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tirocinio "flessibile"

8 anni, 7 mesi fa di silvia_508

Sto (forse) per sottoscrivere un tirocinio che ha come garante la mia università, rientro di poco nell'anno da neolaureata e purtroppo non sono riuscita a fare nulla di concreto in questo lasso di tempo salvo attività da hostess e promoter, o ripetizioni.
L'associazione presso cui dovrei prestare servizio durante il primo colloquio mi ha menzionato un rimborso di 550 euro.
Dopo tre settimane sono diventati 450, evidentemente hanno scoperto di poterlo fare e hanno abbassato.
Mi chiedono un full time flessibile, per farmi lavorare al bisogno anche di sabato. In particolare, il sabato, avrebbero bisogno di un tutor che faccia presenza durante delle procedure ufficiali. Ho già svolto con loro questa attività da "esterno" e dovrei venire pagata a parte, 7.50 euro all'ora. Svolvendo invece il tirocinio "flessibile" presumo che vogliano farmi fare questa attività, altrimenti pagata secondo quel tariffario, all'interno dello stage, magari abbonandomi un giorno settimanale come compensazione. Il fatto è che tutti gli altri tutor (ne servono diversi per sorvegliare i candidati durante esami ufficiali) verranno comunque pagati ad ore. Non è come lavorare gratis per 10 ore al giorno? A me sembra proprio così.
In più, dovendo essere così flessibile, non ho nemmeno la garanzia di non essere sfruttata più del dovuto. Un full time che comprenda anche il sabato non mi sembra molto corretto.
Non credo di avere molti margini di patteggiamento. Può fare così l'azienda?

Redazione_RdS

8 anni, 7 mesi fa

Esatto Silvia, la risposta dell'università è senz'altro più di buon senso, anche se - come dicevamo - non esiste una norma specifica che ponga dei limiti.
In risposta a #post21564

silvia_508

8 anni, 7 mesi fa

In risposta a #21562 Secondo la struttura lo stagista deve lavorare obbligatoriamente 40 ore a settimana. Invece, in università, mi hanno solo fatto presente che lo stagista NON deve lavorare più di 40 ore. 

Redazione_RdS

8 anni, 7 mesi fa

Ti riferisci alle 40 ore come limite orario settimanale del tirocinio? In effetti rispetto agli orari le normative sugli stage non prescrivono in genere nulla di preciso. Vi sono dei casi in cui si concorda a priori che lo stage sia part-time, per esempio 20 o 25 ore la settimana; la stragrande maggioranza degli stage è tuttavia "full time", quindi presuppone la presenza dello stagista in ufficio per circa 38-40 ore settimanali (che è l'orario standard di lavoro). Presuppone anche - qui è il buonsenso che parla - che lo stagista si uniformi all'orario della struttura presso cui opera: e cioè arrivi all'ora in cui il lavoro comincia all'interno dell'ufficio, e se ne vada all'ora in cui il lavoro termina. Senza però che allo stagista non venga richiesto di assicurare una presenza continuativa secondo orari "massacranti": perché è appunto uno stagista, e non un lavoratore.
Il tuo caso comunque è diverso, e non si tratta solo di una questione di orari... Tanto che per la stessa mansione sono stati inseriti dei lavoratori veri e propri.
In risposta a "#post21560"

silvia_508

8 anni, 7 mesi fa

In risposta a #21554

Grazie della risposta. Si tratta di un'associazione culturale, che però svolge anche attività didattiche, nonché è un centro autorizzato dalla regione per quanto riguarda gli esami di cui sopra. Mi sono rivolta all'università, che sostiene ad esempio che non c'è il minimo di 40 ore come mi è stato riferito. Cercherò di farlo presente. Grazie

Redazione_RdS

8 anni, 7 mesi fa

Cara Silvia,
affinché un tirocinio rispetti tutti i termini della legalità devono esserci un ente promotore, che vigili sul corretto svolgimento del tirocinio, due tutor (uno aziendale, e uno all'interno dell'ente promotore), un progetto formativo da rispettare e un rimborso spese (se lo stage è extracurriculare).
In base a quello che ci racconti, le perplessità nascono in relazione alla tipologia di stage che ti è stato proposto, perché ha tutta l'aria di essere l'ennesimo caso di ente ospitante (a proposito: è un'azienda o una no profit? Perché all'inizio lo citi come "associazione), che approfitta degli stagisti per sborsare meno soldi rispetto a quanto dovrebbe fare con regolare personale assunto. Altrimenti perché prevedere per la stessa tipologia di mansioni ("tutor che sorveglino candidati") due inquadramenti diversi, tu come stagista e altri tutor pagati a ore? Senza contare che lo stage non deve essere considerato un periodo di lavoro, ma un'esperienza formativa. E di essere formati per sorvegliare candidati agli esami non se ne vede granché la necessità.
Tu a questo punto hai due strade. La prima è rivolgerti all'ente promotore, quello incaricato di supervisionare lo stage affinché tutto vada bene, chiedendo conto di questa situazione che ti è stata prospettata. Dovresti insomma rivolgerti all'università. C'è poi la strada, ben più drastica, delle direzioni territoriali del lavoro a cui chiedere un'ispezione presso il centro (nel caso accettassi). Ma, come puoi immaginare, è una procedura ben più impegnativa e sta a a te valutarne l'opportunità.
Speriamo di averti dato una mano.
Un caro saluto

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