Esattamente un anno fa il Comune di Roma pubblicava il bando di concorso per Pica, Percorsi di cittadinanza attiva, 36 progetti di stage per un totale di 189 tirocini di sei mesi all'interno di musei, biblioteche, municipi ed altre strutture dell'amministrazione capitolina. Al bando, aperto a giovani di età compresa tra 18 e 28 anni, avevano risposto in più di 4.800 persone, in stragrande maggioranza laureati o laureandi. Una popolarità probabilmente dovuta anche al fatto che i tirocini prevedevano un rimborso spese di 350 euro mensili, per un impegno settimanale tutto sommato modesto: 20 ore più 5 di formazione. Dopo le selezioni e alcuni ritardi legati soprattutto ai cambiamenti della normativa sullo stage, Pica è partito a dicembre scorso. La Repubblica degli Stagisti è andata a vedere come procede l'esperienza iniziata dai ragazzi, che nel frattempo sono diventati 237. Scoprendo un inaspettato sforzo organizzativo messo in campo dal dipartimento risorse umane della capitale per offrire ai partecipanti un'esperienza formativa e spendibile. Un'inversione di rotta nell'atteggiamento degli enti pubblici rispetto allo stage? Speriamo proprio di sì.
I numeri di Pica erano infatti così grandi da far temere l'ennesima infornata di stagisti nella pubblica amministrazione italiana - dove lo stage è usato in troppi casi in maniera distorta, ad esempio per coprire buchi di organico - offrendo scarse garanzie in termini formativi e di tutoraggio. Per non parlare dei rimborsi spese, che nel pubblico sono una vera rarità. Da questo punto di vista i tirocini Pica sono senza dubbio un'eccezione. «Oltre che alla formazione sui temi della cittadinanza attiva, i percorsi hanno l'obiettivo di preparare i giovani al mercato del lavoro, creando anche una concreta occasione di scambio con le istituzioni» spiega Enrico Cavallari, assessore alle risorse umane della giunta Alemanno [nella foto].
Promosso dall'ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni, il progetto ha coinvolto inizialmente gli uffici e i servizi di Roma Capitale, chiamati a presentare - sulla base di precise linee guida - proposte di tirocinio nei settori dell'assistenza, ambiente, patrimonio artistico, promozione culturale, tutela e sicurezza del territorio, informatica, cooperazione e sviluppo locale. Alla fine i progetti selezionati dal dipartimento sono stati 36. Alessandra Caldarelli, laureanda in storia dell'arte, sta ad esempio lavorando su quello proposto dalla Sovrintendenza Il pubblico nei musei e nel territorio. «Per questo progetto alle selezioni eravamo circa 400 persone: ormai bisogna mettere nel curriculum tante esperienze diverse ed un po' tutti eravamo alla ricerca. E uno stage retribuito è sempre più ambito di uno gratuito», ammette Alessandra.
Oltre al rimborso spese, la peculiarità di Pica consiste nell'investimento sulla formazione dei ragazzi, articolata in un periodo iniziale di circa un mese e in 5 ore settimanali obbligatorie di formazione a distanza su una piattaforma web con moduli inerenti l'orientamento, la sicurezza sul lavoro e il potenziamento di una lingua straniera. Al di là dei contenuti - forse perfettibili - si tratta di uno sforzo lodevole che, insieme al tutoraggio, costituisce uno dei punti di forza del progetto. I ragazzi intervistati hanno infatti sottolineato una presenza costante e quotidiana del tutor: fatto non trascurabile se confrontato con analoghe iniziative promosse da grandi enti pubblici locali. Non tutti i progetti sono ovviamente convincenti allo stesso modo, almeno ad uno sguardo esterno. Booktrailer ad esempio, il laboratorio pensato dalla biblioteca Cornelia per la realizzazione di video di promozione della lettura, avrebbe probabilmente richiesto delle professionalità diverse da quelle presenti all'interno di un'amministrazione per insegnare al meglio ai ragazzi le tecniche di ripresa e di montaggio.
Per molti dei partecipanti Pica costituisce poi uno stage post laurea e in questi casi un altro dei primi interrogativi riguarda il risvolto occupazionale. Un aspetto che resta il vero punto dolente di tutti i tirocini attivati all'interno della p.a., dove le possibilità di ottenere un contratto di lavoro sono di fatto insistenti. Al termine dello stage però «sarà rilasciato, in collaborazione con Isfol, un attestato di acquisizione di competenze denominato Validation of Prior Learning. Uno strumento di rilevazione sperimentato a livello europeo, attraverso il quale i ragazzi potranno dimostrare le competenze acquisite» precisa Damiano Colaiacomo, il direttore del dipartimento che ha di fatto reso possibile l'iniziativa rintracciando i fondi necessari (all'incirca 700mila euro, tra cui gli oltre 500mila per garantire gli emolumenti agli stagisti e circa 150mila per la piattaforma web) tra le pieghe del bilancio capitolino. Grazie al VPL i tirocinanti avranno dunque una sorta di lettera di presentazione a firma di Roma Capitale da rispendere in contesto lavorativo. Nessuna facilitazione è invece prevista per coloro che in futuro potrebbero trovarsi a partecipare ad un concorso per lo stesso ente dove stanno svolgendo lo stage. «L'attuale normativa in tema di concorsi pubblici prevede, in casi limitati, di valutare lo svolgimento di un periodo di stage all'interno dell'amministrazione» precisa l'assessore Cavallari. Già, ma attualmente nei bandi pubblici, incluse le 22 procedure selettive aperte di recente proprio dal Comune di Roma, questa possibilità non è praticamente mai prevista. Un vero peccato, considerato che ogni anno, oltre ai partecipanti di Pica, soltanto gli uffici capitolini ospitano circa 300 tirocinanti (tra i quali solo il 10% può contare su un rimborso spese). Prevedere l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo per queste persone sarebbe una norma di buon senso, come RdS ha più volte evidenziato, lanciando sul tema anche una campagna di raccolta firme.
Detto questo, Pica resta un esempio molto interessante, che insieme ad iniziative come quelle messe in campo della Regione Toscana ma anche dall'Anci Giovane, segnala che nella pubblica amministrazione si stanno finalmente facendo strada un'attenzione e una sensibilità maggiori rispetto allo stage. Un altro aspetto positivo è che l'investimento sulla piattaforma potrà essere sfruttato e ammortizzato con successive edizioni del progetto, che avranno quindi bisogno di budget molto più limitati. Per chi fosse interessato, intanto, tra maggio e giugno prossimi si attende l'uscita di un nuovo bando di concorso per Pica: partenza prevista per l'autunno del 2012.
Ilaria Costantini
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