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Stage e Orari di Ufficio

13 anni, 5 mesi fa di munchkin

Ciao a tutti.
Mi è stato proposto una stage nell'ufficio marketing di un'azienda, per 6 mesi, rimborso spese 500 euro netti mensili + tickets restaurant.
Al colloquio il responsabile era abbastanza confuso sulle modalità. Dopo avermi assicurato il rimborso, mi ha detto "Le verrà dato ovviamente il badge..." E io l'ho interrottao dicendo che con la collaborazione-stage, non essendo rapporto di lavoro, non esiste timbrare il cartellino (nemmeno con il cocopro, tra l'altro). Al che lui si è accertato dandomi ragione (?!).
Dopodiche mi ha detto gli orari aziendali che sono 8:30-12:30 e 13:30-17:30 e mi ha detto, puoi fare pausa nranzo fino alle 14 basta che però fai otto ore quindi esci alle 18.
Questa rigidità dell'orario è lecita?
Non posso avere elasticità e decidere io gli orari?
Ovvio che, se si tratta di otto ore, non farò in modo che ne diventino quattro, però volevo chiedere: quanta libertà ho negli orari di ufficio, secondo la ''legge''?
Grazie mille per tutto quello che fate.

sandras

13 anni, 5 mesi fa

Non è per fare polemica ma, mi spieghi cosa c'entra il parlamento????

munchkin

13 anni, 5 mesi fa

Grazie mille Eleonora, sei stata di grande aiuto.

Eleonora Voltolina

13 anni, 5 mesi fa

Caro munchkin, cari tutti,

rispetto agli orari la normativa sugli stage non prescrive nulla di preciso. Vi sono dei casi in cui si concorda a priori che lo stage sia part-time, per esempio 20 o 25 ore la settimana (magari espresse in numero totale di ore, es. stage di 250 ore da svolgere nell'arco di 3 mesi, solo 4 ore la mattina o il pomeriggio).

La stragrande maggioranza degli stage è tuttavia "full time", quindi presuppone la presenza dello stagista in ufficio per circa 40 ore settimanali (che è l'orario standard di lavoro). Presuppone anche - qui è il buonsenso che parla - che lo stagista si uniformi all'orario della struttura presso cui opera: e cioè arrivi all'ora in cui il lavoro comincia all'interno dell'ufficio, e se ne vada all'ora in cui il lavoro termina.

Ciò significa, nel caso per esempio di uno stage nella redazione di un quotidiano, che lo stagista non si presenterà alle 9 di mattina se lì si comincia a mezzogiorno, e però non pretenderà di andarsene alle 6 di sera se nei quotidiani si lavora solitamente fino all'ora di cena.

Sempre il buonsenso, tuttavia, suggerisce che se in una data azienda vi è l'abitudine di lavorare 10-11 ore al giorno, tirare nottata per rispettare le scadenze o altro, allo stagista non venga richiesto di assicurare una presenza continuativa secondo quegli orari "massacranti": perchè è appunto uno stagista, e non un lavoratore.

Ciononostante, il tirocinante potrà decidere di sua volontà di fare gli stessi orari dei dipendenti, magari per dimostrare buona volontà, nella prospettiva di inserirsi nel gruppo di lavoro e magari poter essere assunto al termine dello stage.

Lo stesso discorso vale per quei mestieri che hanno orari molto strani, torniamo all'esempio della redazione giornalistica: i giornali radio e i tiggì hanno una edizione di mattino presto, lo stagista chiaramente non viene inserito "nei turni", ma potrà di sua volontà dare la disponibilità a seguire il turno del mattino, per qualche settimana, per imparare. Gli toccherà svegliarsi alle 4 di mattina, ma potrà imparare molte cose.

Ha ragione munchkin quando dice che uno stagista non è obbligato ad essere presente un tot numero di ore presso la struttura che lo ospita: non è un dipendente. E' però necessario per la sua formazione che egli sia assiduo e puntuale in ufficio, perchè il tutor possa seguirlo.

Per tornare al caso specifico: dotare uno stagista del badge aziendale non è di per sè una cosa vietata, molte aziende lo prevedono per semplicità, per uniformare le procedure di ingresso degli stagisti a quelle dei dipendenti. Senza quindi voler compiere un controllo degli orari di entrata e di uscita dello stagista.

Per quanto riguarda le assenze, lo stagista può concordarle con il proprio tutor senza essere obbligato poi a "recuperare" le ore perdute, e senza dover presentare giustificativi che comprovino l'impegno dichiarato.

Insomma, per rispondere a munchkin: no, è molto raro che uno stagista possa decidere autonomamente a che ora presentarsi in ufficio, quante ore fare al giorno e quando andarsene a casa. Imparare ad adattarsi ai ritmi di un ufficio è una parte - molto importante, peraltro - del percorso formativo.

munchkin

13 anni, 5 mesi fa

citazione di sandras: "Quello che però mi perplime è il fatto che il tuo unico problema sia l'orario"

Magari fosse il mio unico problema, volevo solo chiedere se esiste una regola o un'eventuale elasticità sugli orari di lavoro, visto che il mio responsabile non si era neanche informato sull'obbligo del cartellino o meno.

citazione di sandras: "ma altrettando vero è che a fare la principessa sul pisello non si arriva da nessuna parte!"
complimenti, un'altra frase fatta, sembri uno preso a caso dal parlamento, pdl o pd è la stessa cosa.

calli

13 anni, 5 mesi fa

Sono d'accordo con Sandras. Secondo me lo stage deve essere un'occasione per mettersi alla prova, per dimostrare le proprie capacità. Ci son tanti ragazzi che fanno mille colloqui per avere l'opportunità di uno stage e magari non vengono presi, tu hai avuto una bella occasione e se posso permettermi di darti un consiglio secondo me dovresti sfruttarla fino in fondo. 500 euro non sono tantissimi, ma non possono essere neanche considerati pochi viste le numerosissime offerte dove non è previsto neanche un euro di rimborso.
Poi è ovvio che bisogna ricordarsi che comunque è uno stage e non un contratto di lavoro vero e proprio, quindi se a volte ti potrà capitare di avere la necessità di uscire prima non penso che ti facciano storie.

sandras

13 anni, 5 mesi fa

Prima di tutto vorrei premettere che non conosco la legge che regolamenta gli orari degli stagisti e, a a dire il vero, non so nemmeno se esiste. Quello che però mi perplime è il fatto che, davanti ad un'offerta di stage decentemente retribuito e verosimilmente formativo (presumo che sia tale, dato che non hai specificato nulla), il tuo unico problema sia l'orario. Io capisco benissimo che ci siano tantissimi stage allucinanti, inutili e assolutamente poco formativi ma è altrettanto vero che se lo stage deve essere una "palestra per il futuro lavoro", è bene che ci si abitui fin da subito a ciò che vuol dire lavorare. Lavorare significa anche rispettare gli orari dell'azienda senza troppe rogne. Ragazzi, d'accordo con voi nel dire che non bisogna farsi sfruttare e che bisogna pretendere che la dignità personale e professionale venga rispettata, ma altrettando vero è che a fare la principessa sul pisello non si arriva da nessuna parte!
S.

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