Niente più stage in Emilia Romagna per chi si è diplomato o laureato da più di un anno. La Regione amministrata da Vasco Errani ha deciso, in maniera ancor più netta della Campania e della Toscana, di non seguire la circolare 24/2011, non considerandola «fonte di diritto». E dato che i nuovi paletti legislativi posti dalla legge 148/2011 all'articolo 11 riservano lo strumento dello stage in via esclusiva a chi abbia finito gli studi da meno di 12 mesi, salvo differenti normative regionali, in Emilia si è preferito bloccare tutto in attesa che la giunta approvi una nuova legge sul tema.
Il processo però procede molto a rilento: a quasi cinque mesi dall’entrata in vigore dei nuovi paletti nazionali, a livello locale si è ancora in alto mare. E intanto i giovani emiliani non più freschi di diploma o laurea trovano più difficoltà a entrare nel mondo del lavoro, perchè restano tagliati fuori da uno dei canali principali di recruiting e cioè lo stage.
La segnalazione arriva sul forum della Repubblica degli Stagisti da una lettrice laureata nel 2009 che racconta il suo viaggio tra le agenzie interinali per trovare uno stage nel settore della ricerca del personale. Non rientrando più nella categoria dei neolaureati, qualcuno le suggerisce di iscriversi alle liste di disoccupazione per riuscire ad ottenere un tirocinio. Ma al centro per l’impiego del suo paese «salta fuori che su questo punto della circolare 24/2011 del ministero del lavoro in cui sono presenti le chiarificazioni sull’art. 11 della manovra finanziaria, la Regione Emilia Romagna ha posto una deroga e quindi devo aspettare che la Regione stessa intervenga!».
La Repubblica degli Stagisti ha contattato la Regione per capire cosa sta succedendo, perché la lettrice aspetta ormai da inizio ottobre che il governo regionale risolva questo problema. L’Emilia Romagna, infatti, vista la confusione che si è creata sull’argomento tirocini ha deciso di approfittare di quanto è scritto nell’articolo 11 del decreto legge 138 in cui si ricorda che «i tirocini sono di esclusiva competenza regionale» e di approvare una nuova legge sull’argomento. Ad oggi «è in corso la discussione con le parti sociali sui contenuti», dichiara alla Repubblica degli Stagisti Katia Pedretti del servizio lavoro della Regione. Si è quindi soltanto al primo stadio di stesura della legge, non c’è ancora nulla di scritto, né ci sono progetti già presentati. La discussione però non è aperta solo sui contenuti ma anche sui destinatari futuri dei tirocini. È quindi troppo presto per sapere se gli stage di inserimento e reinserimento al lavoro saranno presenti in questa nuova norma. Così per una giovane come la lettrice della Repubblica degli Stagisti, che ha sforato i 12 mesi, non sembrano esserci possibilità di fare futuri tirocini perché, come spiega Pedretti, l’articolo 11 della legge 138 «dice che per la normativa nazionale, che ovviamente nella gerarchia delle fonti è superiore a quella regionale, i tirocini possono essere promossi unicamente in favore di neolaureati e neodiplomati».
In realtà la circolare n° 24 ha in seguito specificato che «non rientrano nel campo di applicazione del decreto i tirocini d’inserimento/reinserimento al lavoro svolti a favore dei disoccupati» ma l’Emilia Romagna non ha preso in considerazione questo punto. Perché? Dice Katia Pedretti: «ad oggi un tirocinio di inserimento e reinserimento al lavoro non esiste, non è normato, perché la circolare non è una fonte del diritto. Per cui a livello normativo questi tirocini non esistono».
La circolare non viene insomma riconosciuta come norma: ecco spiegato perché la Regione ha deciso di non seguirla e di agire per conto suo con una legge. Il tempo però scorre: il decreto legge 138 è stato pubblicato (ed è diventato immediatamente operativo) ad agosto 2011, la circolare è arrivata a metà settembre e oggi, a inizio 2012, dall’Emilia Romagna non è arrivato ancora alcun provvedimento in grado di dirimere questo problema. La discussione sulla nuova legge è aperta: «Si pensava di pubblicarla il prima possibile nel momento in cui c’è un accordo. Ma io non sono in grado di dirle quando quest'accordo possa essere raggiunto» conclude Pedretti. Nessuna previsione, quindi, con il risultato che i giovani disoccupati si trovano nella condizione di avere scarse possibilità di accedere al mercato del lavoro visto che sono sempre meno le aziende che assumono giovani senza averli "testati" attraverso un periodo di tirocinio.
Tra il 2000 e il 2007 (dati più recenti non sono ancora disponibili sul sito della Regione) il numero di tirocinanti in Emilia Romagna è cresciuto in modo esponenziale, passando da poco più di 4mila a oltre 14mila all'anno. Il boom emerge dal documento “I tirocini in Emilia Romagna. La transizione al lavoro e la certificazione delle competenze”, in cui si legge anche che dei 14mila tirocini del 2007 oltre uno su quattro ha avuto una durata compresa tra 6 e 12 mesi. Quanto all'età, quasi 5mila tirocini sono stati attivati nella fascia 15 -19 anni e circa 4mila in quella 25-34.
La Repubblica degli Stagisti ha provato a contattare sia l’assessore al lavoro Patrizio Bianchi sia la dirigente Paola Cicognani per avere notizie più specifiche sui tempi di elaborazione e approvazione della nuova legge regionale, senza però riuscire a intervistarli, forse anche a causa del periodo festivo. I tentativi continueranno, nella speranza di riuscire a raccogliere quanto prima informazioni da chi si sta occupando in prima persona di questo delicato problema.
Marianna Lepore
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