Siete a Milano e non sapete cosa fare la sera? C'è una app che capisce i vostri gusti e vi propone l'evento che fa per voi: si chiama Spotlime. Il meccanismo funziona, tanto che ha convinto gli angel investors di Iban a finanziare con 200mila euro la start-up che si è inventata questo servizio.
Come hanno fatto a convincerli? Il segreto sta nel pitch, ovvero nella presentazione: un momento cruciale per ogni startupper. Il pitch è un momento cruciale e lo sa bene Francesco Rieppi, uno dei due founder di questa azienda: nel suo curriculum c'è anche un anno trascorso a Berlino alle dipendenze di un fondo di venture capital. Il suo mestiere era proprio quello di valutare le giovani imprese. «Un pitch è un insieme di 12, al massimo 15 slide che devono comunicare in modo immediato cosa fai e che la tua idea ha un potenziale. Sembra semplice», ammette, «ma riuscirci senza parlare non è facile. È importante riuscire a far capire che la propria idea non è campata per aria e soprattutto essere attenti ai dettagli». E non sono in molti ad avere le carte in regola: «Almeno il 50% delle presentazioni alle quali ho assistito non presentava questi requisiti».
Gli errori degli altri, però, l'hanno aiutato ad avere successo e a ottenere un finanziamento da 200mila euro per la sua start-up. Dietro a questa applicazione oltre a quello di Rieppi, laureato in Economia politica alla Bocconi, c'è anche il cervello di Francesco De Liva, ingegnere informatico uscito dal Politecnico di Milano. Entrambi 28enni, compagni di classe alle superiori in un liceo di Udine, si erano poi persi di vista negli anni universitari, che pure entrambi avevano passato nel capoluogo lombardo.
«Siamo rientrati in contatto per un motivo futile», ricorda Rieppi, «volevamo costruire un'alumni della nostra scuola superiore». Il progetto è naufragato, ma «è stata l'occasione per risentirci». E per dirsi reciprocamente che«eravamo stufi di lavorare in azienda, cercavamo qualcosa di sfidante, di innovativo».
Consulente al Boston Consulting Group il primo, ingegnere ad Amadeus, multinazionale che produce softwaregestionali per la bigliettazione aerea, il secondo, i due a fine 2012 hanno lasciato i rispettivi uffici e i contratti a tempo indeterminato e hanno iniziato a lavorare su Spotlime. Sviluppando un'applicazione che segnala una serie di eventi che si svolgono a Milano: concerti jazz, aperitivi in stile, degustazioni, serate a tema. Come spesso capita agli startupper, l'idea è nata da un'esigenza concreta. «Lavorando entrambi all'estero e tornando a Milano nel fine settimana, ci eravamo accorti che non c'era un sistema che segnalasse gli appuntamenti migliori per noi».
Nel senso che «esistevano gli aggregatori, ma non erano profilati». Ovvero non erano in grado di imparare i gusti del singolo utente per presentare delle proposte che li incontrassero. E inoltre «non c'era nulla di mobile». Due lacune che Spotlime è andata a colmare. Il nome della start-up si fa riferimento a due concetti. «Spot è il fascio di luce, l'occhio di bue. Il nostro motto è: illumina i momenti che ami». Mentre il lime «è il simbolo di una serata fresca, giovane». Fondata a luglio del 2013, è una srl con un capitale sociale di 11.500 euro, versati grazie ai risparmi dei due giovani imprenditori. Gli stessi che hanno permesso ai due startupper, che ancora oggi lavorano da soli al loro progetto, di mantenersi nei primi mesi di attività - quando le entrate non permettevano di sostenere due stipendi. «A breve diventeremo una isrl», annuncia Rieppi, «rientriamo sia per i titoli di studio che per le spese in ricerca e sviluppo. Inoltre vogliamo proteggere l'algoritmo con cui definiamo la proposta di eventi personalizzati». E il possesso di un brevetto è un altro degli elementi che permette di essere iscritti nel registro dedicato alle start-up innovative.
Il primo rilascio dell'applicazione, ancora in versione beta, è avvenuto intorno lo scorso Natale; ma è da meno di tre mesi che la app è operativa a tutti gli effetti. «Abbiamo pubblicato più di 1.500 eventi. E stiamo crescendo molto: nella prima settimana dopo l'annuncio del finanziamento abbiano registrato 2mila nuovi utenti in più». E qui arriva infatti il riferimento al punto di svolta: i 200mila euro ottenuti da Iban. Soldi che serviranno «innanzitutto per consolidare la nostra presenza su Milano»: dopodiché ci si muoverà su altre città. Il modello è quello di Uber, l'app finita alla ribalta delle cronache per le contestazioni da parte dei tassisti. In Italia il prossimo obiettivo è Roma; dopodiché, all'estero: «Pensiamo a tutte le capitali europee, città in cui il numero degli abitanti e degli eventi sia interessante». Il modello di business prevede che Spotlime, completamente gratuita per gli utenti, trattenga una percentuale su ogni acquisto, si tratti del biglietto di un concerto, piuttosto che del prezzo di un tavolo in discoteca, se la transazione passa attraverso l'app una percentuale viene trattenuta dalla start-up.
L'utente che effettua un'acquisto tramite l'app, riceve un bonus sul proprio smartphone che deve mostrare in cassa. In questo modo se chi prenota non si presenta, il locale non deve girare la quota dovuta a Spotlime. Una modalità che ha convinto gli angel investors di Iban. «Li abbiamo contattati e abbiamo presentato la nostra start-up: in questi incontri è importante spiegare cosa fai e soprattutto dimostrare che abbia un fondamento economico». Forte anche della sua esperienza, Rieppi è riuscito a dimostrare loro perché la sua azienda ha le potenzialità per rimanere sul mercato. E ora ha a disposizione 200mila euro per far crescere la sua start-up.
Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it
Community