Non rispetto in ufficio
2 anni, 6 mesi fa di user282419
Buongiorno a tutti, creo questo topic per avere un consiglio. Ho intrapreso un tirocinio da metà gennaio in una grande azienda multinazionale in ambito aviation. Sono laureata magistrale in Ingegneria Gestionale, ho 30 anni (ahimè ho terminato tardi gli studi) e avevo assolutamente bisogno di fare esperienza non avendo mai lavorato, e di certo la pandemia degli ultimi anni non ha aiutato.
Il problema è che il capo non ha mai creduto in me, nonostante fosse stato proprio lui a farmi il colloquio. All'inizio sicuramente ho mostrato un po' di insicurezza, mi sentivo un po' goffa e impacciata per via di un ambientamento ancora in via di definizione, sfido chiunque a non avere problematiche alla prima esperienza di lavoro, in una grande azienda con un processo complesso e soprattutto con un capo che ad ogni minimo errore ti fa passare per incapace. Non mi ha mai considerato, ha iniziato a ignorarmi o snobbarmi bellamente in ogni occasione, a differenza dell'altro dipendente che segue a dovere in tutto e per tutto. Ha delegato tutto a due colleghi che fortunatamente mi hanno insegnato le basi per poter affrontare un minimo il mio lavoro da pianificatrice.
Fatto sta che ho iniziato a credere di non valere molto, come se non valesse la pena investire tempo sj di me per formarmi e farmi crescere, come se non ci fossero speranze. In una occasione ho cercato di fargli domande e avere un suo consiglio o linea guida, mi ha risposto alterato e arrabbiato, facendo passare la mia domande come inutile e banale "ancora non hai capito come si fa?".
Da lì gli ho pianto in faccia, perché va bene tutto ma essere trattata male senza motivo mi ferisce.
L'ultima umiliazione è avvenuta nelle ultime settimane, dove il capo ha dimostrato di non considerarmi per nulla: un collega, il giorno dopo l'ultimo di lavoro prima di pasqua, è risultato positivo al covid. Bene, lo hanno saputo tutti tranne me, nessuno ha avuto il pensiero di mandarmi un messaggio per avvisarmi, nonostante fossi stata con lui in ufficio l'ultimo giorno di lavoro.
La sfiga ha voluto che qualche giorno dopo son stata l'unica dell'ufficio ad essere risultata positiva, presumibilmente sopo il contatto col collega. Bene, il capo mi ha avvisato di tale positività solo quando gli ho comunicato la mia, come prevede la prassi. Mi sono innervosita molto, ho denunciato tutto alla responsabile HSE, perché purtroppo dopo questa mancanza di comunicazione, ho contagiato mezza famiglia. Ai primi sintomi se avessi saputo anche io della positività del collega mi sarei messa indubbiamente in quarantena. È stata una mancanza di rispetto enorme, che mi ha delusa molto, evidentemente non sono degna nemmemo di avere una tutela a livello di salute, basta che stavano bene loro.
Questo ovviamente non mi sta facendo vivere bene ulteriormente questo tirocinio, sono demotivata e non gradisco più la presenza di capo e colleghi, dato che a livello umano hanno mostrato il loro poco valore. Bisogna essere prima persone, e poi ingegneri. Cosa mi consigliate di fare? Mancano due mesi e mezzo alla fine del tirocinio, inizio a cercare altro? Ma a questo punto questa esperienza a cosa serve se non raggiungo almeno il 70% delle presenze?
Attendo consigli... grazie a tutti!
livio88
2 anni, 3 mesi fa
Ciao, guarda voglio essere il più schietto possibile in questa risposta, così da forse "smuovere" qualcosa in te.
Redazione_RdS
2 anni, 6 mesi fa
Con una situazione simile, è certamente una buona idea quella di mettersi a cercare un'altra occasione, anche senza aspettare il termine della durata prevista per lo stage. L'esperienza resterà comunque nel tuo curriculum; ci sono motivi specifici per cui fai riferimento alla percentuale minima del 70% delle presenze? Stai per caso facendo un tirocinio particolare, all'interno di qualche programma che prevede l'obbligo di effettuare almeno il 70% delle ore per avere un qualche attestato? Perché se si tratta di un tirocinio "normale", è comune che possa capitare di interromperlo anticipatamente (non molto tempo fa abbiamo approfondito questo argomento, ecco il link all'articolo: https://www.repubblicadeglistagisti.it/article/interruzione-anticipata-tirocinio-garanzia-giovani-in-toscana-insoddisfacente) e ciò non ha conseguenze; se non quella, abbastanza improbabile, che ti venga chiesto durante un colloquio di spiegare la durata un po' ridotta di quel tirocinio.
Rispetto a quel che ti sta accadendo, durante uno stage come in qualsiasi esperienza professionale può capitare di non entrare in sintonia con i colleghi, con il capo, o con il tutor come nel tuo caso. Non bisogna mai dimenticare che i rapporti di lavoro sono sempre e comunque rapporti tra persone; e le persone hanno ciascuna il proprio carattere, i propri punti di forza e di debolezza, si portano dietro il proprio bagaglio di esperienze pregresse, talvolta di insicurezze, aggressività. Essere professionali vuol dire ovviamente imparare a interagire professionalmente, cioè a non lasciarsi guidare dal proprio umore o dalle proprie simpatie nei rapporti con colleghi, superiori, clienti e così via, instaurando invece relazioni basate sull'efficienza, la collaborazione, il lavoro di squadra per lavorare il meglio possibile.
Essendo una grande azienda, forse sei ancora in tempo per trovare, all'interno del tuo ufficio, qualcun altro a cui fare riferimento e che possa diventare il tuo tutor di fatto.
Un'altra strada che potresti intraprendere è quella di richiedere un colloquio con l'ufficio HR, ed esporre il tuo caso, chiedendo magari se non sia possibile simulare una sorta di "rotazione" e farti proprio cambiare ufficio, permettendoti di svolgere gli ultimi 2 mesi di stage con un tutor differente, per vedere se magari in un ambiente nuovo riesci ad ambientarti meglio e a imparare quel che finora hai avuto difficoltà a imparare proprio a causa della non facile relazione con il tutor che ti è stato assegnato.
In questo caso potresti anche usare l'accadimento della positività Covid; il modo in cui è stato gestito, senza avvisarti preventivamente, è francamente molto scorretto ed è giusto che l'ufficio HR ne sia al corrente e che qualcuno si prenda le responsabilità per questa mancata comunicazione che ti ha impedito di proteggere la tua famiglia dal contagio.
Ultimo appunto: dalle righe che scrivi emerge anche un po' di insicurezza, come se tu partissi già con il freno a mano tirato, in qualche modo timorosa di non avere le carte in regola; magari c'è un po' di senso di inadeguatezza per il fatto di esserti laureata troppo tardi? Questa insicurezza probabilmente sta alla base di una sensibilità molto accentuata, che potrebbe (è un'ipotesi) portarti magari a sopravvalutare la portata degli eventi in ufficio, magari a percepire in maniera ingigantita una ostilità; oppure a reagire in maniera molto emotiva (scoppiare a piangere) di fronte a una critica.
Intendiamoci, siamo tutti esseri umani, il pianto è un modo umano di esprimere dolore, gioia, frustrazione e tanti altri sentimenti. Non è a priori sbagliato restare umani anche sul posto di lavoro, gli ambienti di lavoro dove tutti sono dei robottini senza sentimenti, senza vita privata, senza emozioni non sono certamente i migliori dove stare. Dunque può capitare di emozionarsi o arrabbiarsi fino alle lacrime, anche in ufficio.
Ma forse puoi fare un po' di introspezione, magari cercando anche (se puoi e vuoi permettertelo) un supporto esterno, un parere professionale che possa aiutarti ad acquisire più fiducia in te stessa, a non sentirti così "esposta", così "nuda" sul luogo di lavoro, a non percepire ogni critica come una "coltellata". Bisognerebbe tendere a trovare un equilibrio, in modo da avere le spalle larghe e non lasciare che i giudizi altrui - nella vita privata come in quella professionale - siano in grado di ferirci così tanto.
In bocca al lupo e torna a raccontarci come va!
weldIng
2 anni, 6 mesi fa
Ciao,
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