Marianna Lepore
Scritto il 16 Gen 2024 in Notizie
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Si è chiuso pochi giorni fa, l’8 gennaio, un bando organizzato dalla Crui per tirocini curriculari all’interno del ministero dell’Università e ricerca: sedici posti presso le sedi dell’amministrazione centrale del Mur, per stage da svolgere tra i mesi di febbraio e giugno. Dopo il bando per stage gratuiti alla Camera dei deputati di qualche mese fa, un altro bando per stage gratuiti organizzato in un prestigioso ente pubblico.
Il programma anche in questo caso è disciplinato da una convenzione firmata nel settembre del 2022 da Fondazione Crui e Ministero dell’università e ricerca. Nel testo firmato dall'allora presidente Crui, Ferruccio Resta, si legge tra le premesse che «Il Mur intende promuovere ed integrare il percorso formativo universitario offrendo agli studenti delle università italiane periodi di tirocini curriculari, da svolgersi presso la propria sede in Roma, secondo modalità concertate con gli Atenei».
Il programma è rivolto agli atenei associati alla Crui, al momento 85 – anche se solo in 60 aderiscono a questo specifico bando.
La Crui, secondo quanto stabilito nella convenzione, pubblica sul proprio sito il bando con le offerte di tirocinio sulla base delle informazioni ricevute dal Mur che «si impegna a garantire la realizzazione di almeno due cicli di tirocini curriculari all’anno». Dopo di che sono le università che stipulano una convenzione con la Fondazione Crui e in base a questa si occupano della preselezione dei candidati, della stipula di un’assicurazione contro gli infortuni e per la responsabilità civile dei tirocinanti. Una commissione congiunta Mur-Crui compie l’ulteriore scrematura e sceglie i candidati idonei a svolgere il tirocinio gratuito, della durata di quattro mesi.
Il bando si è chiuso con un risultato di 265 domande arrivate al ministero, tra cui ora verranno scelti i sedici giovani che parteciperanno al tirocinio.
Il bando non prevede alcuna indennità: eppure la convenzione prevedrebbe diversamente. L’articolo 9 mette nero su bianco che «il bando può prevedere un contributo per il rimborso delle spese sostenute dal tirocinante, laddove queste siano all’uopo destinate dal Mur o dall’Università». La possibilità di prevedere un emolumento insomma esiste, nonostante gli stage siano curriculari.
Passando però dalla convenzione al bando vero e proprio si perde traccia dell'indennità. Anzi, viene specificato che «i tirocini non danno luogo ad oneri a carico del Ministero», e che non è previsto alcun «contributo per il rimborso delle spese sostenute dal tirocinante». Che fine abbia fatto l’eventuale contributo, non è dato sapere.
Repetita iuvant: la legge, purtroppo, non prevede un obbligo di garantire agli stagisti curriculari un rimborso spese mensile, obbligo che esiste invece per gli extracurriculari. Ma anni di battaglie sul tema hanno portato molte aziende e anche parecchi enti pubblici a introdurre un’indennità anche per i curriculari – lo garantiscono per esempio tutte le realtà che aderiscono al network della Repubblica degli Stagisti.
Stupisce che il ministero dell’Università non abbia pensato di introdurre un rimborso spese per questi stage, peraltro dopo le numerose polemiche sollevate sul caso dei tirocini gratuiti alla Camera dei deputati organizzati sempre dalla Crui.
Anche in questo caso, come per gli stage a Montecitorio, traspare il timore di rivendicazioni da parte degli stagisti, tanto che nell’avviso di selezione si legge che il tirocinio «non può in alcun modo ed a nessun effetto configurarsi come rapporto di lavoro, né può dar luogo ad aspettative di futuri rapporti lavorativi» e che «non sono configurabili pretese del tirocinante in ordine ai contenuti, alle modalità ed ai risultati del tirocinio o in ordine alle spese e agli eventuali inconvenienti che esso potrebbe comportare a carico del tirocinante». Una copia-carbone delle (disgraziate) parole contenute nella convenzione tra la Camera dei deputati e la Crui. Infine, sia ben chiaro che i tirocini «non danno luogo ad oneri a carico del Ministero dell’università e della ricerca».
Quindi nella convenzione, quella “generale” che attivava la collaborazione tra Crui e Mur per realizzare questi bandi di tirocinio, si parla della possibilità di un contributo a favore degli studenti-tirocinanti – a carico del Mur oppure dell’Università. Poi però, nell’avviso di selezione, l’amara sorpresa: il ministero non intende mettere a disposizione risorse. Chissà se qualcuna delle università, che già selezionano e si fanno carico della copertura delle assicurazioni, troverà qualche fondo per pagare gli stagisti. Qualcuna in passato lo ha fatto, in qualche caso, specialmente per tirocini svolti presso soggetti ospitanti recalcitranti a prevedere una indennità: ma si tratta di una fattispecie rarissima e anche poco sensata. Perché mai un'università dovrebbe pagare un proprio studente per lo stage che questi svolge in un ministero? Il ministero dovrebbe avere soldi in abbondanza per provvedere da solo a coprire sedici indennità di stage!
Possibile che al Mur e alla Crui siano tutti convinti che sia giusto non prevedere un rimborso spese, anche di modesta entità, per i tirocinanti curriculari? Nessuno che si renda conto che continuare a proporre stage di questo tipo è ingiusto e classista?
La Repubblica degli Stagisti ha provato a chiederlo direttamente a Crui e ministero. Nonostante le mail e ripetute telefonate, da prima di Natale a oggi, non è riuscita ad ottenere risposta dall’ufficio stampa della Conferenza dei rettori delle università italiane. Qualche risposta, decisamente scarna, è arrivata invece dal ministero: «I tirocini non prevedono un rimborso spese in quanto curriculari e, come tali, appartengono al periodo di formazione finalizzato ad integrare l’apprendimento durante il corso di studi. Infatti, le Università al termine delle attività di stage riconosceranno un numero di CFU, proporzionato alle attività richieste durante il tirocinio e al piano di studi dello studente».
Insomma il ministero si trincera dietro la scusa che pagare i curricolari non è obbligatorio – il che è vero, ma è altrettanto vero che non è nemmeno vietato – e che il guadagno degli studenti-stagisti sarà nei cfu accumulati. Eppure quattro mesi a Roma sono dannatamente cari per uno studente, la vita costa, il vitto e l’alloggio costano anche a chi sta ancora studiando, e non solo ai laureati. E il tempo e l’impegno di un tirocinante vanno ricompensati, senza distinzione tra curricolari ed extracurricolari. Mentre la risposta ministeriale, laconica, è che il rimborso spese «non è stato introdotto in quanto si tratta di tirocini curriculari e non extracurriculari». E qui allora la Repubblica degli Stagisti rivolge un appello al ministro Valditara: per le prossime volte, meglio “introdurlo”, il rimborso.
Rispetto al bando della Camera, per giunta, c’è pure la beffa della (assenza di) mensa. Se infatti a fine novembre, quando era divampata – grazie alla nostra denuncia – la polemica sugli stage gratuiti, Camera e Crui si erano affrettate a sottolineare come fosse però «previsto l’accesso gratuito ai servizi di ristorazione della Camera» (dettaglio curiosamente non specificato nel bando, peraltro), nel caso, invece, dei tirocini presso il ministero dell’Università non c’è nemmeno questo piccolo aiuto. La Repubblica degli Stagisti ha, infatti, chiesto al ministero se fossero previsti ticket per il pranzo e la risposta anche in questo caso è stata che «non sono previsti in quanto trattasi di tirocini curriculari e non extracurriculari». Forse al ministero e alla Crui pensano che gli stagisti curricolari, a differenza dei loro colleghi extracurricolari, siano in digiuno permanente.
Marianna Lepore
Foto di apertura di Lalupa da Wikipedia in modalità Creative Commons
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