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STAGE GARANZIA GIOVANI

8 anni fa di Laura10

Spett.le Redazione_RdS,
Vi scrivo per avere chiarimenti in merito al tirocinio che dovrei iniziare a breve nell’ambito del programma Garanzia Giovani, per il progetto Crescere in Digitale.
In particolare, sono 2 i punti che vorrei trattare.

1.L’azienda con cui attiverò la convenzione si trova a Lecce, a 60 Km dal mio paese. Sempre per motivi di lavoro, mi trovavo già a Lecce quando ho svolto il colloquio con l’azienda. Successivamente, ho dovuto lasciare l’appartamento in cui ero in affitto, e ho messo subito a conoscenza del fatto la titolare dell’azienda nel caso in cui la cosa fosse stata per lei un problema. Lei ha comunque dato la sua disponibilità ad organizzare gli orari tenendo conto che ora non sarei più sul posto ma farei la pendolare, per cui andrebbero considerati gli orari dei mezzi pubblici. In generale, comunque, io potrei garantire la mia presenza a Lecce dalle 9:00 alle 18:00, arco di tempo nel quale organizzare l’orario di lavoro in azienda. Inizialmente ha accettato, ma l’ultima volta che l’ho sentita per telefono ho avvertito come un tentativo di pressione da parte sua per fare in modo che io riprendessi un appartamento in locazione su Lecce, dicendomi che sapendomi sul posto si sentirebbe più tranquilla.
Ora, io capisco quelle che possono essere le esigenze aziendali e di sicuro se lo stagista ha modo di raggiungere facilmente l’azienda in quanto automunito è decisamente meglio, ma il Programma GG prevede comunque che si possa svolgere il tirocinio in una zona facilmente raggiungibile entro i 60 minuti con i mezzi propri o pubblici, giusto? Pertanto, la mia condizione di pendolare, purché si riesca ad organizzare il monte ore lavorativo settimanale, non dovrebbe costituire un problema. Anche perché l’indennità mi permetterebbe di coprire i costi di un eventuale alloggio, ma facendo da pendolare potrei risparmiare qualcosa.

2.La titolare dell’azienda mi ha comunicato che, in linea di massima, svolgerò il tirocinio dal lunedì al sabato per 5 ore al giorno, tra mattina e pomeriggio. Mi ha fatto capire che non ci sarà un orario fisso ma che questo potrà variare a discrezione dei suoi impegni, di modo che quando lei non potrà essere in ufficio ci sarò io al suo posto. Qui mi sorgono due dubbi. Il primo riguarda la discrezionalità degli orari: a parte alcune eccezioni, che ovviamente possono esserci, non dovrebbe comunque esserci un orario piò o meno definito? Oppure le 5 ore giornaliere potranno essere ripartite ogni giorno diversamente?
Il secondo dubbio riguarda l’assenza della titolare in azienda. Premetto che l’azienda è una start-up, esiste da circa 3 anni e non conta dipendenti o soci ma unicamente la titolare. Questo vuol dire che quando lei non potrà garantire la propria presenza, io sarò solo in azienda, cosa che non è prevista dal progetto formativo. Capisco che queste esperienze servano anche a farci raggiungere un certo grado di autonomia, ma mi chiedo se sia giusto un approccio del genere considerando che è una posizione che ricoprirei per la prima volta e che credo necessiti di una figura che possa dare costantemente supporto e supervisione direttamente sul luogo di lavoro, come del resto prevedono la convenzione e il progetto formativo.

Scusandomi per essermi dilungata, resto in attesa di un Vs cortese riscontro e Vi ringrazio anticipatamente.

Saluti,
Laura

Redazione_RdS

7 anni, 12 mesi fa

Cara Laura,

rieccoci a te.

Allora, noi nella precedente risposta abbiamo sottolineato i due aspetti che si porrebbero, dal tuo racconto, al di fuori del perimetro della legalità.

Naturalmente consideriamo non positivi anche altri elementi del tuo racconto, per esempio l'insistenza di questa imprenditrice nel chiederti di affittare un appartamento (perché mai dovresti farlo, polverizzando l'intera indennità mensile o quasi? non è affar suo dove tu vivi!), tantomeno per farla stare tranquilla che non farai storie all sue eventuali richieste di ore extra.

Dunque no, non ti consigliamo di "adeguarti" su questi punti. Nè tantomeno di andarti a impegnare su un contratto di locazione... su queste premesse così traballanti.

Cerchiamo allora di andare ancor più nel dettaglio rispetto alle tue nuove considerazioni.

Tu scrivi "la titolare mi ha detto che gli orari indicati sulla convenzione (5 ore al giorno articolate tra mattina e pomeriggio) sono solo indicative, ma che di fatto dovrò svolgere più ore e in orari diversi da quelli riportati nella convenzione (il che è inammissibile visto che l’indicazione dell’orario serve anche ai fini della posizione assicurativa)."

Su questo il nostro commento è tassativo: gli orari indicati sulla convenzione vanno rispettati, sia come quantitativo totale settimanale di ore, sia come orari effettivo di entrata e uscita. Ci possono certamente essere degli aggiustamenti, un giorno ti può esser chiesto di fare un paio d'ore in più, ma solo se poi dall'altra parte c'è la flessibilità di farti fare un paio d'ore in meno, un'altra volta, se devi andar via prima per qualche impegno. Allo stesso modo, se sulla convenzione c'è scritto per esempio 9-14 si fa quell'orario lì di base, poi se per un giorno in particolare c'è l'esigenza di cambiare l'orario di ingresso, va bene, ma certamente l'orario deve essee in linea di massima quello indicato nella convenzione e questo per permettere allo stagista di organizzare i suoi tempi e di non essere alla mercé dell'azienda ospitante.

Invece ti rassicuriamo rispetto alla posizione assicurativa, sarebbero comunque coperti anche gli orari extra-convenzione se si prova che si era sul luogo si stage.

Poi tu scrivi "Per quanto riguarda la questione del numero di stagisti, ammetto di essere un po’ confusa, dal momento che da uno degli sportelli di GG di Lecce mi fanno sapere che un’azienda, seppur priva di dipendenti, può comunque avviare un tirocinio".

Su questo forse c'è stato un misunderstanding. Noi ti dicevamo che se un'azienda ha meno di 5 persone, non può avere più di uno stagista contemporaneamente (ci era sembrato di capire che per un certo periodo foste state due stagiste in contemporanea in quell'ufficio, ma ci siamo sbagliati: avevamo capito male).

Per quanto riguarda invece l'attivazione di stage in aziende senza dipendenti, la normativa pugliese è ambigua, la legge regionale di riferimento che è la 23/2013 (http://repubblicadeglistagisti.it/initiative/strumenti/normativa/regione-puglia-legge-regionale-n-23-del-5-agosto-2013-sui-tirocini/) all'articolo 5 dice che:

"I soggetti pubblici e privati, in possesso dei requisiti prescritti,
possono ospitare tirocini all’interno di ciascuna unità produttiva nei
limiti di seguito indicati:
a. un tirocinante nelle unità produttive fino a cinque dipendenti a tempo indeterminato;
b. non più di due tirocinanti nelle unità produttive con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra sei e venti;
c. un numero di tirocinanti che non rappresenti più del dieci per cento dei dipendenti a tempo indeterminato nelle unità produttive che contino più di venti dipendenti della medesima tipologia. E’ consentito l’arrotondamento all’unità superiore."

Vi è ambiguità in quel "fino a cinque", non è esplicitato se si intenda "da 0 a 5" o "da 1 a 5"; ma è evidente che l'indirizzo della Regione o quantomeno del centro per l'impiego di Lecce è quello di permettere stage anche in aziende prive di dipendenti a tempo indeterminato.

Ti confermiamo che la presenza della titolare deve essere garantita per tutto il periodo, e stentiamo a seguire il filo del ragionamento secondo il quale tu dovresti diventare autonoma in poche settimane per poter essere in grado di stare in ufficio da sola. Questo ci sembra assolutamente contrario al principio stesso di stage, che è un periodo di formazione e non un contratto di lavoro.

Infine, Laura, noi leggiamo questa tua frase "Dovrei attivare la convenzione a giorni: non nego che le perplessità sono tante, ma l’idea di lasciar perdere e ricominciare la ricerca di un altro tirocinio/lavoro per poi magari rimanere a mani vuote mi porta ad accettare le condizioni di questa offerta." e pensiamo che davvero dovresti seguire il tuo istinto.

Difficilmente verrà fuori qualcosa di buono da questo stage. Le premesse sono troppo... compromesse. Rischi di andare a perdere mesi della tua vita, di andare incontro a frustrazioni e delusioni. Meglio continuare la ricerca: è vero, non sei a Milano, ma anche la Puglia è in grado di offrire buone opportunità ai giovani. Sono magari meno numerose, ma ci sono. Non demordere.

E torna a raccontarci com'è andata!

Laura10

7 anni, 12 mesi fa

Spett.le RdS,

innanzitutto Vi ringrazio per la risposta.

1.Per quanto riguarda la questione della flessibilità dell’orario immagino, quindi, che dovrò adeguarmi. Diciamo che facevo affidamento sul fatto che, essendo GG una politica attiva per contrastare la disoccupazione, l’azienda potesse - sulla base del buonsenso - accettare una sorta di “compromesso” per quanto riguarda l’orario di lavoro, vista la possibile condizione di pendolare di un tirocinante. Purtroppo, vivendo in un piccolo paesino, non ho possibilità di trovare occasioni di questo genere se non spostandomi in città, ma davo per scontato che si tenesse conto di certe esigenze senza che l’azienda potesse avere la pretesa di chiedere al tirocinante di sostenere spese quali affitto ecc.

Capisco che certi aspetti non riguardino né Voi né i soggetti Promotore e Ospitante che stipulano la convenzione dei tirocini, ma i tirocini svolti a distanza vanno a creare - per lo stagista - situazioni contingenti come la firma per un contratto di locazione. E poiché la convenzione, non essendo un contratto di lavoro, prevede che anche il soggetto ospitante possa interromperla anzitempo, è normale che io consideri anche questo aspetto e cerchi almeno un minimo di tutelarmi. Se però proprio non si riuscisse a trovare un punto di incontro, dovrei necessariamente optare per il trasferimento.

Inoltre, cosa ancora più grave, la titolare mi ha detto che gli orari indicati sulla convenzione (5 ore al giorno
articolate tra mattina e pomeriggio) sono solo indicative, ma che di fatto dovrò svolgere più ore e in orari diversi da quelli riportati nella convenzione (il che è inammissibile visto che l’indicazione dell’orario serve anche ai fini
della posizione assicurativa).

2.Per quanto riguarda la questione del numero di stagisti, ammetto di essere un po’ confusa, dal momento che da uno degli sportelli di GG di Lecce mi fanno sapere che un’azienda, seppur priva di dipendenti, può comunque avviare un tirocinio.

3.Per quanto riguarda la presenza della titolare in azienda, davo per scontato che questa dovesse garantita durante tutto il periodo di tirocinio (anche perché, in caso contrario, verrebbe meno il senso del tirocinio stesso e della formazione che il tutor deve garantire). Spero che, eventualmente, le assenze della titolare saranno sporadiche.

Oltretutto so - perché è stata la titolare stessa a dirmelo - che la ragazza che svolgeva il tirocinio prima di
me veniva lasciata sola in ufficio se la titolare doveva assentarsi. La ragazza è arrivata solo al 3° mese di tirocinio perché secondo la titolare non era in grado di svolgere i compiti in maniera autonoma; quindi ha interrotto la
convenzione. Questa è una cosa che mi lascia alquanto perplessa, perché l’idea di affrontare delle spese (come l’affitto, in questo caso) appositamente per il tirocinio, per poi essere mandata via dopo qualche mese (vista la tendenza della titolare a mandar via tirocinanti che al 3° mese non sono già autonomi come lei
vorrebbe) non mi fa fare i salti di gioia.

Purtroppo (opinione personale) è un circolo vizioso: ci sono indubbiamente aspetti non in linea con quello che
dovrebbe essere il regolare svolgimento di un tirocinio, ma se non ci adattiamo e cerchiamo invece di far valere i nostri diritti, ci sentiamo dire che se non siamo disposti a certi “sacrifici”
è perché non abbiamo voglia di lavorare!

Personalmente, ho già svolto 10 giornate di lavoro per questa azienda prima ancora che la convenzione fosse attivata, perché lei era rimasta senza stagista avendola mandata via, e quindi chiedeva a me un “favore”. Dovrei attivare la convenzione a giorni: non nego che le perplessità sono tante, ma l’idea di lasciar perdere e ricominciare la ricerca di un altro tirocinio/lavoro per poi magari rimanere a mani vuote mi porta ad
accettare le condizioni di questa offerta.

Chiedo scusa per lo sfogo e ringrazio la RdS !


Laura

Redazione_RdS

7 anni, 12 mesi fa

Cara Laura,
sulla questione degli orari di un tirocinante sarebbe più facile se potessimo contare su una normativa di riferimento, ma purtroppo non è così: la legge nazionale e neppure quelle regionali fanno cenni a aspetti così dettagliati. Ci si affida quindi o a quanto scritto nella convenzione di stage (e ti consigliamo di controllare che non vi siano elementi al riguardo), o al semplice buon senso. Il che vuol dire che quello che farà uno stagista diligente sarà adattarsi agli orari dell'azienda che lo ospita, senza però strafare, vale a dire che se quell'impresa impone per esempi turni massacranti ai propri dipendenti, lo stagista sarà invece esonerato dal seguire tante ore di seguito, perché è lì per imparare e non può sostituirsi ai lavoratori. Dunque non ci sarebbe nulla di male a avere uno schedule un po' flessibile, così come ti ha fatto capire la titolare, a patto però che non si verifichino altre circostanze come quelle che ci hai indicato. E cioè che tu sia presente in azienda da sola, quando la titolare non c'è. Questo non deve proprio accadere, perché lo stagista deve essere seguito da un tutor che con lui porta avanti il progetto formativo, e questo presuppone che non debba mai ritrovarsi in sede da solo.

Senza contare poi un aspetto altrettanto grave, che riguarda il numero massimo di stagisti che può ospitare un'azienda. Nel tuo caso ci pare di capire che l'unica risorsa è la titolare, per cui non è ammissibile che le vengano affiancati degli stagisti. La regola generale (come puoi verificare qui http://www.repubblicadeglistagisti.it/pages/faq/) è infatti che gli stagisti non superino il 10% dei dipendenti.

Passi insomma la flessibilità, la richiesta di trasferirti a Lecce per rendere più agevoli gli spostamenti o quella di non avere un orario fisso. Ma sugli altri due aspetti non si può proprio chiudere un occhio: né sul fatto che tu ti ritrovi da sola in sede (il che cozza proprio con il concetto di tirocinio: che cosa andresti a imparare in questo caso?), né sul fatto che un'azienda con un solo titolare/dipendente possa inserire in organico uno stagista.
Chi è l'ente promotore che ha attivato questo tirocinio? Perché queste storture vanno fatte presente.
Torna a raccontarci gli sviluppi e un caro saluto

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