Spesso si sente dire che i precari di oggi, i giovani nati dalla fine degli anni Settanta in poi, una pensione non ce l'avranno mai. A causa di molti fattori: innanzitutto le tipologie contrattuali discontinue, che portano a numerosi "vuoti" contributivi. C'è poi il problema del valore molto basso delle somme accantonate: a magri stipendi corrispondono irrimediabilmente magri contributi, unito in un circolo vizioso al frequente spezzettamento di questi contributi in più casse previdenziali, altra conseguenza del "nomadismo" professionale. E infine naturalmente il carico da undici ce lo mette il sistema contributivo che, in confronto al vecchio retributivo che calcolava l'importo delle pensioni sulle ultime buste paga ricevute e non sull'ammontare dei contributi versati, penalizza enormemente chi andrà in pensione tra venti-trent'anni. Per questo si parla, ormai da qualche anno e sempre più insistentemente, di "previdenza complementare": i lavoratori dovrebbero cioè aprirsi dei fondi pensione privati, come succede in moltissimi Paesi del mondo dove la previdenza pubblica non è (o forse, date le premesse, sarebbe più corretto dire: era) così forte come da noi, pagando ogni mese una quota che poi andrà a creare, al momento del ritiro dalla vita lavorativa, una integrazione alla pensione erogata dalle casse dello Stato - e poter dunque contare su una rendita un po' più consistente per gli anni della vecchiaia.
Aiutare i consumatori italiani ad orientarsi nel mondo della previdenza complementare è proprio la mission di Pensionarea, una start-up fondata dal 33enne Davide Lerda che permette agli utenti di confrontare le diverse offerte presenti sul mercato per scegliere quella che più si adatta al loro profilo. «Noi ci occupiamo di educazione finanziaria», sintetizza il giovane imprenditore: «Si tratta di fornire alle persone l'informazione giusta nel momento in cui la cerca, di metterle in contatto con i professionisti migliori». E di rendere disponibili i dati necessari per una decisione consapevole. «Sul nostro portale è possibile valutare tutte le offerte relative alla previdenza complementare italiana, confrontarne i costi ed i rendimenti negli anni». Numeri che il giovane imprenditore ottiene utilizzando gli open data messi a disposizione da Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione.
Una laurea in Economia ottenuta all'università di Torino, un'esperienza nel non profit maturata prima di discutere la tesi, lavori come consulente per una start-up che si occupa di crowdfunding e per la ristrutturazione dell'azienda di un familiare. Finché, nel 2012, è nata Pensionarea: «L'idea in realtà l'avevo già avuta nel 2010, ma sono riuscito a fondarla solo due anni più tardi». Un capitale sociale da 10mila euro messo insieme grazie ai risparmi personali, la società è una srl: «Fosse già esistita, avrei valutato la possibilità di creare una srls, l'impresa a un euro» aggiunge: «Mi sembra una grande cosa, non può esistere altra scuola di pensiero se vogliamo che le aziende nascano dal basso».
Per dar vita alla sua, di start-up, ha scelto il vecchio casolare del nonno a Dronero, paesino in provincia di Cuneo. «È una scommessa nella scommessa: credo che una realtà digitale possa nascere in qualunque area, l'importante è costruire una rete di relazioni fatto di persone giuste». Spirito da Silicon Valley anche se Pensionarea non è nata in un garage, ma in una vecchia stalla della Granda. Accanto a Lerda, come socio operativo ma non di capitale, c'è il ricercatore 38enne Michele Belloni, che si occupa di sistemi pensionistici al Cerp di Moncalieri. I due si sono conosciuti mentre Lerda cercava consigli su come strutturare la sua azienda: il rapporto si è evoluto sino a vederli soci in affari.
Affari che già nel 2013, secondo anno di attività, hanno permesso di chiudere il bilancio con un fatturato di 10mila euro. Cifra che ovviamente ancora non permette allo startupper piemontese di vivere dei proventi della sua azienda: dunque per ora continua a mantenersi grazie agli utili dell'azienda di famiglia che ha contribuito a ristrutturare. Anche per questo, al momento, in Pensionarea non ci sono dipendenti. «Mi appoggio ad un ufficio stampa che opera da remoto, mentre la parte legale è affidata ad uno studio di Milano». Al momento le entrate sono garantite dalla pubblicità presente sul sito: è in fase di implementazione una versione freemium con la possibilità, per le aziende che offrono previdenza complementare, di accedere a servizi a pagamento. Mentre per gli utenti privati il servizio è gratuito e rimarrà tale.
Per sviluppare il portale in questa fase Lerda sta cercando fondi pubblici, partecipando a bandi regionali ed europei. Con l'obiettivo, il prossimo anno, di iniziare «a cercare anche finanziamenti di venture capital». Intanto ad agosto Pensionarea è entrata in TecnoGranda, incubatore della provincia di Cuneo. Un ingresso reso possibile anche dal fatto che ha partecipato come emerging leader alla conferenza di economia e giurisprudenza che si tiene ogni anno ad Alpbach, in Austria. «Ci sono stato anche perché mi servono dei contatti per uscire dall'Italia». Il settore della previdenza complementare è un mercato mondiale. E Lerda non ha alcuna intenzione di porre dei limiti geografici alla propria start-up.
Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it
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