Start-up, «Le famiglie potrebbero diventare i business angels del Paese»: da Digital Magics un libro bianco per cambiare l'ecosistema

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 19 Ott 2015 in Approfondimenti

StagistiUn libro bianco per l'ecosistema start-up. Ovvero otto proposte per mettere mano alla normativa introdotta nel dicembre di tre anni fa e renderla più efficace nel garantire lo sviluppo delle nuove aziende, in particolar modo quelle digitali. Questi i contenuti del White paper che il venture incubator Digital Magics ha presentato nei giorni scorsi.

Un'iniziativa «che nasce innanzitutto dalla nostra esperienza», spiega alla Repubblica degli Stagisti Enrico Gasperini, fondatore e presidente del fondo: «Lavoriamo da quasi dieci anni in questo settore, aiutando le start-up digitali a crescere. Ci siamo sentiti obbligati a formulare delle proposte di miglioramento rivolte sia al governo centrale che a quelli regionali, oltre che in generale a tutta la comunità degli investitori». Incubatore certificato di startup innovative digitali, che propongono contenuti e prodotti ad alto contenuto tecnologico, dal 2013 Digital Magics è quotato all’Aim Italia – il Mercato Alternativo del Capitale dedicato alle piccole e medie imprese e gestito da Borsa Italiana. Ad oggi ha partecipazioni in 48 startup digitali con un investimento di 18,2 milioni di euro; il 2015 è stato un anno fortunato, con una crescita del 74% sul fatturato aggregato del suo portafoglio rispetto al 2014.

Diverse le tematiche affrontate all'interno del libro bianco, tutte legate al tema del finanziamento delle start-up. C'è ad esempio la richiesta di rimuovere il limite alla possibilità di investire nell'ecosistema imposto agli Organismi di investimento collettivo del risparmio e alle Società di gestione del risparmio. Al contrario, si chiede al governo di incentivare questo tipo di investimenti. In un Paese in cui i risparmi delle famiglie, secondo calcoli di Bankitalia, ammontano a qualcosa come 9mila miliardi di euro, Digital Magics si è posta il problema di come favorire il passaggio di questi capitali dall'industria del risparmio all'innovazione digitale. E propone di prevedere una ritenuta del 12,5% sui dividendi generati rispetto al 26% che viene pagato su ogni altro tipo di prodotto finanziario. Oltre alla possibilità di una deduzione fiscale di una quota pari al 20% del capitale investito in start-up, spalmata su cinque anni.

Un'agevolazione fiscale che si aggiunge alla richiesta di alzare la soglia del credito diStagisti imposta Irpef dall'attuale 19% ad una quota compresa tra il 30 ed il 40% per le persone fisiche che scelgono di “scommettere” su un'azienda innovativa. Deduzione che per le persone giuridiche dovrebbe riguardare l'Ires ed arrivare, secondo l'incubatore guidato da Gasperini, ad almeno il 30%. Persone giuridiche come le piccole e medie imprese che, nella visione di Digital Magics, dovrebbero aver diritto ad una riduzione delle imposte nel momento in cui affidano in outsourcing dei servizi a delle start-up. Un modo per consentire alle giovani aziende di crescere allargando il proprio parco clienti.

Altro tema affrontato, quello legato ai fondi di investimento. La prima proposta riguarda la creazione di un fondo di matching, ovvero una realtà in cui collaborino la mano pubblica, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, e grandi industrie italiane. I modello è quello tedesco, dove già nel 2005 la Kreditanstalt für Wiederaufbau e il ministero per lo Sviluppo economico di Berlino diedero vita all'High Tech Gruenderfonds, con una dotazione di 600 milioni di euro. Ora, Digital Magics riconosce che CdP è attiva nel venture capital dal 2012, anno in cui è stato creato il Fondo strategico italiano. Ma, si spiega nel White Paper, «non possiede attualmente competenze e strutture tali da poter sostenere (come invece nel caso tedesco) l’analisi di migliaia di presentazioni di idee e di aziende neonate». Per questo motivo «è preferibile la creazione di un Fondo di matching che agisca quale co-investitore di terzi privati, industriali, istituzionali o qualificati, prevedendo un ruolo centrale per gli incubatori certificati, maggiormente competenti e strutturati per la selezione, analisi e sostegno delle idee imprenditoriali più promettenti». In Italia, poi, sono attivi diversi fondi finanziati direttamente dalle regioni. Per loro la proposta è quella di uniformare le regole di ingaggio di queste realtà.

Sul fronte dell'internazionalizzazione, l'idea è quella di creare un Italian Founders Institute, ovvero una realtà che si occupi di promuovere il made in Italy digitale nel mondo.StagistiUltima questione trattata è quella relativa all'equity crowdfunding, la possibilità cioè per le start-up innovative di raccogliere fondi attraverso la rete concessa dal decreto Crescita. Il regolamento Consob
, che ha reso operativa questa disposizione di legge, prevede che affinché la raccolta di capitali vada a buon fine una quota pari ad almeno il 5% debba essere sottoscritta da un investitore professionale. Una sorta di garanzia
, per le altre persone che decidono di sostenere una start-up, della "bontà" del progetto. «Chiediamo non soltanto di abbassare questa soglia, così come i limiti agli investimenti, che oggi sono di mille euro l'anno e di 500 per singolo progetto. Ma anche di semplificare le procedure di certificazione degli investitori professionali», rimarca Gasperini: «Oggi come oggi abbiamo decine di piattaforme ma gli investimenti sono praticamente nulli: parliamo di qualche milione l'anno. La legge non libera l'enorme potenziale delle famiglie italiane che potrebbero diventare i più importanti business angels del Paese».

Queste dunque le proposte di Digital Magics: «Vogliamo che diventino una battaglia collettiva, coinvoilgendo in primis le associazioni di categoria e gli altri attori dell'ecosistema. Questo
è solo l'inizio di un lavoro» prosegue il presidente del venture incubator « che verrà arricchito nei prossimi mesi con il contributo di altri operatori, per costruire una piattaforma che serva da indirizzo per continuare l'attività legislativa dedicata alle start-up dopo i primi passi compiuti negli ultimi due-tre anni».

Riccardo Saporiti

startupper [chiocciola] repubblicadeglistagisti.it 

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