi!
E ripeto che questa storia finirà solo quando NESSUNO accetterà più di lavorare gratuitamente.
Ah, e per la cronaca io lavoro al massimo 7 ore e mezza al giorno. Quando non decido di uscire prima (ho fatto anche 6 ore). Perchè? Perchè non vengo pagata abbastanza per stare in studio 10 ore. Se venissi retribuita in base alle ore di lavoro che svolgo o alla qualità del mio operato invece che con un rimborso spese forfettario avrei molta più voglia di lavorare, come giustamente diceva Riccardo parlando di incentivi. Alla fine cosa me ne viene se scrivo con i piedi una difesa anzicchè con il cervello? Tanto anche se la scrivo io è l'avvocato che viene pagato dal cliente. Con quello che vengo retribuita faccio il minimo indispensabile. E non perchè non ho voglia di imparare. Per principio, perchè si accorga che la qualità del mio lavoro migliora se vengo motivata. E mi sa che se ne è accorto. Sa benissimo che se dovessi trovare un lavoro più retribuito andrei via e continuarei con la "pratica legale fittizia" per avere accesso all'esame. Tanto diciamoci la verità... sappiamo che quest'esame in particolare è una bufala e che aver fatto bene la pratica legale e saper scrivere atti ad occhi chiusi non serve a niente. Alzate la testa ed aprite gli, tutti quanti!

Riccardo

12 anni, 5 mesi fa

Caro Vince72, quello che dici non mi sembra sostanzialmente corretto. Di fatto succede che il praticante ha molte responsabilità, orari ben precisi, mansionsi spesso da dipendente ed il fatto che non abbia cartellini da timbrare è perchè di ore ne fa troppe ed è meglio non avere orari "ufficiali". Nessuno qui, a quanto ho capito, mette in discussione il fatto che l'avvocato sia un libero professionista. Però ti ricordo che, ed anche questo è un fatto, non tutti possono permettersi di lavorare full-time non retribuiti per due anni per poi provare a fare un esame di stato il cui esito positivo non è decisamente dipendente solo dalla bravura. Il ragionamento prettamente italiano della "non-retribuzione" giovanile o dei praticanti è malato, ingiusto e classista. Se mi riesci a citare un paese dove la pratica professionale full-time (per qualsiasi professione!) non è retribuita e questo sistema funziona davvero, sono ben accetto di iniziare una discussione costruttiva. Ho diversi amici e conoscenti che lavorano da giuristi sia in aziende, in pubbliche amministrazioni e anche come avvocati liberi professionisti. Indovina un pò? Tutti pretendono di essere pagati per la loro prestazione... Riccardo

IgnorantiaNonExcusat

12 anni, 5 mesi fa

Care colleghe e colleghi di sventura... ho fatto l'Erasmus in Germania, là i miei amici giuristi fanno 2 anni di pratica: 6 mesi presso un avvocato, 6 in tribunale, 6 da un notaio. Gli ultimi 6 decidono loro dove farla, in base alle loro attitudini. E udite udite, sono pagati. Sempre.
Rimangono sbigottiti quando alla domanda "Come fai a decidere per cosa sei portato e cosa ti piace di più se non provi tutte le professioni forensi?" rispondo "Scegliamo in base alla professione del parente più prossimo!" :)
Ma andiamo oltre la civile Germania: ho amici ungheresi laureati in giurisprudenza che subito dopo la laurea prendono 600 euro al mese per la pratica. In Ungheria!!!
Per favore, apriamo gli occhi!
E scusate, ma avete mai letto davvero la nuova legge sull'apprendistato (D. Lgs. 167/2011)? Leggete un po' l'art. 5 che prevede la terza forma di apprendistato "di alta formazione o di ricerca": a me pare abbia tutti i requisiti necessari per essere applicato alla fattispecie del praticantato quando parla di "praticantato per l'accesso alle professioni ordinistiche".
Poi ognuno faccia pure le sue scelte di vita: chi pecora si fa, il lupo se lo mangia!

vince72

12 anni, 5 mesi fa

Il praticantato è soltanto funzionale all'esame di Stato.
Il praticante non ha infatti nessuna responsabilità, nessun orario, nessun cartellino da timbrare.
L'avvocato è una libera professione, se hai i clienti lavori, se trovi uno Studio di grandi dimensioni che ha interesse ad una collaborazione lavori sempre ma con partita iva, (non esiste il contratto a tempo indeterminato, ferie, 13°, 14°).
Se pretendete di essere pagati fate una domanda in azienda o i concorsi.
Se ogni giorno dovete fare adempimenti sicuramente cambiate Studio, ma non è assolutamente un obbligo che il praticane debba fare soltanto adempimenti di Studio.

Riccardo

12 anni, 5 mesi fa

Buonasera a tutti!
Mi trovo daccordo con PPaolap. Vince72, non puoi giustificare un sistema basato sulla gratuità della prestazione con la scusa della libera professione. Non esiste alcun paese al mondo che lo fa, perchè non funziona (e si vede..). Al contrario, il fatto che un praticante non sia retribuito per mè è un indice sulla bassa qualità del servizio del dominus (perchè tutti sappiamo che "people respond to incentives"). Visto che un lavoro/atto è stato fatto per la maggior parte da un praticante "non retribuito", che garanzia ho io- il cliente- della qualità del lavoro di un avvocato? Che incentivo ha questo praticante ha fare un ottimo lavoro? La gloria della professione? Non scherziamo.. E se uno studio non è un'azienda (ovvio che nella forma giuridica hai ragione al 100%), non credo che gli avvocati lavorino tutti solo per l'amore per il diritto.. altrimenti perchè chiederebbero soldi?

maddalenascinocca

12 anni, 5 mesi fa

Hai sicuramente ragione...ma a livello di esperienza lavorative e utilità sul cv, seconde te vale?

Bif451

12 anni, 5 mesi fa

Maddalena... siamo in Italia... uno stage in Tribunale può essere utile, ma credo sia più utile avere uno zio, un amico, un amante nel settore che ti interessa.

maddalenascinocca

12 anni, 5 mesi fa

Ciao a tutti,
dovrei iniziare uno Stage al Tribunale..Ho però qualche dubbio circa l'utilità di uno stage del genere per la ricerca del lavoro. Sarà un'esperienza utile a qualcosa? Io non sono laureata in Giurisprudenza bensì in Scienze Politiche quindi non sono un futuro avvocato ma spero di trovare lavoro come Amministrativa...qualcuno di voi può essermi d'aiuto con qualche indicazione?

PPaolaP

12 anni, 5 mesi fa

Quindi insomma, i praticanti dovrebbero essere forgiati ad immagine e somiglianza di uno spettro. Non mangiamo, non abbiamo un tetto sopra la testa, non paghiamo le bollette. Mi pare giusto. Tutto in vista dell'esercizio della libera professione. Poi una volta che diventi libero professionista puoi tornare ad essere un essere umano. Ricevuto. E soprattutto il dominus ci fa la grazia di insegnare. Grazie dominus!! Io, se non vi spiace, continuo a PRETENDERE la retribuzione. Per quanti sforzi faccia non sono ancora riuscita ad annullarmi come essere umano. Ho ancora questo brutto vizio di mangiare (sarà genetica?). E quando arrivano le bollette non le pago esibendo il libretto da praticante. Io non lavoro per la gloria. Io PRODUCO. Quindi mi paghi, punto e basta. Altrimenti vai a cercarti un'altro schiavo. Non è che solo i dipendenti aziendali devono fare la spesa. Oppure dobbiamo dire a mammà di pagare operchè noi possiamo lavorare? Il tuo discorso non ha alcuna logica ed è privo di buon senso.
Mi rifiuto di accettare giustificazioni a questa schiavitù legalizzata ad uso e consumo dei liberi prfessionisti. Ho ua dignità e voglio mantenerla.

vince72

12 anni, 5 mesi fa

Risposta a PPaolaP: lo studio legale non è un'azienda, per cui non si può applicare il contratto di apprendistato, né puoi pretendere di essere assunto con un contratto a tempo indeterminato.
Il praticantato è un'attività funzionale all'esercizio della libera professione, per cui secondo me il concetto sbagliato è che si parte dall'idea del praticante come un dipendente dell'avvocato.
Il praticante non ha nessuna responsabilità all'interno dello Studio, perché tutti gli atti sono firmati dal Titolare che si assume diretta responsabilità con il cliente.
Il punto fondamentale è che il praticante deve assistere alle udienze e studiare i casi all'interno dello Studio in vista dell'esame, se poi il Titolare ti dice ogni giorno vai a fare le copie degli atti, i depositi e tu ti fai ogni giorno file chilometriche, nel pomeriggio in studio non ti insegna niente, non ti fa scrivere nemmeno una lettera, o non ti spiega niente della professione, diventa fondamentale valutare l'opportunità di proseguire in vista non del rimborso spese, ma di quello che puoi apprendere dopo.
Se i presupposti della collaborazione sono il facchinaggio (come hai scritto tu),
figuriamoci poi che tipo di collaborazione potrai ottenere dopo il conseguimento del titolo di avvocato. Sarai un altro concorrente del libero mercato.

PPaolaP

12 anni, 5 mesi fa

... o sei un avvocato o sei un milionario, che non sa che per poter vivere bisogna pagare affitto, mangiare, pagare bollette e trasporti. "... a prescindere dall'aspetto economico"? Spero sia uno scherzo. Altrimenti anche chi lavora con stage e contratti di apprendistato, oppure i fortunati con un primo vero contratto non dovrebbero essere retribuiti...perchè stanno imparando. Solito discorso degli avvocati. E quando allora si smette di imparare? Dopo 3-4-5 anni? Mai. Allora se la retribuzione è il prestigio o l'apprendere... nessuno dovrebbe essere pagato. Il praticante dà un apporto reale allo studio, altrimenti nessuno ci prenderebbe per "insegnarci"(virgoletto perchè non tutti insegnano, non prendiamoci in giro. Troppi praticanti fanno da facchini) il mestiere...per quale ragione dovrebbero?Perchè sono avvezzi alle opere di carità? No. Vogliono praticanti per smistare il lavoro dello studio. E per questo lavoro si deve essere retribuiti, non ci sono scuse. E' assurdo che si tenti così maldestramente (e sempre con le stesse parole!!) di giustificare gli atteggiamenti da schiavisti. E' veramente inconcepibile.

vince72

12 anni, 5 mesi fa

Al praticante solo dal conseguimento del patrocinio viene riconosciuto un corrispettivo equo e proporzionato all'effettivo apporto professionale.
Il punto secondo me è che l'obbligo del praticante è quello di seguire 20 udienze, ma non può essere assimilato ad un dipendente fisso dello Studio, peraltro anche non retribuito.
Il praticantato dovrebbe essere un serio investimento sul futuro, nel senso che a prescindere dall'aspetto economico, Tu dovresti valutare se effettivamente andando in Studio ricevi dal Titolare degli insegnamenti sui casi di cui si occupa, se redigi atti e questi ti vengono corretti, se hai delle lezioni, suggerimenti, indicazioni su come ha risolte le questioni, se ti insegna la procedura, o sei vai in studio soltanto a perdere tempo e magari vuoi essere pure pagata.
Inoltre secondo me valuta questo periodo e parla chiaramente con il Titolare perchè se al termine della pratica non hai nessuna possibilità di inserimento è meglio che questo periodo lo dedichi ai concorsi, anche perchè dopo l'esame di stato di avvocato non è che ti alzi la mattina e trovi i clienti dietro la porta. Rischi di perdere tempo e di superare i limiti di età per certi concorsi, oltre a dimenticare lo studio di materie universitarie. Spero di esserti stato utile.

giorgia1985

12 anni, 6 mesi fa

PPaolaP concordo pienamente con te!!! Io ho rifiutato un sacco di stage gratuiti, e dove possibile, ho voluto esplicitamente farmi dire in faccia dai diretti interessati l'"ammontare" della retribuzione "fantasma", per poter spiegare a questi signori/e che non si vive di aria e che lo schiavismo non è consentito! Una volta offrendomi 150 euro 8 ore al gg, 5 giorni su 7, ho detto loro candidamente che io non lavoro per 0,80 cent/ora senza prospettive ne niente! Li ho stupiti, e tra il sarcastico e l'offeso, mi hanno risposto "Ah, vedo che lei ha una mente matematica!" non ci vuole un genio a fare 2 conti. E' anche vero però che tutto parte dal Governo, in quanto per legge è discrezione del datore di lavoro elargire un rimborso spese o meno.. come sempre, bisognerebbe cambiare tutto dalla radice..
ciao :-)

PPaolaP

12 anni, 6 mesi fa

Io. Ho svolto uno stage in Corte d'Appello. Ovviamente gratuito, MA durava 3 mesi ed essendo un part-time mi dava la possibilità di lavorare nel pomeriggio e pagarmi da sola le mie spese.
Quello che dici è giusto, ma come ho già ripetuto sino alla nausea, è una condizione in cui vi mettete voi.
Vi sfruttano? Prendetevi le colpe che dovete. Un anno di pratica senza prendere un euro? Prendetevi anche qui le colpe che dovete.
Mi sono quasi stancata di dire a tutti che se solo ci ribellassimo non accettando di lavorare gratuitamente tutto questo schifo non esisterebbe. Invece siamo i soliti italiani stupidi, che pensano che allo schiavismo puro segua eventualmente una ricompensa dal cielo.
Ed è abbastanza inutile giustificarsi con "ma io la pratica la devo fare". Perchè se nessuno lavorasse gratis la pratica la faremmo retribuita. Di noi hanno bisogno, è ababstanza evidente. E se proprio nella tua città non c'è nessuno (sicuro di aver cercato bene?), allora cambi città. Perchè chi paga in giro c'è.
Questa arrendevolezza (tanto paga mammà, e se pure la cosa vi turba non fate nulla per cambiare)è quello che ha rovinato questo Paese.
Scusa se sono stata dura anche con te, ma non ne posso più di sentire gente che non è costretta da una frusta a lavorare gratis, ma lo fa comunque. Io sto facendo fatica ad andare avanti perchè c'è chi si svende, e non solo con la pratica forense, anche con gli stage full-time gratuiti o quasi. E adesso basta, sono esasperata.

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