Stage in un supermarket
8 anni, 6 mesi fa di Giuseppe97
Buongiorno, vi racconto in breve la mia storia.
A Novembre ho iniziato a frequentare un breve corso finanziato dalla regione Piemonte che offriva 400 ore di "teoria" a scuola e 400 di stage presso due possibili ambiti: sala bar o addetto vendita.
Inizialmente la mia idea era scegliere l'ambito della sala bar, convinto che potesse sembrarmi un lavoro ideale.
Con il passare delle lezioni però, mi sono reso conto che non era proprio una mansione adatta a me. Mi sono quindi buttato a capofitto nell'ambito dei supermercati, sperando di trovare una situazione agevole.
La professoressa che dovrebbe seguirmi, dunque, mi promise in partenza che sarei riuscito ad entrare in una nota catena gastronomica. La cosa non fece che rendermi speranzoso. Purtroppo, nonostante il colloquio sia stato regolare, da parte loro dissero di non avere chi potesse seguirmi.
In tutta risposta, questa grande professoressa mi ha letteralmente spedito nel più insignificante e piccolo dei supermarket della zona, una Crai sotto i portici.
Vi dico solo: negozietto di vicinato con appena sette reparti dove lavorano solo donne (che, coincidenza, abitano tutte molto vicine), con affluenza molto scarsa se non nella pausa pranzo e chiusura.
Tutto ciò non ha fatto che farmi storcere il naso, ma andiamo avanti.
Lo stage è iniziato a fine marzo e come tale, dura fino a fine maggio. Le possibilità che io venga assunto sono nulle (fin dal primo colloquio praticamente me l'hanno fatto capire), non recepisco alcun pagamento in quanto "sono lo stagista che sta imparando", vengo cazziato severamente per ogni ritardo di cinque minuti che faccio ed ho orari più lunghi delle altre dipendenti (11:00-19:30/8:00-16:00 rispetto a loro che fanno 8:00-13:30/13:30-19:30).
Ora veniamo al punto.
Il primo giorno lì dentro mi hanno fatto fare l'apertura, ovvero sistemare la merce appena arrivata sugli scaffali in ordine, come di consueto. Sono stato anche al banco gastronomia, ma ovviamente, non essendoci mai stato, sono stato un po' bizzarro nelle azioni. Oltre ad esser stato trattato in maniera molto severa, il banco gastronomia non l'ho più visto. In ogni caso, sistemata la merce mi è stato detto di "tirar avanti i prodotti" in basso e in alto, per tutto il negozio, buttare via i roll contenenti i cartoni, controllare le scadenze ecc. ecc. Fin qui tutto lecito, mi sembra. Il problema è che dalla prima settimana in poi, nelle ore morte, sono obbligato a pulire di tutto. A me non creerebbe nemmeno problemi, se ricevessi un compenso, ma trovo assurdo che io debba farmi tre mesi di scuola per poi effettuare uno stage dove dalle tre alle sei ore su otto le passo con lo straccio in mano.
Quel che mi fanno pulire sono gli scaffali dal basso verso l'alto, il retro (spazzato e lavato col mocio), le pinze della gastronomia, il fondo degli scaffali dove si accumula più polvere, i marmetti fuori dal negozio e anche i vetri dei frighi quando rimango senza nulla da fare. La cassa, per dire, non l'ho ancora mai utilizzata. Oltre alla mezz'ora di pausa, non mi è concesso nemmeno uscire dieci minuti a prendere un po' d'aria in cortile perché vengo subito cazziato. Tra l'altro, questa settimana ho avuto una brutta influenza che mi ha lasciato quattro giorni a casa. La prima cosa che mi hanno chiesto è il certificato medico, perché non si fidavano di ciò che dicevo.
Ora che mancano quattro settimane, volevo chiedere a voi:
Serve a qualcosa uno stage in supermercato dove le uniche cose apprese sono la sistemazione degli scaffali e l'utilizzo del mocio e della lavapavimenti?
Considerando che abito fuori città e utilizzo i mezzi pubblici, non mi spetterebbe almeno un rimborso spese? (pago quindici euro di biglietti settimanali più il pranzo, alcune volte).
Se passerò queste ultime quattro settimane come quelle appena passate, potrò dire con certezza che sono stato fregato e utilizzato come rimpiazzo per le pulizie ordinarie e straordinarie?
Sinceramente, voi continuereste ad andare? Per continuare a fare quello che sto facendo, posso tranquillamente andare in un qualunque altro posto (dove almeno una paga mi viene data!). Ho provato a parlarne con chi di dovere, e ciò che mi è stato detto è che le pulizie vengono fatte da tutti, all'interno del supermarket. Eppure, io sapevo che nei grandi supermercati operano delle imprese di pulizia separate dal contesto. E per la cronaca, certi scaffali non venivano lavati da alcuni mesi. Non vorrei fare la parte del ragazzino senza voglia di fare, anche perché un'altro, alla mia età (diciotto anni) probabilmente sta ancora studiando. Ritengo però che oltre allo schiavismo qualcosa sarebbe anche opportuno apprenderlo. Non mi sento in alcun modo stimolato a stare lì dentro e ciò influisce anche sul rendimento. Perdonate lo sfogo e fatemi conoscere le vostre esperienze.
paolo900
8 anni, 6 mesi fa
tanto guarda che per entrare nelle catene dei supermercati non serve avere esperienza pregressa se non come cassiere/a. Quindi mandali pure a quel paese. L'Esselunga assume più che volentieri neodiplomati.
paolo900
8 anni, 6 mesi fa
mandali a cagare, la tua dignità vale molto di più del loro negozietto dimmerda senza nemmeno minimo rimborsabile..
Redazione_RdS
8 anni, 6 mesi fa
Caro Giuseppe,
la tentazione è quella di gridare allo scandalo. Quello che ci racconti non risponde nella maniera più assoluta alla funzione che lo stage dovrebbe avere: e cioè iniziare una persona a un percorso professionale, avvicinarla a un mestiere, formarla. Noi della Repubblica degli Stagisti siamo in generale molto scettici nei confronti dell'utilizzo dello strumento dello stage nella grande distribuzione (lo stesso vale per il commercio nel suo insieme), pur essendo una pratica ormai molto diffusa. E ne abbiamo anche scritto in questo recente articolo per denunciarla: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/stage-grande-distribuzione-abusi-continuano. Nel tuo caso è tutto ancora più grave perché non ricevi neppure un rimborso spese (anche se la cosa potrebbe essere legale da quanto ci riferisci, trattandosi di uno stage curriculare, cioè inserito all'interno di un corso: se così non fosse avresti diritto a un'indennità, come puoi verificare qui: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/best-stage-2015-ai-blocchi-di-partenza).
Ciò che ci lascia perplessi degli stage nei supermercati sono diversi aspetti, tra cui la durata che di solito hanno, che arriva anche a sei o dodici mesi (fortunatamente non nel tuo caso) e il fatto stesso di applicare uno strumento formativo a mansioni "di basso profilo" (passaci il termine), da intendersi nel senso di attività per cui non è necessario un vero e proprio processo di formazione, come possono essere le vendite o la sistemazione di merce sugli scaffali. Sono cose che si imparano in fretta, e per cui è superfluo un progetto formativo. Figurati poi se si parla di fare le pulizie: lì si tratta di un abuso bello e buono, di sfruttamento, di inquadrare come tirocinanti risorse che invece meriterebbero un contratto vero e proprio. E che - da quanto ci dici - è escluso possano mai stipulare con te.
Il nostro consiglio quindi caro Giuseppe è di valutare seriamente l'opportunità di restare in questo posto per portare a termine il tirocinio. Forse sarebbe meglio lasciar perdere, e cercare altrove qualche altro supermercato che ti offra almeno la possibilità di essere assunto - magari dopo un breve periodo di prova - e che ti retribuisca per quello che stai facendo, e cioè lavorare.
Speriamo di esserti stati di aiuto.
Torna a raccontarci com'è andata a finire se ti va.
Un caro saluto
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