La pazienza è la virtù di Garanzia Giovani...
6 anni, 7 mesi fa di Gaia_De_Sanctis
Garanzia giovaniTirocinio formativo
Buongiorno a tutti.
Da un po' seguo questo sito, in particolare le esperienze di chi un po' come me è in una certa situazione, e vorrei condividere la mia esperienza per ricevere qualche consiglio e vedere il contesto da punti di vista diversi dal mio.
Attualmente sono tirocinante Garanzia Giovani in una microazienda.
Sulla carta stilata dall'ente coordinatore, in teoria, avrei dovuto svolgere quest'esperienza formativa basandomi su mansioni che corrispondono al mio studio - e che avevo già svolto nei miei precedenti (purtroppo quasi sempre temporanei) lavori nel corso di almeno 5 anni. Uno di questi anni è stato inoltre svolto all'estero, esperienza che ho dovuto interrompere volontariamente per tornare in Italia a causa di problematiche di salute.
Ora, ho iniziato il tirocinio Garanzia Giovani 5 mesi fa e mi metto le mani nei capelli perché mi sembra che non ci sia NULLA che vada come deve andare.
Per prima cosa, si tratta di un tirocinio formativo. D'accordo che questi tirocini, in Italia, sono fondamentalmente dei veri e propri lavori sottopagati, ma si suppone che il tirocinante perlomeno impari qualcosa di settoriale e che approfondisca le sue capacità pregresse, cosa che io non sento di stare facendo. Nel mio caso, il SECONDO giorno di tirocinio il mio tutor in persona, che è il titolare dell'azienda, mi dice chiaro e tondo "Io non sono un insegnante e tu sei qui per lavorare", il che vanifica del tutto il senso del tirocinio in sé, mi pare. Contando che lavoro 40 ore a settimana per una miseria, la cosa è irritante.
Questa persona non ha alcuna esperienza per quanto riguarda gli argomenti del mio tirocinio per cui non solo non può insegnarmi niente, ma non si è mai nemmeno dato la pena di ascoltarmi o chiedermi cosa sapessi fare, perché l'unica cosa che pretende è che le cose si svolgano solo e soltanto come lui dice.
Il tempo passa e purtroppo mi rendo conto che l'atmosfera del luogo di lavoro è resa invivibile proprio da lui, non soltanto nei miei confronti ma in quelli di tutti i dipendenti. E' sgarbato, umorale, gli insulti e le grida sono all'ordine del giorno, non è raro che parli male dei dipendenti (me compresa) in loro presenza e di fronte a clienti oppure operatori esterni. Molto spesso è lui a decidere cosa e come svolgere il mio lavoro e io eseguo - SEMPRE aspettando la sua conferma prima di agire - e... spesso vengo ripresa perché dopo una settimana sembra essersi dimenticato totalmente che è stato lui a darmi tali istruzioni, accusandomi di aver fatto di testa mia.
Se poi commetto degli errori (confesso le mie colpe, è un settore merceologico in cui non ho mai lavorato per cui, se nessuno mi insegna, mi tocca imparare dagli sbagli) passo per stupida. Per più stupida di quanto non passi già.
La situazione non mi pare sia in procinto di migliorare, e ora che il tirocinio sta per terminare mi trovo in preda ai dubbi.
I colleghi più anziani mi rassicurano dicendo che nessuno è mai stato lasciato a casa (ma chi se n'è andato l'ha fatto perché si è licenziato... come testimonia il forte ricambio di personale avvenuto nel corso di pochi anni) e che è molto probabile che mi assumerà come apprendista, ma se non so se fidarmi. Io e il capo/tutor siamo davvero due opposti e il nostro rapporto è freddo e distante (da entrambe le parti, lo ammetto, in sua presenza non mi sento a mio agio), perciò forse alla scadenza dei sei mesi mi lascerà a casa e amen.
D'altro canto, se decidesse di tenermi come apprendista mi ritroverei a continuare una situazione lavorativa al limite dell'assurdo, fatta di recriminazioni (spesso gratuite), frasi infelici e trattamenti da sufficienza.
Al momento sono molto arrabbiata perché mi aspettavo qualcosa di molto diverso. Avevo già svolto un altro tirocinio GG diversi anni fa e, seppure nemmeno l'altra azienda si fosse comportata esattamente come avrebbe dovuto, c'era possibilità di dialogo, di poter migliorare le cose, io e il tutor di allora potevamo confrontarci e quantomeno venivo ascoltata. Inoltre - e qui c'è la nota dolente - all'epoca l'ente che coordinava il mio tirocinio era presente. La responsabile dall'ente mi contattava ogni tanto per accertarsi di come stesse procedendo, se venissi pagata regolarmente, se avessi commenti da fare, mi sentivo quindi seguita e, in un certo qual modo, "tutelata".
In questo caso invece l'ente è diverso e gli unici momenti in cui ho sentito la responsabile sono stati quando lei mi sollecitava per avere i fogli presenze firmati. Mai una domanda, mai la richiesta di fare due chiacchiere per controllare la situazione, e ho oltretutto scoperto che verso la fine del mio tirocinio lei chiamerà a colloquio me e il mio tutor... insieme. Nemmeno lo sforzo di chiedere colloqui separati per avere una visione obiettiva, o di prestare almeno un pizzico di attenzione in più a me, che sono il soggetto del tirocinio, mentre non lo è il mio capo.
Inoltre, un'amica che a sua volta ha svolto un tirocinio (con un altro ente coordinatore) ha effettuato anche una sorta di "valutazione del tirocinio" intorno a metà dello stesso. Io neanche.
Sono profondamente demotivata. Come molti altri, il lavoro mi serve e non voglio saltare di lavoro precario in lavoro precario. Quando mi resi conto dell'aria che tira in azienda mi sono detta che avrei potuto collezionare gli anni dell'apprendistato per valorizzare il mio curriculum (un lavoro duraturo è comunque preferibile a tanti saltuari) ma a quanto punto ho quasi paura di non essere davvero in grado di fare niente. Al momento non ho libertà di migliorarmi a livello lavorativo, eseguo gli ordini impartiti, non sto imparando e anzi non posso nemmeno sfruttare quel che so già fare perché al tutor non va bene ciò che non viene svolto a modo suo.
Vero che manca ancora un mese alla fine ma dubito che cambierà la china: per quanto mi riguarda, questo "tirocinio formativo Garanzia Giovani" si sta rivelando fallimentare sotto OGNI punto di vista.
Ma cosa posso fare? Se il capo mi confermerà l'apprendistato lo accetterò senz'altro - cedendo al ricatto della crisi, che per un pugno di soldi consente a chiunque di assumere gente e trattarli come stracci - ma qui di certo non ci vedo il mio futuro. Resistere per i tre anni dell'eventuale apprendistato? Andarmene prima? Cercare altro?
Qui in Italia non vedo prospettive, ma non posso permettermi di andarmene di nuovo.
Scusate il papiro, ma sento di avere le mani legate.
Che tristezza.
Gaia_De_Sanctis
6 anni, 7 mesi fa
In risposta a #25209
Il triste problema è che io non sono affatto alle prime armi. Ho quasi 30 anni e ho già lavorato in diversi posti, e francamente non ho voglia di essere trattata invece come una pezza da piedi perché il mio capo è abituato a comportarsi come un ragazzino - malgrado non lo sia affatto.
Oggi ho avuto un confronto con un dipendente esterno, il quale mi ha confermato che nell'azienda, prima di me, il ruolo che ora ricopro NON ESISTEVA. Il concetto di tirocinio formativo quindi svanisce nel nulla, siccome ciò mi conferma di come nessuno mi possa insegnare nulla del settore in cui invece ero interessata, e sarà mia premura farlo presente se mai il mio ente coordinatore se ne interesserà.
Purtroppo gli sviluppi non sono rosei. Il datore di lavoro ora pretende da me che svolga compiti che non solo esulano completamente dal mio ruolo ma per i quali ho avversione, e che non ho la minima intenzione di svolgere in nessun futuro (per intenderci, la venditrice telefonica).
Visto l'avvicinarsi del termine del tirocinio credo sia arrivata l'ora di parlare e mettere in chiaro le cose. D'accordo l'accettare proposte quantomeno decenti pur di non rimanere disoccupati, ma non a costo di sacrificare il rispetto per me stessa, come lavoratrice e come persona.
Redazione_RdS
6 anni, 7 mesi fa
Care ragazze,
siamo contenti che questo forum abbia anche questa utilità, e cioè consenta di sfogarsi e allo stesso tempo confrontarsi ai giovani alle prese con le prime difficoltà dovute all'ingresso nel mondo del lavoro. Perché proprio di questo si tratta: problemi che sembrano insormontabili agli inizi, ma che poi con il tempo si imparerà per forza di cose a gestire. Su questo vi vogliamo quindi tranquillizzare: le vostre sono situazioni molto comuni. Nei luoghi di lavoro si replicano le dinamiche della vita normale, e si creano inevitabilmente antipatie e simpatie che dipendono dai caratteri di ognuno e che prima o poi si impareranno a tenere sotto controllo. L'importante è imparare a non cedere a questo tipo di intoppi.
Quindi siamo d'accordo sulla scelta di Gaia: accettare l'offerta che arriverà - se arriverà. Stringere i denti pensando a quello che più ci piace di quel lavoro, senza smettere però di guardarsi intorno in cerca di opportunità migliori. E' questo il modo migliore di porsi per non lasciarsi sopraffare.
Fateci sapere gli sviluppi, e un caro saluto
In risposta a #post25152
Gaia_De_Sanctis
6 anni, 7 mesi fa
In risposta a #25152
Sigh e sob.
chocolate91
6 anni, 7 mesi fa
Cara Gaia, non hai idea di quanto io ti capisca... stessa identica situazione.
Torna al più nuovo