29mila curriculum caricati sulla piattaforma EUJOB4EU, 350 aziende registrate, 1.200 contratti attivati in tre anni, grazie al matching fra i profili dei candidati e le richieste delle imprese. Sono i numeri raggiunti nel primo triennio dai progetto pilota di “Your first Eures job” (YfEj) coordinati dal ministero del Lavoro e dalla Città metropolitana di Roma (l'ex Provincia di Roma), che Marie Debicki, assistant manager del progetto per la Città metropolitana di Roma, ha illustrato alla Repubblica degli Stagisti in occasione di uno dei due seminari dedicati al tema “Lavoro, apprendistato e tirocini in Europa: Your first EURES Job”, nel corso dello Young International Forum [nella foto a destra] organizzato qualche giorno fa a Roma da Italia Orienta.
Nel corso del seminario, Debicki ha descritto l’iniziativa, cofinanziata dall’Unione Europea (all'incirca 4 milioni di euro il budget per il primo triennio), che dallo scorso febbraio vede la collaborazione di altri 8 ministeri del Lavoro europei (Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna) insieme a un ampio network di partner associati.
Se l’iniziativa in Italia era partita con una serie di progetti pilota (due della ex Provincia di Roma, uno del Ministero del Lavoro e altri realizzati da enti pubblici e privati), dallo scorso febbraio il coordinamento è unitario. E il nuovo progetto, che si chiama YfEj 4.0 ed è finanziato dal programma europeo EaSI (Employment and social innovation) con altri 3 milioni di euro, prevede nel biennio febbraio 2015 - febbraio 2017 «di arrivare all’attivazione di 900 nuovi contratti per il progetto coordinato dall'Italia, che coinvolge però anche ragazzi di altri Paesi» spiega Debicki.
Obiettivo dell’iniziativa, partita nel 2012 è infatti quello di favorire la mobilità e aiutare giovani dei 28 Stati dell’Unione europea e di Islanda e Norvegia a trovare un impiego (tirocinio, apprendistato o posto di lavoro) in un altro dei Paesi coinvolti. Ma anche aiutare le aziende a trovare la forza lavoro di cui hanno bisogno e che non riescono a reperire nel proprio Paese.
I requisiti per beneficiare dei servizi offerti per chi è in cerca di lavoro sono la nazionalità e la residenza in uno dei 30 Paesi coinvolti e l’età, compresa fra i 18 e i 35 anni. Le aziende, invece, che devono avere sede in uno dei 30 Paesi, devono offrire un contratto retribuito della durata minima di 6 mesi, full-time o part-time, che sia conforme alla legislazione nazionale.
Per partecipare al progetto basta compilare il proprio cv in inglese sulla piattaforma dedicata. «È importante riempire tutti i campi previsti, perché altrimenti non possiamo validare il curriculum» spiega Debicki. Siccome in passato accadeva che molti ragazzi lasciassero alcuni campi vuoti, come il “desired occupational field”, pensando forse di non precludersi così alcuna possibilità, «da alcuni mesi è stata modificata la piattaforma» precisa Debicki «permettendo così di inserire due settori di preferenza e non più uno solo. Ma è importante che i ragazzi sappiano che queste indicazioni non li escluderanno mai da un’offerta di lavoro anche in altri settori, perché il nostro metodo di selezione si basa su una serie di filtri per parole chiave».
Per questo «è fondamentale che i ragazzi, nel redigere il cv, siano il più esaustivi possibile, al contrario di quel che si raccomanda invece, solitamente, per chi si candida a un’offerta di lavoro specifica. Se un’infermiera, poniamo il caso, durante gli studi ha fatto spesso la babysitter, non deve sottovalutarlo, perché nel caso ci sia una posizione aperta in un reparto pediatrico anche questo elemento potrebbe contare. Così come consigliamo a un informatico, ad esempio, di inserire tutti i programmi che sa usare, perché potrebbero rientrare fra le parole chiave della nostra ricerca». In un secondo momento, nel caso in cui arrivi un’offerta specifica, «possiamo però contattare i ragazzi e chiedere loro di preparare un cv più specifico».
Quando arriva un’offerta da un’azienda, parte subito la preselezione. «Generalmente non pubblichiamo le offerte di lavoro sul sito, ad eccezione di quelle inserite nella sezione “Hot Jobs” che sono quelle per cui non troviamo profili idonei già registrati nel nostro database o che vengono reiterate periodicamente» puntualizza Debicki «Contattiamo subito, però, i ragazzi potenzialmente adatti, anche perché ci impegniamo a dare risposta alle aziende entro cinque giorni. Per questo è fondamentale che i ragazzi ci rispondano velocemente per proseguire nella selezione».
Ma quali sono i settori e le professioni più richieste al momento? «Abbiamo moltissime richieste per infermieri. Ma anche per informatici e ingegneri. Contemporaneamente, siamo alla ricerca di parrucchieri e chef e di personale da impiegare nel settore turistico e dei servizi» racconta Debicki. «Abbiamo, invece, difficoltà con le professioni autonome per cui in genere non è previsto un vero e proprio contratto di lavoro, come gli architetti o altre professioni artistiche. Questo perché al momento, ad esempio, nessuno studio di architettura si è iscritto sulla nostra piattaforma».
Per tutti i ragazzi preselezionati per un impiego tramite la procedura sopra descritta, “Your first Eures Job” mette a disposizione anche una serie di aiuti finanziari, destinati a agevolare l’inserimento lavorativo in mobilità. Fra questi, un’indennità forfettaria per coprire le spese di viaggio di chi sia chiamato per un colloquio in un altro Paese - la cifra è calcolata sulla base della distanza da coprire - e un’indennità di trasferimento, con importo variabile a seconda del Paese di destinazione, per chi sia stato selezionato per un impiego e sia pronto a fare le valige. Ma anche un contributo, fino a un massimo di 1.270 euro, per la formazione linguistica, sottoforma di rimborso per i corsi effettuati. E un altro, fino a mille euro, per le spese eventualmente necessarie per il riconoscimento delle qualifiche all’estero. Infine, i giovani preselezionati con bisogni specifici (per questioni di salute, contesto socio-economico o geografico) possono beneficiare di un assegno di trasferimento supplementare, erogato sulla base del rimborso delle spese ammissibili dichiarate fino a 500 euro. Oltre agli aiuti finanziari, i servizi di YfEj prevedono anche attività di formazione di base o linguistica, attraverso seminari tematici organizzati periodicamente.
Sara Grattoggi
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