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Laurea magistrale: serve davvero?

7 anni, 5 mesi fa di theofficer

Buonasera,
tenendo conto che sia la triennale che la magistrale servono anche per "procedure burocratiche" (vedi iscrizioni all'albo professionale, concorso pubblico, ecc) mi chiedo ma vale la pena specializzarsi dopo?
sinceramente credo dipende molto dall'obiettivo: se voglio entrare in azienda posso anche fermarmi alla triennale e fare degli stage (alcuni dei quali accessibili anche con il solo diploma...)
se la magistrale diventa una triennale bis con semplici lezioni frontali,studio dai libri ecc ecc ma alla fine ha senso farla? poi certo se voglio fare il commercialista sono costretto a fare il 3+2
Alcune facoltà scientifiche (ingegneria,chimica,ecc) inoltre so che fanno dei particolari laboratori durante il ciclo di studi, che serve poi per lavorare o sbaglio?

Grazie

vinx91ct

7 anni, 5 mesi fa

Condivido la mia esperienza e il mio punto di vista. Faccio prima una breve presentazione, giusto per contestualizzare i dati personali che ti riporto. Siciliano, laurea triennale e magistrale conseguiti con 8 mesi complessivi di ritardo (all'età di 25 anni) in scienze economico-aziendali (classi di laurea rispettivamente L-18 ed LM-77, per intenderci). Non ho dovuto superare nessuna prova di laboratorio o tirocinio obbligatorio per completare il corso di studi magistrale biennale, ma semplicemente si è trattato - come dici tu - di altri due anni di studio pressoché simili ai tre precedenti (lezioni frontali, molti più lavori di gruppo, esami scritti e/o orali). Reddito della famiglia inferiore ai 15.000 lordi annuali (poco più di mille euro al mese). Non ho mai avuto bisogno di lavorare perché lo Stato italiano mi ha finanziato l'ottanta per cento degli studi scolastici e universitari grazie alle borse di studio (ovviamente mi sono impegnato per ottenerle). Padre operaio, madre casalinga e fratello mio coetaneo anche lui laureato triennale e magistrale in scienze agrarie.


Veniamo a noi. A 7 mesi dal conseguimento della laurea magistrale ti dico che a oggi sulla mia pelle i due anni di laurea magistrale mi sono serviti meramente per accumulare abbastanza denaro (risparmiato dalle borse di studio degli anni accademici precedenti) in funzione della partecipazione all'Erasmus plus (fratello minore dell'Erasmus classico ma che ti permette di lavorare e non più studiare da neolaureato in uno dei paesi appartenenti all'Unione Europea, incluso qualche altro paese extra-UE). Dopodomani termino la mia esperienza semestrale di stage nell'area "Risorse Umane" di un'importante multinazionale straniera legata al settore dell'arredamento. Prima di questa esperienza di stage, su dieci ipotetici curriculum inviati ho ricevuto sei risposte positive (in Italia e all'estero). 

Se volessimo fare un sunto, allora quei due anni di studio mi sono serviti:

1) A maturare la consapevolezza che non volevo continuare con la libera professione (e tu pensa che mi ero quasi convinto fino all'anno prima del conseguimento del titolo biennale). C'è chi, per esempio, nello stesso periodo di tempo matura l'idea opposta e cioè quella di voler svolgere la libera professione. In due anni di studio in più, a mio parere, acquisisci maggiore fiducia, quindi sicurezza su quello che vuoi e/o non vuoi continuare a fare dopo. Del resto è normale, hai più tempo per riflettere studiando al contempo quelle stesse materie che dovranno essere grosso modo il tuo pane quotidiano professionale. Gli studi triennali io personalmente li ho vissuti come una mera prosecuzione delle scuole superiori (come se le scuole superiori non si componessero di 5 anni ma di 5+3). Terminati i (+) 3 anni non avevo assolutamente chiaro nulla né di me né del mio futuro né di che cosa volessi o mi piacesse fare o non fare. Andavo avanti senza analizzare a fondo me stesso.

2) A definire meglio quello che avrei voluto fare subito dopo (partecipare al bando Erasmus plus). Non solo, ma ad acquisire - di nuovo - coraggio nell'idea che lavorare all'estero non fosse un'utopia.

3) A costruirmi un curriculum tutto sommato non male (tu pensa che con NESSUNA esperienza di lavoro alle spalle, ma con un Erasmus e delle piccolissime esperienze di volontariato ho avuto un 60-70% di riscontro positivo a tutti i colloqui a cui ho partecipato e ho anche avuto la possibilità di scegliere l'azienda in cui lavorare) che a un anno quasi dalla laurea non mi ha consentito di avere il contratto a tempo indeterminato - non sono del resto interessato a firmarlo in questo momento - ma di sicuro non posso neanche dire di avere avuto difficoltà a trovare aziende che mi facessero lavorare.

Ora il punto è: avrei fatto quello che ho fatto senza quei due anni in più? La risposta è chiaramente no, semplicemente perché non avrei potuto soddisfare i tre punti precedenti.

Se poi la tua domanda è: a prescindere dal tuo percorso di crescita, quanto ti è servita la laurea magistrale per fare quello che fai adesso? Ti dico già che una domanda del genere non può avere senso, perché il tempo speso per arrivare all'esame di laurea mi ha dato l'opportunità di riflettere di più su me stesso e su quello che volessi fare, nel senso che mi ha consentito di tirare fuori il meglio di me stesso, di prendere consapevolezza delle mie capacità, delle potenzialità e dei limiti e infondermi una "strana" sensazione di sicurezza. 

Senza quei due anni non avrei potuto maturare questo punto di vista che poi, secondo me, è al di sopra di ogni cosa, perché mette te stesso al centro della tua vita. Capire chi sei veramente viene prima di capire che lavoro farai.

Figurati nell'azienda in cui lavoro io guardano poco il tipo e il voto di laurea e preferiscono soffermarsi sulla motivazione del candidato, sul suo approccio ai problemi, sulla curiosità, sulla sua capacità di saper lavorare in squadra. Insomma si guardano tante cose, perché una persona non è fatta della laurea che consegue. Io sono del pensiero che affrontare gli studi serva prima di tutto a scoprire se stessi. Il lavoro non può che essere una conseguenza della tua natura. 

Tornassi indietro rifarei gli studi magistrali: costano molto meno di un master (se te lo meriti, è lo Stato a pagarti quasi tutte le spese) e rendono grosso modo tanto quanto. Il rapporto qualità/prezzo è nettamente superiore. Poi tutto dipende dall'approccio che hai e dallo spirito con cui affronti la quotidianità. Per lavorare (nel mondo) non serve necessariamente una laurea. Puoi anche inventartelo il lavoro. 

Il percorso di laurea è il miglior percorso di crescita personale su cui una persona possa investire il proprio tempo. Questo approccio (direi alla vita prima di tutto) mi ha consentito finora di non avere alcun problema in termini di lavoro. 

Spero di averti aiutato. Ciao e buona fortuna.


Redazione_RdS

7 anni, 5 mesi fa

Ciao theofficer,
proprio inutile no. Dipende dai casi e da quello che ci si prospetta come percorso professionale. Possono esistere casi in cui una triennale non dia i frutti sperati, e altri in cui invece basta quella a assicurare un posto in azienda. Altre situazioni invece possono richiedere una preparazione accademica più approfondita, senza la quali si sarebbe penalizzati. Insomma, è molto difficile dare un'opinione univoca. Non si può far altro che giudicare l'utilità della specialistica in base alle circostanze.
Grazie per aver aperto questa discussione e un caro saluto

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