Dal mondo degli stage non ne riesco più ad uscire
1 anno, 2 mesi fa di Nala395
confusionedubbi sul futuroesperienzaesperienza all'esterolaurealaurea magistraleLaurea triennalelavoratori sottopagatilavoroprospettive di assunzione post stagestagestagista
Ciao a tutti e tutte, questo sarà un testo un po' di sfogo personale del caro e piacevole mondo degli stage.
Mi sono laureato in Mediazione Linguistica nel 2017 e ho poi proseguito con un percorso Magistrale in Comunicazione dei Media, con laurea conseguita a fine 2020. Qui credo sia capitata la mia vera e unica botta di fortuna vera.
Qualche settimana prima dalla laurea magistrale iniziai a inviare CV e con grande sorpresa e soddisfazione fui preso per il mio primo stage che sarebbe cominciato proprio il giorno dopo la laurea. Ero super felice ed entusiasta del mio trascorso: non potevo credere di aver trovare un lavoro (seppur in stage) letteralmente appena dopo essermi laureato. Era in ambito digital marketing, in una impresa che gestiva e-commerce, social e siti dei clienti. Tutto benissimo: colleghi, mansioni ed erano pur sempre le mie prime entrate economiche che guadagnavo con i miei sforzi personali. Pochi mesi di lavoro e subito si trasformò in un incubo: assistenza clienti, chiamate di cortesia, mansioni che mi avevano reso ansioso, demotivato e disinteressato. Dopo i canonici 6 mesi di stage mi propongono 6 mesi di determinato part-time. Son durato lì per 10 mesi in totale, dopodiché decisi di dare le dimissioni. Prima di dare le dimissioni facevo già tantissimi colloqui: estenuanti (per un'azienda dovetti fare quasi dieci step di selezione: 3 colloqui, 3 test online, 1 presentazione, 1 esposizione orale del progetto, il tutto in un lasso di tempo di circa 60 giorni... Vergognoso... Per cosa? Uno stage).
Dopo tutti questi colloqui su territorio torinese, per rabbia e delusione decisi di inviare CV in Germania. inviai 10 candidature per ognuna delle quali feci i colloqui online, e dopo un mese appena ricevetti l'OK per cominciare in Germania per uno stage (a 1700€ al mese) in un grande retailer di brand di moda di lusso. Ma non fui felice lì, era più per rabbia che iniziai e non per ambizione personale: tutti erano fissati col guadagno e non si parlava d'altro. Dopo 6 mesi mi proposero altri 3 mesi di stage, ma non accettai. Era il periodo della guerra in Ucraina e la mia mente e cuore mi spinsero ad un rimpatrio.
Tornato in Italia inviai centinaia di CV in 6 mesi: Milano, Bologna, Torino, Salerno. Nulla, sembrava che il mondo si fosse fermato. Quando facevo i colloqui dal sud (dove vivo) per il nord ogni volta mi si proponevano colloqui in presenza. A volte ho rifiutato, altre ho inventato scuse per la mia distanza geografica. Impossibile: tutti vogliono le persone lì nella città dell'azienda per cui si fa il colloquio. Al ché decido di prendere i biglietti e di partire per andare a farli in presenza, davo date vicine tra loro per fare in un unico viaggio vari colloqui. Nulla: nessun feedback successivamente. Così decido di fare un'altra pazzia: di trovare una camera in affitto a Torino (dopo avevo vissuto 4 anni) e iniziare a cercare una volta ritrasferitomi lì.
Dopo pochi giorni faccio un colloquio e mi prendono: 600€ al mese per 5 mesi, per un lavoro come collaboratore amministrativo, che non era tra le mie ambizioni. Duro appunto 5 mesi (se non meno) e dopodiché decido di andarmene e di fare varie decine di colloqui da cui non ho mai avuto risposta positiva. Dopo l'ennesimo colloquio, mi prendono in altra azienda: stage a 600€ con prospettive di apprendistato. Accetto: era figherrima la posizione. Digital marketing a 360 gradi. Social, sito web, cose grafiche, aggiornamento di brochure, creazione ex novo di contenuti, di tutto: un sogno! Dopo appena 1 mese (dove sto ancora ora) iniziano a darmi mansioni denigranti: rispondere a telefono, accogliere gli ospiti, scannerizzare fogli, stampare liberatorie, gestire cose sulle gare d'appalto, riempire moduli. Un segretario in poche parole, e il lato digital marketing sembra ormai non più fondamentale, anzi, non se ne frega nessuno. In più hanno problemi di soldi e non pagano manco gli stipendi.
Al ché da un mese ho deciso di iniziare nuovamente a inviare CV e fare colloqui. Che dire? Nessuna risposta, offerte indecenti, annunci di lavoro per figure junior con mille competenze e conoscenze di cose al contempo informatiche, da social media, programmi di grafica, mille lingue straniere, programmi per database, codice, conoscenze di SEO, analisi dati, di tutto (stessi requisiti anche per gli stage nel digital marketing, uno schifo tutto).
In tutto ciò sono affranto dal dilemma dell'asino di Buridano: vedere tutte le alternative, anche quelle più invisibili, come fonte di blocco di scelta. Insegnamento, pubblica amministrazione, settore turistico, aprire partita IVA, restare a Torino o fare l'ennesimo trasferimento in altre città casuali, gettarmi su Milano come fan tutti, riconsiderare l'estero, tornare giù dai miei e fare il cameriere o barista, lavori full-remote.
Ho 28 anni, ho fatto un anno e mezzo all'estero, conosco 4 lingue, spero di poter andare a coltivare pomodori e a mungere le mucche, almeno, o anche lì avviano un iter di selezione infinito che punta ad inserimento di uno stagista?
Redazione_RdS
1 anno, 1 mese fa
Ci sono tantissime persone che hanno attraversato e stanno attraversando il guado in cui purtroppo tu ti trovi impantanato. Ed è vero che man mano che il tempo passa, il "senso" di fare uno stage diminuisce, fino a che a un certo punto uno non arriva a chiedersi: ma perchè, alla soglia dei trent'anni, dovrei fare l'ennesimo stage? Mentre per il mondo datoriale lo stage è molto comodo, è spesso visto come un periodo di prova aggiuntivo. Quindi: benvenuto su questo Forum, caro Nala! Non sei solo.
Quello che ci sembra emergere dal tuo racconto è una grande insoddisfazione, una grande frustrazione. E allora forse il consiglio per te è: perché non sparigli? Butta in aria le carte e prova qualcosa di completamente diverso. Guarda per esempio i progetti di SVE, il volontariato internazionale: permettono di passare all'estero un periodo abbastanza lungo, gli ambiti in cui si svolgono i progetti sono molto diversi quindi magari puoi trovarne uno vicino alla tua sensibilità o ai tuoi interessi. Oppure puoi provare a fare un viaggio-lavoro in qualche posto lontano, riempirti gli occhi di nuovi orizzonti, fare esperienze inaspettate.
Ovviamente non è così facile fare la valigia e partire: non sappiamo niente della tua vita, se hai un partner o qualche vincolo che non ti renderebbe facile la scelta di andartene. Ma potrebbe essere un modo per mettere della distanza tra te e questo cono di insoddisfazione in cui sei finito; e magari al ritorno la situazione potrebbe essere diversa (o semplicemente potresti vederla e affrontarla tu diversamente).
Le carte per entrare nel mercato del lavoro le hai. Dunque, se l'idea dell'esperienza all'estero non ti entusiasma, puoi certamente ancora perseverare, e la buona occasione prima o poi arriverà. Nel frattempo, magari, puoi rafforzare le tue competenze digitali: quelle sono sempre molto molto richieste oggi come oggi dalle aziende, e quindi anche solo un corso di qualche mese che ti dia una infarinatura di Coding potrebbe cambiare in maniera anche significativa la tua "appetibilità" agli occhi delle aziende.
Ci avevi mai pensato?
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