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Questione di pochi minuti

6 anni, 8 mesi fa di marchino1991

orario di lavorostageTutor

Buonasera, ho iniziato a febbraio uno stage di 6 mesi presso Siena, che dista circa 100 km da casa mia, al colloquio quello che è diventato ora mio tutor mi disse che era importante che fossi in ufficio alle 8 di mattina (quindi con sveglia alle 5,30) e cambio tra treno ed autobus, ma che per l'uscita ci saremmo venuti incontro, quindi permettendomi di uscire alle 16,15 e non alle 17 per permettermi di arrivare alle 18,30; poi in caso ci fossero stati problemi e cose da finire sarei rimasto quanto necessario, oggi invece mi dice che dovrò cominciare ad abituarmi ad uscire alle 17 anche senza particolari esigenze lavorative, ma solo perchè "devo". L'uscita alle 17 però mi fa arrivare alle 20 a casa e dopo essere partiti alle 6 di mattina sarebbe una cosa un pò pesante, e 45 minuti in meno non cambiano molto a livello produttivo. Tanto lui anche se esce alle 5 con la macchina alle 6 è a casa e non gli interessa più venirmi incontro.

Potreste darmi dei consigli?

Grazie a tutti.

marchino1991

6 anni, 7 mesi fa

In realtà ricevo un compenso abbastanza alto per uno stage (1000€ lordi), la mia questione era più di "parziale" venir meno alle parole dette, e magari mi sarei potuto organizzare diversamente con una stanza... comunque i km non sono un problema visto che ho fatto il pendolare alle superiori e in parte all'università. l'orario ricalca quello detto da voi anche se nel contratto sarebbe 9-13 e 14-18, quando io entro alle 8 per esigenze lavorative, quindi diciamo che ci veniamo incontro entrambi.In risposta a #25083

Redazione_RdS

6 anni, 7 mesi fa

Questa è una situazione abbastanza frequente: il tema degli orari che uno stagista deve rispettare viene tirato fuori molto spesso. Bisogna sempre innanzitutto ricordare  (non ci stanchiamo di ripeterlo!) che lo stagista non è un dipendente: il rispetto degli orari dunque afferisce, in questi casi, più a un percorso formativo in cui imparare la puntualità fa parte dell'acquisizione di quei "soft skills" fondamentali per saper stare in un posto di lavoro che non a un obbligo contrattuale di essere presenti da una certa ora a una certa ora in ufficio per svolgere le mansioni previste. In altre parole, tra gli obiettivi di uno stage c'è anche quello di far apprendere al tirocinante cosa vuol dire avere degli orari e doverli rispettare.

In questo senso, benché forse un po' duro, il commento di Stagistaalleprimearmi è corretto. Nel momento in cui tu hai accettato lo stage, Marchino, eri a conoscenza del fatto che la sede dell'azienda distava ben 100 km da casa tua, e che dunque sarebbe stato molto impegnativo raggiungerla ogni giorno. Non si tratta certo di qualcosa di impossibile: decine di migliaia di lavoratori fanno i pendolari e compiono quotidianamente tratte simili, talvolta addirittura per anni. Certamente però è inusuale fare uno stage così lontano dal proprio luogo di residenza, dato che questo inquadramento non è un contratto non prevede una retribuzione (tutt'al più un rimborso spese mensile), né tantomeno indennità di trasferta.

Una volta partito lo stage, a quel punto che lo stagista abiti dietro l'angolo oppure che debba farsi un'ora di treno per arrivare in ufficio non è affare dell'azienda.

Sembra un discorso duro, in realtà poi anche le relazioni professionali sono rapporti umani, dunque spesso si riescono a trovare orecchi attenti e arrivare a mediazioni ragionevoli, come ci auguriamo stia accadendo anche a Marchino: insomma, certo non è colpa dell'azienda se lo stagista abita lontanissimo, ma c'è anche la possibilità che capisca la situazione e decida di venirgli incontro. Però è bene sapere che non è tenuta a farlo: se gli orari sono quelli, quelli sono e vanno rispettati.

L'impegno orario settimanale dello stagista dovrebbe essere indicato nero su bianco sulla convenzione di stage (Marchino, tu hai una copia della tua?), e ricalca solitamente l'orario di lavoro dei dipendenti, indicato sul contratto nazionale corrispondente al settore di attività dell'azienda. La norma sta tra 36 (quasi solo gli enti pubblici) a 40 ore settimanali, dunque se si attacca alle 8 di mattina l'orario probabilmente sarà 8-17 con un'ora di pausa pranzo.

marchino1991

6 anni, 7 mesi fa

attualmente sono stagista quindi non ho cartellini da timbrare, ma ho solo da rispettare il 70% delle presenze (cosa senza dubbio) visto che dal 7 febbraio sono mancato 3 volte (1 per neve, 1 per mancanza tutor e l'altra per la visita medica). Diciamo che se avessi saputo fin dall'inizio che sarei stato "vincolato" avrei preso una stanza in affitto. Comunque lui mi aveva indicato da aprile di cominciare a rimanere di più ma già dalla scorsa settimana sono rimasto la mezz'ora in più (visto che poi devo comunque uscire alle 16,45 per l'autobus).


Grazie.
 In risposta a #25080

stagistaalleprimearmi

6 anni, 7 mesi fa

Io capisco la tua situazione a livello umano, ma perché al datore di lavoro dovrebbe interessare dove tu viva o che mezzi di trasporto utilizzi per recarti al lavoro?
Se hai terminato i compiti assegnati per quel giorno, c'è sicuramente altro da fare. Iniziare a leggere  e capire quello che farai domani, raccogliere le idee, leggere un manuale...
Sinceramente il tuo responsabile è stato molto gentile a venirti incontro, ma come suggerito da RdS, si sarà fatto un'idea pensando ad un eventuale inserimento in azienda.
Avrai le stesse pretese?
La maggior parte dei lavori richiedono il timbro di un cartellino, se entri dopo od esci prima, ti vengono scalati dei permessi, oppure sarai costretto a recuperare (e nemmeno tutte le aziende prevedono questa possibilità).
Io al posto tuo avrei stretto i denti, visto che se ti tengono dovrai farlo comunque, perché non iniziare subito in modo da non dare una cattiva impressione?

marchino1991

6 anni, 7 mesi fa

Senza dubbio avete ragione che magari potrebbe mettermi in cattiva luce, ma trovo anche sia importante riuscire a "scaricare" tutte le ore in ufficio e viaggio con una corsa o un'attività che permetta di liberarsi un pò la mente dall'alternanza casa-lavoro-casa. Difatti parlandoci con calma penso di aver trovato un punto di incontro che mi porti a poter uscire prima 2-3 volte a seconda delle esigenze aziendali, nel senso che se succede un problema o una cosa da completare l'uscita anticipata viene "annullata". Anche perché per come sono io caratterialmente preferisco che il lavoro venga valutato per la qualità e non solo per la quantità; nel senso che se completo tutti i miei compiti perchè dovrei rimanere tempo in più ed essere più stanco il giorno dopo se ho completato tutto e ho modo di rilassarmi ed essere più libero e "pronto" il giorno dopo?

Cosa ne pensate voi?

Grazie per la risposta.
In risposta a #25077

Redazione_RdS

6 anni, 7 mesi fa

Ciao marchino,
diciamo che non è proprio questo il piede giusto con cui partire per entrare nel mondo del lavoro. O meglio: non è sugli orari che bisogna concentrare la propria attenzione, specie quando si è agli inizi. La motivazione deve venire da altre cose: se ti piace quello che stai facendo e magari ci sono anche possibilità di entrare in azienda dopo lo stage, non è il caso di stare a soffermarsi su quante ore passi fuori casa. Lavorare significa anche questo: passare tanto tempo in ufficio, talvolta purtroppo spostarsi da pendolari. Certo, uscire di casa alle 5,30 e tornare alle 20 è indubbiamente molto pesante. Ma il tutor tutto sommato ti sta chiedendo di rispettare un orario classico da ufficio, ovvero dalle 8 alle 17. Il nostro consiglio è quindi di accettare senza fare troppe storie. Lamentarsi non darebbe certo una buona immagine di te, soprattutto se si prospettano possibilità di assunzione future.
Riflettici su, e facci sapere cosa ne pensi.
Un caro saluto

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