Consiglio sull'ennesimo stage
13 anni fa di sallie
Ciao a tutti,
mi trovo davanti a un "bivio" e avrei davvero bisogno di un consiglio. Sono laureata da quasi 12 mesi (tra una settimana) e circa un mese fa ho dovuto interrompere uno stage molto bello, nel settore nel quale vorrei proseguire, a causa dell'impossibilità di prorogarlo (indovinate per effetto di quale legge?). Ovviamente l'azienda, almeno per il momento, non ci pensa nemmeno a farmi un altro tipo di contratto, quindi sono a casa e in cerca di altro.
Ovviamente (e due) trovo solo ulteriori offerte di stage, che però dovrei attivare prima che mi scadano i 12 mesi.
Un'azienda mi ha contattata per iniziare un nuovo stage, retribuito e con possibilità di assunzione, ma sono molto in dubbio se accettarlo o no.
Temo che il mio giudizio possa essere falsato dall'eventualità che non riesca a trovare altro, e che trascorsi i 12 mesi le aziende mi scarteranno direttamente.
So che c'è la possibilità di rivolgersi a un CPI per l'iscrizione alle liste di disoccupati/inoccupati, ma va bene anche quello dell'ateneo? Qualcuno ci è andato?
Voi che fareste al mio posto, accettereste l'offerta di stage perché è l'"ultima" attivabile?
Preciso che il settore è di mia competenza (ma non quello nel quale vorrei continuare) ma a mio parere non c'è bisogno di un tirocinio per fare ciò che l'azienda richiede. Help!
sallie
13 anni fa
Cara Redazione,
innanzitutto ringrazio per la risposta immediata e per la consueta chiarezza. Cerco di rispondere alle domande che mi fate, e di chiarirmi allo stesso tempo le idee. Parto dalla fine dicendovi che sono del Lazio, non so se ci sono normative regionali alle quali posso aggrapparmi.
La mia domanda sui CPI nasce perché ho visionato questa pagina http://www.jobsoul.it/studenti-e-laureati/cpi-centri-limpiego e di conseguenza come primo istinto ci sarebbe stato quello di rivolgermi al mio ex ateneo, anche se in effetti so che dovrebbe esserci un CPI per ogni zona di domicilio (allora mi chiedo quelli d'ateneo a cosa servano).
L'azienda n. 2, quella "in ballo" attualmente, si è dimostrata in effetti molto disponibile e consapevole del tempo che stringe (a loro ovviamente serve una risorsa subito). La mia perplessità è costituita unicamente dal fatto che, pur rientrando nell'ambito di mia competenza, non è nel settore nel quale ho svolto lo stage n. 1, cioè quello nel quale vorrei proseguire. Il mio dubbio è anche un pensare al futuro: il mio cv è già costituito da molte esperienze variegate, seppure con un comun denominatore riconducibile allo stesso ambito. Avrei avuto piacere di non movimentare ancora di più le acque, ma di proseguire con la strada intrapresa durante lo stage n. 1, per dare un senso di coerenza e perseguire quelli che sono i miei reali obiettivi professionali. Purtroppo per ora non sembra possibile, per questo ho ampliato un po' la ricerca. Lo stage comunque sarebbe di 6 mesi, ma in sede di colloquio mi è stato riferito di una dipendente entrata in azienda in stage che poi le è stato interrotto prima del dovuto per farle un contratto vero, quindi non si sa mai. Ecco la radice del dubbio, in realtà: ho timore di accettare un'esperienza che mi servirebbe unicamente a non girarmi i pollici a casa e che mi faccia crescere poco visto che si tratta di mansioni già ampiamente sperimentate in passato, seppur in modo differente. Grazie ancora e scusate la lunghezza :)
ps - sulla "scorrettezza" dell'azienda n. 1, che anche secondo me avrebbe tranquillamente proseguito lo stage in assenza della legge di ferragosto, siamo concordi. Il fatto è che non assumono me e prenderanno stagisti di continuo, possibilmente neolaureati. E dopo 6 mesi a casa di nuovo, e così via... non faccio il nome dell'azienda, ma è anche un nome abbastanza importante.
Redazione_RdS
13 anni fa
Cara Sallie,
purtroppo non siamo in grado di darti un'indicazione "certa e sicura" rispetto a quel che è meglio fare. Possiamo però valutare insieme a te tutti i fattori.
Ci sembra di capire che tu abbia fatto uno stage di 6 mesi presso l'azienda n. 1, che questo stage ti piacesse talmente tanto che saresti anche stata disposta a prorogarlo di altri 6 (arrivando a un totale di 12 mesi di stage!), ma che la legge di Ferragosto è intervenuta a impedirlo.
La nostra prima osservazione è che dopo 6 mesi scommettiamo che tu fossi già ben formata e operativa, e che quindi la proroga di ulteriori 6 sarebbe stata abbastanza "pleonastica": certo un modo per te per tenere un piede dentro quella realtà che tanto ti piaceva, sperando di renderti giorno dopo giorno un po' più "indispensabile", in modo che al termine dei 12 mesi loro fossero incentivati a trattenerti. Però anche un modo per l'impresa di poter disporre di te, neolaureata ormai già formata e molto entusiasta, senza doversi prendere nessun onere sulle spalle (nessun contratto, nessuno stipendio, niente contributi).
La nostra sensazione, in poche parole, è che se non sono stati disponibili a farti un contratto adesso, difficilmente lo sarebbero stati tra 6 mesi, al termine della proroga. E tu ti saresti trovata nella stessa situazione di adesso, ma con 6 ulteriori mesi persi.
Passiamo all'azienda 2, che ti offre un tirocinio dignitoso, prevedendo anche un rimborso spese, in un settore coerente con la tua formazione pregressa, ma non tanto allettante per te che vorresti virare verso un altro settore (quale?). Quest'azienda sarebbe disposta ad attivare lo stage in fretta e furia, per non far scadere quest'ultima settimana "utile", gli ultimi giorni in cui per te è possibile essere beneficiaria di un tirocinio formativo e di orientamento attivato dalla tua università.
Qui la tua perplessità è che forse non c'è bisogno di un tirocinio per imparare quelle mansioni (quali?). E allora ti chiediamo: qual è la proposta di durata da parte dell'azienda? Potresti contrattare una durata minore, es. se ti propongono 6 mesi potresti fare una controproposta e dire "secondo me ne bastano 3", e vedere cosa ti rispondono. Sempre considerando però che in effetti il tempo stringe.
Per quanto riguarda infine i tirocini di inserimento / reinserimento lavorativo, attenzione perchè i cpi sono i centri per l'impiego, sono uffici di competenza delle signole Province, e bisogna iscriversi a quello connesso al proprio domicilio. Non ci sono "cpi di ateneo". Gli atenei svolgono la funzione di soggetto promotore di stage a favore dei loro studenti e neolaureati per i primi 12 mesi (una volta era 18) dal momento della laurea, e basta. Le liste di disoccupazione e di inoccupazione e le cosiddette DID (dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro) vengono tenute dai cpi.
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