«Studi Scienze politiche, Relazioni internazionali? Hai conoscenze in ambito Economia e finanza o Risorse umane? Allora la Nato ha bisogno di te!»: recita più o meno così la call sul sito dell'Alleanza atlantica con sede a Bruxelles per la nuova edizione del programma di tirocini. La sedicesima per l'esattezza, partita a metà aprile e aperta alle candidature per quattro settimane per ogni singola posizione. Vale a dire che – come specificano i recruiter – «bisognerà consultare periodicamente le offerte di tirocinio, aggiornate quotidianamente». E a quel punto ci si potrà candidare per tutto il mese successivo, per tirocini che partiranno nel 2019. E dureranno sei mesi ognuno, con la possibilità di assentarsi al massimo per quindici giorni.
L'offerta è di quelle che fanno gola, specie ai giovani italiani che – sconfortati dalla cronica mancanza di opportunità in casa – si affannano spesso a cercarne all'estero. Per 120 posti di stage alla Nato, che prevedono una borsa di circa 1.050 euro mensili, le richieste sono state in totale 3.670 nel 2016 e 3.500 nel 2017, fa sapere alla Repubblica degli Stagisti Céline Shakouri-Dias dell'ufficio Risorse umane della Nato. Per un totale di 120 tirocini attivati ogni anno, numero che «è rimasto uguale dal 2016 a oggi, e resterà lo stesso anche per il 2019» aggiunge.
Di queste richieste, rispettivamente 712 e 399 sono state di italiani: quasi il 20% delle candidure del 2016 proveniva dal nostro Paese dunque, e l'11% delle candidature del 2016: percentuali impressionanti. Anche se poi i selezionati nostrani non sono molti: solo otto nel 2016 e 12 nel 2017. La corsa allo stage è infatti in salita, considerando anche i tanti benefit offerti. Oltre alla borsa, ci sono ad esempio il pagamento del biglietto aereo o del treno per raggiungere la città, o un eventuale rimborso della benzina per chi viaggia in aiuto.
«L'occasione della vita» la definiscono sul sito, per «imparare per sei mesi dalla comunità Nato e conseguire una valida esperienza di lavoro». Può partecipare chiunque abbia superato i 21 anni di età, sia originario di uno stato membro dell'Alleanza, e sia iscritto al terzo anno di università oppure neolaureato. Serve anche conoscere in modo ottimo l'inglese o il francese, mentre la conoscenza di una seconda lingua è considerata requisito preferenziale.
Come farsi avanti? Innanzi tutto è bene consultare la lista delle varie divisioni dell'organizzazione per farsi un'idea più precisa del suo funzionamento. Si passa infatti dal dipartimento Difesa, focalizzato – si legge «sullo sviluppo delle competenze militari», agli Affari politici, che opera come «il ministro degli Esteri della Nato», all'ufficio legale e comunicazione. Qui si trova anche una spiegazione di quali saranno le mansioni dello stagista a seconda dei singoli dipartimenti. Dopidiché occorre trovare l'offerta vera e propria cercando nella sezione apposita attraverso più parole chiave la vacancy che potrebbe fare al caso proprio: solo digitando la parola 'internship' ne escono a decine, ognuna con la propria deadline (la più lontana è al momento il 23 maggio). E così inviare online l'application, che può essere compilata e messa in stand by prima dell'invio definitivo.
A quel punto si apre la selezione, che avverrà «tra maggio e giugno» chiariscono sul sito. E si riceverà un avviso anche in caso di esito negativo. Nello stesso periodo inizieranno anche i colloqui telefonici, per poi arrivare alla selezione finale in estate, per tirocini «che inizieranno a marzo o settembre dell'anno seguente». E attenzione, perché oltre all'assicurazione sanitaria e una sorta di permesso di soggiorno da richiedere per i non residenti nel Paese (una vera e propria carta di identità), un passo imprescindibile per poter iniziare il tirocinio alla Nato è ottenere la Security Clearance, un nulla osta rilasciato per ragioni di sicurezza dal paese d'origine e approvato in seguito dalla Nato. È tutto spiegato nei dettagli qui. Un eventuale ritardo comporterebbe uno slittamento dell'inizio dello stage, si spiega nelle faq.
Per chi svolge un tirocinio Nato non è neppure esclusa del tutto la possibilità di un'offerta di lavoro in futuro. «Succede regolarmente che gli ex stagisti siano invitati a svolgere test preselettivi per alcune posizioni Nato» commenta Shakouri-Dias, «E benché non esista un collegamento diretto tra un tirocinio e un contratto alla Nato, chi supera la preselezione finisce tuttavia in un bacino di papabili per posizioni a tempo determinato». Insomma per chi può non c'è da farsi scappare l'occasione.
Ilaria Mariotti
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