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Vi racconto il mio Stage in ferramenta

6 anni, 9 mesi fa di Kev5150

Ciao a tutti, mi chiamo Kevin, ho 23 anni e sono diplomato come ragioniere programmatore. Apro questa discussione per raccontarvi semplicemente lo stage che sto affrontando in un negozio di ferramenta.
Prima di incominciare vi spiego perchè ho accettato il tirocinio: dopo la maturità ho deciso di imparare e studiare la chitarra dato che la musica è una passione che mi porto dietro da tempo, frequentando lezioni private da un maestro e con la possbilità (fra qualche annetto si spera) di poter frequentare delle accademie che mi garantiscono un diploma. In poche parole il mio sogno è di vivere di musica o, almeno, fare un lavoro inerente a questo settore. Però in questo periodo sentivo la necessità di essere autonomo e cominciare a guadagnare qualcosa per poter pagare le lezioni e proseguire con le mie passioni, ed ecco che mi sono messo alla ricerca di un impiego.
Tornando allo stage mi è stato proposto un contratto di tirocinio formativo di 6 mesi che va da settembre fino ad aprile 2018 con un indennità mensile pari a €500 (con il Centro per l'impiego come ente promotore). Le mansioni elencate nel contratto sono quelle di aiuto commesso e attività di magazzino come, per esempio, il carico-scarico delle merci o la pulizia di esso. Mentre i requisiti erano il diploma di ragioneria ed una buona conoscenza dell'uso del PC. Tutto inizia a Maggio con il primo colloquio, e qui c'è da ridere, dove la prima domanda che mi ha posto il titolare è stata quella se sapevo usare o meno la scopa!! E io risposi: "certo perchè non saprei usarla". E qui mi sorsero i primi dubbi
Fatto sta che alla fine sono stato selezionato e che avrei cominciato il tirocinio ad Ottobre.
Ecco che arriva il primo giorno e dove, ahime, arriva anche la prima segnalazione: Il tutor mi fa accomodare negli spogliatoi dove mi fornisce le scarpe antinfortunistiche... dopodiche arriva l'altro collega il quale mi ha fatto vedere le divise del negozio che avrei dovuto indossare (il che mi sembra strano perchè durante il colloquio il tutor mi aveva chiesto le taglie per la divisa). Da li ho capito che la divisa non l'avevano manco ordinata e me ne sono state date un paio gia usate in precedenza da qualcun altro, visto che erano sciupate e puzzavano di sudore. Io mi sono rifuitato di indossarle, lavorando con i miei vestiti e senza una divisa (cosa che faccio tuttora).
Veniamo al lavoro: il tutor mi fa vedere il magazzino e noto che è molto disordinato e sporco. Nei primi giorni quindi ho dovuto pulire il magazzino e sistemare i cartoni con all'interno le viti dato che erano in disordine e non si capiva dove andavano situati.
In sostanza gia nei primi giorni avevo capito che in quel negozio regnava la disorganizzazione. Nei giorni successivi mi è stato chiesto anche di pulire il cortile, mansione che non era prevista nel contratto. Più avanti mi hanno fatto usare il PC, principalmente il gestionale dell'azienda con tutto il relativo inventario. Ok mi sta più che bene ma l'utilizzo di Word, Excel che erano elencati in contratto? Nessuna traccia.
Altre mansioni che faccio sono sistemari gli scaffali e lavori di confezionamento del materiale che poi verranno esposti in negozio (tra l'altro quest ultima mansone è diventata ormai "la mia professione" dato che la faccio sempre) e l'addetto alle vendite.
Ma allora dico... dov'è la crescita professionale se alla fine finisci col fare il tuttofare? Non c'è una posizione specifica in cui formarmi? In più, perchè cercano uno col diploma di ragioneria se poi alla fine fai lavori dove non serve necessariamente il diploma? soltanto una volta mi hanno fatto controllare bolle e fatture, che diciamo sono pane del mio pane dato che ho studiato ragioneria.
Io alla fine devo dire che mi sento un po' sfruttato... e questa cosa è stata confermata qualche giorno fa quando il titolare mi aveva chiesto di andare in panificio a prendere dei tranci di pizza... classici lavori da stagista.

Poi avrei un'altra cosa da dire: io in teoria dovrei fare quello che mi dice il tutor, per contratto, ma non sempre è cosi dato che faccio anche quello che mi dice l'altro collega o il datore di lavoro: quando ho segnalato questa cosa al titolare mi ha risposto dicendomi che a lui non interessa quello che dice il Centro per l'impiego ma quello che dico io... Ma allora tu mi stai trattando come un tuo dipendente, non come tirocinante!!

In sostanza, come gia detto sopra, il fatto per cui io mi lamenti è la mancanza di una crescita professionale ma io, piuttosto di stare a casa, vado avanti e tengo duro... con la speranza di trovare qualcosa di meglio e di inseguire le mie passioni.


Redazione_RdS

6 anni, 9 mesi fa

Caro Kevin,
entriamo in un terreno scivoloso. Non è mai facile dare consigli sul da farsi in questi casi perché i fattori in ballo sono tanti, e le storie personali di ognuno difficilmente comparabili tra loro. Il tuo stage da quello che racconti rasenta come in molti casi l'illegalità: mansioni non concordate, poca formazione... un classico: la sostituzione del dipendente con lo stagista sottopagato. Lo diciamo con rassegnazione ormai, ma questo non vuol dire che si debba sempre dire di sì. Perché è appunto solo con i no di una buona fetta di candidati che le cose possono cambiare. Se invece si accetta qualsiasi condizione è evidente che i passi in avanti non si faranno mai.
Nel tuo caso specifico poi ci sono anche altri aspetti da valutare. Tu racconti di fare un po' il tuttofare, e in realtà non ci sarebbe niente di sbagliato o di scandaloso o che faccia gridare allo sfruttamento l'essere trattati come il classico ragazzo di bottega di un tempo. Il problema non è tanto quello, quanto il fatto che tu hai studiato per fare altro e le tue competenze vengono così sprecate, e inoltre mancano prospettive serie di assunzione. Oltre al fatto che prendi solo 500 euro.
Insomma, non è che si debba scappare via da uno stage se il tutor ci manda una volta a prendere un caffè, a fare una fotocopia o a ritirare il pranzo. Non è il massimo, ma neppure così tragico. Bisogna andarsene quando non ci sono prospettive, la formazione non c'è, e tutto sommato il gioco non vale la candela. Nel tuo caso ci sembra sia così.
Facci sapere, e un caro saluto
In risposta a #post24675

Kev5150

6 anni, 9 mesi fa

ed in più segnalerò tutto al Centro per l'impiegoIn risposta a #24677

Kev5150

6 anni, 9 mesi fa

Ciao! Infatti sarà quello che farò perche non ne posso più veramete... io non ho problemi economici , volevo solo trovare qualcosa per fae esperienza, qualcosa che mi faceva crescere professionalmente, ma questo inutile "stage" non sa da farsi!In risposta a #24675

Lu87

6 anni, 9 mesi fa

Il "piuttosto che stare a casa" è un ragionamento fallace, secondo me. "Stare a casa" può significare tante cose: studiare, seguire un progetto personale, cercare un lavoro. Non ci sarebbe nulla di male a spendere il tuo tempo per fare il tuttofare, se ti permettesse di guadagnare qualcosa. Tu invece stai perdendo tempo: fai un lavoro che non ti fa crescere e che non ti paga, ergo non che ti serve a un tubo.
Se non ci fossero tanti disperati pronti ad accettare questi "stage", certa gente sarebbe costretta a offrire un contratto vero con uno stipendio vero. Ecco perché secondo me, a meno che tu non sia proprio alla canna del gas, faresti bene a mollare questo "stage" e a cercare qualcosa che ti insegni veramente qualcosa.

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