Tirocinio: una parola, tanti significati

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 15 Mar 2012 in Approfondimenti

Negli ultimi tempi si parla moltissimo di tirocini. Ma si rischia anche di fare confusione. Ecco una breve panoramica per sapere sempre di cosa si parla.

stageTirocini di formazione. Definizione completa: «tirocini formativi e di orientamento». Sinonimo più utilizzato: «stage». Con questo termine si indicano i tirocini più diffusi e noti, quelli che possono essere svolti in qualsiasi settore professionale, necessitando solo per l'attivazione di una convenzione e di un progetto formativo sottoscritto da un soggetto promotore (ad esempio un'università, un centro per l'impiego, un'agenzia per il lavoro) e un soggetto ospitante (cioè la struttura che ospiterà lo stagista: un'impresa privata, un ente pubblico, un'associazione non profit). Questo tipo di tirocini può essere svolto da chiunque stia compiendo un percorso di studi (es. studenti delle superiori, o universitari, o allievi di corsi e master), e in questo caso la durata massima è 12 mesi, oppure da chi abbia conseguito un diploma o una laurea da meno di 12 mesi. In questo caso la durata massima non può superare i 6 mesi, compresa l'eventuale proroga. I tirocini formativi e di orientamento sono normati dal dm 142/1998 e da alcune leggi regionali, e recentemente integrati dall'articolo 11 del decreto legge 138/2011 (poi trasformato in legge 148/2011). Il ministero del lavoro ha anche diramato lo scorso settembre una circolare (24/2011) contenente alcune indicazioni rispetto a una tipologia "parallela" di tirocini, definita «di cosiddetto reinserimento / inserimento lavorativo», aperta a persone disoccupate o inoccupate senza più il vincolo dei 12 mesi dal diploma o dalla laurea. Ma è in corso un dibattito sulla validità delle indicazioni di questa circolare, che tecnicamente non è una fonte di diritto. In generale, i tirocini formativi dovrebbero essere riservati a persone ancora prive di esperienza lavorativa. Il soggetto ospitante è tenuto a mettere a disposizione un tutor che segua assiduamente il percorso formativo in itinere. Anche il soggetto promotore deve designare un tutor, responsabile della procedura. Per questo tipo di tirocini non è previsto l'obbligo di erogare un rimborso spese a favore del tirocinante.

Tirocini professionali. Definizione completa: "tirocini per l'accesso alle professioni regolamentate". Sinonimo più utilizzato: «praticantato». Qui si passa nel campo delle professioni cosiddette «regolamentate», che sono circa 150: quelle più classiche sono l'avvocato e il commercialista, ma sono compresi anche giornalisti e notai, ingegneri e geometri, architetti e farmacisti, controllori del traffico aereo, estetiste, maestri di sci e di snowboard, paesaggisti e restauratori, podologi e fisioterapisti. Nonché tutte le specialità mediche. L'elenco completo è allegato alla direttiva 2005/36/CE recepita con il decreto legislativo 206/2007. Per alcune di queste professioni è richiesto lo svolgimento di un tirocinio professionale, che il governo Monti si è ripromesso di sveltire e snellire. Nel decreto liberalizzazioni appena licenziato dal Senato e attualmente all'esame della Camera vi sono due riferimenti a questo tipo di tirocini, all'interno dell'articolo 9. Il primo riferimento sta dentro al quarto comma: «Al tirocinante è riconosciuto un rimborso spese forfettariamente concordato dopo i primi sei mesi di tirocinio». Il secondo riferimento è invece l'intero comma 6, in cui si legge: «La durata del tirocinio previsto per l’accesso alle professioni regolamentate non può essere superiore a diciotto mesi; per i primi sei mesi, il tirocinio può essere svolto, in presenza di un’apposita convenzione quadro stipulata tra i consigli nazionali degli ordini e il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in concomitanza con il corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica. Analoghe convenzioni possono essere stipulate tra i consigli nazionali degli ordini e il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione per lo svolgimento del tirocinio presso pubbliche amministrazioni, all’esito del corso di laurea. Le disposizioni del presente comma non si applicano alle professioni sanitarie, per le quali resta confermata la normativa vigente». Attenzione però: la legge non è ancora passata, quindi l'equo compenso e le altre disposizioni non sono ancora operative.

Tirocini formativi attivi. Anche conosciuti con l'acronimo «tfa», sono una novità della gestione Gelmini del ministero dell'Istruzione e costituiscono al momento l'ultimo passaggio del percorso per poter insegnare nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado. Si tratta di  corsi di durata annuale istituiti dalle università. Essi attribuiscono, tramite un esame finale – che ciascun candidato sostiene davanti a una commissione composta da docenti universitari, un insegnante “tutor” in ruolo presso gli istituti scolastici e un rappresentante dell’ufficio scolastico regionale o del ministero – il titolo di abilitazione all’insegnamento. I tfa sono organizzati in tre gruppi di attività: insegnamenti di materie psico-pedagogiche e di scienze dell’educazione; un tirocinio svolto a scuola sotto la guida di un insegnante tutor, comprendente una fase osservativa e una fase di insegnamento attivo; insegnamenti di didattiche disciplinari che vengono svolti in un contesto di laboratorio mirante a stabilire una stretta relazione tra l’approccio disciplinare e l’approccio didattico. L’accesso ai tfa è a numero chiuso ed è programmato annualmente dal ministero, secondo la previsione di esigenze di personale a livello regionale.  All'inizio di marzo il ministero ha reso noti i numeri per l’anno accademico 2011/2012: i posti disponibili per le immatricolazioni al tfa per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo grado sono 4.275, definiti in ambito regionale per ciascun ateneo; per la scuola secondaria di secondo grado i posti sono invece 15.792. Possono partecipare alle selezioni per l'accesso i laureati vecchio ordinamento, i laureati specialistici o magistrali e i diplomati Isef (solo per i tfa in scienze motorie). In più sono ammessi, senza dover sostenere alcuna prova, anche i «congelati Ssis».

Eleonora Voltolina


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