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La gavetta di una stilista!

6 anni, 4 mesi fa di Tacco100

Buongiorno, sono una giovane designer di 28 anni e da due anni mi sposto da Nord a Sud dell'Italia per fare stage, esperienza e crescere come professionista. Vi racconto in breve la mia esperienza. Ho iniziato in Veneto con un breve tirocinio curriculare di tre mesi a 300 euro al mese. Ho avuto, in seguito, un'opportunità di stage di 12 mesi in un'azienda a Napoli a 250 euro al mese che si è conclusa senza un inserimento aziendale. Il progetto era quello di creare un ufficio stile di giovani all'interno dell'azienda, per dare un'impronta innovativa ad un giovane brand che si stava lanciando sul mercato, insieme alla collaborazione di qualche stilista esperto esterno, però poi, purtroppo, l'azienda non ha voluto promuovere più questo progetto e ha preferito continuare collaborazioni esterne con i "vecchi con esperienza" (un classico in Italia). Essendo, dunque, "un di più" , non mi hanno rinnovato il contratto e sono andata via. Poco dopo ho avuto una nuova opportunità di stage di otto mesi in un ufficio stile, 600 euro al mese, senza inserimento aziendale, e giustificato su carta come "contratto di prestazione occasionale" , quando poi, di occasionale, non c'era niente, visto che svolgevo un lavoro di subordinazione a tutti gli effetti. Infine una nuova opportunità, di recente, conclusa qualche giorno fa, sempre come stagista in un altro ufficio stile in Campania. Lo stage, di 500 euro al mese, doveva partire, teoricamente, con Garanzia Giovani Campania, con la durata di sei mesi, finalizzata ad un ipotetico inserimento in ufficio. Le premesse erano propositive: disegnare il campionario e gestire tutte le dinamiche della collezione. Poi la realtà, dopo due mesi: il contratto tramite Garanzia Giovani Campania, dopo due mesi, non era ancora partito dunque, per giustificare i mesi di lavoro in ufficio, in attesa che la regione facesse avviare lo stage, ho firmato, nuovamente, un contratto di "prestazione occasionale" anche se, di fatto, ero una dipendente a tutti gli effetti. Facevo 2-3 volte a settimana ore di straordinario (fino alle 8/9 di sera dato che stavamo sotto collezione), ho usufruito sempre della mia attrezzatura (mi portavo il portatile PC da casa con la mia tavoletta grafica perchè l'ufficio non mi ha neanche dato una postazione grafica o pc personale su cui lavorare ma solo fogli e matita), quando si trattava di andare dai fornitori, spesso andavo con la mia macchina (le spese chiaramente non erano incluse nel budget) e in più oltre a disegnare dovevo svolgere anche mansioni di segretaria, sistemare fatture ecc visto che in ufficio c'ero solo io. Inoltre, nelle ore di straordinario e in qualche momento in cui ero sola con il mio datore di lavoro, mi venivano dette "battute ammiccanti e confidenziali" di poco gusto. Il tutto a 500 euro al mese! Lo stage si è concluso qualche giorno fa, dopo due mesi perché sono andata via, e mi sono dovuta sentir dire che non ho l'umiltà di fare gavetta, di fare ore di straordinario per disegnare una collezione, e svolgere il mio lavoro solo perché ho rivendicato i miei diritti di lavoratore e non sono stata a determinate circostanze (soprattutto confidenziali). Sono di nuovo in cerca (spero di non fare altri stage), ma con dignità, perché la dignità di un lavoratore viene prima di tutto.

Redazione_RdS

6 anni, 3 mesi fa

Ciao Tacco100, e grazie per la tua testimonianza che ci ricorda ancora una volta come funzioni l'inserimento nel mercato del lavoro di un giovane nel nostro Paese. Non sempre è così, fortunatamente. Ma quello che sta succedendo a te, gli stage seriali, i compensi da fame, i contratti irregolari, sono diventati praticamente la normalità, o comunque una condizione che interessa moltissimi giovani italiani, forse la stragrande maggioranza. Spesso poi questi inquadramenti, che sono tutto fuorché giustificabili, vengono fatti passare per gavetta, che significa attraversare una fase che culminerà con la stabilità professionale. Cosa che invece poi non si verifica.
Grazie ancora, Tacco, per averci raccontato il punto di vista di una designer, e speriamo che tornerai in futuro a darci qualche notizia positiva.

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