Quando l'amore per i numeri è una tradizione tramandata di padre in figlia

Giulia Cimpanelli

Giulia Cimpanelli

Scritto il 22 Apr 2012 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Elisa Barbaresco, assunta a tempo indeterminato in Ceva Logistic

Tale padre tale figlia: ho seguito le orme paterne perchè come mio padre amo la matematica ed è stato proprio lui ad infondermi il «mito» del politecnico di Milano, dove si è laureato in ingegneria. Per questa ragione dopo il liceo scientifico non ho avuto dubbi e mi sono subito iscritta alla facontà di ingegneria gestionale. Gli anni universitari sono stati molto intensi, ma anche i più belli della mia vita nonostante abbia fatto la pendolare, con tutti i disagi che questo può comportare, perché sono sempre rimasta a vivere a Marnate, un piccolo paese in provincia di Varese, a 30 chilometri da Milano. Nell’estate 2006 ho conseguito la laurea triennale e nel dicembre 2008 la magistrale, indirizzo supply chain management.
Durante tutti questi anni ho sempre continuato a studiare pianoforte, la mia passione e nel 2007 mi sono diplomata al Conservatorio Ghidini di Cuneo.
Durante il Career Day del Politecnico di Milano nell’estate del 2008 ho «incontrato» per la prima volta Ceva Logistic, a cui ho lasciato il moi curriculum vitae. Dopo qualche settimana sono stata contattata dall’ufficio risorse umane per un colloquio conoscitivo, a cui è seguito un secondo colloquio più specifico con quello che poi sarebbe stato (ed è tuttora) il mio capo. Un mese prima della laurea ho iniziato il tirocinio a Ceva Logistic. Sono stata inserita nell’area ingegneria logistica, in uno staff che si occupa della cosiddetta gestione straordinaria. Inizialmente il contratto di stage era di tre mesi, 600 euro mensili netti con rimborso spese. Alla scadenza mi è stato rinnovato di altri sei mesi, alle medesime condizioni. Normalmente il periodo di stage in Ceva non è così lungo, purtroppo la crisi economica del momento aveva portato al blocco delle assuzioni. Nell’ottobre 2009 ho firmato un contratto a tempo determinato di un anno con una retribuzione annua lorda (Ral) di 20mila euro, con straordinari pagati e rimborso spese; da ottobre 2010 il mio contratto è diventato a tempo indeterminato. Nella primavera del 2011 ho avuto un passaggio dal terzo al secondo livello contrattuale, e la mia ral è passata a circa 24.600 euro.
Durante lo stage non ho avuto un solo tutor, il mio capo mi ha affiancato a diversi miei colleghi più senior. Ciò mi ha permesso di fare esperienze sul campo molto diverse tra loro. Fin da subito ho notato che in Ceva l’ambiente è molto informale, l’età media è bassa e non c’è competizione tra colleghi, mentre è forte lo spirito di gruppo.
Per quanto riguardo la mia vita privata ho deciso di continuare ad essere pendolare: viaggio molto, non faccio il tipico lavoro da ufficio, e questo ha inciso sulla scelta di non vivere nella caotica Milano, ma di rimanere fuori dalla città, nei luoghi dove sono nata e cresciuta. Un anno fa ho comprato casa a Marnate: i miei genitori, fortunatamente, mi danno una mano - non ce la farei infatti a sostenere autonomamente un mutuo e tutte le spese che la gestione di una casa propria comporta.
Mi piace davvero il mio lavoro e spero che questo si possa riscontrare nell’impegno e nella passione che metto quotidinamento in ciò che faccio. Credo che tre anni e mezzo in un’azienda come Ceva, in cui la logistica è core, valgano dieci anni in un’azienda di produzione in cui esiste anche la logistica! È un mondo molto dinamico, la competizione tra providers è molto forte e questo è anche l’aspetto più sfidante e interessante. Penso di essere cresciuta in questi anni: ho acquisito sicurezza, competenze e soft skills che solo con la quotidianità puoi apprendere.
Un rimpianto ce l’ho. Nonostante parli bene l’inglese e un po’ di arabo, non ho mai fatto esperienze all’estero. Vorrei poterne fare una: l’occasione non è ancora arrivata, ma credo che un’azienda multinazionale come Ceva possa aiutare in questo senso. Tre miei cari amici lavorano all’estero - due in Spagna e uno a Londra - e sono molto soddisfatti dell’esperienza che stanno facendo: si tratta infatti non solo di un’esperienza lavorativa ma anche di vita.

Testo raccolto da Giulia Cimpanelli

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