Difficile mantenere un'attitudine positiva
7 anni, 9 mesi fa di Morannar
Ciao ragazzi, sono Nicola.
Sono uno studente magistrale di Ingegneria Meccanica alle prese con lo stage curriculare in un’azienda che avevo scelto per il settore di competenza, l’officina splendida e i clienti importanti. Al primo colloquio si dichiararono disponibili e flessibili, concordiamo un progetto e un periodo.
A dicembre 2016 incontrai il mio tutor aziendale, che rifiutò il progetto inizialmente concordato (anche col tutor accademico) proponendomi un lavoro importante “da portare a termine quanto prima”. Mi mostrai disponibile, facendomi il culo per superare tutti gli esami obbligatori (27 crediti) in appena sei giorni e alle otto del giorno dopo ero in azienda.
Mi vennero affidati una mezza dozzina di faldoni contenenti tutta la cronistoria dei difetti che i clienti avevano riscontrato nei vari prodotti, “ci metterai almeno due settimane, vedrai, e imparerai molto”. Non era l’idea di tirocinio che avevo in mente ma mi impegnai e due giorni dopo avevo passato, organizzato e riassunto il tutto in tabelle Excel e report dettagliati, sperando di fare bella figura e passare a qualcosa di più impegnativo.
Mi affidarono quindi un incarico di ricerca (inteso come “cercare nei libri”), “ci metterai almeno due settimane, vedrai, e imparerai molto”. In realtà già 10 minuti dopo ero arrivato alla soluzione, ma il tutor non aveva mai tempo per ascoltarla. Non mi scoraggiai: dopo aver letto tutti i manuali in materia, creai un report, mi imbarcai in calcoli e fogli di lavoro così da poter avere risultati immediati non appena necessario… ero sempre più convinto della mia soluzione, che tuttavia era già stata vagliata e bocciata dai clienti: avevano già stabilito di mantenere con la vecchia soluzione.
Quindi, non avendo più nulla da farmi fare, lo stage ha iniziato a grattare il fondo: ora mi occupo di cancellare i numeri di pagina scritti in matita da vari fogli, per poi sgraffettarli e imbustarli. Nel mentre sfoglio libri vecchi di 30 anni alla ricerca di qualcosa di “innovativo”. Ovviamente la mia positività sta venendo meno e solo l’inerzia mi tiene sveglio.
Stamane, ciliegina sulla torta, mi viene fatto notare dall’amministratrice che “non saluto mai. Dovrei almeno salutare la titolare, lei ci tiene che io mostri riconoscenza”.
Voglio far presente che, al contrario della titolare e dei membri dell’amministrazione, sono sempre arrivato in anticipo e me ne sono sempre andato un quarto d’ora dopo. Inoltre, ho sempre salutato tutti quelli che incontravo ma non posso certamente passare la mattinata a girare come uno zombie per lo stabile alla per verificare se qualche alta carica ha deciso di presentarsi, non trovate? Anzi, ritengo che debba essere lei a salutare me, considerato che è lei quella ad arrivare in ritardo e transitare davanti alla mia porta.
Riguardo la “riconoscenza”, ritengo di non doverne mostrare alcuna: vengo costretto a mansioni che ritengo umilianti, sotto le mie potenzialità, col risultato che non sto imparando un bel nulla. Non mi hanno offerto la mensa aziendale, un rimborso spese o una postazione seria. Forse dovrei essere riconoscente che mi fanno risparmiare la bolletta alla di casa?
Ho domandato qualche pomeriggio libero per prepararmi per un esame. Nonostante all’epoca del colloquio mi fosse stata promessa flessibilità, consci che “uno studente deve anche seguire i corsi e dare gli esami”, ho ottenuto in risposta solo sbuffate infastidite e critiche “se continuo così, organizzarsi è impossibile”.
Come dovrei comportarmi? Se interrompo oggi il tirocinio avrò perso le ultime due settimane per niente. Se continuo con il tirocinio, mi mangio le prossime due settimane e forse anche la possibilità di sostenere un esame. Sto valutando se erigere un muro di manuali di metallurgia a mia difesa, mentre dietro studierò i cazzi miei.
Alla triennale avevo svolto un’esperienza di tirocinio in un azienda più umile ma splendida, solare e giovane, che mi offriva un pc serio, rimborso spese e mensa. Mi avevano proposto di svolgere anche il tirocinio della magistrale ma ho dovuto rifiutare perché il progetto di stage è stato ritenuto “banalotto”.
Perdonatemi se non faccio nomi… per le prossime settimane devo mantenere il segreto.
Redazione_RdS
7 anni, 9 mesi fa
Ciao Morannar,
ci sembra che tu abbia imboccato la strada giusta. A volte, come sottolinea anche la nostra lettrice, in azienda - come in qualunque altro contesto - devi fare i conti con persone di ogni tipo, che possono avere personalità e caratteri con cui è difficile avere a che fare. Quindi meglio imparare fin da subito a affrontare queste situazioni. Anzi, talvolta uno stage può servire proprio a questo, a confrontarsi con il mondo lavorativo reale e apprendere quelle 'soft skills' (che includono anche il modo di porsi con gli altri) che sui libri non si imparano. Come hai visto, sei riuscito anche a strappare quei famosi permessi.
Quanto alla tesi, perché non provi a parlare di questo progetto al tuo tutor aziendale in modo da trovare un accordo? Chissà che - al contrario di quello che credi - non si rendano disponibili.
In bocca al lupo per tutto e torna a raccontarci gli sviluppi della tua storia!
In risposta a #post23459
Morannar
7 anni, 9 mesi fa
In risposta a #23454
Grazie per
la risposta. Ecco qualche aggiornamento...
Ho deciso
di fare buon viso a cattivo gioco, assicurandomi di controllare se la titolare
è in ufficio, sfoggiando il mio migliore dei sorrisi: non mi costa nulla ed è di
evidente importanza per loro. Così facendo ho anche colto l’occasione per
chiedere tre pomeriggi
liberi a settimana per studiare, che, con un attimo di insistenza, mi sono stati concessi.
Il problema della nullafacenza è invece ancora in
alto mare. Ho espresso il desiderio di seguire il mio tutor aziendale negli
incontri coi clienti e nelle analisi dei prodotti difettati, evidenziando la
mia situazione attuale (oggi non ho proprio NULLA da fare, tant'è che vi sto
scrivendo). Inizialmente hanno lamentato problemi legati alla riservatezza e sicurezza...poi hanno apparentemente acconsentito. Dico
"apparentemente" perché in realtà le attività di oggi sono iniziate senza
di me.
Il mio problema principale non è tanto la perdita
di tempo, che comunque potrei utilizzare in altre maniere (ad esempio,
studiando) ma di "finalità": tanto al primo colloquio quanto col
professore era stato stretto l'accordo informale secondo cui io avrei svolto
questa attività di tirocinio in cambio della disponibilità a svolgere con loro il
progetto di tesi. Allo stato attuale, dubito l’accordo sia ancora valido (se
mai lo è stato), inoltre difficilmente mi vedrei a scriverla con loro.
Nel pomeriggio contatterò il tutor accademico per
domandare consiglio anche a lui.
weldIng
7 anni, 9 mesi fa
ciao,
secondo me, visto che hai iniziato, sii opportunista: finisci il tuo stage curriculare, facendo il numero minimo di ore richieste per avere i crediti, ma non un minuto di più.
L'obiettivo è laurearti, lo stage può essere un opportunità, ma nel tuo caso è solo una noiosa formalità;
le aziende poi sono piene di soggetti di tutti i generi: tu sei stato sfortunato,
ma questo ti può capitare ovunque.
Forse i tuoi "colleghi" hanno visto troppi film di fantozzi, e la sig.ra capa pensa di essere il super mega direttore :-),
sii gentile e rispettoso, come immagino tu sia già, ma pretendere le genuflessioni è ridico..
Io personalmente ho avuto un esperienza analoga, anche se meno traumatica:
ho svolto lo stage che dovevo fare per conseguire un master in un'azienda che non mi piaceva, e, nonostante fossi anche stata assunta, appena concluse le mie ore me ne sono andata.
Quando avrai finito però segnala il loro comportamento inadeguato al tutor universitario.
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