È stato pubblicato lunedì 17 gennaio il bando Leonardo "Unipharma-Graduates 7", che la fondazione Noopolis promuove dal 2003 con la coordinazione dalle tre principali università romane per attivare tirocini semestrali all'estero presso centri di ricerca europei del settore chimico, farmaceutico e biotecnologico. Cinquanta i posti a disposizione in questa settima edizione, con un rimborso totale massimo di 4150 euro, circa 700 euro al mese. Per candidarsi - possono farlo tutti i neolaureati del settore - c'è tempo fino al 31 marzo 2011 ma sarà possibile inviare la domanda solo a partire da oggi. Angiolo Pierantoni ha partecipato alla quinta edizione del programma e con la Repubblica degli Stagisti passa in rassegna i pro e i contro dei suoi sei mesi di stage in un'azienda farmaceutica di Leeds.
Ho 26 anni e sono di Napoli. Mi sono diplomato al liceo classico e poi, seguendo un po' le orme della mia famiglia e un po' la mia passione, mi sono iscritto alla laurea triennale in Biotecnologie per la salute della Federico II e ho continuato nel 2006 con la specialistica in Biotecnologie mediche. Entrambe le mie tesi sono nate da tirocini non retribuiti: quella triennale da un anno - ma con una pausa di qualche mese in mezzo per dare gli esami - allo Ieos Cnr di Napoli, Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale, un organismo permanente del Consiglio nazionale delle ricerche, dove mi sono occupato di regolazione genica in tiroide. La tesi specialistica, sperimentale, l'ho preparata invece in Inghilterra con una borsa Erasmus semestrale di 250 euro al mese: 1500 in tutto, a cui alla fine si è aggiunto un conguaglio di 600 euro, che ha fatto salire il contributo mensile a 350 euro, sufficiente però a pagare solo la metà delle spese. In genere si va in Erasmus per studiare, io invece l'ho sfruttato per uno stage di cinque mesi all'università di Leeds, che non era preparata ad accogliere un tesista ma poi mi ha subito indirizzato verso un corso di laboratorio in cui ho approfondito alcuni aspetti molecolari del morbo di Alzheimer. In Inghilterra abitavo con altri quattro ragazzi inglesi pagando 250 sterline mensili, all'epoca circa 340 euro: molto più conveniente delle residenze universitarie.
È stata un'esperienza bellissima, che mi fatto imparare molto sia a livello lavorativo che linguistico. Nel settembre del 2009 è arrivato lo stage numero tre, Unipharma Graduates, a cui ho deciso di candidarmi perché dopo l'esperienza inglese ero convinto che all'estero le condizioni lavorative fossero migliori. E ne ho avuto la conferma. Ho passato la prima fase di selezione - due colloqui motivazionali e un test di inglese alla Sapienza di Roma, tutto in una giornata, piuttosto caotica - e ce l'ho fatta. Destinazione Madrid quindi, dove ho lavorato per sei mesi nel dipartimento di Drug Discovery dell'azienda farmaceutica Noscira. La scelta non è stata casuale: ho sempre amato Madrid ed ero deciso a lavorare in azienda, non nell'università. Anche se piccola, Noscira mi permetteva di cimentarmi nel campo delle neuroscienze applicate all'Alzheimeir e di rafforzare davvero il mio bagaglio di tecniche di laboratorio di ricerca. A Madrid ho trovato casa con altri tre spagnoli - un motivo in più per cui ho imparato la lingua - pagando circa 310 euro mensili. L'unica nota dolente del tirocinio è stato rimborso spese, insufficiente a coprire le spese, per cui ho dovuto attingere un po' ai miei risparmi e un po' a quelli della mia famiglia. Per sei mesi ho ricevuto in tutto 2600 euro - erogati per l'80% all'inizio del tirocinio e per il resto alla fine: 400 euro mensili più le spese di viaggio, 200 euro tra andata e ritorno. L'azienda invece mi corrispondeva 150 euro mensili sotto forma di buoni pasto, dietro presentazione della ricevuta. Quindi in un mese ricevevo in tutto 550 euro, ma per vivere a Madrid bisogna metterne in conto circa 750, stringendo la cinghia. Il resto l'ho messo di tasca mia. Va sottolineato però che, proprio nell’anno in cui io ho partecipato ad Unipharma, il budget aveva subito un taglio del 40%: sia l'anno precedente che quello successivo la cifra erogata ai tirocinanti è stata di circa 4500 euro. Ho chiesto spiegazioni e alla domanda «Perché non avete diminuito il numero di borse se sapevate di avere meno soldi?» mi hanno risposto che non erano a conoscenza del taglio al momento di stilare il bando, e a quel punto era troppo tardi. In generale, l'aspetto economico è un grosso problema dello stage, che è si un periodo di formazione, ma spesso diventa un lavoro a tutti gli effetti, e in quanto tale va tutelato e retribuito. È avvilente doversi contare i centesimi in tasca nonostante si lavori intensamente.
Fatta eccezione per il rimborso, il bilancio del mio Leonardo è positivo. Sarei voluto rimanere in Noscira, ma la crisi economica lo ha impedito e ho dovuto fare le valigie. A sorpresa però a fine dicembre è arrivata una chiamata dall'azienda con la proposta di un contratto a tempo determinato. Non ho accettato, perché ho già un contratto a progetto di circa 100 euro netti e buone prospettive con Okairos, un’azienda farmaceutica con sede a Pomezia ma con i laboratori a Napoli. Ed è qui che continuo a vivere, con la mia famiglia. Tornerei volentieri all'estero ma la fortuna di aver trovato un lavoro che mi piace nella mia città mi fa mettere in standby questa voglia. Intanto mi faccio un po' le ossa! La maggior parte degli amici sono andati via da Napoli, o lo faranno; c'è poi chi lo ha fatto ma senza fortuna ed è tristemente tornato. La consapevolezza di avere poco futuro qui è forte nei giovani.
Testo raccolto da Annalisa Di Palo
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