Giorni consecutivi di lavoro
8 anni fa di Alessia137
Salve,
Sono una tirocinante di un supermercato a Torino. Questa settimana sono rimasta a casa martedì 1 novembre essendo un festivo e ho lavorato oggi, domenica 6 novembre. La settimana prossima lavoro dal lunedì al sabato compresi e sto a casa domenica. Facendo così farei 11 giorni consecutivi di lavoro e volevo sapere se, essendo tirocinante, possono farmeli fare. Loro oggi mi hanno detto che i dipendenti da contratto possono fare al massimo 14 giorni consecutivi, ma io non sono una dipendente e non nessun contratto con loro.
Una cosa simile è già successa a settembre: avevo fatto la pausa mercoledì e ho lavorato la domenica. Ma la settimana dopo sono rimasta a casa due giorni, sia giovedì che domenica per spezzare i giorni.
Redazione_RdS
8 anni fa
Ciao Alessia,
il tuo caso apre a un ventaglio di considerazioni. La prima è il discorso degli stage nei supermercati e in generale quelli svolti nell'ambito di mansioni di basso profilo, nel senso di attività per cui non sarebbe necessario che la formazione passasse per un tirocinio. Il nostro giornale non vede di buon occhio questa tipologia di esperienza 'paraformativa', perché la ritiene un abuso, una possibile fonte di sfruttamento, lavoro mascherato da stage tanto per capirci (ne abbiamo parlato per esempio qui: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/stage-grande-distribuzione-abusi-continuano).
E infatti la tua testimonianza non fa che confermarlo: non è molto sensato che una persona che sta lì per imparare debba lavorare non stop per due settimane di fila o undici giorni.
Qui poi ci sono da fare dei distinguo. Si presuppone che lo stagista si uniformi all'orario della struttura presso cui opera: e cioè arrivi all'ora in cui il lavoro comincia, e se ne vada all'ora in cui il lavoro termina. Ciò significa, nel caso per esempio di uno stage nella redazione di un quotidiano, che lo stagista non si presenterà alle 9 di mattina se lì si comincia a mezzogiorno, e però non pretenderà di andarsene alle 6 di sera se nei quotidiani si lavora solitamente fino all'ora di cena. Sempre il buonsenso, tuttavia, suggerisce che se in una data azienda vi è l'abitudine di lavorare 10-11 ore al giorno, tirare nottata per rispettare le scadenze o altro, allo stagista non venga richiesto di assicurare una presenza continuativa secondo quegli orari "massacranti": perché è appunto uno stagista, e non un lavoratore. Ciononostante, il tirocinante potrà decidere di sua volontà di fare qualche volta gli stessi orari dei dipendenti, magari per dimostrare buona volontà, nella prospettiva di inserirsi nel gruppo di lavoro e magari poter essere assunto al termine dello stage. Ma ci resta difficile applicare questo concetto ai supermercati, dove invece l'assunzione potrebbe avvenire direttamente tramite contratto e regolare periodo di prova, al termine del quale - se le cose non vanno - si può mandare la persona a casa, senza scomodare una convenzione di stage.
In generale è quindi bene ribadire che lo stage non è un contratto di lavoro e che lo stagista non è necessariamente tenuto a rispettare pedissequamente un orario (come se timbrasse un cartellino); allo stesso modo, può uscire prima se ne ha bisogno qualche volta, o anche stare assente, senza che gli possa venir chiesto di recuperare le ore o i giorni di assenza.
A questo punto non ti resta che sentire l'ente promotore, posto a tutela della tua posizione dentro l'azienda, per chiedere che ti sia applicato un trattamento consono al tuo inquadramento di stagista.
Un caro saluto
ps Dovresti anche controllare quanto scritto nella convenzione di stage a proposito di turni e orari (ammesso che sia specificato): ci confermi di averne firmata una?
Torna al più nuovo