Eleonora Voltolina
Scritto il 17 Ott 2017 in Notizie
diplomazia organizzazioni internazionali stage all'estero
Tornano i tirocini al ministero degli Esteri. Il bando, aperto la settimana scorsa e online fino al 23 ottobre, mette in palio 348 posti in ambasciate, rappresentanze permanenti presso le organizzazioni internazionali, consolati e istituti di cultura. Qualcosa di simile al vecchio Mae-Crui: ora però questi tirocini si chiamano Maeci-Crui.
Il programma Mae-Crui era stato interrotto nel 2012 e poi sostituito nel 2015 con questo nuovo Maeci-Crui, ma soltanto in via sperimentale, con tre mini-bandi: il primo da 82 posti (il bando, uscito a luglio 2015, riguardava tirocini da svolgersi da ottobre a dicembre 2015); poi il secondo da 77 posti (bando di ottobre 2015, con tirocini da gennaio ad aprile 2016); e il terzo da 82 posti (bando di gennaio 2016, tirocini da aprile a luglio 2016). Per un totale di soli 241 posti. Un numero davvero molto basso, sopratutto considerando che l'originale Mae-Crui metteva a bando più o meno 1.800 posti all'anno.
Poi, da gennaio 2016 a settembre 2017 più niente. Fino ad oggi.
Il bando attualmente aperto è frutto di un lungo lavoro: al tavolo ministero dell'Istruzione, ministero degli Esteri, Conferenza dei rettori, e alcuni parlamentari particolarmente sensibili al tema, prima fra tutte la giovane democratica Lia Quartapelle.
Rispetto al vecchio Mae-Crui, le differenze più rilevanti sono due. La prima è che questi tirocini sono esclusivamente curriculari. Sono esclusi a priori dalla partecipazione, cioè, i laureati (anche neolaureati). Per candidarsi bisogna essere tassativamente studenti - anzi, non ci si può nemmeno laureare in itinere. Lo status di studente deve essere confermato dal momento della candidatura a quello dello svolgimento dello stage, fino alla sua conclusione.
La seconda differenza è che, a differenza del Mae-Crui che per i partecipanti non prevedeva un euro, finalmente c'è un minimo di indennità. Qui bisogna notare che, rispetto ai tre mini-bandi “di transizione”, invece c'è stato di fatto un piccolo peggioramento. Per le tre sessioni 2015-2016 a favore dei tirocinanti era previsto un emolumento di 400 euro, 200 erogati dall'università e 200 dal Maeci. Il Maeci, se forniva l'alloggio, era esonerato dal pagamento dei suoi 200.
Adesso per i tirocinanti è previsto un compenso pari a 300 euro, tutti erogati dall'università. Il che sembra sia un miglioramento, se non fosse che il Maeci non ci mette più soldi. Ci mette l'alloggio, ove possibile, ma quante sedi diplomatiche effettivamente lo mettono a disposizione? Solo 21 su 251. Dunque di fatto possiamo dire che il compenso dei tirocinanti è diminuito del 25%, salvo un piccolissimo 8% di partecipanti che riceverà il compenso ma anche l'alloggio.
In realtà non è proprio così. «Alcune sedi diplomatiche potranno erogare delle indennità integrative ai loro Maecicruini, in aggiunta ai 300 euro del Miur» assicura Lia Quartapelle.
Però ciò significa che i candidati non potranno sapere in anticipo se riceveranno un'integrazione ai 300 euro mensili, oppure no. Il che è un tema non da poco: la sostenibilità economica è da sempre il tallone d'Achille di questo programma di tirocini, pensati per chi ha famiglie benestanti, in grado di pagare viaggi (a volte anche intercontinentali), assicurazioni mediche, stanze in affitto. Perché non insistere per una maggiore uniformità e trasparenza?
«Sembra incredibile per un programma che è win-win per i ragazzi e l’amministrazione pubblica e che costa relativamente poco, ma... trovare le risorse per riattivare il programma non è stato facile» aggiunge Quartapelle: «Il rimborso non è solo una questione di dignità per i giovani che hanno voglia di mettersi al servizio dell’Italia e delle sue rappresentanze all’estero, ma può essere il discrimine che permette la partecipazione al programma o meno. Per questo abbiamo lavorato per mettere una soglia, quella dei 300 euro mensili, al di sotto della quale non si potesse assolutamente scendere: è un modo per affermare che non si lavora gratis e per venire incontro a quei ragazzi che senza almeno un minimo riconoscimento economico sarebbero stati esclusi dal programma perché troppo costoso. Questa soglia vale per tutti i tirocini curricolari, per i quali in teoria, il riconoscimento dei crediti formativi avrebbe potuto sostituire il rimborso. Ma la nostra è stata una battaglia di principio».
Adesso la partita sarà quella di riammettere i neolaureati alla possibilità di fare questo tipo di esperienze: «Ora puntiamo anche ai tirocini extracurriculari» aggiunge Quartapelle: «Il nostro prossimo obiettivo è far riaprire i Maeci-Crui anche ai neolaureati, attraverso un bando ad hoc. E per questo avremo bisogno di ulteriori risorse economiche, perché gli extracurriculari hanno già finito i loro studi, hanno delle competenze più solide e, nel quadro dei programmi di inserimento al lavoro, hanno diritto ad un rimborso certamente superiore ai 300 euro».
Dunque, ricapitolando. Ci sono 348 posti a disposizione, sparsi su 251 sedi diplomatiche in giro per il mondo (da notare: non sono previste stavolta posizioni all'interno della Farnesina), a cui ci si può candidare compilando l'apposito form entro le 17 di lunedì 23 ottobre. Coloro che verranno selezionati cominceranno lunedì 15 gennaio 2018 il proprio tirocinio nella sede a cui saranno stati assegnati e lo termineranno venerdì 13 aprile (salvo la possibilità di concordare una proroga, della durata massima di un mese).
I requisiti principali per poter provare a cogliere questa opportunità sono avere la cittadinanza italiana, essere iscritti a uno dei 48 atenei aderenti all'iniziativa, avere meno di 28 anni, parlare l'inglese almeno a livello B2. Vi sono 12 classi di laurea ammesse per le candidature ai tirocini presso ambasciate, rappresentanze permanenti e consolati; mentre la platea si allarga enormemente se si vuole concorrere ai tirocini presso gli istituti di cultura. In questo caso sono 37 le classi di laurea per le quali è prevista la possibilità di candidatura, compresa quella di Lingue che era la grande esclusa nel passaggio da Mae-Crui a Maeci-Crui.
Nell'elenco delle opportunità disponibili, tra i quali i giovani candidati sono chiamati a esprimere due preferenze, spiccano gli 8 posti presso il settore politico della Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea a Bruxelles, i 7 posti presso la Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Onu a Ginevra e altrettanti presso la rappresentanza permanente d'Italia all'Onu a New York, i 5 posti presso il Consolato generale di Londra, i 4 posti presso la Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Onu a Ginevra e altrettanti presso il settore culturale di quella presso l'Unione europea a Bruxelles, e i 3 posti presso il Consolato generale a Curitiba, in Brasile.
Ma attenzione: candidarsi per questi posti non conviene affatto. In termini statistici, infatti, la stragrande maggioranza dei candidati esprime preferenza per le sedi diplomatiche più blasonate e le città e i Paesi più glamour – a chi non piacerebbe andare tre mesi nella Grande Mela? – e la probabilità di essere scelti crolla. Se si vogliono più chance di fare il Maeci-Crui, è molto più lungimirante invece scegliere sedi diplomatiche periferiche.
Volete provarci? Qui un approfondimento su come funziona il bando e come si fa a candidarsi.
Eleonora Voltolina
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