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Sfruttamento stage

1 anno, 7 mesi fa di StagistaSfruttato

Buongiorno ragazzi,
da novembre sono stagista presso un azienda settore farmaceutico a Napoli a 1000 netti di rimborso spese, 40 ore settimanali.
La mia responsabile pretende che io utilizzi il badge e che faccia effettivamente le 8 ore precise spaccando il minuto, che io debba avere precisione e qualità lavorativa pari ad un dipendente e che io abbia ferie e permessi contati, non si sa quanti ovviamente.
Siamo arrivati al delirio che lei sceglierà non ad agosto, così ha deciso, di darmi 1 settimana di ferie e che non mi concederà permessi studio o giorni di ferie in altri momenti perché e cito testuali "andrebbero a scalarti i giorni di ferie che avresti".
Adesso gli stagisti avrebbero secondo la mia responsabile ferie, permessi retribuiti. Insomma l'ha inventato lei, ha sovvertito le norme.

Io prima di far partire lo stage la puzza di sfruttamento la percepivo a km di distanza e mi andai a confrontare anche inutilmente con un centro di collocamento.

Lo vogliamo capire che lo stage essendo una forma contrattualistica fatta in maniera così superficiale non è altro che il contentino che lo Stato ha offerto alle aziende di avere dipendenti sottopagati da sfruttare? Io per l'INPS è come se da novembre non stessi lavorando non versando ovviamente contributi. Gli obiettivi formativi non vengono rispettati perché i tutor non hanno voglia di spiegarti le cose e perché comunque tu servi per le esigenze dell'azienda e non per la tua formazione.
Non puoi denunciare a nessuno la cosa perché arriverai a rompere tutti i rapporti con l'azienda. Il coltello dalla parte del manico ce l'hanno sempre loro. Sono esausto.

StagistaSfruttato

1 anno, 6 mesi fa

Buongiorno, vi ringrazio per la risposta.
Le aziende per avviare un tirocinio siglano dei patti o con CPI o con Agenzie per il lavoro, pertanto sanno benissimo la differenza tra un dipendente e un tirocinante e proprio su queste differenze decidono di avviare tirocini che permettono di avere dipendenti a basso costo. Quindi, sì, le aziende ignorano consapevolmente i diritti e i doveri dello stagista.

Infatti, nonostante io abbia un tirocinio in essere molto "generoso" rispetto la media nazionale o regionale, ciò non toglie che è fonte di risparmio anche solo se confrontato con contratto di apprendistato. Risparmiano su contributi, tfr, competenze e tutto ciò che il CCNL del settore implica.
Senza i contributi ovviamente io mi trovo a "lavorare" già da 6 mesi senza riconoscimento dall'INPS per pensione e senza avere a termine del tirocinio senza assunzione, possibilità di NASPI.

I tirocini possono essere attivati anche con Agenzie per il Lavoro che sono agenzie private che comunque tutelano gli interessi delle aziende invece che quelli dei tirocinanti, considerando che ogni Agenzia del Lavoro chiede un compenso all'Azienda per ogni tirocinio avviato. Quindi, dove vai a lamentarti in tal caso? Ti lamenti con il soggetto promotore che andrà a dirlo all'Azienda la quale non avrà alcun vincolo a troncare i rapporti immediatamente? Stesso discorso nel caso in cui l'ente promotore sia una CPI dove in questo caso regna l'inefficienza e se ne laverebbero tranquillamente le mani suggerendoti di "se non ti sta bene puoi tranquillamente andartene".

Si, il badge mi è stato imposto per controllo e perchè è usato da tutti i dipendenti, solo che il gestionale delle risorse umane non ammette tolleranze di minuti e pertanto mi trovo costretto a dover effettuare sempre le 8 ore intere, nessun minuto in meno ma che diventano sempre in più. A tutti gli effetti un dovere che spetta ad un lavoratore vero e proprio inquadrato col ccnl di riferimento.

E' richiesta produttività nel momento in cui pretendi che gli errori siano minimi, che le pause durino il giusto e che le assenze siano praticamente 0. Il tutoraggio da me è inesistente, mi hanno spiegato 3 cose in croce in 5 mesi e la maggior parte di quello che so l'ho imparato autonomamente a tentativi o osservando le procedure/dinamiche aziendali. Questo anche perché il mio tutor e i miei colleghi si ritrovano a lavorare molto e a non avere né tempo né voglia di mettersi a svolgere un ulteriore compito per il quale non vengono nemmeno retribuiti.

I rapporti di forza sono inesistenti, il coltello dalla parte del manico ce l'ha l'Azienda che trova in qualsiasi momento altre migliaia di ragazzi disposti a sottostare a queste condizioni pur di iniziare ad arricchire un CV o a trovare un lavoro. 

Se lo spiego alla responsabile è meglio che vado via, se inizio a lamentarmi nulla mi tutela nel non essere cacciato il giorno dopo.

Le tutele, i diritti, sono zero per lo stagista.
Le ferie? Siamo in un buco grigio dove non si sa come comportarsi e di conseguenza porta ad abusi. 
Malattia? Stessa cosa delle ferie. 
Permessi? Stessa cosa.
Non sai quanti ne puoi fare, quanti te ne spettano, possono opporsi tranquillamente e forzarti a non assentarti mai.

Basterebbe togliere di mezzo questo sfruttamento legalizzato, dove è evidente che lo Stato abbia fatto questo enorme regalo alle Aziende. Basterebbe poter applicare a giovani e non, senza esperienza, contratti di apprendistato o a tempo determinato per poter risolvere tutto, ma siamo in Italia. 



In risposta a #34078


Redazione_RdS

1 anno, 6 mesi fa

C'è una enorme differenza tra uno stagista e un dipendente: purtroppo questo tuo racconto, StagistaSfruttato, testimonia come molto spesso capiti ancora che le aziende non capiscano (o vogliano ignorare) la differenza tra i due inquadramenti.

Certamente è facile capire perché: lo stage impegna infinitamente meno un'azienda rispetto a un contratto di lavoro; e sebbene l'indennità mensile prevista da questa specifica azienda farmaceutica presso cui tu stai facendo lo stage sia molto alta, addirittura 1000 euro al mese (molto più del minimo previsto dalla normativa della Regione Campania, peraltro), resta il fatto che quest'azienda risparmia comunque perché non ti deve pagare i contributi, o il tfr, o le ferie, né tutte le altre garanzie che i contratti di lavoro subordinati offrono.

Mentre lo stage, come giustamente dici anche tu, non è un contratto di lavoro!

Ti segnaliamo peraltro uno degli ultimi episodi del nostro podcast, in cui abbiamo proprio fatto il punto su questo tema con una sindacalista:

https://open.spotify.com/episode/5BonfOajtP5byZpTEKWT5g?si=rNGv0b26R-2-tr-YTZ8r2w

Nel tuo caso, il comportamento della responsabile è al limite del delirio. Il badge può anche starci, se è previsto per esempio che venga utilizzato da tutti per passare i tornelli di ingresso dell'azienda; ma che poi ci sia un controllo al minuto spaccato degli orari di entrata e di uscita, e che venga richiesto allo stagista di "recuperare" i minuti persi, è assolutamente improprio essendo lo stage un periodo di formazione e non un contratto di lavoro.

Idem la pretesa che lo stagista sia produttivo come un dipendente: ma stiamo scherzando? Lo stagista è lì per imparare!

Hai provato a esporre la situazione al soggetto promotore che attivato questo stage? Intuiamo che sia il centro per l'impiego della tua città, corretto? E' certamente vero che i rapporti di forza sono squilibrati, e che lo stagista è la parte "debole" in questa situazione; però è anche vero che il soggetto promotore dovrebbe fare proprio questo, vegliare affinché gli stage vadano per il meglio e correggere eventuali "deviazioni di rotta". In questo caso specifico, spiegando magari alla tua responsabile le differenze tra accogliere uno stagista e assumere un dipendente...

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