Welfare dei privati: cos'è? Come funziona? A cosa serve? Niente paura, è meno complicato di quello che sembra: si tratta di quelle iniziative promosse dai privati per migliorare le condizioni di vita o di lavoro di una fascia di persone, senza richiedere l'intervento dello Stato, ma organizzandosi in proprio. Un esempio di questo tipo di welfare sono gli asili nido aziendali; un altro esempio è il progetto del Bollino OK Stage promosso proprio dalla Repubblica degli Stagisti.
Ecco come Michel Martone, giuslavorista e animatore del sito web Dillinger.it, spiega il concetto in un'intervista a Stagisti TV:
«Per welfare dei privati» chiarisce Martone nel video «si intendono tutte quelle forme di solidarietà in cui i privati si rendono conto dell'incapacità dello Stato di ovviare alle condizioni di debolezza e quindi loro per primi si impegnano: asili nido, aiuto alla ricerca di occupazione, creazione di sistemi di ammortizzatori sociali o di fondi che aiutino le famiglie che non riescono più a pagare i mutui a seguito di questa crisi economica...». Alla base di queste iniziative c'è «quel senso di solidarietà, di fraternité che dalla Rivoluzione Francese in poi ha segnato l'evoluzione dei nostri sistemi di welfare».
E il Bollino OK Stage? «Oltre ad aiutare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, questa iniziativa garantisce anche che le aziende effettivamente rispettino quegli standard che si sono date e garantiscano occupazione di qualità», perchè capita che i giovani si trovino spersi «in un universo in cui alcune aziende offrono degli stage pagati molto bene, a 6-700 euro al mese, e altre aziende invece condannano i ragazzi a fare fotocopie, senza alcun tipo di rimborso spese». Il Bollino viene loro in aiuto: «In questo mare magnum, nel quale gli ispettorati del lavoro e gli uffici del ministero spesso non riescono a stare dietro alla realtà italiana, nella quale ancora il 20% delle aziende lavora in nero, iniziative come quella del Bollino OK Stage forniscono ai giovani una bussola per orientarsi in un mercato del lavoro che si sta facendo sempre più difficile per le nuove generazioni».
Eleonora Voltolina
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