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Stage e gravidanza

6 anni, 6 mesi fa di user274619

stage

Buongiorno, volevo una vostra opinione in merito a ciò che mi è capitato in ambito lavorativo recentemente.
Sono una ragazza laureata da meno 24 mesi e iscritta al programma giovanisi (ho meno di 29 anni) della mia regione. Mesi fa mando in auto-candidatura ad una ditta molto grossa della mia città il mio curriculum, mi contattano dopo diversi mesi per propormi uno stage nell'ufficio acquisti.
Faccio il primo colloquio con una persona (a quel tempo ignara di tutto), mi dimostro disponibile allo stage e ad imparare, e specifico che la mia residenza dista pochissimo rispetto alla sede dove avrei svolto lo stage.
Dopo una settimana mi ricontattano per un secondo colloquio, nel mentre inizio ad avere dei ritardi ma non avevo la certezza assoluta della gravidanza quindi lascio correre, faccio il secondo colloquio senza speficarlo anche perchè ero molto dubbiosa che mi avrebbero scelta (sono reduce da molti rifiuti in ambito lavorativo, quindi ero convinta che anche questa volta sarebbe stato un "no" sicuro)...
Pochi giorni dopo mi arriva una chiamata dall'ufficio del personale (l'azienda ha sedi in diverse citta' di italia e anche all'estero), specificandomi che mi avevano selezionata e di mandargli i documenti per la convenzione di stage: mi specificano che lo stage sarà stipulato con un centro per l'impiego diverso da quello mio di competenza anche per sveltire le pratiche di quest'ultimo, in quanto il centro per l'impiego della mia città è molto lento e la procedura risulta più cavillosa, mi sdubbia un po' perchè al contrario del precedente stage che avevo svolto in un negozio, in questo caso invece che 36 ore (come previsto dalla mia regione di residenza) essendo stipulato con un centro per l'impiego di una regione diversa le ore sarebbero state 40. Vabè..
Nei giorni successivi scopro con certezza di essere incinta, mi consulto con il mio medico che mi conferma che non sono malata e sono assolutamente in grado di svolgere mansioni non fisiche e di ufficio.
Per correttezza mi ripresento nell'ufficio specificando la novità della mia condizione e rassicurando che sarei stata comunque in grado di svolgere l'attività che mi era richiesta e che una volta partorito avrei cercato in pochi mesi di ritornare operativa. All'incontro erano stati tutti rassicuranti "ti faremo sapere"
Insomma, alla fine, spariscono nel nulla.
Non mi viene dato nessun responso, ne di esser stata scartata ne nulla. Niente.
Solo io vedo lo reputo un atteggiamento vergognoso? Sia perchè non si trattava nulla di vincolante in quanto stage e non li vincolava praticamente a niente, poteva anche a me non piacermi il lavoro e loro verificare che non ero portata per la mansione, ma invece di testarmi e farmi provare sul campo hanno pensato bene di darmi il ben servito senza neanche dirmelo.
Alla fine c'ho pensato, ci vuole una bella faccia tosta dire ad una persona che prima avevi selezionato "no adesso non ti scegliamo piu' proprio per questo motivo e non per le tue qualità professionali (anche perchè in verità ero stata selezionata a tutti gli effetti, quindi potenzialmente potevo anche cominciare senza dire nulla)"
Rimane comunque l'amarezza, perchè siamo culturalmente molto arretrati e se ci si chiede perchè nel nostro paese c'è un totale crollo demografico uno dei motivi principali mi pare sia proprio questo.

weldIng

6 anni, 4 mesi fa

In risposta a #25645

ho scordato un punto:
il mio punto di vista vuole tenere conto delle logiche di un'azienda
ma dal punto di vista di una donna incinta può essere anche una tutela.
Pensi che sia impossibile che una donna incinta per mostrare che è brava e il suo stato non è un ostacolo al lavoro, possa trascurare quei piccoli segnali che qualcosa non va nella gravidanza? e se quei piccoli segnali trascurati si aggravassero..?

weldIng

6 anni, 4 mesi fa

In risposta a #25641


ciao,
la maternità è la condizione di avere figli, e avere figli non dovrebbe essere un ostacolo nel mondo del lavoro, né per mantenere il proprio posto di lavoro (con le proprie mansioni), né nel trovarne uno nuovo.
altrettanto non deve essere un ostacolo nel mondo del lavoro la condizione di essere in età fertile.

Essere in gravidanza (e puerperio) è una condizione a parte, è una condizione speciale,
non è patologica di per se ma oggi puoi stare bene, domani potresti avere una complicazione e finirti la gravidanza a letto, o partorire prematuramente, o potresti semplicemente stare male.
E non è un'evenienza rara. Ti garantisco che so di cosa sto parlando.
Il mio non vuole essere un punto di vista arcaico o maschilista, bensì tenere conto delle logiche di un'azienda, che sono quelle del profitto e dell'efficienza.

Nel tuo caso specifico quanto durava lo stage? e a quante settimane eri che l'hai comunicato?
Ricordiamoci cmq che anche se lo stage si può interrompere quando si vuole, un'azienda seria lo attiva con uno scopo, spesso è quello di risparmiare, ma eventualmente inserire la risorsa. e il tempo impiegato per formare una risorsa è cmq "denaro".
é tristemente logico che non abbiano voluto impegnarsi "assumendoti" sapendo che avevi una disponibilità limitata di tempo e un'indisponibilità improvvisa possibile.

In ogni caso se una persona ha le carte giuste si farà valere o con un'azienda o con un'altra.



user274619

6 anni, 4 mesi fa

In risposta a #25405

Anche questo lo reputo un discorso pretestuoso e con poca base logica.
Allora, se uno ha la fortuna di avere già un contratto a tempo indeterminato è giusto che abbia tutte le tutele del caso.
Io che, per sorte diversa, mi approcciavo a farmi conoscere in questi mesi da questa azienda (e non chiedevo sconti a nessuno sia ben chiaro) non ne ho diritto: e sulla base di quale assurda logica scusami? 
Oltretutto io non pretendevo neanche le tutele del caso, perchè se con il contratto di stage non avrei avuto qualcun tipo di tutela ne dal punto di vista dello stipendio ne dal punto di vista del congedo. Una volta finito lo stage, non avrei percepito alcun compenso: allora, di cosa stiamo parlando?

Inutile poi affermare che "ovviamente la maternità non deve essere un ostacolo a trovare lavoro" se tu come prima mi stai dicendo che effettivamente una donna, se è incinta, è bene stia a casa e che non si azzardi neanche a cercare un lavoro perchè "è una bomba ad orologeria" Ma bomba ad orologeria di cosa? Probabilmente non hai idea di cosa significhi rimanere incinta, non è una condizione patologica come questa mentalità arcaica di questo paese ci vuole far credere, io sono perfettamente in grado di svolgere qualsiasi attività di lavoro di ufficio, non ho conseguenze fisiche. Aggiungiamoci che si parlava di un contratto di stage, quindi se l'azienda si rendeva conto che effettivamente non ero in grado di svolgere il lavoro poteva interrompere il rapporto quando voleva. 

weldIng

6 anni, 5 mesi fa

In risposta a #25404

ciao,
vorrei spiegarmi meglio perchè forse non è chiaro che quello che ho scritto va contestualizzato alla situazione della ragazza che ha scritto il post.
Per me è perfettamente comprensibile che un'azienda non INIZI un rapporto di lavoro o una convenzione di stage con una donna incinta, perchè dopo pochi mesi, al massimo 7 starà a casa per minimo 5 mesi.
sempre se va tutto bene (cosa che non è detta perchè la gravidanza di per se porta sempre dei rischi o dei disagi)
L'azienda spende tempo per formare una persona sapendo già che farà un lungo stop. per me non ha proprio senso.

Una donna che sia già inserita in azienda invece va assolutamente tutelata e salvaguardata,
durante la gravidanza, e una volta che sia rientrata avendo tutte le possibilità di avere il suo posto com era prima e la possibilità di flessibilità senza essere demansionata o obbligata ad andarsene.

Ovviamente la maternità in senso generale non dovrebbe rappresentare un ostacolo ne a trovare un lavoro, ne a mantenere il proprio, e sono felicissima che esistano aziende lungimiranti che apprezzino il valore aggiunto che porta questa particolare condizione,
ma la gravidanza (e il puerperio) di per sè è un periodo a parte, delicato e imprevedibile.



Redazione_RdS

6 anni, 5 mesi fa

Caro WeldIng,
permettici di replicare al tuo commento "Una donna incinta è una bomba a orologeria": un po' allarmistico, e forse anche lontano da qualsiasi criterio scientifico, non trovi? A dirla tutta ci sembra anche una visione un po' miope. Se davvero le gravidanze e i periodi di maternità fossero come tu li descrivi si fermerebbe il mondo. Dobbiamo invece cominciare a concepire la maternità come una risorsa per le donne e per le aziende. E per fortuna per qualcuna già lo è. Dai un'occhiata se hai voglia a questo nostro recente articolo: https://www.repubblicadeglistagisti.it/article/danone-e-maam-non-potevamo-che-far-parte-di-questo-progetto
E un caro saluto
In risposta a #post25367

weldIng

6 anni, 6 mesi fa

ciao,
il mio commento va un po' controcorrente.
posso capire in tutta onestà la posizione dell'azienda, se sei incinta sarai almeno di 2-3 mesi, inizi a lavorare e dopo 6 mesi stai a casa.
la maternità obbligatoria è 5 mesi, pensi realmente di tornare a lavorare a 3/4 mesi del bimbo?
e poi dai per scontato che facendo un lavoro d'ufficio tu possa lavorare come se niente fosse..
mica è detto, la gravidanza può dare problemi improvvisamente. oggi lavori, domani hai un problema e sei messa a letto per gravidanza a rischio.. e l azienda che fa?
e se al parto ci sono problemi?
una donna incinta è una bomba a orologeria, e lo è in qualsiasi paese  al mondo.
capisco l amarezza, ma vedila anche come un modo di tutelarti.




Redazione_RdS

6 anni, 6 mesi fa

Maryanne no, non devi lasciar perdere, devi insistere! La voglia di metterti in gioco non ti manca, e la devi sfruttare. Vedrai che qualcosa prima o poi arriverà. Tra l'altro proprio oggi abbiamo pubblicato un articolo che parla di come le aziende possano concepire la maternità in modo 'moderno', sfruttandone tutti i vantaggi che questa condizione inevitabilmente porta con sé, anche dal punto professionale. Dai un'occhiata in homepage! :-) 



In risposta a #25328

user274619

6 anni, 6 mesi fa

Vi ringrazio molto della risposta. Sa, io sono una persona che cerca sempre di non rimanere inattiva, anche perchè, non avendo ancora una situazione lavorativa stabile ed essendo la gravidanza insorta in maniera del tutto inaspettata, mi sentivo pronta anche a continuare a lavorare e perchè no? Magari trovare pure lavoro. Ora francamente dopo quest'ultima esperienza ho deciso di lasciar perdere, in Italia da questo punto di vista siamo rimasti all'età della pietra.
Quello che mi fa più rabbia è che io mi reputo una persona che cerca sempre - in tutti gli ambiti, ma sopratutto quello professionale - di comportarsi nella maniera più corretta possibile, dal lato invece dei datori di lavoro ho notato negli anni  comportamenti veramente discutibili. 
Sembra che nel mondo del lavoro, non si investa affatto sulla persona, sulle qualità della persona ma, su quanto sei pronto ad accettare supinamente condizioni di lavoro discutibili, orari improponibili e paghe da fame. 
E' evidente che non ero stata selezionata per le mie qualità ma esclusivamente perchè abitavo vicina ad ero disposta a lavorare 40 ore settimanali per 500 euro al mese: non mi viene in mente altro motivo se poi sono stata scartata in maniera così maleducata ed ignobile.
Sono veramente disgustata. 
In risposta a #25324

stagistaalleprimearmi

6 anni, 6 mesi fa

Ciao, io ho 31 anni e non passa un'intera settimana senza che qualcuno non mi ricordi che "sto diventando vecchia" e che è ora di mettere su famiglia.
Ma un contratto determinato dopo l'altro, come posso anche solo pensarci?
Hai perfettamente ragione, ci rinfacciano il calo delle nascite ma questo è quello con cui dobbiamo scontrarci.
Senza parlare poi di quello che verrà dopo, anche se hai un contratto.
Mobbing perché sei meno produttiva, perché non ti fermi fino a tardi, perché magari scegli di allattare, o perché baby sitter + asilo nido costano più del tuo stipendio...
Che futuro ci aspetta? Non lo so davvero.
Non so come consolarti o cosa consigliarti, volevo solo esprimere la mia vicinanza, perché in fondo abbiamo nomi diversi, veniamo da città diverse, abbiamo vissuti diversi, ma siamo destinate a scontrarci tutte, o quasi, con lo stesso problema.
In bocca al lupo per il tuo - il vostro - futuro!

Redazione_RdS

6 anni, 6 mesi fa

Ciao Maryanne,
la tua testimonianza colpisce molto. Per due motivi. Il primo è che - purtroppo - non capita molto spesso che una ragazza al di sotto dei trent'anni avvii una gravidanza mentre è in cerca di lavoro. E questo perché - e questo è appunto il secondo motivo - nel nostro Paese, proprio come il tuo racconto dimostra, il percorso si presenta già in partenza come quasi impossibile. Piange davvero il cuore a sapere certe cose. Perché, come ti ha specificato anche il medico con cui ti sei consultata, non avresti avuto nessun problema a portare avanti un'attività lavorativa in un ufficio, seppure incinta (una condizione che non è assolutamente di impedimento al lavoro in linea di massima). Hai ragione, più che ragione a giudicare vergognoso il comportamento dell'azienda nei tuoi confronti. Specie perché trattandosi di uno stage non ti avrebbero nemmeno dovuto garantire un'assunzione e quindi non possono neppure trincerarsi dietro la scusa di un'eventuale assenza per maternità. Quanta arretratezza, davvero.
Grazie per il tuo racconto, torna a scriverci e in bocca al lupo per tutto!

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