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La mia esperienza in attesa dello stage: il pre-stage

8 anni, 2 mesi fa di MelanieM

Ciao a tutti, vi scrivo, un po' per sfogarmi con voi un po' per chiedere un consiglio.
inizio presentandomi(giuro sarò breve): ho 26 anni, una laurea triennale in lingue con lode e un Master ottenuto a pieni voti al Trinity College di Dublino.
Attualmente "lavoro" per una casa editrice a Milano, in fase di colloquio mi è stata proposta la seguente formula 6mesi in occasionale(pur lavorando 8 ore tutti i giorni) a 300€ e poi l'assunzione. Successivamente durante un secondo colloquio è emerso che dopo i primi 6 mesi ci sarebbero stati altri 6 mesi di stage a 600€(per questo dico che al momento sono in pre-stage) e poi l'assunzione. Siccome la casa editrice dove lavoro lavora molto con l'estero e ha una buona reputazione con le aziende con cui lavora mi sono detta "perchè non provare?".
Ho iniziato quindi a lavorare e dopo un paio di mesi ho tristemente scoperto che dopo i 6+6 ci sarebbero stati anche 3 anni di apprendistato a 1000€. In realtà di irregolarità in questo posto ce ne sono a bizzeffe(altre due ragazze in occasionale fasullo, stipendi pagati in contanti senza ricevute, impossibilità di chiedere permessi per visite etc.)..
Quando una mia collega si è licenziata metà del suo lavoro è passato a me, clienti e fornitori, oltre al lavoro che già avevo.
Mi sono quindi armata di coraggio e ho chiesto al mio capo di saltare i 6 mesi di stage, visto che a tutti gli effetti stavo gestendo da sola una notevole mole di lavoro e di passare subito all'apprendistato.
Al momento pare che il mio capo ci stia seriamente pensando, ma nulla è stato deciso.
Che fareste voi? Il lavoro mi piace un sacco(organizzare eventi in giro per il mondo è il mio sogno), ma la situazione lavorativa(e anche remunerativa attualmente) è da incubo.
che faccio, mollo tutto e spero di trovare qualcosa o continuo sperando che mi metta in apprendistato?

Grazie mille a tutti!!

Redazione_RdS

8 anni, 1 mese fa

Ciao Melanie,
la reazione del tuo capo alla decisione di andartene la dice lunga sulle reali intenzioni dell'azienda. Anche perché - se ci pensi bene - se davvero avessero voluto investire su di te, avrebbero potuto proporti una soluzione per convincerti a restare, accettando per esempio la tua richiesta di essere inserita in apprendistato da subito (e non a novembre), invece di passare alle minacce. Le tue motivazioni sono più che comprensibili: non avevi un inquadramento regolare, non essendo né una stagista né una collaboratrice occasionale, bensì una dipendente a tutti gli affetti (solo di fatto però) con una retribuzione di 300 euro mensili. Quello che ti si prospettava erano solo vaghe promesse. E questo può bastare a giustificare la tua decisione se mai ti dovesse capitare di dover dare spiegazioni sull'accaduto in futuro.
Torna a farci sapere gli sviluppi e un forte in bocca al lupo!
In risposta a #post22413

MelanieM

8 anni, 1 mese fa

Gentile Redazione,


vi scrivo per aggiornarvi circa gli ultimi sviluppi. Dopo un periodo di riflessione(un mese) il mio capo mi ha proposto la seguente sistemazione: fare settembre e ottobre a 500€(sempre in ritenuta d'acconto) e poi iniziare l'apprendistato a Novembre. Inizialmente, sebbene non del tutto contenta, ho accettato la proposta, ho continuato a lavorare fino al 5 agosto quando l'azienda ha chiuso e io sono andata in ferie(ovviamente non retribuite), durante questo periodo ho potuto riflettere e sono arrivata alla conclusione che non potevo perderci la salute mentale nè farmi sfruttare per vaghe e poco credibili promesse. Oggi, quando sono tornata ho comunicato al mio capo che me ne andavo e che avrei concluso tutto il passaggio di consegne in 3 giorni(dopo tutto io non ho nessun contratto e non dovrei dare preavviso, ma per non lasciare le mie colleghe con tutto il mio lavoro senza una spiegazione mi sembrava corretto chiudere e sistemare). 
Non l'avessi mai fatto, siamo passati ai "sono felice che te ne vai perchè non voglio lavorare con te" a  "ricordati che il mondo delle aziende è piccolo, le aziende sono poche, queste cose si vengono a sapere" "i cirmini si pagano, hai commesso un crimine e lo pagherai" "come nel conte di Montecristo, magari 20 anni dopo, ma si paga sempre per i propri crimini". Oltre al fatto che non voleva assolutissimamente che me ne andassi mercoledì, come se dopo queste velate minacce di farmi tabularasa attorno io potessi anche solo minimamente pensare di rimanere lì.
Ho fatto male? a me non sembra, in tutta questa scorrettezza mi sembra di essere stata corretta, non me ne sono andata dall'oggi al domani, certo non ho dato un mese di preavviso, ma non ero nemmeno obbligata a farlo.
In tutto questo so già che in pochi giorni apparirà un annuncio su internet "cercasi giovani neolaureati, scopo assunzione", non esiste un wall of shame delle aziende che si comportano scorrettamente? 
Vi confesso che mi sento sollevata all'idea di andarmene da lì, seppur senza un'offerta di lavoro, ma temo quanto me la farà pagare il mio capo in questi giorni. 

In risposta a #22203

Evin90

8 anni, 2 mesi fa

lavoro

Ciao! A parere mio io rimarrei solo se davvero ti insegnano qualcosa e poi nel mezzo cercherei altro... 

Le aziende ci provano a fare questi contratti da fame sapendo che noi siamo disposti a tutto pur di imparare il lavoro dei nostri sogni.. Io sono in una situazione simile alla tua.. Paga da fame, tante promesse ma difatti il mio tutor non mi insegna nulla.. Solo La mia collega buon anima mi insegna qualcosa ma lei non sa molto più di me.. Io tuttora resisto nella finché non trovò di meglio.. 

Redazione_RdS

8 anni, 2 mesi fa

Capiamo bene la tua indecisione Melanie. Tieni conto che però di fatto il tuo lavoro è almeno parzialmente in nero (perché tu sei in sede regolarmente, e non in via occasionale, giusto?). E questo è molto grave, oltre che rischioso perché ti priva di tutta una serie di tutele, in primis di tipo infortunistico. Se poi ci dici che oltretutto l'azienda sta vivendo un periodo di benessere e di crescita... beh, viene proprio da pensare che si tenda più che altro a sfruttare i sogni e le aspettative delle persone appassionate di quel mestiere invece di rispettarne il valore e l'apporto dal punto di vista lavorativo. Il gioco è sempre lo stesso: se tutti sono disposti a accettare qualunque condizione, non si puntano i piedi e si pretendono maggiori riconoscimenti, le cose non potranno mai migliorare. Ma non la prendere come una critica nei tuoi confronti, non lo è: siamo un po' tutti sulla stessa barca.
Dicono bene le tue colleghe, inizia a guardarti intorno. E chiedi con insistenza un inquadramento in apprendistato, che ti spetta. Come minimo.
Torna a scriverci e in bocca al lupo!
In risposta a #post22201

MelanieM

8 anni, 2 mesi fa

Gentile redazione,


 



per quanto riguarda il compenso si tratta di una
collaborazione occasionale, ogni tot viene emessa una ricevuta a nome mio in
cui è riportato che ho lavorato dal giorno x al giorno y(ad esempio dal 2
maggio al 6 maggio, quindi non risulta che lavoro qui tutti i giorni full-time)
e che ho percepito una certa cifra(per evitare problemi non percepisco mai la
stessa cifra,hanno fatto il conto che in 6 mesi dovrei guadagnare 1800€ ed è
stata divisa in pagamenti da 400-450-300-250 etc) con la ritenuta del 20%(pagata
da loro). Tutto questo ovviamente senza un contratto, perché l'occasionale non
lo prevede come obbligo.



Sulla situazione dell'azienda non posso dire che stia vivendo
un periodo di crisi, anzi è nel momento di maggior crescita, e i guadagni ci
sarebbero per tutti. Purtroppo parlando con chi è qui da un po' so che quello
che succede dopo l'apprendistato è un'assunzione come "segretaria di
redazione" nonostante alcune mie colleghe sia giornaliste, altre grafiche
e altre organizzatrici d'eventi. Sono tutte inquadrate nello stesso modo e
percepiscono tutte lo stesso stipendio pur svolgendo mansioni diverse.

Purtroppo è vero, l'editoria è un bagno di sangue e decidere tra un sogno e una certezza è difficile. Da parte loro so che hanno intenzione di avviare un rapporto di lavoro di lunga durata, però alle loro condizioni. Le mie colleghe mi hanno consigliato di rimanere finché non trovo dell'altro, sia perché i reclutatori non guardano di buon occhio chi lascia il proprio lavoro nè chi non ne ha uno, sia perché comunque continuerei a guadagnare esperienza. 

Vi ringrazio per i vostri preziosi consigli, cercherò di fare un po' più di chiarezza e di prendere la decisione che mi sembra migliore.

Grazie mille ancora!!!

 In risposta a #22199

Redazione_RdS

8 anni, 2 mesi fa

Cara Melanie,
il "pre-stage" non ci era ancora mai capitato! Commentare è quasi superfluo: lo stage serve a imparare, è un'esperienza formativa sul campo che differisce per questo dal lavoro vero e proprio. "Pre-stage", "occasionali fasulli"... tutte formule poco chiare che si prestano a distorsioni di ogni genere. Sembrerebbe che la casa editrice tenda a fare un po' come gli pare riguardo le modalità di inquadramento dei dipendenti. Senza parlare delle retribuzioni: i 300 euro a cui fai riferimento sono un rimborso spese o un compenso per una collaborazione che in realtà maschera un lavoro da dipendente? Sono in nero o c'è un contratto? Che contratto hai al momento? Ci piacerebbe capire di più su questi aspetti e che ci raccontassi maggiori dettagli. Perché a prima vista le premesse per un'ispezione da parte della direzione territoriale del lavoro ci sarebbero tutte...
Detto questo, è veramente difficile dare un consiglio nella tua situazione almeno per due ordini di motivi: il primo è che l'editoria è un bagno di sangue da sempre, si sa che le prospettive di guadagno sono nulle o scarse e quelle di inserimento lavorativo spesso e volentieri inesistenti (leggi per esempio qui http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/case-editrici-a-pagamento-scrittori-emergenti e qui http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/piccole-case-editrici-lavoro-nero-sfruttamento-testimonianza-insider). Il secondo è che il dilemma tra fare il lavoro dei propri sogni a qualunque condizione o sceglierne uno sicuro ma non gratificante è sempre lì, ancora irrisolto. Che dire perciò? Cerca di fare una valutazione complessiva dell'azienda per cui lavori: c'è dello sfruttamento di personale secondo te? Oppure si tratta magari di una fase di difficoltà ma le intenzioni dell'azienda sono serie? A nostro modo di vedere la risposta va cercata affidandosi a questi parametri. Con questo non vogliamo affatto sottovalutare gli aspetti di illegalità a cui fai riferimento. Ma spronarti a capire meglio con chi ti trovi a che fare.
Aspettiamo di saperne di più, e un caro saluto

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