Ricerca lavoro: quando ti senti a metà tra un numero e carne da macello
8 anni, 9 mesi fa di AlbeAZ
Buongiorno,
dopo aver letto tanto su questo sito, anche molte testimonianze positive, credo comunque di rappresentare con questo messaggio una buona parte dei giovani Italiani.
Sono laureato alla triennale di economia, diciamo che ci ho messo un po' a finirla per vari motivi.
Il primo è che ancora dal liceo ho trovato un lavoretto che potevo svolgere nelle mura domestiche che mi permetteva di sbarcare tranquillamente il lunario. Almeno per quello che poteva essere il peso economico di un diciottenne. Sembrava allora più comodo adagiarsi su un piccolo stipendio.
Durante gli studi in università ho avuto modo di frequentare uno stage presso una grande ditta. Nonostante la mia voglia di fare, dopo essere stato istruito a dovere sul funzionamento nel mio ufficio, sono stato parcheggiato per la maggior parte del tempo a ordinare per nome o per numero bolle e fatture, accantonate dai "colleghi" fin da quando hanno sentito la parola "stagista", con la scusa, e cito, "non c'è sempre un dipendente col tempo di seguirti... e poi alcune dinamiche nell'azienda devono restare private". E' successo solo a me?
Successivamente ho trovato lavoro presso un'agenzia viaggi. Me la cavavo abbastanza bene. Io. L'agenzia no, non se l'è cavata bene. Ma con concorrenti online come tripadvisor e compagnia bella, la cosa non mi ha sorpreso.
Nel frattempo ho concluso l'università.
Nessuno mi ha mai fatto pensare che, una volta ottenuta sta maledetta pergamena (anzi, a proposito, dopo 6 mesi la sto ancora aspettando!) sarei diventato un grande leader in qualche azienda o che mi avrebbero contattato in mille per offrirmi una posizione. Sapevo che sarebbe stato complicato trovare lavoro. Sapevo che avrei dovuto cominciare con uno stage o un apprendistato e poi sperare che, una volta terminato, mi avrebbero proposto l'assunzione e non mi avrebbero lasciato a casa con la formula "stagista = lavoratore gratuito".
Fatto sta che è dura trovare anche questi stage.
Ogni colloquio si conclude con la solita frase in cui mi spiegano che mi faranno sapere loro, qualcuno aggiungendo che mi avrebbero contattato sia in caso di esito positivo che non. Mai sentito nessuno. Nemmeno una risposta dalle realtà che per certo so che stavano cercando personale o alle quali ho mandato il CV avendo sul sito una posizione aperta.
L'unica proposta di lavoro mi è giunta da una piccola società affiancata alla Philips che si occupava di installare illuminazioni a led nelle ditte. La proposta è stata: fai la partita iva e giri con la tua macchina in cerca di ditte interessate, niente rimborso benzina, niente fisso e provvigione se raggiungi il minimo mensile. Sfruttamento bello e buono, ma almeno, pensavo, avrei potuto imparare qualcosa e fare curriculum. Tempo di attendere la chiamata per cominciare ed ecco che fanno un super taglio del personale, lasciando a casa anche l'amico che mi aveva informato della posizione, tenendo un solo dipendente, cioè un ragazzo addetto alle vendite che conosco di vista e non son sicuro che abbia terminato nemmeno il liceo, tanto che ogni tanto pubblica annunci in cui non è capace a distinguere fra "cui" e "qui" e "ho" e "o". Ma non ero meglio io che ho una laurea e conosco almeno l'italiano?
Conscio dell'importanza dello studio, soprattutto per questioni più personali che lavorative, mi sbilancio su questioni più venali e mi chiedo quando riuscirò, di questo passo, ad aver guadagnato quanto un ragazzo che ha cominciato a fare l'operaio in fabbrica a 16 anni.
Non so dove sbattere la testa e non capisco se una posizione lavorativa (a questo punto non penso neanche più se debba essere un minimo decente e meritevole per quello che ho studiato) debba essere cercare attivamente, se devo limitarmi a spedire decine di CV alle sezioni online "lavora con noi", portare personalmente alle ditte/negozi o se sperare che mi richiami almeno uno dei vari centri di collocazione che non ho MAI sentito.
Deve andare solo a fortuna? Sbaglio qualcosa? Ci vogliono più dei 6 mesi che ci sto mettendo io?Eppure sono una persona che se la cava a parlare, non si fanno sentire manco per dirmi che non cercano lavoro, che non gli interesso o che altro!
Sconfortato....scusate lo sfogo.
Redazione_RdS
8 anni, 9 mesi fa
Caro Albe,
ci fa piacere che questo spazio sia considerato un luogo non solo di scambio di informazioni e richieste di aiuto, ma anche per sfoghi come il tuo. Viviamo anni complicati, e se uno dei problemi maggiori per i giovani italiani è trovare in primis un'occupazione, far sfociare il percorso di studi in un tipo di impiego all'altezza delle proprie aspettative può diventare un'odissea. Testimonianze come la tua aprono una finestra sugli ostacoli in cui si imbattono nel quotidiano molti neolaureati come te.
Nel tuo racconto tocchi due punti essenziali: il primo è la cattiva abitudine italiana di non rispondere all'invio di curriculum e alle richieste di lavoro dei candidati. All'estero non è così, mentre da noi è purtroppo consuetudine dura a morire. Ne parlammo anche in questo articolo: http://www.nexthr.it/15/editoriale-voltolina-rispondere-a-candidati-next-gennaio-2014/ (e forse, su temi attigui, potrebbe interessarti anche questo: http://www.nexthr.it/10/video-curriculum-il-ritardo-italiano-nelluso-delle-innovazioni/).
Altra questione nodale, le difficoltà a trovare un impiego o anche solo uno stage. Hai ragione a lamentarti perché spesso è così, e sarebbe superfluo qui ricordare i dati sulla disoccupazione giovanile o i risultati non proprio convincenti per esempio del programma Garanzia giovani. Piangersi addosso però, anche se le ragioni ci sono tutte, non serve a molto. Bisogna stringere i denti e proseguire nella ricerca, perché quasi sempre la perseveranza e l'impegno (che a te non mancano, da quello che dici) ripagano. Anche proseguire gli studi è una scelta che a lungo termine porta i suoi frutti come documentano le statistiche, per esempio questa: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/rapporto-2013-anvur-fotografia-universita-italiana.
Insomma, il nostro consiglio è di non demordere, perché è ancora troppo presto per scoraggiarsi. Trova una strada per cui ti senti motivato ad andare avanti, specializzati in quella e contatta le aziende di quel settore per offrire una collaborazione. Chissà che così tu non riesca finalmente a trovare una sistemazione che ti soddisfi. Senza saperlo poi, spesso si fanno errori banali anche nella maniera di presentarsi alle aziende, come ci spiegava una professoressa statunitense qui: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/intervista-michele-favorie. Esserne consapevoli può aiutare a migliorarsi.
La discussione naturalmente rimane aperta. Restiamo in attesa che qualche nostro lettore ci dica la sua.
Facci sapere come procede, una volta superata l'impasse.
Un caro saluto
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