Consiglio regionale calabrese, la lettera aperta di una superstagista al presidente Bova: non siamo altro che manovalanza per enti assetati di personale
14 anni, 11 mesi fa di redazione
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Scrivo alla Repubblica degli Stagisti per denunciare la carenza formativa dello stage regionale al quale sto partecipando, più volte denunciata agli enti competenti e con scarsi risultati ottenuti. Alla fine quello che era uno stage fatto ad hoc per noi giovani eccellenze inoccupate e disoccupate calabresi con l'appellativo di "alta formazione" si è rivelato essere una manovalanza per comuni ed enti assetati di personale che sappia almeno usare word e inviare e-mail. Questa è una lettera aperta al presidente del …
frani
14 anni, 11 mesi fa
Se aveste sottoposto la lettera a deliberazione assembleare, non sono sicura del fatto che sarebbe emerso che "la quasi totalità delle persone che fanno parte del Comitato ha confermato che lo stage risulta aderire pienamente agli intenti del Consiglio Regionale della Calabria".
alessandro82
14 anni, 11 mesi fa
Uno dei principi fondamentali della comunicazione è quello di dare una imparziale visione ed interpretazione della realtà. E’ per questo che sfruttiamo questa sede al fine di fornire un tipo di informazione il più possibile precisa e aderente all’effettivo stato delle cose. Esprimiamo piena solidarietà e comprensione per la situazione problematica vissuta dalla collega Maria Grazia Bisurgi. Tuttavia, teniamo a sottolineare che tali, personali insoddisfazioni, non possono e non devono essere metro di giudizio e/o valutazione nei riguardi di un’esperienza formativa che invece risulta essere pienamente soddisfacente per molti giovani laureati impegnati nel Programma Stage. A settembre scorso, in occasione del rientro in aula dopo i primi sei mesi di attività nelle Pubbliche Amministrazioni ospitanti, abbiamo deciso di costituire il Comitato “Programma stage 2008- Provincia di Cosenza”.
L’azione civile e sociale del Comitato, che non ha scopo di lucro, è apolitico, apartitico, ad adesione libera e volontaria, consiste proprio nel valorizzare il percorso formativo biennale e le competenze acquisite dai vincitori del concorso pubblico, oltre che incentivare, nel rispetto degli obiettivi del Bando, la residenzialità dei giovani laureati calabresi. In tale sede, la quasi totalità delle persone che fanno parte del Comitato ha confermato che lo stage risulta aderire pienamente agli intenti del Consiglio Regionale della Calabria, che fin dall’inizio ha invitato i giovani vincitori del Bando a “vivere il percorso con la coscienza di essere protagonisti di una sfida importante per la Calabria, ed a contribuire con la capacità e l’impegno a scrivere un futuro migliore per la propria terra, apportando nuova professionalità nella Pubblica Amministrazione calabrese”.
Dalle impressioni emerse, infatti, è stata espressa una piena soddisfazione per l’andamento complessivo del progetto. Soddisfacimento dettato soprattutto dalla buona accoglienza riservataci dalle Amministrazioni Pubbliche ospitanti le quali, da subito, ci hanno inserito nel pieno delle attività lavorative, cercando in noi validi collaboratori e creando un dialogo costante per uno scambio professionale aperto.
Con ciò va precisato che non si ritiene non autentica l’esperienza raccontata da Maria Grazia, la quale sicuramente si trova a dover affrontare una situazione di disagio che non le consente di lavorare nel migliore dei modi. E anche laddove alcune delle difficoltà da lei incontrate siano condivise da altri colleghi, per aderenza a quello spirito critico ed oggettivo che dovrebbe guidarci, tali casi non possono essere addebitati in modo diretto al “fallimento” del programma stage, quanto piuttosto a situazioni incresciose e “incidenti di percorso” che possono capitare sulla strada di chiunque si trovi ad intraprendere un nuovo percorso professionale.
Fermo restando che tali questioni devono trovare necessariamente una soluzione, ribadiamo, e con forza, che sia errato e poco veritiero applicare la pratica –troppo comune- di “fare di tutta l’erba un fascio”.
La collega parla, nelle prime battute di “carenza formativa dello stage regionale” aggiungendo che “alla fine quello che era uno stage fatto ad hoc per noi giovani eccellenze inoccupate e disoccupate calabresi con l'appellativo di alta formazione si è rivelato essere una manovalanza per comuni ed enti assetati di personale che sappia almeno usare word e inviare e-mail”. Da queste sue parole apprendiamo la delusione e ‘insoddisfazione vissuta dalla collega, ma crediamo fermamente che tale esperienza debba essere considerata caso singolo e non condiviso dalla totalità degli stagisti. La conoscenza, la pratica e la maturità ci insegnano che esiste infatti l’altra faccia della medaglia, e che questa, per onestà intellettuale, e correttezza deontologica, non può e non deve essere ignorata. Accanto a Maria Grazia c’è anche la realtà di ragazzi che hanno trovato buona accoglienza e che ogni giorno si confrontano con persone e professionisti che non solo hanno voglia di trasmettere le proprie conoscenze, ma anche di ricevere nuovi stimoli, in un ottica di scambio aperto e di confronto continuo. Speriamo con ciò che anche Maria Grazia possa trovare presto una situazione che valorizzi al meglio la sua indubbia professionalità, ed anzi, questo necessario intervento, vuole anche essere un invito affinché la collega possa contattare il Comitato e non solo contribuire, attraverso la condivisione delle esperienze, ad un processo di crescita reciproco, ma anche ricevere solidarietà e supporto nella ricerca di una soluzione al suo problema.
Alessandro Cofone Maria Giulia Votta
comitatovoucher.cs@libero.it
frani
14 anni, 11 mesi fa
Anche io sono una stagista del Consiglio Regionale e confermo che, per molti di noi, questo stage non rappresenta certo un'esperienza per farci acquisire l'"alta formazione" di cui parlava il bando di selezione.
Anzi, spesso neanche di formazione si tratta, poichè come raccontato da Maria Grazia ci si ritrova a dover svolgere quasi esclusivamente mansioni di segreteria.
Il Consiglio Regionale della Calabria ha dimostrato anche nell'ambito delle politiche di inserimento lavorativo l'incompetenza che dimostra in molti altri settori di sua competenza. L'iniziativa era lodevole, ma non è stata attuata in modo da perseguire le finalità a cui essa era rivolta.
Purtroppo, mi sono resa conto che i giuslavoristi intervistati da Eleonora Voltolina avevano ragione: questa esperienza è solo un boomerang per noi, poichè, paradossalmente, penalizza l'inserimento lavorativo dei migliori.
Appena me ne sono resa conto mi sono rimboccata le maniche per crearmi altre opportunità professionali che potessero consentirmi di acquisire delle conoscenze consone al mio titolo di studi e, finalmente, a breve lascerò lo stage.
Francesca Scarfone
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