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Accettare il tirocinio nell'azienda dei sogni o meglio il contratto nella piccola impresa?

4 anni, 1 mese fa di IlariaIng

Apro questa discussione nella speranza di schiarirmi le idee, mi trovo ad un bivio angosciante.
Ho 27 anni, mi sono laureata a dicembre 2019 in Ingegneria dei materiali. Con l'arrivo della pandemia sono rimasta a bocca asciutta, mi sono così iscritta ad un corso formativo garanzia giovani con tirocinio di due mesi, iniziato a settembre in una piccola azienda familiare di coibentazione. Mi hanno chiesto di restare, non hanno ancora formulato una proposta concreta ma sarà sicuramente un apprendistato a circa 1200 al mese. Nel frattempo ho ricevuto una proposta di stage da un'altra azienda importante, leader nel settore delle biciclette, a cui ho mandato il cv molte volte negli anni. La proposta iniziale era di 500 al mese per 6 mesi, al mio rifiuto mi hanno proposto di tirare a 900, per una mansione inizialmente come videoeditor di manualistica audiovisiva e successivamente di supporto al team di processo.
Ora mi trovo in crisi su cosa scegliere: da un lato l'azienda di mio interesse, che mi offre un misero stage, ed un ingresso con mansione per nulla pertinente, ma un'ottima voce sul cv. Dall'altra la piccola aziendina, dove mi offrono un contratto migliore e mi trattano coi guanti bianchi, ma dove so che la mia crescita sarà limitata, non essendoci una figura qui come la mia che possa insegnarmi o formarmi, e che mi espone al rischio di rifiuti quando vorrò cambiare settore.
Per completare il quadro, mi mantengo quasi del tutto da sola dai 19 anni, sono allo stremo per una vita di sacrifici per pagarmi gli studi, l'affitto e tutto il resto, la piccola azienda è a 15 km da dove vivo ora, l'altra a 45 minuti di autostrada, siamo in periodo covid incerto e con uno stage non avrei alcun ammortizzatore sociale nè garanzie, anche se assicurano di voler assumere dopo. Che fare? Non so se seguire l'ambizione ma piegarmi al sistema degli stage uno dietro l'altro, o se scegliere di fermarmi a respirare con una temporanea stabilità, rischiando però di imparare poco. Non ci sto dormendo la notte.

Redazione_RdS

4 anni, 1 mese fa

Una cosa che si impara con gli anni è che non esistono quasi mai scelte giuste o sbagliate tout-court, specialmente nel mondo del lavoro. Esistono scelte giuste o sbagliate in una data situazione, in un dato momento. Una opportunità può essere ottima in un certo momento della nostra vita, a una certa età, con una certa situazione familiare e/o affettiva e/o finanziaria, e può non esserlo più un un altro momento.

Dunque per darti una risposta, cara Ilaria, bisogna tenere conto di tutti i fattori che elenchi. Sarebbe troppo facile dire "scegli il tuo cuore, vai nell'azienda dei sogni"; e avrebbe anche senso, dato che questa azienda ha dimostrato anche di volerti venire incontro, alzando (quasi raddoppiando, in effetti) l'indennità mensile proposta inizialmente.

Ma tra le righe leggiamo la tua insoddisfazione, e forse la tua decisione l'hai già presa. Perché non hai voglia di rischiare, in questo momento. Perché non hai voglia di farti 45 minuti di autostrada ad andare e 45 a tornare (a proposito, tutti i giorni l'autostrada rischia di incidere non poco sui 900 euro di indennità mensile...). Perché hai voglia di percepire una vera e propria retribuzione, con veri e propri contributi, dopo anni di sacrifici in cui ti sei mantenuta praticamente da sola durante gli studi. Perché con questi chiari di luna del Covid preferisci un contratto che ti tuteli in caso di un secondo lockdown, piuttosto che una qualifica di stagista che renderebbe molto più incerto il tuo futuro.

Sono tutti desideri e considerazioni ragionevoli. In più, noi possiamo solo dirti che niente ti legherà "per la vita" all'azienda di coinbentazione. E non è che aver lavorato in un'azienda del genere sia una "macchia" sul tuo cv: nessun lavoro è una "macchia", per nessun selezionatore HR serio. Vorrà dire che tra due o tre anni potrai tirare le somme, capire com'è andata in quell'azienda, cos'hai imparato, come ti sei trovata.

Le piccole aziende, noi lo diciamo sempre anche se in pochi ci credono!, hanno anche il vantaggio che si imparano cose molto più trasversali. Proprio perché si è in pochi si possono allargare i propri orizzonti. E magari non c'è una figura professionale proprio-proprio uguale a quella che tu vorresti diventare, non vedi all'orizzonte un "mentore" in grado di insegnarti il mestiere che hai sognato. Però c'è la possibilità che, una volta inserita nel percorso di apprendistato, tu individui in azienda altre figure da cui imparare.

Uno stage in una grande azienda è sempre elettrizzante perchè si pensa che figurerà bene sul cv, e perché la grande azienda - non neghiamolo - ha i suoi vantaggi, ha il "luccichio" della grande organizzazione, ogni ufficio ha la sua funzione, ci sono professionisti iperspecializzati per ogni settore di attività, c'è a volte anche un welfare di secondo livello che è allettante (al quale comunque, da stagista, non accederesti - sono pochissime le aziende che hanno incluso gli stagisti tra i beneficiari delle proprie misure di welfare, tipo Danone).

Ma quello che si guadagna in verticalità, in una grande azienda inevitabilmente si perde in orizzontalità. Una pmi è forse meno luccicante, ma se è ben organizzata e sana può offrire un ambiente altrettanto stimolante in cui crescere professionalmente. E poi, ripetiamo Ilaria, non è che accettare questo apprendistato significhi firmare per la vita. Ci saranno in futuro altre occasioni, e magari sarà un futuro meno incerto, che ti infonderà più voglia di rischiare rispetto a questo tempo strano di pandemia Covid.

In bocca al lupo... e torna a raccontarci la tua scelta. :-)

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