Stagista per un giorno
4 anni fa di FTripodi
Buongiorno, ho appena terminato lo stage più breve della mia vita.
Ieri ho fatto il primo giorno di stage presso un'azienda ospitante, rispettando i termini contrattuali sottoscritti e dichiarati tanto nel video colloquio conoscitivo intercorso con l'azienda ospitante, quanto nel contratto sottoscritto da me, l'azienda ospitante e quella promotrice; ma sono stato "licenziato" (passatemi il termine irregolarmente usato).
Nello specifico nel mio contratto è riportato che per 3 mesi sarei stato in apprendistato dalle 9:00 alle 16:00, venendo affiancato ad un tutor e ricevendo un rimborso spese. Se allo scadere di questo trimestre fossero stati confermati gli estremi per la prosecuzione della collaborazione, allora sarebbero stati aggiunti ulteriori 3 mesi.
Il giorno 2 novembre mi sono recato al lavoro arrivando 5 minuti in anticipo (8:55) e mi sono presentato aspettando di poter essere introdotto come figura professionale nello spazio che mi sarebbe stato adibito.
Sono stato in affiancamento per tutta la mattinata ad una persona, il responsabile ufficio, presumendo che questa persona dovesse essere il mio tutor.
Nel pomeriggio sono stato affiancato ad altre 3 persone differenti, aventi i primi due il ruolo di dipendenti semplici e la terza il ruolo di factotum del responsabile d'ufficio (almeno da quello che ho compreso nelle relazioni inter-personali e lavorative intercorrenti, essendo l'ultima più capace degli altri a sbrigare anche faccende complesse).
Nel periodo di lavoro sono sottostato senza problemi a tutte le richieste ricevute, comprendenti: test medico sars-cov-2 (risultato negativo), l'uso costante della mascherina e sanificazione mani per tutto l'ambiente, cambiamento postazione, risposta ai quesiti del tutor quando mi venivano posti.
Per essere il più produttivo possibile ed il meno costoso per l'azienda, visto che il mio guadagno consisteva appunto nel rimborso spese, non ho fatto pausa pranzo nè ristoro. Anche quando ero obbligato a non stare in affiancamento a causa dell'assenza di personale attivo, non ho effettuato spese da rigirare all'impresa.
Ho continuato la mia giornata formativa fino a sera, arrivando come orario alle quattro e mezza o cinque meno un quarto, non saprei essere più preciso. A quel punto rispondo alla domanda del tutor e responsabile ufficio sulla durata della mia permanenza in sede decisa nel contratto e le dico che sulla carta avrei dovuto fare al massimo fino alle 16:00. Per tale ragione le ho mostrato l'accordo sottoscritto. La nozione ha lasciato smarrita questa persona, essendo all'oscuro dei termini di stage, facendola rimanere sorpresa che io fossi rimasto più del dovuto.
Decidiamo dunque pacificamente che me ne sarei potuto andare, avendo terminato l'orario descritto, anche per il timore di problemi tecnico assicurativi già presentati alla mia persona dall'azienda promotrice. Infatti la mia formazione nell'azienda ospitante sarebbe già dovuta iniziare il 29/10, cosa dichiarata come impossibile perchè l'accordo tra parti è stato raggiunto solo il giorno 30/10 e un inizio precedente avrebbe causato beghe legali.
Mi lascio con i dipendenti in buoni rapporti, avendo trovato lì un clima piacevole e collaborativo, ricevendo anche l'encomio di essere rimasto più dei termini pattuiti.
Arrivato a casa, leggo la mail di interruzione stage perchè avrei avuto comportamenti poco professionali e piuttosto ostativi.
Quest'oggi mi arriva come spiegazione da parte dell'azienda promotrice che il motivo della fine dello stage è dovuto al fatto che me ne sono andato ante tempo (quello voluto e a me sconosciuto) e avrei fatto leggere il contratto di lavoro al responsabile d'ufficio (rendendola così edotta delle dichiarazioni contrattuali). L'azienda ospitante infatti voleva che io rimanessi fino all'orario di chiusura, vale a dire le 17:30, orario che non mi era stato comunicato e che non mi era stato richiesto.
Mi domando dunque come mai non mettere a questo punto in chiaro con me, almeno in via ufficiosa, le aspettative che avevano.
In definitiva il contratto di stage che avevo sottoscritto presentava già di per sè questioni al limite dello schiavismo, visto che avrei dovuto fare per 3+3 mesi il medesimo lavoro degli altri dipendenti (stipendiati), con unico pagamento il rimborso spese.
Mi domando che senso possa avere non dare a me tale informazione o quanto meno darla a qualcuno che me la poteva far conoscere. Grazie
Redazione_RdS
4 anni fa
La prima risposta che viene da dare, caro FTripodi, è che dietro questa vicenda ci sia un equivoco su come intendere il tirocinio. Si tratta di una prima esperienza di una persona alle prime armi presso un'azienda in un settore di suo interesse e nel quale vorrebbe lavorare. Lo scopo è quindi imparare il mestiere e anche integrarsi con un gruppo, l'organico aziendale, con cui poi passare le giornate lavorative in un eventuale futuro. Fondamentale è dunque che con questi si crei un buon clima.
Ma non solo: quello che l'azienda si aspetta da uno stagista è soprattutto una gran dose di buona volontà: occorre cioè farsi vedere pieni di voglia di fare e di apprendere. Viceversa, se notassero in noi un atteggiamento di scarso interesse, allora di certo non faremmo una buona impressione. Sembrerebbe essere questo il tuo caso: effettivamente mettersi a precisare, proprio il primo giorno di lavoro, che l'orario di uscita è stato superato, non ti mette in buona luce. Sembra che tu stia lì a contare i minuti per andartene. La regola dovrebbe essere quella della flessibilità e la disponibilità di andare anche un po' più a lungo dell'orario previsto, seguendo l'attività del resto dei dipendenti. Senza strafare, certo, né seguendo turni massacranti. Ma neppure stando lì a controllare l'orologio. Ci vuole insomma la dimostrazione di un po' più di entusiasmo e flessibilità, altrimenti saranno portati a pensare che quel percorso non fa per te.
Speriamo ti si presentino al più presto nuove occasioni.
E torna a scriverci per farcelo sapere!
Un caro saluto
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