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INTERRUZIONE STAGE ANTICIPATA

6 anni, 7 mesi fa di gretafiore03

Ho 22 anni, sono laureanda in arti e spettacolo e ho iniziato da circa un mese uno stage presso una azienda a conduzione familiare che opera nel settore sartoriale.

Premetto che la mia passione è sempre stata la moda. Ho già fatto uno stage di 3 mesi da Max Mara e ho lavorato per quasi un anno e mezzo per uno studio di pr operante sempre nel settore. Non ho abbandonato perché non mi trovassi bene, ma perché i primi non mi pagavano e i secondi non avevano piu' soldi per farlo. In ambedue le situazioni mi sono trovata molto bene, le mansioni corrispondevano al mio ruolo e i "capi" erano riconoscenti nei miei confronti e coerenti con le proprie richieste.

Altra premessa: so benissimo che lavorare è faticoso, lo faccio da quando ho 15 anni e si sa, le "persone sopra di te" saranno sempre un po' esaurite e stronze (perdonatemi il francesismo). Però già pochi giorni dopo aver iniziato, ho capito che ciò che mi aspettavo. o meglio, ciò che mi era stato detto che avrei fatto, non sarebbe accaduto.

Mi spiego ancora meglio: lavoro in un atelier in centro a Milano, che si occupa di abiti sartoriali molto costosi ed ha una clientela famosa ed esigente. In atelier siamo io, una signora 60enne che lavora con loro dalla nascita del brand e il "capo", uno dei 3 fratelli che hanno creato tutto questo (gli altri si trovano negli atelier esteri). Quando ero arrivata non pensavo che dovessi diventare (come lo è l'altra signora da 25 anni) una sorta di schiava. Esempio: tutte le mattine o io o lei dobbiamo fargli trovare brioche calda, spremuta d'arancia, piatti puliti, cestini vuoti, camicie stirate ecc,.. delle sorta di seconde mogli insomma.

E' da un mese che faccio mille giri per la città per comprare cose per la sua casa (lampadine, cestini, ecc), spesso mi tocca saltare la pausa pranzo perché se si ricorda di darmi una cosa da fare (tra le tante assurde, trovare una fragranza alla menta per gli asciugamani) all'ultimo minuto, la devo fare immediatamente altrimenti si arrabbia. La donna delle pulizie ce l'ha, viene 2 volte alla settimana, ma gli altri giorni tocca a noi tenere tutto pulitissimo e in ordine. All'inizio mi era stato dato un foglio con delle mansioni, ma per ora ho avuto veramente zero tempo di svolgerle, visto che tutta la giornata faccio dentro e fuori.

Alcune volte sono talmente stanca fisicamente che non riesco nemmeno a stare in piedi dal mal di schiena (mi è capitato di dover portare 3 casse di acqua da 2 litri e altrettante birre...). A ciò ovviamente si aggiunge la stanchezza psicologica: essendo sempre a contatto con una anziana ormai decisamente stanchissima di fargli da serva e con un uomo abituato fin troppo bene, sempre negativo, arrabbiato, capriccioso e mai riconoscente, sono arrivata veramente stremata e incattivita da tutta questa situazione.

Mi pagano 500 euro al mese, ma credo proprio che ne meriterei minimo il quadruplo visto che mi faccio in quattro ogni giorno dalle 9 alle 18, spesso saltando la pausa pranzo.

Arrivando alla conclusione quindi, vorrei chiedere se sarebbe possibile abbandonare prima del termine previsto da contratto. La convenzione è stata fatta dall'università e dovrei finire a luglio, ma sono arrivata veramente all'esaurimento mentale e fisico, e soprattutto mi sento presa in giro, visto che oltre a fare da schiava e non venirmi riconosciuto nulla, mi è stato addirittura rimproverato il fatto di non aver concluso la compilazione di un database, ignorando completamente il fatto di non darmi nemmeno un secondo libero per bere un goccio d'acqua: se devo essere tutto il giorno in giro a fare spesa, lampadine ecc, come faccio a stare al pc? Mi sdoppio?

Secondo il progetto formativo, devo fare almeno 150 ore, ciò significa poco piu' di un mese, infatti io sto aspettando di farle tutte per poi andarmene. Ma se dovrei stare fino a luglio, non è che poi mi si annulli tutto?

RISPONDETEMI URGENTEMENTE VE PREGO PERCHE' NON CE L FACCIO PIU'!!! VI RINGRAZIO IN ANTICIPO

Redazione_RdS

6 anni, 7 mesi fa

Uno stage non è un contratto di lavoro, dunque certamente, cara Gretafiore, può essere interrotto in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione da uno stagista. Alcune normative regionali prevedono questa possibilità addirittura in maniera esplicita (e comunque sempre in maniera implicita). Non c'è bisogno di dare nessun preavviso di sorta.

A maggior ragione se, come nel tuo caso, è evidente che lo scopo formativo dello stage è messo totalmente in secondo piano da un soggetto ospitante "immaturo" (vogliamo usare un termine eufemistico), che sembra piuttosto incapace di valorizzare lo stagista e di rispettare gli impegni presi con il soggetto promotore (università).

Perché immaginiamo che nella convenzione di stage (di cui speriamo tu abbia una copia... ce l'hai?) non siano segnate, tra le mansioni, quella di acquistare brioche o fragranze per il bucato per il proprietario dell'azienda, oppure di stirare le camicie.

Detto questo, il mercato del lavoro è un animale molto complicato; dunque qualcuno potrebbe dire che per lavorare in un piccolo atelier di alta moda il fatto di stirare camicie (ma le camicie in vendita ai clienti o quelle che poi deve indossare il capo?) o di organizzare la sala di ricevimento in modo impeccabile siano mansioni rilevanti e in linea con lo scopo generale dello stage, che è quello di far "assaggiare" allo stagista una determinata professione.

Sarebbe come dire: se vai a fare uno stage da un avvocato non sorprenderti se ti daranno da fotocopiare e protocollare atti di 100 pagine, perché il lavoro di ogni avvocato consiste anche nel produrre, fotocopiare e protocollare atti.

Questo, in teoria, è vero. E dunque non bisogna essere "schizzinosi", lo diciamo spesso qui sulla Repubblica degli Stagisti: quando si comincia uno stage ci si devono rimboccare le maniche, mettendo in conto di potersi sentire anche assegnare compiti ripetitivi, noiosi, banali.

Il punto però è la proporzione. Se io faccio fare a uno stagista in uno studio legale fotocopie per 7 ore al giorno, e per 1 ora al giorno lo faccio partecipare a riunioni, gli faccio svolgere ricerche sulla giurisprudenza, lo coinvolgo nella redazione di atti, allora sto agendo in maniera squilibrata: cioè sto gestendo lo stage in maniera impropria, assegnando allo stagista una quantità eccessiva di mansioni di basso profilo e manovalanza, lasciandogli troppo poco tempo per dedicarsi a mansioni invece più direttamente in linea con la professione che lui/lei è venuto/a ad imparare nel mio studio legale.

Allo stesso modo, se i 3/4 del tuo tempo Gretafiore sono davvero dedicati a svolgere mansioni che poco o nulla hanno a che vedere con l'obiettivo formativo del tuo stage, possiamo tranquillamente dire che tu stia perdendo il tuo tempo lì dentro: e non sono i 500 euro al mese a fare la differenza.

Dunque, tornando al punto: non solo puoi interrompere lo stage, ma il nostro consiglio è quello di fare un bel copincolla del post che hai pubblicato qui sul nostro Forum, impaginarlo come "relazione di fine stage" e consegnarlo all'ufficio placement della tua università.

Per loro è importantissimo ricevere i feedback degli studenti: non possono avere occhi e orecchie ovunque, e spesso non sono in grado di riconoscere le aziende poco serie, quelle intenzionate solamente ad avere manodopera a basso costo (o gratuita) attraverso lo stage. Gli uffici placement sono spesso sottostaffati, sottoscrivono con le aziende delle convenzioni di stage chiedendo delle informazioni standard sul business e sull'attività, ma non sono in grado di verificare per ciascuna azienda convenzionata quale sia la qualità effettiva del percorso formativo offerto agli stagisti. Dunque è importante che i loro occhi e le loro orecchie siate voi studenti: solo voi potete effettivamente relazionare su quel che accade all'interno di ogni percorso di stage, se venite trattati con rispetto, se gli obiettivi formativi concordati vengono perseguiti adeguatamente.

L'università potrebbe anche decidere, sulla base della tua relazione, di rescindere la convenzione con questo atelier: risparmiando magari in futuro a qualche tuo collega di fare un'esperienza così poco stimolante.

Se non vuoi problemi puoi resistere fino al raggiungimento delle 150 ore: si tratta esattamente di 19 giornate lavorative da 8 ore ciascuna (nella tua convenzione di stage è segnalato un impegno settimanale di 40 ore spalmate su 5 giorni dalle 9 alle 18, giusto?), quindi se stai facendo lo stage già da un mese, probabilmente le 150 ore sono già state accumulate. Per esserne sicura comunque la cosa migliore è andare a parlare con il soggetto promotore, cioè con l'ufficio dell'università (quale?).

Noi siamo sempre qui.

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