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33 anni, laurea in giurisprudenza, voglio cambiare ambito. Un master ha senso a questa età?

8 anni, 6 mesi fa di Eleonora Mauro

COMMERCIALE ESTEROMasterRisorse umaneTurismo

Ciao a tutti,

Ho 33 anni e vi spiego un po' la mia situazione.

- diploma perito turistico con 100/100 .
So bene il tedesco scritto e parlato, me la cavo ( ma dovrei un po' migliorare sicuramente) con l'inglese e sufficientemente con il francese

- laurea triennale in giurisprudenza 108/110 non conseguita nei tempi .

- ad ottobre mi laureo nella specialistica, spero con il 110. Ho la media del 28, tesi in diritto del lavoro. Non conseguita nei tempi .

- esperienza nel settore turistico- immobiliare e patentino di agente immobiliare conseguito presso la camera di commercio.
mi occupavo di compravendite e locazioni turistiche.
Ho lavorato con mio padre e mai mai mai più.


- attualmente lavoro nel settore turistico in un ufficio booking di una struttura ricettiva e mi garantiscono 10 mesi l'anno. Non ho l'indeterminato e dubito me lo daranno mai. Ho un 5 livello adetta reception e ho il lavoro attaccato a casa. In stagione si prende anche bene, sono arrivata anche ai 1800 facendo un numero mostruoso di ore.

VORREI:
- abbandonare il turismo perchè stufa di lavorare sempre tutti i fine settimana, saltare i giorni liberi e fare 50 ore la settimana che non so nemmeno se mi vengono pagate tutte.

- vorrei fare un lavoro in cui la laurea almeno in parte serva. il lavoro che faccio attualmente lo potevo fare a 19 anni con il diploma.

DOMANDA:

- ha un senso fare un master a questa età? sono completamente spacciata perchè ho un percorso lavorativo completamente diverso e sono vecchia?

- meglio un master con stage oppure part time nel fine settimana ( che non sarà facilmente conciliabile con l'attuale lavoro perchè lavoro tutti i fine settimana )

Mi interessano le risorse umane, soprattutto l'aspetto "amministrativo" più che quello della selezione del personale.

Visto che so le lingue pensavo anche al commerciale estero ma vorrei ben capire di cosa si tratta. Faccio già fiere all'estero... di media 2 al mese.

Non sarei disposta a fare un lavoro che mi manda ogni mese 5 volte fuori all'estero ... vorrei anche costruirmi una vita privata data l'età....( ecco perchè ci metto il punto di domanda sul percorso del commerciale estero)

L'ambito legale non mi interessa, non farò mai l'avvocato a 33 anni....

Ho la vaga sensazione che non riuscirò mai a cambiare la mia vita e che se fossi andata a lavorare dopo il diploma sarebbe stato sicuramente meglio.....

Datemi qualche consiglio per favore.....



Redazione_RdS

8 anni, 2 mesi fa

COMMERCIALE ESTEROMasterRisorse umaneTurismo

Ciao Skila,
la questione a nostro parere va vista da una prospettiva diversa. E cioè: quello della magistratura non è certo un percorso che si improvvisa ma una scelta di vita che porta a lunghi anni di studio per prepararsi al concorso. Quindi il punto è capire se il lavoro che stai svolgendo al momento ti dà o meno la possibilità di farlo. I sogni vanno sempre inseguiti, che siano choosy o meno. Ma per una professione così importante e impegnativa ci vuole soprattutto tempo. Quello che ti consigliamo quindi è di proseguire con la scuola, ma di valutare già da subito se in un secondo momento potrai avere a disposizione i tempi necessari per prepararti al concorso. Ti giriamo anche un nostro recente articolo sulla strada per diventare magistrati in Italia: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/diventare-magistrati-in-italia-la-difficile-via-del-tirocinio-gratis-o-con-borsa-di-studio.
In bocca al lupo per tutto e un caro saluto
In risposta a #post22212

Chisechan86

8 anni, 2 mesi fa

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Ciao skila ti rispondo per quanto riguarda l'ultimo punto dove ti chiedi se impuntarsi per il proprio futuro e non arrendersi sia un comportamento da "choosy" onestamente io non credo in questo termine anzi... é soltanto un infelice e becero appellativo utilizzato da persone che non sanno nulla delle condizioni lavorative di noi giovani  e che, francamente, non credo nemmeno sappiano cosa significhi spaccarsi la schiena per il proprio futuro per giustificare l'assenza da parte dell'odierno mondo del lavoro di ogni minima garanzia nei nostri confronti; probabilmente preferiscono vederci come soldatini frustrati che come persone felici e realizzate Te lo scrive una persona che "choosy" non lo è stata affatto nella propria vita e che durante il periodo dell'Università ha dovuto mettere da parte gli esami per servire ai tavoli e pulire nel bar di famiglia per circa 12-13 h al giorno.


Lottare per il proprio futuro, perseguendo i propri obiettivi ( lavorativi  e di vita) non è da "choosy" ma un nostro diritto, che ci stanno togliendo facendolo passare per un privilegio: credo che nessuno dovrebbe poterci rinunciare (a meno che una persona non sia proprio costretta da cause di forza maggiore come responsabilità ne confronti di figli o di persone anziane) in virtù del tempo,delle energie. delle problematiche e delle risorse economiche che ha dovuto affrontare per avere una preparazione accademica. Ne sono più che convinta.

Personalmente, sono cresciuta con un esempio di vita fondamentale: quello di mio padre. Mio padre non poteva permettersi di fare lavori pesanti come i fratelli a causa delle sue condizioni di salute cagionevoli, non poteva permettersi scuole particolari perché la sua famiglia non poteva permettersi di pagarne il costo. Fu così che iniziò a studiare da solo da autodidatta; imparò 4 lingue, più precisamente inglese, francese, spagnolo, tedesco e anche un po' di russo.
Con questo bagaglio culturale formatosi con le sole proprie forze inizio a lavorare negli alberghi, con estrema umiltà imparò qualsiasi mansione, anche se ben presto si rese conto che non era tutto  oro ciò che luccicava. 
Lo sfruttamento era sempre dietro l'angolo, resisteva solo per mia madre e per mio fratello (all'epoca piccolo); alla fine però decise di mollare tutto, non riusciva più a tollerare di non poter stare a casa con la propria famiglia a causa delle innumerevoli ore lavorative a cui veniva sottoposto. Probabilmente, agli occhi dei suddetti e in un contesto attuale, anche la scelta di mio padre sarebbe da "choosy".
Con i soldi ottenuti dalla liquidazione realizzò il suo sogno: aprire insieme a mia madre al sua attività di bar. Erano altri tempi, erano altre situazioni ma era comunque un salto nel vuoto; il coraggio e la passione gli diedero ragione, né a me né a mio fratello è mai mancato nulla, ovviamente i sacrifici fatti da entrambi i miei genitori sono stati enormi, non i sono mai risparmiati ma hanno comunque gestito in maniera brillante un'attività per 30 anni.
Questo è quanto, mio padre mi ha insegnato a trasformare le difficoltà in forza, mi ha insegnato a credere nei propri sogni, mi ha insegnato che impegno e passione ricambiano sempre di  ogni sacrificio fatto, mi ha insegnato a cambiare le carte in tavola quando non ti piacciono; lo sfruttamento nel nostro paese  alla fin fine c'è sempre stato, c'erano solo più opportunità e margini di guadagno, questo si.

Spero che l'esempio di mio padre sia di aiuto e forza per tutti noi che siamo sulla stessa barca.

Qualsiasi decisione prenderei sii fiera perché è la tua decisione e niente e nessuno dovrà portartela via.

"You may say i'm a dreamer, but i'm not the only one" diceva Lennon, sottoscrivo in pieno io.
In risposta a #22212

skila

8 anni, 2 mesi fa

COMMERCIALE ESTEROMasterRisorse umaneTurismo

Trovo questa lettera dopo quasi 4 mesi..... mentre cerco di capire come modificare la mia posizione lavorativa poco appagante. Motivi simili ai tuoi, turni nei fine settimana costanti, ore interminabili e strazianti, anche se ben pagate e con un contratto buono. Ma il tutto non affine a ciò per cui ho studiato. Anche io avrei potuto fare questo lavoro a 19 anni e mi sembra di aver buttato anni e anni di studio, sacrifici, e denaro.
Io ho preso una decisione. E posso dirti la mia riguardo ai master, con esperienza in prima persona. Per cercare di non abbandonare un lavoro sicuro ma allo stesso tempo non avere quella sensazione di aver studiato tanto per nulla, io il master l'ho seguito lavorando. Ho trovato una formula part time, in parte online, con possibilità di stage finale. Sono riuscita a conciliarlo bene con il lavoro, anche se la fatica è stata tanta. Anche io ambivo alle risorse umane, anzi, alle relazioni industriali. Ho conseguito il titolo e poi....ho rinunciato allo stage. Quello no, non si conciliava con il mio lavoro, e non ho avuto il coraggio di lasciarlo per uno stage. Conclusione: il mio master è servito a molto poco. Ho un titolo, ma nulla di più. E un titolo, a 31 anni, con una laurea conseguita non nei tempi, e nessuna esperienza nel campo, mi son resa conto che vale molto poco. Soprattutto se non hai il coraggio di ripartire da zero o quasi e fare un po' di gavetta. E io questo coraggio, purtroppo, non lo ho. Non escludo che attraverso uno stage, avrei potuto entrare in contatto con qualche azienda e cambiare radicalmente la mia posizione, ma non me la sono sentita di lasciare il certo per l'incerto, non in questo momento.
A differenza tua, io sognavo e sogno ancora la magistratura. Un sogno che avevo messo nel cassetto dopo questa sconfitta. Dopo essermi resa conto che non avrei avuto il coraggio di fare un salto nel vuoto. Il malcontento del mio lavoro si è però fatto sempre più sentire, perché è vero che avere un lavoro sicuro oggi sembra un privilegio, ma è altrettanto vero che essere schiavi di un lavoro che non ti piace, solo perché è sicuro, vuol dire immaginare il proprio futuro grigio, con 8,9,10 ore al giorno passate a fare ciò che non ti piace. E, senza voler passare appunto da... "choosy"....voglio dire a gran voce che non è facile, anzi, è frustrante. Per questo mi sono iscritta alla scuola di magistratura. Interamente online (verifiche a parte). Con la speranza di continuare ancora a inseguire qualcosa, ben consapevole di non riuscire a lasciare il vecchio. Il primo anno è appena passato, e devo dire che sono stupita dai risultati. Questi risultati mi spingono a rivalutare la situazione e continuare a sperare. Non ho la forza comunque di lasciare il lavoro, ma non escludo che, se dovessi continuare ad avere buoni risultati, un domani potrei decidere di dedicarmi anima e corpo al concorso, facendo quel famoso salto nel vuoto. O forse no. Non lo so.
Il punto è cercare di non avere mai rimpianti. Essere razionali sì, ma essere anche un po' visionari. Non ti nasscondo che a volte mi chiedo se serva a qualcosa. Molti miei colleghi, con il contratto che abbiamo, hanno investito su altro. A volte mi chiedo se io abbia fatto bene, in fondo non ho un soldo da parte perché ho investito tutto lì. Ho pochissimo tempo libero e di sicuro non faccio la vita spensierata che potrei fare. Ma ho fatto una scelta. E ho anche scelto di non accanirmi e di darmi un limite....se andrà male smetterò, ma finché va bene, la mia scelta è questa.
E la tua? E' una questione di scelte. Chiedi se il master sia utile o inutile. Tu come vorresti affrontarlo? Cosa saresti disposta a rischiare per quel master? Ti metteresti in gioco dopo? Sono domande che vanno fatte a se stessi prima. Io quando scelsi il master non lo feci. E infatti l'ho reputato inutile.
Colgo l'occasione se qualcuno dovesse leggere, per chiedere una cosa io. Pensate sia una visionaria e sia tutto inutile quello che sto facendo? Pensate mi stia comportando da bambina viziata che vuole per forza arrivare dove dice lei? Perché a volte me lo chiedo. Mi fermo e mi chiedo come sarebbe la mia vita se decidessi di fermarmi. E la vedo più rilassata. Solo che non sono ancora pronta per fermarmi.

Redazione_RdS

8 anni, 6 mesi fa

COMMERCIALE ESTEROMasterRisorse umaneTurismo

Cara Eleonora,
innanzi tutto ti giriamo un classico del nostro repertorio di articoli, e cioè un vademecum sui criteri per la scelta del master, che trovi a questo link: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/postlaurea-i-consigli-di-asfor-su-come-scegliere-il-master-giusto. Qui si evidenzia come l'elemento principe a cui guardare sia il tasso di placement. Non è così inutile svolgere un master dopo i 30 se il corso permette di avvicinarsi alle aziende tramite uno stage, e assicura anche un certo numero di contratti di lavoro. Questa è insomma la prima cosa da verificare, nel caso decidessi di imbarcarti nell'avventura.
Quanto al lavoro che non si allinea alla tua preparazione accademica, purtroppo è una storia molto comune. Ce ne occupammo per esempio quando scoppiò la polemica sui giovani troppo choosy: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/giovani-disposti-a-tutto-altro-che-choosy-indagine-ial-cisl-smentisce-il-ministro-fornero.
Speriamo di esserti stati utili e aspettiamo che qualcuno dei nostri lettori si faccia avanti per consigliarti.
Un caro saluto

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