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tirocinio ditals

8 anni, 4 mesi fa di Sarei

ditalsitaliano L2tirocinioVolontariato

Sono una insegnante di italiano L2, ho preso la certificazione DITALS I (didattica di lingua italiana a stranieri) dell'Università di Siena. La mia prima esperienza risale al 2011 in una scuola autogestita di italiano con migranti. Mi sono appassionata a questo lavoro e ho inserito nel mio curriculum universitario un esame di glottodidattica (9) CFU. In seguito ho fatto attività di insegnamento presso un ente riconosciuto e ho preso certificazione ditals. La mia domanda nasce dal fatto che sento spesso parlare di tirocinanti ditals. Non credo di fatto che si possa essere tirocinanti nel vero senso del termine dato che il ditals essendo certificazione è un percorso scolastico né accademico ma richiede come requisito alla certificazione un monte di ore di esperienza (non necessariamente tirocinio). Mi chiedevo quindi come è opportuno chiamare queste esperienze. Nel caso in cui siano enti monitorati dall'Università di Siena i tirocini vengono pagati dal tirocinante come fossero corsi di formazione.Tutto ciò quando chi ha già qualifiche e titoli non trova lavoro. C'è qualcosa che non mi torna in tutto ciò.

Sarei

8 anni, 4 mesi fa

ditalsitaliano L2tirocinioVolontariato

Grazie dei chiarimenti. Sì sono sicura che non ci sia ente promotore. Il meccanismo è spiegato abbastanza chiaramente qui http://www.ditals.com/esperienza-didattica-in-classi-di-italiano-per-stranieri/  dove si cerca di dare una motivazione plausibile ad una forma di sfruttamento che si dissimula in volontariato/tirocinio. Questo sito non ha niente a che vedere col sito ufficiale del Ditals ma ne prende solo il nome, comunque spiega abbastanza bene - giustificando comunque questa pratica con un ardito giro di parole- che effettivamente non si tratta di tirocinio. Comunque penso sia abbastanza chiaro che con questo meccanismo l'Università di Siena stia alimentando un meccanismo di compensazione ai mancati investimenti statali in questo campo educativo, fornendo volontari, perché tali sono, a associazioni e enti vari, pure statali. Tant'è che una cooperativa non può prendere tirocinanti in quanto risulterebbero volontari. La cosa è totalmente assurda dal momento in cui in un mondo dove si dia valore ad anni di studio, dovrebbero essere i laureati che, anche in mancanza di certificazione Ditals, vengono assunti, al limite come collaboratori, e che certificando l'esperienza chiedono l'esame per la certificazione. Questo è il mio pensiero, comunque vi ringrazio per avermi dato modo di confermare l'illegittimità del termine "tirocinio".  In risposta a #21991

Redazione_RdS

8 anni, 4 mesi fa

ditalsitaliano L2tirocinioVolontariato

Sì, confermiamo che le due parole stage e tirocinio sono sinonimi. E anche che non può esistere tirocinio senza ente promotore che lo attivi e convenzione di stage che lo regoli. Sei sicura che non ci sia dietro qualche altro ente promotore che non sia l'università? Perché per esempio potrebbe svolgere questo ruolo anche un centro per l'impiego o un'altra struttura.
In risposta a #post21990

Sarei

8 anni, 4 mesi fa

ditalsitaliano L2tirocinioVolontariato

In effetti, al di là della concorrenza e del termine (tirocinio o stage è interscambiabile giusto?), la mia perplessità nasce dal fatto che sia un'esperienza che viene chiamata tirocinio, pur non avendo un contratto di tirocinio in quanto non esiste ente promotore ma solo ente ospitante, quindi non c'è nessun tutor riconosciuto né da una parte né dall'altra. L'Università di Siena non ha convenzioni con questi enti ma ne riconosce solo la certificazione delle ore svolte. Per questo motivo segnalavo la distinzione tra percorso di studi piuttosto che certificazione. In sostanza vorrei capire se può esistere uno stage/tirocinio senza ente promotore. Il problema non è tanto la concorrenza quanto lo sfruttamento.
In risposta a #21987

Redazione_RdS

8 anni, 4 mesi fa

ditalsitaliano L2tirocinioVolontariato

Ok Sarei, ma il punto - ci pare di capire - non è il termine "certificazione" invece di diploma (o "esperienza professionale" invece di tirocini). In questo caso sono praticamente dei sinonimi, a meno che non esista un altro modo di inquadrare questa esperienza professionale (ma non sappiamo proprio dirti così su due piedi quale potrebbe essere). Da quanto ci dici questi ragazzi prima di ottenere questa certificazione devono svolgere 60 ore di esperienza on the job: quindi uno stage. Il che non ha di per sé nulla di irregolare. Nonostante - ne conveniamo - scatti una sorta di concorrenza tra questi stagisti e chi invece ha già la certificazione e potrebbe lavorare con regolare retribuzione.
Torna a scriverci se hai altri dubbi, e un caro saluto
In risposta a #post21980

Sarei

8 anni, 4 mesi fa

ditalsitaliano L2tirocinioVolontariato

In risposta a #21977
Buongiorno, ringrazio per la risposta. Tuttavia il mio quesito forse è incompleto. Il titolo culturale Ditals non è un diploma ma una certificazione di competenza. In quanto tale non prevede alcun tirocinio curriculare ma semplicemente il requisito di un'esperienza certificabile nell'insegnamento (per il primo livello pari a 60 ore).

Questa è la ragione della mia perplessità.
Grazie

Redazione_RdS

8 anni, 4 mesi fa

ditalsitaliano L2tirocinioVolontariato

Cara Sarei,
non è un argomento che abbiamo trattato in precedenza, e sarebbe necessario studiarsi per bene il caso per darti una risposta esauriente. Premesso ciò, possiamo provare a ragionarci un po' su sulla base delle informazioni che ci stai dando. Se le cose stanno come ci dici, e cioè che le persone che pagano per il corso di formazione vengono poi impiegate in alcuni tirocini finalizzati al conseguimento del titolo, non ci sarebbe in realtà nulla di strano perché si tratterebbe di stage curriculari, diretti cioè a far conseguire il diploma. Chiunque stia seguendo un percorso di studi può infatti nel frattempo svolgere tirocini curriculari finalizzati a ottenere crediti per il titolo finale. Puoi vedere anche qui, nelle nostre faq: http://www.repubblicadeglistagisti.it/pages/faq/.
E la legge non prevede l'obbligatorietà di un rimborso spese in questi casi (aggiungiamo purtroppo, perché noi della Repubblica degli Stagisti saremmo invece favorevoli a una misura di questo tipo, come ha scritto per esempio qui la direttrice della testata Eleonora Voltolina: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/contributi-stage-replica-tiraboschi).
La tua obiezione ha senso, perché di fatto questi tirocinanti potrebbero fare concorrenza a chi ha già un titolo e potrebbe esercitare come insegnante. Ma è una situazione che vale per tutti gli stagisti curriculari e rispetto a cui la legge non pone nessun divieto.
Speriamo di averti dato una mano e un caro saluto

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