Web marketing, e-commerce, promozione online: gli strumenti digitali oggi sono frecce irrinunciabili nell’arco di un’impresa che vuole competere su ogni mercato, locale e globale. Peccato che la tecnologia spesso non vada al passo con le competenze professionali interne delle Piccole e medie imprese. Se n’è resa conto la Regione del Veneto, che alle Pmi locali vuole affiancare nei prossimi mesi 420 “Digital Angels”. Loro sono studenti laureandi dei tre atenei veneti (Padova, Venezia e Verona), specializzati in materie relative al mondo digitale (informatica, ingegneria, statistica, fisica, matematica, scienze della comunicazione, ma anche laureandi di altre aree, sempre con competenze informatiche in linea con i progetti proposti). Nelle aziende dovrebbero portare una ventata di aria fresca, aiutandole a sfruttare a fondo nuovi strumenti e tecnologie legate alla rete per far decollare l'economia di internet.
La formula proposta prevede uno stage di tre mesi complessivi e continuativi, con un minimo di 100 ore, rivolta a studenti tra i 18 e i 30 anni dell’ultimo anno di un corso triennale o magistrale. Nel budget del progetto “Digital Angels” ci sono 840mila euro a fondo perduto, riferiti al programma POR-FESR 2007-2013. Consentiranno alle imprese di dare ad ogni Digital Angel ospitato in stage un rimborso complessivo di 1500 euro e copriranno i costi di gestione del progetto sostenuti dalle università. «È un’opportunità che viene offerta alle PMI venete, spesso refrattarie alle innovazioni, per aprirsi all’utilizzo degli strumenti informatici e a nuove prospettive di crescita», ha spiegato Marino Zorzato, vicepresidente della Regione e assessore all’informatizzazione, presentando l’iniziativa. «Ogni studente potrà contaminare le imprese con le proprie competenze digitali e fare contemporaneamente esperienza nel mondo del lavoro». «Il progetto», si legge infatti nel bando, «mira a favorire l’inclusione digitale dei cittadini, e in particolare dei piccoli e medi imprenditori, al fine di porli nella condizione di accedere, a condizioni di eguaglianza, alle opportunità offerte dall’utilizzo della rete, realizzando così una piena cittadinanza digitale» ed è rivolto alle imprese con almeno una sede operativa in Veneto.
La palla è in mano alle Pmi: sta a loro chiedere di avere un Digital Angel, contattando le università aderenti per mettere a punto un progetto formativo che sia la base per presentare la domanda formale alla Regione. I documenti per le imprese (domanda, dichiarazione di aiuti “de minimis”, documento di identità del legale rappresentante, progetto formativo redatto con l’università e lo studente) vanno inviati tramite posta elettronica certificata al protocollo generale della Regione (protocollo.generale@pec.regione.veneto.it). Il termine scadrà 30 giorni dopo l’ufficializzazione sul Bur regionale, avvenuta il 6 marzo, dell’adesione al progetto da parte degli atenei veneti. Gli stage, in ogni caso, dovranno concludersi al massimo entro il 30 settembre prossimo.
L’idea di fondo vede le università come punti di snodo, capaci di garantire l’incontro tra le imprese e gli studenti, e di monitorare l’andamento dell’iniziativa affiancando dei tutor di riferimento agli stagisti (qui i link ai portali stage delle università di Padova, Verona, Venezia). Per questo, nonostante l’attesa della pubblicazione sul Bur, alcuni atenei e imprese hanno già iniziato a muoversi: sul portale stage dell’università di Padova, ad esempio, sono già visibili le offerte di almeno una decina di Pmi che vorrebbero avere un Digital Angel in tirocinio. «Le imprese hanno già iniziato a contattarci e abbiamo già iniziato a promuovere l’iniziativa tra gli studenti all’ultimo anno di corso. Speriamo di coinvolgere anche gli studenti di scienze della comunicazione, non solo quelli di materie scientifiche e informatiche», spiegano dall’ufficio stage dell’università di Padova. A scorrere le offerte del portale, ad esempio, si legge la richiesta di uno stagista per lo sviluppo di strumenti per la geolocalizzazione, ma anche di stagisti per la promozione di canali social o lo sviluppo di test cognitivi.
Dall’informatica al marketing: i Digital Angels potranno aiutare a gestire i siti internet aziendali, a promuovere attività online attraverso i social network, e-commerce, web marketing e di comunicazione aziendale, nonché a progettare e sviluppare applicazioni per smartphone, tablet, web e social media. Che la contaminazione abbia inizio.
(foto da Flickr, CC melenita)
Maura Bertanzon
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