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Stage in PROGETTO ED, Voglia di futuro, al vento!

9 anni, 8 mesi fa di giax88

Buongiorno a tutti, mi chiamo Gianluca, ho ventisei anni e voglio testimoniare la mia esperienza, il mio ultimo stage in una realtà che non merita lontanamente di far parte del circuito "OK Stage".

Lo scorso Novembre mi trovavo ad Amsterdam per lavoro, per un esperienza di pochi mesi in Camera di Commercio a termine del percorso universitario. Interessato a tornare nel bel paese con un futuro, con la voglia di fare e di mettermi in gioco mi sono imbattuto nell'annuncio di stage di PROGETTO ED.

L'azienda si presentava da subito come diversa, come portatrice sana di innovazione, di valori, di voglia tremenda di crescere e di "futuro". Mi sono candidato alla posizione di "Assistant Project Manager" e con piacere, dopo un lungo e particolare colloquio sono stato preso. La selezione è un punto fondamentale per l'azienda e mi ritenevo fortunato, fiero e felice di aver lasciato un paese estero per tornare. Un azienda che tratta porte e finestre, ma in cui l'atmosfera era del tutto innovativa, la visione lungimirante. Un azienda che propone il modello di PGI, piccola grande impresa.

Non voglio dilungarmi troppo, ma lascio questa recensione per far capire che la realtà differisce spesso dalle parole. Ho cominciato a Gennaio 2015, dopo aver preso in affitto una casa da solo, dopo aver dovuto portare il mio mezzo di trasporto, con notevoli sforzi economici. E dal primo giorno mi sono trovato in mezzo a una realtà piccola, piccolissima; che allo stesso tempo appunto ragiona e domanda come una multinazionale. Bene, mi sentivo motivato. Riunioni più volte a settimana, report e presentazioni, obiettivi. Si era partiti subito.

Fermi un secondo, cosa stavo facendo? Io, stagista, lavoratore, persona che entra in una nuova azienda e senza un giorno di formazione "in aula" o di formazione tecnica, quando il settore dei serramenti è a dir poco tecnico mi ritrovo a dover imparare da me, imparare "on the road"! Dovevo portare da subito risultati in termini economici, senza nessun background tecnico, quando il ruolo pubblicizzato in stage era tutt'altro! Passi pure che lavorano dalle 7/8 di mattina alle 8/9 di sera tutti i giorni, passi pure che per loro il lavoro è motivo di gioia e cerchino persone particolari, ma a me non sta bene di esser preso in giro.

La morale è che senza comunicazione diretta, senza aver avuto confronti veri e propri, ricevo una chiamata da un giorno all'altro dove mi comunicano che forse non è il caso di continuare, che forse si erano sbagliati su di me e che non ero quello che faceva al caso loro. Tutto ciò perché non dimostravo un attaccamento febbrile e immediato all'azienda? Perché forse volevo capire meglio anche il mio ruolo? No, la si corre, non c'è tempo, sono stato una perdita di tempo e di investimento per loro. Stage terminato, amarezza.

E io mi sono trovato di nuovo qua in Italia, amareggiato per come sia andata, per l'investimento che avevo fatto io, stagista, per le tutele totalmente inesistenti del contratto su cui l'azienda ha fatto leva rispondendomi che il contratto di stage gli permette di farlo e che io sono stato una perdita per loro in termini economici, che virtuosità!

Bene, ultimo appunto, giusto per farvi capire. Mi è stato rimborsato il mese di gennaio "soggettivamente" e non su base reale delle giornate lavorate. Mi è stato detto che ho preso quello che mi meritavo, che mi deve servire da lezione. Vi chiederete cosa mai ho fatto di male per finire così. Bene, dovevo girare con la mia macchina per cantieri edili tutti i giorni e da subito. Mi sono ammalato per una giornata, ho avuto una visita per un pomeriggio, non ho avvisato che data una tempesta di neve non riuscivo ad arrivare in orario. Forse ho sbagliato anche io, ma non è possibile trattare così un lavoratore.

Da sogno e voglia di futuro si è trasformato in tutt'altro...

Batacchi

9 anni, 8 mesi fa

Ragazzi,

il lavoro alla fine è lavoro. Serve a darvi da mangiare, PRIMA DI TUTTO. Se fate tutto questo casino "in piazza" per uno stage, per cose più impegnative che fate? Affittate il Teatro Sistina?

E i sogni, mi permetto di suggerire, lasciateli a chi dorme.

Saluti.

progettoed

9 anni, 8 mesi fa

Buongiorno a tutti, mi chiamo Angelamaria Bova, ho ventotto anni e da quattro anni e mezzo la mia vita è cambiata radicalmente.

Ho scelto di rimanere in Italia, dopo una laurea di cinque anni con lode in Ingegneria Gestionale, perché ho avuto l'immensa fortuna di conoscere persone eccezionali durante il mio percorso di tesi.

Ho rinunciato a colloqui con imprese blasonate e ho detto di no a tante richieste, a tutti i miei professori, perché PROGETTO ED mi aveva prospettato l'unica cosa di cui avevo davvero fame: la libertà.

Potevo scrivere personalmente una storia d'Impresa, plasmando il mio e il nostro destino, perchè alla base di PROGETTO ED c'è una profonda fiducia nel valore e nelle intuizioni delle persone.


Hai ragione Gianluca: la nostra, la mia, è un'azienda diversa.
Un'azienda che ti ha chiesto di tracciare una "mappa del futuro" durante il tuo primo colloquio, per capire cosa tu volessi veramente in questo momento della tua vita.

Ricordo come fosse ieri le tue parole, ci pareva di aver trovato una persona speciale, che volesse cambiare il mondo con un battito di ciglia.

Ricordi questa espressione? L'avevi usata, e scritta, proprio tu. Come avevi detto, e scritto, che avresti preso il carico del mondo sulle spalle, per poterlo rendere migliore.

Avevi anche detto, e scritto, che illuminare è meglio di essere illuminati.

A Francesca, Alessandro, Elisa, avevi fatto un'ottima impressione. Così mi hanno contattata, entusiasti, dicendomi: "Ti mandiamo Gianluca, poi chiamaci per dirci cosa ne pensi".

E lì ho cominciato a parlarti, tentando in tutti i modi di farti capire profondamente cosa fosse PROGETTO ED. Senza nasconderti nulla. Dicendoti quanto fosse difficile, pesante e complesso vivere PROGETTO ED.

Se pensavi davvero di voler investire nel tuo futuro qui da noi, senza lasciarti spaventare dalla difficoltà iniziale, dalla mole di lavoro, dai ritmi frenetici.

Ti avevo parlato con il cuore in mano, perché erano così convincenti i tuoi discorsi, così vicini al nostro modo di pensare, che mi pareva troppo bello per essere vero. Così ho insistito a farti vedere il lato più complicato di ciò che stavi per affrontare, per farti scegliere in maniera davvero libera. Dopo quel colloquio ci hai scritto nuovamente, per mostrare tutto il tuo entusiasmo nei nostri confronti.

E arriviamo al tuo primo giorno, dopo i colloqui. Eravamo colmi di aspettative, abbiamo pensato a te durante le vacanze natalizie, fiduciosi, immaginando il tuo futuro.

Ci eravamo lasciati con la promessa che tu avresti preparato una presentazione su PROGETTO ED e sul mercato, da discutere il primo giorno, al rientro dalle vacanze.

In realtà, quel giorno, ci hai detto che avevi perso il lavoro svolto, perchè il computer aveva avuto dei problemi. Ti abbiamo creduto, ma siamo rimasti alquanto perplessi quando non hai saputo minimamente rispondere a domande concernenti gli stessi argomenti del lavoro che avresti dovuto preparare.

In ogni caso abbiamo fatto spallucce, perchè era troppa la gioia di averti con noi.
Noi crediamo così tanto nella capacità e nella volontà delle persone di valore, che lasciamo piena libertà, carta bianca. Solo dalla sinergia di idee diverse che non si condizionano a vicenda, nascono percorsi unici e inesplorati, davvero innovativi. Poi, tali percorsi si intrecciano, magicamente, permettendo in un grave momento di crisi come quello che stiamo vivendo oggi in Italia, di andare avanti a testa alta, tanto da costruire una nuova sede e di aprire due STUDIO ED a Parma e a Piacenza nell'arco di soli 19 mesi.
E tu ci avevi proprio detto, durante il colloquio, "E' la libertà di azione che più mi stimola, l'idea di fare qualcosa di mio senza essere incanalato, senza avere qualcuno che mi dica cosa è meglio fare, come è meglio farlo".

E in una delle nostre riunioni ci hai anche detto "Ambisco a guadagnare 100 Euro all'ora".

E' un pensiero bellissimo quello di ambire a guadagnare, per il proprio lavoro, così tanto… ma tale desiderio deve essere supportato dalla reale volontà di lavorare sodo per ottenere il proprio scopo, altrimenti rischia di essere una frase fatta.

Dopo la prima settimana di stage, in cui ti abbiamo visto un po' perso, nonostante tu non ci abbia affatto chiesto aiuto, continuando a dire che tutto era perfetto e che tutto andava bene, ti abbiamo teso la mano.

Ti ho accompagnato nel tuo percorso: "Stai con me, resta al mio fianco tutta la settimana prossima, così acquisirai sicurezza". Ti ho fatto partecipare ad incontri importantissimi, hai conosciuto alcuni tra i nostri migliori studi di architettura e, parallelamente, ti ho riempito di documenti da leggere, di input e di nozioni di tutti i tipi, per fare in modo che tu potessi farti una personalissima idea sul settore, sui materiali, sul mondo della tua impresa, per crescere e imparare il prima possibile (come abbiamo fatto tutti noi prima di te).

E ancora una volta ti sei tirato indietro: "I tuoi ritmi sono molto serrati" mi dicevi, " meglio che domani mi riposi, verrò solo al pomeriggio, sono molto stanco". Una, due, tre volte. Mi hai detto il giovedì a pranzo che l'indomani,il venerdì alle 13.00, avresti preso il treno per tornare a casa per andare a fare la pulizia dei denti, quando avevo organizzato, per te, un incontro con un cliente per la chiusura di un grosso contratto.
Abbiamo fatto riunioni su riunioni (due o tre alla settimana), in cui, in modo alternato, quattro tra le persone più importanti dell'azienda ti dedicavano il loro tempo, erano lì solo per te, per aiutarti a crescere e a trovare la strada. E tu, ogni volta, alle domande che ti ponevamo: "Come stai? Cosa pensi?" rispondevi: "Va benissimo, tutto perfetto, mi sembra di imparare tanto".

Un altro giorno avevi una riunione, istituita proprio per te, per la tua crescita, con tre persone: Francesca, Alessandro, Elisa.

Dopo 40 minuti dall'orario previsto non ti eri ancora presentato.

E non avevi nemmeno avvisato.

A questo punto Francesca ti ha scritto un messaggio, preoccupata. "Gianluca, tutto bene?". E tu hai risposto dicendo che eri bloccato con la neve.

Giorno in cui nevicava appena e in cui noi tutti, nessuno escluso, eravamo all'opera.

Ti è stato chiesto cosa intendessi fare e tu hai risposto che dovevi capire se rimanere a casa o venire a piedi.

Sta di fatto che alle 11.00 le strade erano pulite.

Il giorno dopo si è ripetuta la medesima cosa.

Hai scritto che ti è stato detto al telefono dell'interruzione dello stage. In quella telefonata volevo capire cosa avessi in mente, volevo fare chiarezza. E quando ti ho mostrato la mia titubanza sul fatto che fossi effettivamente la persona giusta, tu mi hai detto: "Si, infatti, volevo proprio dirtelo io, voglio interrompere lo stage".

Mi hai mostrato tutte le tue perplessità, dicendo che proprio non capivi come potessimo essere così fanatici del mondo dei serramenti, come potevamo essere così matti da credere in un settore così poco invitante.

Impossibile non chiedersi perché fossi stato così diverso nei colloqui, perché ci avessi dipinto un insieme di ideali e di convinzioni così lontane dal tuo vero essere.

Allora si, le sensazioni che, purtroppo, ci accompagnavano dal tuo primo giorno in PROGETTO ED avevano trovato una profonda conferma, proprio nelle tue parole.

Questa conferma ci ha fatto tanto, tantissimo male.

E quindi, si, lo stage andava interrotto veramente.

E quindi, si, abbiamo provato tanta amarezza.

Ma è questo l'approccio giusto di chi vuole cambiare il mondo con un battito di ciglia? Di chi vuole guadagnare 100 Euro all'ora?

Purtroppo (e per fortuna) sulla nostra pelle abbiamo capito che nulla ti viene donato dall'alto. Tutto ciò che stiamo costruendo è frutto di un sacrificio costante, fatto giorno dopo giorno.



Purtroppo noi, che adoriamo pensare di dare un futuro a giovani di talento, che li cerchiamo in modo febbrile e continuativo, ci siamo accorti che, tante volte, c'è un grande scollamento tra ciò che si dice di essere e di voler fare e ciò che, in realtà, si è e si vuole davvero fare.

Veniamo anche al discorso meramente economico. Lo stage, formalmente, ha avuto inizio il 15 gennaio. Il centro per l'impiego ci ha fornito il cedolino per il rimborso, al quale ci siamo semplicemente attenuti, abbiamo seguito le regole.

Inoltre si, avresti dovuto girare con la tua auto (come ti avevo anticipato al colloquio) perché ancora non abbiamo risorse tali da poter offrire ad uno stagista un'auto aziendale. Tuttavia, sei stato ovviamente rimborsato delle spese sostenute, come da nostri accordi.


Il motivo per cui abbiamo interrotto lo stage è che noi siamo e vogliamo rimanere, a tutti i costi, un'azienda meritocratica.

Un'azienda che dia la possibilità ai giovani che sprigionano vero valore di crearsi un futuro migliore del presente.

Andando dritti, senza fermarci.

Perché quelle persone ci sono, e noi, piano piano, le stiamo trovando.

E alcune sono già qui, con noi.

E ne andiamo fieri.


Il nostro sogno e la nostra voglia di futuro devono continuare ad alimentarsi di persone che, come noi, si sacrificano, soffrono e poi gioiscono infinitamente, nel profondo del proprio cuore, perché sanno vedere quanti traguardi hanno raggiunto e quanta felicità hanno provato nel farlo.

In ogni caso, Gianluca, ti auguriamo buona fortuna per il tuo prossimo incontro lavorativo e, più in generale, per la tua vita, auspicando che tu possa realizzarti secondo i tuoi sogni e la tua volontà.

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